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Autore: Shizuka__    08/12/2015    2 recensioni
[Reincarnation!Au Klaine]
Lo guardò dritto in viso senza riuscire a scorgere un emozione, un sentimento, un qualcosa che lo rendesse umano – sempre se lo fosse -; non riusciva a capire il perché ci fosse un blocco, come se una parte volesse ricordare mentre l’altra lo stava trattenendo. Stava trattenendo lui e i suoi ricordi.
Eppure quel nome, quelle poche lettere, erano riuscite a smuoverlo completamente ed inondargli un senso di nostalgia che mai aveva provato prima.
Da tempo aveva deciso di pensare solo a sé stesso e al suo bene, da quando si era trasferito a New York non faceva altro che pensare al suo futuro, ma bastò un solo nome per riuscire a cambiare le carte in tavola:
Blaine.
Genere: Angst, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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 Angolino dell’autrice:
Salve a tutti! Questa è la prima volta che scrivo su questo fandom, in realtà sono ancora alla quarta stagione di questa bellissima serie tv, quindi mi raccomando non fatemi spoiler perché ci tengo veramente tanto, soprattutto alla Klaine.
Verso la terza stagione ho cominciato a pensare che poteva essere divertente scrivere una storia su Glee, anche se non  avevo un briciolo di idee, poi sul treno mentre andavo all’università ho cominciato a pensare ad una Au!Klaine e lì è scattato il colpo di fulmine.
Sinceramente non ho cominciato a leggere fan fiction su di loro, anche perché so che in un modo o nell’altro ci sarà qualche spoiler nascosto in qualche frase, quindi per ora preferirei evitare.
I personaggi sono ovviamente OOC, è una scelta che ho preso prima di iniziare a scrivere il prologo, infatti l’ho aggiunto tra gli avvertimenti ( quindi non mi venite a scrivere “ Si, ma i personaggi non sono IC”); non li cambierò del tutto, non descriverò di certo un Kurt etero (?) o un Blaine bullo, ma non aspettatevi che rimangano gli stessi di come li avete visti nella serie.
Bene, detto questo spero vi possa piacere questa mia idea, è sempre un piacere vedere che qualcuno apprezzi la mia storia, quindi già parto con i ringraziamenti per chi si fermerà a leggere.
Ci vediamo al prossimo capitolo, sperando arrivi presto!
Alla prossima,

Shizuka__







Stay with Me.
- prologo -


 
 
 

 
Kurt.

Kurt.

Kurt.


Una dolce voce lo chiamava da lontano,una voce talmente dolce e vellutata che riuscì a smuovere qualcosa dentro di sé, nel profondo; era certo di non averla mai sentita prima, eppure c’era un qualcosa di familiare, un qualcosa che lo faceva stare bene, un qualcosa che riusciva a scaldarlo.

Kurt.

Lentamente aprì gli occhi trovandosi davanti un’immensa distesa di bianco, un bianco talmente puro che riuscì ad accecarlo a prima vista, ma sentiva da qualche parte quella voce risuonare dentro di sé; non capiva se stava ufficialmente impazzendo ed aveva cominciato a sentire voci dentro la sua testa o se c’era veramente qualcuno in quello spazio indefinito.
Cominciò ad alzarsi in piedi sbattendo gli occhi più volte, era sicuro di star sognando, ma non riusciva a capire come quel sogno potesse essere così reale; sembrava essere stato trasportato da un momento all’altro senza preavviso, senza le sue creme notturne e senza il suo pigiamo firmato, in un mondo parallelo, un mondo a cui lui non apparteneva.
Ma in fondo Kurt Hummel a quale mondo faceva parte?Quando era piccolo aveva deciso di vivere nel regno dei sogni, l’unico luogo in cui poteva desiderare tutto quello che voleva realmente, ma il tempo non si fermava per un bambino di otto anni e andava inesorabilmente avanti lasciando che i sogni di un bambino rimanessero tali. Verso  l’adolescenza Kurt non aveva una vera e propria risposta, lui era vivo e bastava questo, non doveva far parte per forza di qualcosa, lui era Kurt e basta.
L’unico ragazzo gay dichiarato nella sua scuola che tutti prendevano in giro. Ecco che cosa era realmente.
Arrivato all’università lui era rimasto solo ed indifeso, senza nessuno che gli facesse compagnia nel tempo libero se non i suoi vecchi amici che riusciva ad incontrare ogni tanto. E poi?
E poi nulla.
Sin da piccolo si era sentito invisibile, uno tra tanti, ed arrivato all’età di 19 anni la situazione non si era evoluta, perché lui era Kurt Hummel, il ragazzo “gay” che passeggiava per strada additato da tutti e non Kurt Hummel, il ragazzo che per una volta avrebbe voluto sentirsi normale in una città grande come New York.

“Kurt.”

Si girò di scatto quasi spaventato, questa volta la voce si era avvicinata fin troppo a lui, per un istante avrebbe scommesso di poter sentire il respiro sul suo collo.
Ma il respiro di chi?
Sgranò gli occhi quando vide una figura scura prendere forma dietro di lui: di solito non credeva nel paranormale, e ogni volta che Rachel e Mercedes lo costringevano a guardare un film horror insulso e banale non urlava a squarciagola come quest’ultime due ragazze, eppure quella figura, che aveva ormai preso delle sembianze umane, gli provocò un senso di deja-vù e di calore.

“Kurt, è sempre bello incontrarti.”

Il ragazzo chiamato in questione spalancò le labbra: davanti a lui si era materializzato un ragazzo non troppo alto, forse più basso di lui di due centimetri, con i capelli scuri ed ingelatinati per bene, senza un capello fuori posto, e gli occhi…
C’era qualcosa che non andava, nonostante davanti a lui ci fosse questo ragazzo, c’era qualcosa che lo bloccava, non riusciva a capire il come e il perché, ma sembrava essere… uno di quei ricordi che non riusciva a ricordare del tutto.
Un ricordo che forse voleva dimenticare.
Un ricordo che la sua testa voleva dimenticare ma che il suo cuore non ne voleva sapere.

“ Non ti ricordi di me? “

Non riusciva a vederne il viso, ma era riuscito a captare il cambio di tono del ragazzo; era passato da un tono sensuale e felice ad un tono triste e deluso.

“ Ti prometto che verrò a cercarti ovunque tu sia, non ti lascerò scappare via da me. “

Kurt fece un passo indietro ormai spaventato da quella situazione, ma non riuscì a fare o a pensare qualcosa di intelligente; la sua mente si era completamente annebbiata e il suo corpo non ne voleva proprio rispondere,la sua testa diceva di scappare via lontano da quella situazione confuso e così complicata, ma qualcosa di profondo dentro di sé decise di farlo restare immobile permettendo così che quel ragazzo si avvicinasse a lui più del dovuto.

“ Chi- chi sei tu?”
Non si era minimamente accorto che il ragazzo lo stava stringendo a sé, non sentiva le braccia cingergli i fianchi, non riusciva a sentire quel tocco così delicato, l’unica cosa che riuscì a percepire  fu il suono del suo cuore che ad ogni secondo batteva sempre di più e quasi se ne vergognò per quanto quel rumore stava aumentando senza sosta.
Non riusciva a sentire la consistenza di quell’abbraccio, ma stranamente riuscì a sentire delle mani morbide sfiorargli i capelli delicatamente, ed anche se nessuno si era mai azzardato a dedicargli un gesto così affettuoso – se non da suo padre -, dentro di sé sentiva che quel tocco, che quelle mani, che quel calore erano decisamente familiari.

“Blaine.”
Il suo cuore perse un battito, di colpo i suoi occhi si riempirono di lacrime senza neanche capirne il motivo, si staccò quasi subito da quell’abbraccio per cercare di asciugarsi, ma non ebbe neanche il tempo di alzare un braccio, che la mano del ragazzo si era appoggiata sulla sua guancia per asciugarla per quel poco che poteva.
Lo guardò dritto in viso senza riuscire a scorgere un emozione, un sentimento, un qualcosa che lo rendesse umano – sempre se lo fosse -; non riusciva a capire il perché ci fosse un blocco, come se una parte volesse ricordare mentre l’altra lo stava trattenendo. Stava trattenendo lui e i suoi ricordi.
Eppure quel nome, quelle poche lettere, erano riuscite a smuoverlo completamente ed inondargli un senso di nostalgia che mai aveva provato prima.

Da tempo aveva deciso di pensare solo a sé stesso e al suo bene, da quando si era trasferito a New York non faceva altro che pensare al suo futuro, ma bastò un solo nome per riuscire a cambiare le carte in tavola:

Blaine.


 

   
 
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