Storie originali > Soprannaturale
Segui la storia  |       
Autore: Elissa_Bane    04/12/2015    0 recensioni
Nel 2221 la Terra è uno strano posto, dove vivono Angeli, Sirene, Metalupi, Draghi e Veggenti. Questa è la storia di Elaine, Alyssa, Gregory, William e Ursula. Questa è la storia che li ha portati a capire che ci sono segreti che a volte devono essere svelati e che non sempre la persona che inizia un viaggio è la stessa che ne uscirà. Questa è la loro storia.
[dal testo]
Non sappiamo cosa ci aspetta nel futuro.
Non ricordiamo il nostro passato.
Siamo soli, abbandonati persino dai nostri dei, che non hanno voluto udire alcuna preghiera.
Vogliamo vendetta su chi ci ha fatto tutto questo, su chi ci ha strappato alle nostre vite.
Vogliamo vendetta per i nostri morti, per le albe e i tramonti che non vedranno.
E state pur certi che avremo ciò che vogliamo.
Lotteremo fino a che la vittoria non sarà nostra, o finché il respiro non ci abbandonerà.
Genere: Angst, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'The World Around Us'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Noticina piccina piccina: Elaine chiamerà “Madre”, riferendosi a Verità, la madre dei suoi dei.
 
We Might Fall
Capitolo diciassettesimo
One More Breathe
 
È il momento? Quando davvero potranno tutti dire che è il momento, il loro momento, ed essere certi di non sbagliare? Quando potranno ricominciare a guardarsi negli occhi, Gregory e Jaime, lei e William, come faranno, come farà, lei a ricominciare a guardare Luxury? Elaine respira piano, stesa sull'erba chiara e profumata e ricorda.
Quei ricordi che aveva cercato tanto a lungo, che tanto aveva implorato, sono tornati. Non tutti, alcuni crede che non torneranno mai, ma la maggior parte sono lì, ne è certa.
Il sorriso di Ursula e  di Alcuin mentre si baciano e annunciano a lei e Will, che ancora non stanno insieme, che sono ancora solo un'ottima nottata di sesso l'uno per l'altra, che aspettano un bambino.
Il pianto, il primo piccolo vagito di quel bambino Immortale come loro, con un nome così strano per uno di loro, Francis, stretto tra le braccia di Elaine che lo culla pensando che un giorno potrebbe anche decidere di smettere di prendere la pozione dei Fiori di Luna e magari avere lei stessa un figlio.
Il ballo a cui si è presentata, nel lontano 1853, solo perché aveva promesso a William che si sarebbero rivisti, e lei manteneva le sue promesse.
Suo fratello, il suo unico fratello, il Traditore dei Draghi, colui che portò William ad odiare ogni Angelo, prima che lei arrivasse quasi a perdere le ali per salvare Alcuin. Elaine lo ricorda  perfettamente, suo fratello, con quel sorriso gentile e le mani curate. Il suo sangue che scorre sull'erba e la testa che rotola lontana, mozzata dalla sua stessa spada, dalla spada di quella sorella che era diventata un'assassina per proteggerlo.
Tutta la sua vita, la sua lunga vita, che scorre in un soffio.
Il sangue, sangue carminio che si spande sull'erba chiara, ma questa volta non è suo fratello a sanguinare. Questa volta è lei.
Elaine chiude gli occhi per un'ultima volta, stringendo la mano destra sul ciondolo di pietra blu regalatole da William, che, ricorda, un tempo, in un'altra vita, era stato di sua madre e l'ultimo dono di suo fratello.
 
Madre, ti prego, abbi pietà di me.
 
§§§
 
Qualche ora prima
Fu Luxury a prepararla, in quanto sua mentore, a slacciare anche l'ultimo nastro che le cingeva il seno, ad accarezzarle il volto con dolcezza.
«Questa è la tua ultima prova, Elaine, e io sono così orgogliosa di te. Ce la puoi fare e sappi che quando vincerai sarà tutto pronto. Il Tempio crollerà.»
«Lux» un sospiro, di terrore, di angoscia, di ansia.
«Coraggio. Sai bene cosa aspettarti, è Lussuria che devi impersonare. Ho tentato di chiedere a mia madre se potevo essere io a scegliere il tuo compagno per stanotte, ma non me lo ha concesso. Perdonami.»
Elaine la abbracciò di slancio, certa che il terrore le avrebbe fatto dire cose stupide. La sacerdotessa si aggrappò al lungo abito della ragazza e cercò di non tremare. Era la fine di tutto.
«Se... se dovessi... nel caso in cui non dovessimo più rivederci» mormorò piano contro la pelle nivea «sappi che è stato bellissimo bruciare nella tua luce e che qualsiasi cosa tu faccia avrai sempre il mio amore, Elaine.»
«Perdonami, se ci riesci, tutto il male che ti ho fatto.»
«Non ho nulla da perdonarti.»
L'Angelo sorrise tristemente ringraziandola con gli occhi per quell'ultima bugia, mentre le guardie la scortavano alla sua prova.
 
Era una bellissima stanza, decorata in oro e rosso, opulenza che trasudava persino dalla brocca di vino posata su un piccolo tavolino accanto al letto. L'enorme baldacchino era coperto di morbide lenzuola del colore del sangue, che scivolavano sulla pelle di un orso bianco posata per terra e rivolta verso il camino acceso. Ma a Elaine tutto quel lusso faceva solo venire la nausea. Voleva voltarsi e scoprire che il piano era stato avviato in anticipo e scoprire che non sarebbe stata costretta a fare anche quello. A tradire anche William.
Quando la porta si riaprì dietro di lei, preferì non voltarsi. Avrebbe finto, avrebbe dato prova delle sue meravigliose nuove doti da bugiarda, fino a credere lei stessa che chiunque fosse entrato in quella stanza altri non fosse che William, perché era certa che quello fosse l'unico modo in cui potesse farcela, sopravvivere anche a quello. Con un piccolo scatto la porta si chiuse.
Era il momento e lei doveva essere forte. Doveva riuscire ad ingoiare il disgusto e sorridere e baciare e lasciarsi toccare da mani sporche e sgraziate.
 
Invece furono due mani gentili ad adagiarsi sui suoi fianchi, come colombe che frullano le ali nel posarsi su una colonna in un tempio. Sarebbe stato più facile, davvero, se fossero state rudi e pretenziose, almeno avrebbe avuto un valido motivo per odiare quell'uomo. E invece non era così e lei non poteva odiarlo, perché nessuno aveva mai avuto nei suoi confronti quella dolcezza attenta, se non Will. Le mani impressero una leggera forza su di lei, che si trovò ad affrontare lo sconosciuto faccia a faccia. Nonostante avesse una pesante maschera d'oro che gli coprisse i lineamenti, Elaine era certa che avrebbe riconosciuto ovunque quella massa di riccioli neri, così come quella risata alla vista del suo stupore silenzioso.
«Non ti avrei mai lasciata da sola ad affrontare tutto questo.»
Elaine si sporse sulle punte dei piedi e lo baciò.
 
§§§
 
Le guardie la presero, dopo, trascinandola attraverso i corridoi. E lei le aveva seguite con tranquillità, certa del fatto che ormai il piano avesse avuto inizio. Sacerdotesse ovunque urlavano, combattendosi le une con le altre e allo stesso tempo contro le guardie di Babilonia.
Babilonia, dalla quale ti stanno portando. Ti ha scoperta. Eppure il pensiero non le provocava nulla, se non un lieve sorriso. Era finita, in qualsiasi caso.
 
Salì da sola la scala a chiocciola che portava al cuore del Tempio, la torre della sacerdotessa. Ammutolì, osservando le otto statue che le si ponevano davanti alla vista: in rame una donna con una spada fiammeggiante tra le mani, una d'ambra che sembrava liquefarsi sul piedistallo in marmo, una terza di un delizioso verde pallido che raffigurava una ragazza divorare una pesca. E poi, ancora accanto, in quarzo rosa una figura si pugnalava il petto, mentre quella accanto in pietra blu notte indossava gli abiti e i gioielli di una regina osservandosi ad uno specchio. Due statue, in particolare, sembravano risplendere come fiamme: una donna d'oro tra monete che cadevano come una cascata tra le sue dita e una ragazza di corniola inarcata tra le braccia di un amante, nell'estasi più completa.
Ma Babilonia non guardava nessuna delle sette statue: guardava l'ultima, di una bellezza tale che ad Elaine venne da piangere. Meravigliosa, scolpita nell'opale, un'ultima donna rifletteva tutte le sfumature della luce e del buio della stanza, mentre si ergeva sottile e solenne, nella luce del tramonto. Il volto era a malapena visibile attraverso il velo bianco che la copriva, ma l'Angelo non ebbe dubbi che quella fosse Babilonia.
 
«Rabbia, accidia, gola, invidia, superbia, avarizia e lussuria le posso anche comprendere» esordì, mentre la sacerdotessa si inchinava alla statua bianca «Ma perché un statua col vostro volto?»
«Non è il mio.» rispose la donna, avvicinandosi a lei «E' il volto della Dea. Tutti noi ci vediamo qualcuno di differente: io ci vedo mia figlia, splendida regina del mondo.»
«Menzogna.»
«Eris.» concordò Babilonia «Che cosa hai fatto, piccolo Angelo? Oh, non preoccuparti, so del tuo trucco» disse, strappandole dal polso sottile il braccialetto. Con un brivido, le ali di Elaine riapparvero, visibili in tutta la loro grazia. «Perchè vuoi distruggere le mia vita?»
«Io non voglio distruggere la vita di nessuno. Voglio sapere perché voi abbiate deciso di ammazzarci come bestie e voglio sapere perché vi riteniate nel giusto a venerare dee che non portano altro che dolore.» disse lentamente l'Angelo, il pensiero al compagno, chiedendosi se fosse riuscito a scappare, se stesse combattendo, se fosse già morto.
Babilonia si voltò con uno scatto degno di un serpente. «Dolore? Loro portano la gioia! Non eri forse felice, quando eri libera di lasciarti andare?»
«Naturalmente» ammise «Ma la sensazione successiva? Quel sentirsi sporchi dentro, Babilonia. Lo so che riesci a sentirlo anche tu. Perché ci avete fatto tutto questo?»
«Perchè la tua dea mi ha fatto più male di ogni altra cosa al mondo. È stata la tua tanto amata verità a trascinare nel baratro mio padre e mia madre con lui. È stata lei a portarmi via mia sorella. È stata lei a farmi andare in sposa ad un uomo come mio marito, un mollaccione beone idiota, buono solo a scoparmi una volta all'anno!»
«Non è stata la Verità a farti del male. Sono stati gli uomini.»
«Non sai cosa dici, piccolo Angelo. Avrei dovuto ammazzarti quando mi hai confessato chi eri. Ma no, io ho un cuore gentile e ho pensato che fossi semplicemente la migliore allieva che io avessi mai incontrato.» si fronteggiavano, l'una di fronte all'altra, gli occhi neri in quelli verdi, le vesti candide a rispecchiare le anime di due donne che di candido non avevano nulla. «Tu non sarai mai regina come lo sono io.» affermò Babilonia sprezzante, quando un profondo rombo scosse la torre, facendole vacillare. Gli esplosivi di Frank stavano facendo il loro lavoro alla perfezione. Era l'inizio di tutto. Era l'inizio della fine.
Elaine rise. «Con le mie unghie spezzate e piene di terra, con i lividi che le tue guardie mi hanno fatto sulle braccia, con la paura che mi torce il ventre, io sono regina.*»
 
Babilonia parve ignorarla con un sorriso sardonico «Sai perché Menzogna è bianca e Verità nera, Angelo? Perché Verità è oscura, cela il male, il dolore, mentre Menzogna è candida e limpida, pura.»
Un secondo rombo scosse la torre, e dal soffitto incominciarono a cadere calcinacci.
«Non è per questo, Babilonia, e lo sai bene anche tu. La Verità è d'ossidiana perché è un'ombra che puoi ignorare, ma che sarà sempre dietro di te. Il fatto è che tu hai mentito per prima a te stessa, in tutti questi anni, credendo di poterti rifugiare nel bianco. Ma sai una cosa? Il bianco in cui tu credi è il bianco di un lenzuolo funebre. La Menzogna è gelida e ti afferra sin dentro, e ti divora sino a che di te non rimane nulla, se non un guscio pieno di gelo, un cadavere che cammina. Tu hai sempre mentito a te stessa, Babilonia. Io ti conosco, ti ho conosciuta quando ancora eri una bambina, sono stata io a portarti via da quell'incendio. Io so che tu non sei felice e che provochi dolore sperando di lenire il tuo.»
La sacerdotessa rimase a fissarla per qualche istante, e la torre tremò, ancora. «Eri tu. Sei stata tu a dirmi di non piangere, che sarebbe andato tutto bene. Sei stata tu a non mantenere la tua promessa! Dovevi lasciarmi morire lì, tra le fiamme!» urlò, il volto trasfigurato dalla rabbia, ricordando la persona che anni prima l'aveva davvero portata via dall'inferno della sua casa che bruciava, dall'incendio in cui aveva perso la sua infanzia e la sua famiglia.
«Quale bambino si merita quel destino?» domandò Elaine avvicinandosi «Ti ho salvata una volta, Babilonia, quando ancora non ti chiamavi così. L'ho ricordato l'altra notte, il tuo nome, e mi sono chiesta perché tu lo abbia cambiato. È un così bel nome Grace. Grace, lasciati salvare ancora una volta. Fidati di me.»
«Mai.»
La torre tremò un'ultima volta, prima di accartocciarsi su se stessa come un pezzetto di carta.
 
In quell'istante, Elaine capì che poteva fare solo una cosa. La afferrò per la vita e si lanciò con lei fuori da una delle enormi finestre sfondata dalla statua della Menzogna, crollata a causa delle scosse. La sorresse, stringendola sopra i prati che circondavano il Tempio.
«Grace, tieniti a me! Siamo quasi in salvo» urlò per sovrastare il rumore del vento e delle esplosioni.
«Io non volevo essere salvata! Non voglio essere salvata, lasciami andare!» si dimenò la donna, e per un istante l'Angelo rivide la bambina che piangeva rivolta all'incendio che le aveva portato via tutta la sua famiglia. Babilonia si divincolò ancora, ed Elaine perse la presa, trovandosi a tenerla per solo un polso.
«Grace, reggiti!»
Gli occhi verdi della donna ammiccarono quando lei sorrise. «Il mio nome è Babilonia» sussurrò, e poi le sue dita si aprirono come un fiore, lasciandola cadere.
Elaine tentò di seguirla, ma il corpo scivolò a terra, rimanendo immobile. Urlò il suo nome, entrambi i suoi nomi, perché non era giusto che morisse così, perché doveva prima chiedere perdono. Ma né Babilonia né Grace risposero più.
 
Il Tempio tremò un'ultima volta, prima di crollare in un'ultima esplosione. Grandi pietre piovvero intorno a lei, e una le colpì un'ala. Elaine urlò per il dolore, cadendo a terra. Il suolo la colpì con forza, togliendole il respiro, e giacque lì per un'eternità, stesa a guardare il cielo, impossibilitata a muoversi, se non per la mano destra che si strinse sul ciondolo blu donatole da Will mesi prima. Poi i suoi occhi si chiusero per l'ultima volta.
 
Madre, ti prego, abbi pietà di me.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
*Antigone, Jean Anouilh
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale / Vai alla pagina dell'autore: Elissa_Bane