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Autore: walshies89    09/12/2015    0 recensioni
"urlando con tutta la forza che aveva in corpo, quasi come se il solo gridare il suo nome potesse fare miracoli."
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Camilla Baudino, Gaetano Berardi
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Si guardava intorno ancora ignaro di come ci fosse finito tra quelle quattro mura di metallo. Si concentrava per ricordare cosa stava facendo nel momento in cui tutto era di colpo diventato scuro e non ci aveva capito più nulla. Si toccò la testa nel tentativo di cercare bernoccoli o altro e poi come dei flash gli comparirono immagini sfocate. Lui in macchina davanti al portone di casa che la guarda uscire. Lui che decide che vuole parlarle quindi scende dalla macchina. Il sorriso di lei vedendolo camminare nella sua direzione, sorriso che poi svanisce per lasciare il posto ad una faccia preoccupata. Poi nulla più. Si concentra ancora ma questa volta ricorda solo un suono, quello dei portelloni a scorrimento, e poi un altro flash, un fazzoletto bianco sulla sua bocca.
Ok adesso immagina come è finito in quel buco e mentre cerca di vedere come uscirne un pensiero lo blocca.
Lei.
Se la mente non gli sta facendo un brutto scherzo lei ha visto tutta la scena e non si darà pace fino a quando non l’avrà trovato e questo potrebbe catapultarla in un guaio ancora più grande e lui non può essere li a proteggerla. Così si appoggia al muro e si lascia andare alla disperazione.



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Come non le è mai capitato in vita sua le si gela il sangue in corpo. Un attimo prima era felice di vederlo, dopo l’ospedale erano settimane che era evasivo e non si faceva vedere se non di sfuggita mentre questa volta aveva fermato la macchina e la stava raggiungendo, finalmente anche lui non poteva farcela più a non parlare con lei. E se un attimo prima le sembrava di camminare in una nuvola, si era ritrovata di colpo sotto un acquazzone. Inizialmente stava quasi per urlargli di stare attento e che per poco non finiva sotto a quel furgoncino, poi invece come in un lampo vede il sorriso sul viso di Gaetano pian piano sparire, lo sportello aprirsi e due uomini in passamontagna portarselo via mentre lei urlando con tutta la forza che aveva in corpo, quasi come se il solo gridare il suo nome potesse fare miracoli. Le sue grida catturano l’attenzione dei vicini che però non notarono nulla perché sempre in un lampo tutto era finito. Livietta sconvolta da quel grido di dolore si avvicina ma lei ormai non ha più forze, le gambe hanno ceduto e si è trovata a terra con Potty che cercava disperatamente di catturare la sua attenzione come a volerla consolare o cercare di scuoterla da quel dolore.

L : Mamma che succede? Ti senti male?
C : L’ho visto sparire capisci? Non lo vedrò mai più, me l’hanno portato via.
L : Mamma ma di cosa parli? E di chi ?
C : Di Gaetano.
L : Mamma te l’ho già detto, dagli tempo gli passerà.
C : Non capisci, me l’hanno portato via.
L : Ma chi mamma?
C : Due uomini, l’hanno rapito.
L : Mamma sei seria?
C : Ti pare potrei scherzare su una cosa del genere?
L : E allora che diavolo aspetti? Chiama la questura e racconta tutto così possono dare il via alle ricerche prima che sia troppo tardi per qualsiasi cosa..Non vorrai mica portarti Gaetano sulla coscienza finche vivi?

La scarica di preoccupazione di Livietta la ridestò dalla situazione di stallo in cui era finita. Era vero, l’unico modo che aveva per riprendersi era trovarlo, se poteva accettare che lui la odiasse per tutto quello che gli aveva fatto non poteva certo accettare che lui non tornasse più a casa. Vederlo dalla finestra era meglio che portare dei maledetti fiori su una tomba. Non era ancora pronta a lasciare andare Gaetano, non gli aveva ancora detto che aveva capito di aver fatto una stronzata immane a lasciarlo e che passare tutta la vita con lui era l’unica cosa al mondo che le importava dopo sua figlia e sua nipote. Prende il telefono e chiama l’unica persona che come lei se non più di lei sarebbe crollato alla notizia, ma era l’unica di cui poteva fidarsi e aveva bisogno del suo aiuto.
C : Torre?
T: Professorè che succede? 
C : Me l’hanno portato via capisce?
T : Professorè ma di cosa parla?
L : Mamma ma così non capirà mai!

Le strappa il telefono di mano dopo aver realizzato che la madre era ancora sotto shock e che non sarebbe stata in grado di spiegare un bel niente al telefono.

L : Salve sono Livia la figlia della professoressa
T : Ah mi dica! Ha perso qualcosa? Vuole che cerco il dottore e lo mando li?
L : Il problema è proprio quello. A quanto pare mia madre dice di aver assistito al rapimento di Gaetano.
T : COSAAAA????
L : Si ma è sotto shock e non riesco a farla tornare in se però voi cercate di capire cos’è successo. Potete rintracciarlo?
T : Faccio partire tutto e arrivo subito li ? Sua madre come sta?
L : Come un cadavere che cammina. La aspettiamo. Dai mamma andiamo a casa tra poco arriva qui Torre e spieghi tutto a lui.

Livietta attacca Potty al passeggino e prende la madre per mano che cammina per inerzia e ha lo sguardo perso nel vuoto. Sembrano passare ore prima che Torre arrivi da loro. Livietta li lascia soli ma decide di ascoltare tutto entra nella sua stanza e lascia la porta socchiusa. È un pugno nello stomaco confrontarsi col dolore della madre e sapere di non poter fare altro che starle vicino. Sente entrambi piangere all’idea di non vederlo più, solo in quel momento forse realizza quanto Gaetano sia stato e sia importante per sua madre,ripromettendosi mentalmente di farglielo sapere quando l’avrebbe rivisto, forse era la prima volta che si trovava a pregare realmente di rivederlo anche per avere la possibilità di scusarsi con lui che era sempre stato più che dolce e gentile con lei mentre lei l’aveva spesso trattato malissimo.In punta di piedi entra in cucina, prepara due camomille e le porta ai due cercando in qualche modo di aiutarli ad uscire dalla situazione di stallo che si era creata.
L : Scusate se vi interrompo, vi ho portato due camomille.
T : Ma si figuri signorina è casa sua.

Le facce di entrambi erano lo specchio del dolore e lo sconforto che provavano e lei si sentiva quasi insensibile a doverli spronare, ma anche lei voleva bene a Gaetano e sapeva che non sarebbero stati d'aiuto mentre si piangevano addosso sul divano per le occasioni perse o per non essere stati in grado di " proteggerlo" dall'imprevedibile. 

L : Mamma dai su bevine almeno un po’. So che può sembrare brutto e insensibile detto da me ora ma stare qui a piangervi addosso non riporterà a casa Gaetano. Mamma hai detto tutto quello che hai visto? Mamma?
Camilla ancora non si era del tutto ripresa ma all’insistenza della figlia si sveglia.
C : Come scusa, non ho capito ?
L : Dicevo hai detto tutto quello che hai visto a Torre?
C : È stato un momento , non ho realizzato subito. Un secondo prima stava sorridendo e venendo verso di me e un attimo dopo l’ho visto tirare dentro quello stramaledetto furgoncino.
T : Sua figlia ha ragione dobbiamo muoverci in maniera rapida. Il dottore potrebbe già..
Si blocca immediatamente guardando la faccia di Camilla
T : Non si preoccupi professoressa, lo portiamo a casa il dottore, fosse l’ultima cosa che faccio.
L : Cerchiamo di rimanere tutti integri, e soprattutto lucidi, non per noi ma per Gaetano, perché se ci facciamo prendere dal panico e dallo sconforto a farne le spese sarà solo lui e non è quello che vogliamo giusto?
C / T : Giusto..
T : Allora professoressa facciamo una cosa, andiamo in commissariato così il questore che ha preso in mano la situazione ascolta la storia direttamente da lei
C : Non so se ce la faccio.
T : Deve farcela senza di lei non abbiamo nulla..
L : Mamma trova la forza, glielo devi a Gaetano, lui ti ha sempre tirato fuori dai casini che combini, ora tocca a te ricambiare il favore.
C : Hai ragione
L : Bene ora vi lascio lavorare in pace.

Livietta guarda la madre andare via col collega di Gaetano e per la prima volta in tutta la mattinata è lei a lasciarsi andare ad un pianto liberatorio.
   
 
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