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Autore: The Sorrow    04/12/2015    3 recensioni
Ritratto di una città. Sotto acido.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Rit



Disastro artistico. Un uomo cammina con la testa incollata sul petto, lanciandosi in spregiudicati discorsi sull'estetica e la tecnologia. Ma lui non riesce a percepire la verità.
La verità?
Quale verità?
Le verità?
Molteplici verità?
Qualcuno ci vuole insegnare la verità?
Ignoranza?
Ignoranza!
E nonostante il cielo cada a pezzi, l'uomo è determinato. Corre, parla, si arrampica e illustra progetti sporchi di sangue. Tutto questo in una metropoli alternativa che respira e colpisce i suoi abitanti, una città che vomita cemento e alberi. L'illustre sindaco è ormai uno strano oggetto multicolore, che striscia e mastica legno creato da bizzarri mostri. Non esiste una via d'uscita, o forse sì. Quella vecchia strada... Quella via che non conosce nessuno, ma che in realtà conoscono tutti. E non lo ammettono, proprio no. Vanno contro le origini delle loro conoscenze per esibire una falsa ignoranza che si insidia nei più giovani e li divora. Uno strano virus che contagia anche gli animali; e si deve assolutamente parlare di essi. Creature radioattive e veloci, che badano solo all'essenza primaria delle cose.
Istinto.
In un vecchio garage c'è chi rievoca il passato, chi suona hardcore punk e chi gioca con aghi, siringhe e sostanze. In un caleidoscopio di rumori qualcosa esplode. Giovani resistenti preparano la polvere da sparo, mentre il locale crolla.
"Vedranno i cittadini di che pasta siamo fatti!".
Tra tanti tentativi di rivolta, pochi andavano a segno. Una volta un ragazzino ha distrutto il pianoforte del vicesindaco e si è scatenata l'apocalisse. Apocalisse che però era già stata individuata dal mago che vive tra fumi blu e LSD.
"Una volta arrivati qui non vorrete più tornare a casa". Così recita il cartello alle porte della città. E chi siamo noi per dargli torto? Tutti vorrebbero vivere in una città piena di musicisti, animali, finti ribelli, veri rivoluzionari e tossicodipendenti.
Il frastuono giornaliero è garantito, esattamente come sono garantite le allucinazioni che scompongono la faccia del barista in tanti piccoli frammenti. 
"Vieni ragazza mia, urliamo insieme, rompiamo qualche vetro e osserviamo il fiume mentre respira e si agita come un dannato".
Di chi sono queste parole?
Difficile rispondere. Quasi impossibile. Ma, in fondo, a chi importa?
E quindi, in un battito di ciglia, con il suono di una chitarra elettrica in sottofondo e nel bel mezzo di una terribile e meravigliosa allucinazione, cala il sipario.


 
  
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