Fanfic su artisti musicali > Rolling Stones
Ricorda la storia  |      
Autore: donatellaesposito    08/12/2015    0 recensioni
Cosa successe quel 3 Luglio 1969 nessuno lo saprà mai con precisione.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Brian Jones, Charlie Watts, Keith Richards, Mick Jagger
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Delle volte ci rifletteva e non poteva far altro che meravigliarsi su quanto fosse improbabile il destino di ognuno di noi. Lui, Michael Philip Jagger, un ragazzo di origini inglesi e con un'attrazione fatale per la musica, si era ritrovato catapultato nel mondo discografico in un battito di ciglia. Tutto questo non gli dispiaceva affatto però, i vantaggi che vi si potevano trarre erano molti. Ciò poteva apparire semplice quasi quanto un gioco agli occhi del pubblico.

Sono solo una squallida puttana per loro, pensò.

Da un po' di tempo a questa parte, le cose per la band non stavano andando per il meglio. Era risaputo che la vita di un artista fosse sempre al di sopra delle righe e per tutti loro ogni stranezza era all'ordine del giorno, pane quotidiano per intenderci.

La sua capacità di sorprendersi rasentava terra oramai perché chi ne ha passate già di tutti i colori, non può essere buttato giù da niente e nessuno; o almeno così dicono.
 

Quando l'etichetta Decca Records offrì loro un contratto discografico con condizioni molto favorevoli -per essere solo una band con talento ancora grezzo- accettarono, e con esso subentrò anche Andrew Loog Oldham. Mick non voleva addossare tutta la colpa su colui che cercava di pubblicizzarli al meglio, ma non poteva di certo negare che da lì i problemi si fecero più seri.

Iniziò con Ian. Lo estromise solo a causa della conformazione fisica che -secondo Oldham- stonava con l'immagine del gruppo e perché sei persone erano difficili da memorizzare. Nonostante le varie proteste, alla fine decisero di sottostare a questa decisione per il bene del marketing.

Da lì, cominciò l'immagine della variante brutta e cattiva dei Beatles. “Would you let your daughter go with a Rolling Stone?” Le ragazze non mancavano ai componenti della band, che non passavano certamente inosservati agli occhi della gente.


Infine accadde ciò che segnò l'inizio di una fine che nessuno avrebbe mai immaginato.


Secondo Oldham sarebbe convenuto spostare il centro del gruppo da Jones a Jagger e Richards. Per quale motivo? Sempre per quel fottuto e dannato marketing. Ovviamente tutto ciò fece non poco effetto su Brian, che si sentì lacerato, essendo lui il fondatore del gruppo. Cercavano di buttarlo fuori da una cosa che egli stesso aveva fatto nascere.

Fu proprio da lì che Brian iniziò ad estraniarsi da tutti noi, pensò Mick ancora seduto con la schiena contro il muro freddo della stanza.

Tutto ciò che accadde dopo fu relativo perché ormai era tutto rovinato e nessuno poteva porvi rimedio; iniziando dalle droghe per finire ai divari che andavano a crearsi.

 

La mattina di quel 3 Luglio del 1969 ogni cosa sembrava essere come doveva essere. A distanza di un paio di giorni si sarebbero esibiti ad Hyde Park per presentare il nuovo arruolato nella band -un certo Mick Taylor- e nonostante Jagger non poteva definirsi un ragazzo dall'animo spensierato, una piccola parte di lui voleva vedere che reazione avrebbe avuto la folla. Anche gli altri erano in uno stato d'agitazione che li portava a risfociare in vecchie e brutte abitudini, ma era comprensibile; chi non ne sarebbe stato spaventato?

 

«Muovi il culo Mick, non sei l'unico ad aver bisogno di un fottuto cesso!» urlò Keith con foga sulla porta.

Mick ridacchiò. In realtà si era già dato una ripulita e sarebbe potuto uscire mezz'ora fa, però godeva troppo nel far innervosire il suo compagno di prima mattina. Nessuno ci faceva più caso oramai, essendo abituati a quella scenetta; era risaputo da chiunque e pensò che magari lo stesso Keith ne era a conoscenza, ma continuava a dare di matto ogni volta e fino a quando lo avrebbe fatto, lui non avrebbe smesso.

Essendo sprovvisto di una qualsiasi cosa che gli permettesse di sapere che ore fossero, un languore si fece strada nel suo stomaco e decise di farla finita. Per questa mattina può bastare, si disse. Con tutta la calma del mondo, calibrando ogni singolo passo, andò verso la porta e la aprì.

«Ho fatto, è tutto tuo coglione» disse non degnando di un misero sguardo Keith, che lo raggiunse prendendolo per la maglietta.
«Cosa cazzo ridi Jagger? Ringrazia Dio che io abbia tutta questa pazienza» ringhiò a due centimetri dal suo viso.
«Ringrazia Dio di non averti fatto incontinente Richards» rispose Mick sorridendo beffardamente.
L'altro lo mollò, dandogli un ultimo strattone, e poi entrò nel bagno sbattendo violentemente la porta.
«Potrebbe rompersi, fa attenzione testa di cazzo!» urlò Jagger.
«Va' al diavolo e lasciami cagare in pace, piccola troia!» rispose di rimando Keith dal bagno.

«Mi chiedo se tutto questo avrà mai una fine» sospirò Charlie sedendosi su una delle squallide sedie che vi erano nella cucina, se così poteva essere definita. Avevano preso alloggio in un appartamento da quattro soldi non molto distante dal luogo del concerto, per evitare tragitti lunghi da compiere.
«Accendi la radio, vediamo se è successo qualcosa di interessante» asserì Mick sedendosi a sua volta.
«Oh andiamo, alza il tuo culo una seconda volta Jagger» rispose Charlie lamentadosi.
Mick obbedì e si avvicinò alla vecchia radio che avevano trovato la scorsa notte abbandonata vicino allo squallido divano del salotto, armeggiò un po' con i pulsanti e infine riuscì a trovare una stazione che si sentiva in modo decente. Dopo ciò, si versò del caffè in una tazza recuperata lì vicino e tornò a sedersi al tavolo, stanco per le poche ore di sonno.

Un paio di canzoni orecchiabili si susseguirono e il cervello di Mick cominciò ad elaborare pensieri più complessi sulle melodie che percepiva. Finite le canzoni, fu la volta delle previsioni meteo, che però vennero interrotte qualche secondo dall'inizio.
 

«Ci scuserete per questa brusca interruzione, ma vogliamo essere partecipi di questo sentito dolore. Oggi, 3 Luglio 1969, un ex-componente dei Rolling Stones è stato rinvenuto morto nella piscina di casa sua dalla sua fidanzata Anna Wohlin. Addio Brian, ci mancherai»
 

La tazza scivolò via dalla mano di Mick, che rimase a fissare il vuoto, mentre Charlie tossì più volte a causa del caffè andatogli di traverso. Persino Keith uscì dal bagno con gli occhi spalancati e con indosso solo le mutande.
«Penso di aver capito male, non è vero?» chiese cercando conferma negli occhi di Watts, che purtroppo non disse niente, facendogli capire tacitamente che ciò che tutti e tre avevano appena sentito era vero.
 

 

Mick non sapeva come comportarsi. In un primo inizio, voleva restare semplicemente a casa per riflettere, ma poi l'atmosfera si era fatta pesante, così decise di uscire. Cercò di mescolarsi tra la gente; voleva solo trovare un posto tranquillo e restare da solo.
Probabilmente nessuno avrebbe mai detto che Mick Jagger sarebbe stato male per la morte di Brian Jones, la persona che egli stesso aveva ripudiato; e forse, dopo tutto, non era quello a stare peggio. Insomma, Keith che gli aveva rubato la ragazza, come poteva rimanere impassibile di fronte ad una cosa del genere? Era risaputo che non avesse un carattere tutto cioccolato e zucchero filato -ed i frequenti battibecchi con Jagger ne erano la prova- ma non poteva non provare nulla al riguardo.

 

Camminando, arrivò verso un piccolo quartiere poco affollato ed un parco, all'apparenza deserto, lo attirò.
Entrò dal cancelletto usurato dal tempo e si guardò intorno. Il prato verde era ben curato, vi erano panchine ricoperte di scritte, qua e là spuntavano fiori colorati, gli alberi erano rigogliosi e, come tocco finale, gli uccellini volavano da un ramo all'altro cinguettando allegramente.
Se al suo posto vi fosse stata un'altra persona, quel posto sarebbe apparso quasi come un paradiso; ma di felice ed allegro Mick ne vedeva ben poco.
Si accasciò a terra sulle ginocchia, la sua vista si annebbiò e scoppiò in un pianto disperato. Tentò di calmarsi, ma tutto ciò che poteva fare era sfogarsi, lasciar uscire tutti quei sentimenti e coprirsi il volto con le mani.
Restò in quella posizione senza rendersi conto del tempo che scorreva, ma a lui non importava; in quel momento niente contava più nulla.
In quel parco cominciò ad addossarsi tutte le colpe.
 

Non avrei dovuto permettere che accadessero tutte quelle cose.

Avrei potuto impedirlo.

Lui doveva restare con noi.

Non me ne sono reso conto.

Avrei dovuto capirlo fin dall'inizio.

Maledetto mondo.

Maledetto Oldham.

Maledetto Brian.

Maledetto me.

 


I giorni che si susseguirono, cercò di evitare ogni forma di contatto con un altro essere umano.
In pubblico non poteva apparire in quello stato, ma nessuno poteva sapere ciò che faceva quando non era sotto i riflettori. Quindi, per uscire si ricomponeva calando su di sé un velo pietoso e poi, una volta uscito di scena, ritornava ad estraniarsi. Mick stava bene e continuava a ripeterlo ogni qualvolta qualcuno provasse ad avvicinarlo; voleva solamente essere lasciato stare perché il dolore doveva fare il suo corso.
«Tornerà di nuovo a rompermi i coglioni fra un paio di giorni quella troia, lasciatelo stare nel frattempo» continuava a ripetere Keith agli altri e Mick lo ringraziava mentalmente, nonostante passassero metà del loro tempo a riprendersi su sciocchezze.

Dopo qualche giorno Jagger tornò a relazionarsi da normale essere umano, ma la questione di Brian non fu mai del tutto chiusa, solo archiviata.
Come scritto all'inizio, Jagger ostentava nell'essere sorpreso, niente e nessuno avrebbe potuto buttarlo giù e fino a quel 3 Luglio 1969, anche lui la pensava così.

 

I'm going to take a cup of tea,
like any good Englishman.

   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Rolling Stones / Vai alla pagina dell'autore: donatellaesposito