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Autore: nothingdrum    07/12/2015    0 recensioni
La storia di tre ragazzi che migrano in Sudafrica attendendo che il mondo si rialzi, come un pugile al tappeto al decimo round. Troveranno qualcosa che si credeva fosse perduto per sempre.
Genere: Avventura, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Clara non riuscì a dormire quella notte. Ellie era un nome che si era diffuso velocemente negli States; era il nome di quella ragazza che doveva essere la cura, che doveva salvare il mondo dall'epidemia. E Joel era il maniaco che l'aveva portata vita dalle Luci, togliendo la possibilità al mondo di rinascere.

Che fosse lei? I dubbi l'assalivano mentre si contorceva in quel materasso senza coperte.

 

"Buongiorno ragazzi!" Emily entrò nella stanza, accompagnata da l'odore di caffè solubile che si erano portati dietro durante il viaggio in nave. Clara guardò Benjamin ed "Helena" alzarsi, e si rese conto che stava fissando la ragazza dalla notte precedente.

"Hai fatto il caffé?" grido il fratello, con aria vagamente entusiasta.
"Tu che dici? Forza Helena, l'ho fatto anche per te!"

La rapidità con cui la ragazzina si alzò fece capire a tutti che non beveva caffè da un sacco di tempo. Si misero tutti a sedere sul tavolino in cucina, in un silenzio che probabilmente sembrava strano solamente a Clara.

"Allora Helena, dormito bene stanotte?" l'accento che la ragazza aveva posato sul suo nome destò stupore nella faccia della nuova arrivata.

"A dire il vero sì, questi letti sono molto più comodi di quel che sembrano" rispose sorridendo. "Però se non vi dispiace, oggi ho un incontro importante con un tizio che a quanto pare ha diverse informazioni sul mio amico, quindi devo andare a prepararmi!" e corse in camera, lasciando la sua tazza sul tavolo ancora mezza piena.

 

 

 

 

Ellie corse verso la sua valigia. Nella notte si era accorta di aver perso la lettera di Joel, e sperava che non fosse caduta quando era entrata nell'appartamento dalla finestra, o peggio, che nel viaggio qualcuno gliel'avesse rubata. Aprì quella ventiquattro ore che Joel tempo fa le aveva regalato, e al suo interno, niente. Il panico cominciò a montare. Dove l'aveva lasciata? Se non nella valigia, neanche nel suo diario... Ebbe un'illuminazione. La tasca.

"Cerchi questa?" disse Clara, sventolandola dall'altra stanza.

 

 

"Credo di dovervi delle spiegazioni." Erano tutti attorno al tavolo, ognuno ad un'estremità.

"Eccome se ce le devi, Helena, o Ellie, o come diamine vuoi che ti chiamiamo." disse Benjamin, con il volto decisamente alterato.

"Sono Ellie. Helena è un nome che mi sono inventata-" alzò la mano verso Emily che stava per aprire bocca "-e sì, sono io la Ellie immune. Quella che le Luci dovevano esaminare per trovare una cura. Ma la storia è ben più complicata di così. Joel era quello che mi aveva salvata, su cui avevo contato. Sapevo che mi aveva mentito, sin da quando mi sono risvegliata dalla sua macchina in un camice, con lui che mi diceva che le Luci avevano trovato migliaia di altri immuni, e che io non servivo più. Non ce n'era neanche uno come me. E ancora non c'è. Sono ancora io l'unica persona immune al fungo in tutta la terra. Il mio morso ne è ancora testimone." E tirò su la manica della sua maglia, come troppe volte ormai aveva fatto per salvarsi la vita. "Ma lo avevo accettato. Avevo capito cosa Joel aveva fatto. Sua figlia era morta all'inizio dell'epidemia, e aveva trovato in me una sostituta. Nonostante tutto, nonostante fossi solo un ripiego, l'avevo accettato. Ma ora Joel è scappato, è venuto qui, dove le Luci l'hanno richiamato, e come al solito non mi ha voluto con lui. Aveva paura che lo avessero chiamato per riavermi. Non lo vedo più da tempo, allora ho deciso di raggiungerlo, e ora voglio solo scoprire dove sia."

I tre ragazzi rimasero a bocca aperta. Avevano davanti quella che credevano fino al giorno prima fosse solo una leggenda, la leggenda della ragazzina immune. Ma era proprio lì, e il silenzio fu uno dei più difficili da interrompere.

"Allora perché ci hai mentito?" disse Emily, senza avere il coraggio di guardarla negli occhi.

"Perché potevate essere pericolosi, o peggio, Luci che non aspettavano altro di trovare la cosa che più desideravano. Me."

Clara scoppiò a piangere. "Scusami, ho pensato le peggiori cose di te stanotte, e ora mi sento terribilmente in colpa!"

Si allontanò dal tavolo verso il bagno. Ben ed Emily continuarono il silenzio.

"E' isterica, lasciala stare..." disse lui.

"Beh, ma ora resta solo una cosa da fare."

"D'accordo, capisco. Vado a prepare le valige." Ellie si alzò dal tavolo lentamente.

"No, non credo tu abbia capito. Noi ti aiuteremo a trovare Joel."

 

 

 

L'incontro doveva essere alle sedici, davanti allo spaccio dell'insediamento, e il tizio avrebbe "indossato una maschera Kabuki. Non chiedetemi perché." Ellie aveva legato i capelli biondi, in maniera tale da essere ancora più difficile da riconoscere.

I quattro attesero l'ora stabilita esplorando la città in rovina dove alloggiavano. Raggiunsero la rete elettrificata di contenimento e videro perfino alcuni infetti stare a distanza da essa. "In questi anni ho capito che solamente i Clicker non hanno paura di lanciarsi su queste reti. I Clicker sono esseri umani completamente perduti, neanche l'istinto di sopravvivenza è rimasto in loro. Sono solo elettricità che muove i nervi di un corpo. E' per questo che credo ci sia ancora speranza per i normali infetti, c'è ancora qualcosa che li rende umani, e più tempo passa, più credo che Joel avrebbe dovuto lasciarmi alle Luci, per salvare tutte quelle persone che sono al di là di questo recinto." Clara, Benjamin ed Emily lasciavano parlare liberamente Ellie, un po' per sapere di più su questa misteriosa ragazza, un po' perché più parlava, più si rendevano conto di non aver visto nulla in confronto a lei. Era incredibile come l'età non contasse più in un mondo finito nell'abisso più completo.

Erano le sedici. Era ora.

 

 

 

Quella maschera Kabuki arancione incuteva timore alle persone che lo guardavano, inclusa Ellie, che si avvicinò molto lentamente all'uomo.

"Sono io. Dimmi quello che sai e poi sparisci, noi due non abbiamo mai parlato."

"Ah, saresti tu la famosa Helena? Mi aspettavo qualcuno di più grande, sai com'è." La maschera abbassava anche la voce dell'uomo,che dal lungo cappotto nero sembrava molto simile a qualcosa di etereo, quasi inconsistente, o non appartenente a questa dimensione. Ellie doveva smettere di pensare a quelle stronzate e parlare.

"Beh invece guarda un po', sono una ragazzina. Ora dimmi dov'è."

"Ho visto il tuo amico due settimane fa. Si inoltrava nella foresta da solo tramite un pass delle Luci, il che era già piuttosto strano, ma era strano anche che avesse con sè moltissime armi, cosa proibita da queste parti." rispose lentamente il tipo.

"Ed è tutto? Nella foresta?"

"Beh, ho sentito la guardia che gli diceva le coordinate della sua destinazione, ma per quelle dovrai pagare." Ellie tirò fuori i 700 crediti che immaginava sarebbero bastati al tizio.

"Eheheh. Molto bene." e le scrisse le coordinate sul foglio.

L'addio fu molto rapido, e tornò dagli altri.

"Quindi, cosa dobbiamo fare?" disse Benjamin.

"Un safari." rispose Ellie.

 




Dopo ben più di un mese, ho deciso di riprendere la ff su The Last Of Us, sperando che questo nuovo capitolo XXL porti nuova linfa vitale alla fanfiction e rinnovi l'interessamento mostrato verso questo progetto :) Grazie ragazzi, come al solito!

-NothingDrum

   
 
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