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Autore: imperfectjosie    13/12/2015    0 recensioni
«Andiamo, Gaskarth! Accettalo senza storie e non rompermi i coglioni, mi sto gelando il culo qui fuori!»
| Jalex | - Happy Bday, Alex!
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alex Gaskarth, Jack Barakat
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Fandom: All Time Low
Rating: Yellow
Pairing: Alex x Jack
Note: Insicurezze, poca autostima e disastri natalizi.
Special thoughts: Scritta per il compleanno di Alex Gaskarth (che sarebbe domani, ma lavorerò e non avrò tempo)
Josie's corner:


+28
Evening y'all! Domani sarà il compleanno di questo disagiato qui sopra e niente, siccome è quasi Natale, ci tenevo a fare qualcosa di carino.
Tanto a lui non frega, però mi piaceva l'idea. L'avevo fatto anche l'anno scorso, le tradizioni vanno rispettate.
Perciò spero vi piaccia, è molto corta, così, tanto per. Happy Birthday Lex and enjoy the read, guys.
Love.
Josie.


Let it snow!
 


Alex era un amante delle cose semplici, purché fossero belle da guardare.
Alex amava, nel dettaglio, il sorriso di Jack Barakat. E lo aveva amato per dieci lunghi sofferti anni. Stringeva forte i pugni, attorcigliando le dita al plaid color crema che suo padre gli aveva regalato il Natale passato. Lo faceva sentire meno solo, mentre con lo sguardo vagava oltre la porta-finestra alla ricerca di qualche fiocco bianco.
Si trascinava per casa da giorni, avvolto in quel pezzo di stoffa, tenendo l'ennesimo irish coffee tra le mani, le stesse mani che gli avevano permesso di coronare il suo sogno.
Con il suo compleanno alle porte, aveva decisamente optato per un ritorno a Baltimora, dove le persone che amava di più si erano riunite con l'intenzione di stupirlo. A sua mamma bastava quel sorriso un po' cresciuto, ma sempre lo stesso. Ogni volta che spuntava sul volto del figlio, la donna si illuminava di gioia pura e correva ad abbracciarlo.
Alex, in quei momenti, si sentiva a casa anche senza l'odore di Jack.
Jack.
Si stropicciò un occhio stanco, notando alcuni cadaveri della sua festa di compleanno sparsi per il salotto e decidendo che li avrebbe buttati l'indomani mattina. Avvolse meglio il corpo semi-nudo nel plaid, tirando un'altra sorsata al caffè alcolico e godendo appena del lieve bruciore che la sua gola dovette affrontare. Poi sorrise leggermente ascoltandosi dalla radio, intonare una maledetta canzone, sempre la stessa, frutto della compilation che il mezzo biondo gli aveva regalato quel Natale del 2013.
Fool's Holiday.
«Andiamo, Gaskarth! Accettalo senza storie e non rompermi i coglioni, mi sto gelando il culo qui fuori!»
Poteva ancora vederlo con il cappuccio in testa, le nuvolette di fumo che ironiche spuntavano fuori dalle labbra ad ogni parola e il braccio teso ad offrirgli quel grezzo pacchettino incartato sicuramente con i piedi, chiaro segno che no, Jack non sarebbe mai stata la parte pignola del gruppo.
Sorrise a quel ricordo, facendo strusciare i calzettoni bianchi in direzione dell'entrata, dove il cordless aveva cominciato a trillare.
«Pronto?» biascicò appena, passandosi una mano sulla faccia stropicciata dal sonno.
La voce del suo bassista lo scosse per bene e Alex sbuffò, poggiando la schiena coperta sulla parete.
«E io cosa dovrei fare, Merrick? È stato lui a volerla finire, sai che - sì ho capito, ma - Oh Cristo santissimo, ancora? Non me ne frega più un cazzo di Lisa, maledizione!» imprecò, ascoltando attentamente le parole di Zack e sorvolando sul fatto che lo avesse interrotto svariate volte nel pieno del suo discorso.
Era una cosa che odiava, ma quella notte non riusciva a darci il dovuto peso.
«Mi ha visto fare che cosa?» strepitò, stringendo il cordless con più forza del normale e tremando appena. Sollevò poi un folto sopracciglio alzando la testa fino a poggiarla contro il muro e sospirò sorridendo.
«Non la stavo baciando, Merrick. Avete tutti gli occhi in culo? - Sì ma è per questo che si chiamano prospettive amico, perché possono cambiare» ringhiò infine all'ultimo sproloquio sicuramente alcolico del minore.
Non vedeva Jack da almeno un mese, da quando era finito il tour. E non lo sentiva esattamente da allora. Cominciava ad impazzire lentamente.
Voleva solo che tutto tornasse come prima, voleva continuare a farci l'amore, spiegargli che come al solito aveva frainteso tutto, che voleva bene a Lisa, ma quel matrimonio sarebbe stato un enorme farsa insostenibile. E che lo amava, porca puttana.
Lo amava da morire.
Attese la prossima frase di Zack, a cui rispose sbuffando un sorriso e poi – senza aspettare un'ulteriore risposta - spinse il bottone rosso con il pollice, lanciando stizzito l'apparecchio sul divano sfatto.
Si ricordò che l'indomani doveva presentarsi a casa dei suoi per festeggiare la fottuta vigilia di Natale e serrò la mascella. Ironia della sorte, non si era mai sentito tanto solo in vita sua.
E la neve aveva smesso di cadere.
«Fanculo Bassam, sei un coglione» ringhiò al nulla, sollevando di scatto la testa quando un rumore attirò la sua attenzione.
Qualcuno lanciava sassi sulla porta vetrata. Maledetti cori natalizi. Con un gemito di rabbia, raggiunse a passi spediti l'entrata, spalancandola. Un freddo pungente gli accapponò la pelle, ricordandogli di essere praticamente mezzo nudo e si strinse forte al plaid, notando che non c'era proprio nessuno lì fuori, solo una figura poco lontano dal cespuglietto di rose che Lisa veva piantato qualche anno prima con orgoglio. Alex lo aveva tenuto, gli piaceva.
Assottigliò lo sguardo per mettere a fuoco quell'immagine che aveva notato dopo un po' di secondi, sgranando gli occhi castani quando la vide fare qualche passo in avanti.
«Jack»
«Hey Lex» sentenziò ironico, scoprendo i capelli bicolore dal cappuccio e regalandogli un grande sorriso.
Il maggiore incrociò le braccia sul plaid, inarcando un sopracciglio.
«Che ci fai qui?»
«Domani è la vigilia di Natale» rispose immediatamente, cacciandosi le mani in tasca senza smettere di guardarlo.
Ad Alex sembrò meraviglioso, più di quanto ricordasse e ogni proposito andò a farsi fottere quando si sentì avvolgere da quelle braccia lunghe e asciutte. Senza alcuna spiegazione, tipico di Jack.
Il castano sorrise sulla spalla del minore, ricambiando appena la stretta.
«Mi vuoi dire cosa è successo?» domandò sarcastico, respirando il profumo direttamente sul suo collo.
Jack sbuffò, avvicinandosi per nascondere ogni parte del profilo. E poi la voce infantile uscì con un soffio, costringendo Alex a mordersi il labbro inferiore per non ridere.
«Credevo l'avessi baciata, ci sono scappato di testa Lex, non posso sopportare che ti stia ancora così vicino... mi fa diventare pazzo»
C'era traccia di astio e rabbia nella voce sempre strascicata del moro. L'espressione confusa sul volto di Alex lasciò spazio al divertimento più sincero.
Ridacchiò di gusto, prendendolo per le braccia con l'intenzione di spostarsi appena, giusto da guardarlo in faccia. Quella testa di cazzo implusiva.
«Quindi eri geloso?»
«Non direi... territoriale penso mi si addica di più» bofonchiò, aggiustandosi il ciuffo in aria con una mano e gonfiando appena le guance.
«Sei scomparso per un mese dopo avermi detto che era finita. Territoriale i miei grandissimi coglioni, Bassam. Sono incazzato a morte e ti garantisco che questa me la paghi»
Il tono uscì deciso e tranquillo. Spaventosamente tranquillo. Jack cominciò a mordicchiarsi un labbro, notando come l'altro non avesse smesso di guardarlo mai, nemmeno per un attimo.
Si sentì nudo.
Quando Alex spostò lo sguardo dal corpo che non vedeva l'ora di riavere, lo fece per seguire il movimento fluido di un piccolo fiocco di neve bianca, che andò a posarsi proprio sulla spalla coperta del moro, sciogliendosi.
Il cantante trovò quell'immagine così familiare, da farlo sorridere appena. 
«Cosa guardi?»
«Credevo di averti perso, fanculo» rispose, mettendo per la prima volta i suoi sentimenti sul piatto e sperando che Jack lo contemplasse in silenzio, prima di abbuffarsi.
Incontrando nuovamente gli occhi di Alex, il moro ci vide una forte luce carica di terrore puro e si sentì un perfetto stronzo.
Come sempre, quando provava il gusto amaro dei sensi di colpa, cominciò a ridacchiare, avvicinandosi al corpo ormai freddo del cantante.
«Ti sarebbe piaciuto, sii sincero» cantilenò divertito, ironizzando sul fatto che fosse un guaio sociale e accarezzandogli una guancia. Alex si scostò velocemente, ricordandosi di quanto ogni dannata luce natalizia non potesse aiutarlo a stare meglio e non brillasse affatto come invece facevano due grandi occhi scuri.
Per quelle settimane, aveva percepito il freddo nelle ossa, senza poterci fare niente.
«Non c'è un cazzo da scherzare Jack, dico sul serio. Non c'eri nemmeno al mio fottuto compleanno, ho passato un mese infernale per colpa tua. E mi hai spaventato, cazzo! Credevo di aver sputtanato tutto per chissà quale colpa imperdonabile e invece, indovina un po'? Zack “fottuto” Merrick mi chiama per dirmi che hai dato i numeri perché mi hai visto baciare Lisa. Baciare Lisa, capisci? Te lo giuro, a volte sei così stupido che mi viene voglia di prenderti a testate in bocca, ma poi penso che rovinerei il tuo sorriso e allora mi fermo a riflettere sul fatto che ti amo, maledizione a me! È colpa mia se ti amo? Cosa cazzo ho fatto di sbagliato nella mia vita?» quasi urlò tutto d'un fiato, bloccandosi solo quando sentì chiaro il palmo aperto della mano di Jack contro la pelle ormai fredda della sua guancia destra.
E Alex sollevò lo sguardo.
Bassam era serio, sentiva il tremore del suo corpo arrivargli addosso, usando quella mano come conduttore.
«Mi dispiace, non hai fatto nulla Lex. Tu sei perfetto così, sono io il problema» gli disse, sorridendo appena quando Alex si mosse per stringergli la mano nella sua.
«Jack, entriamo in casa? Sto morendo assiderato»
Suonava strana come dichiarazione di pace, però era opportuna alla situazione. I calzini ormai zuppi catturarono l'attenzione di Jack che inarcò appena un sopracciglio scuro, prima di scoppiare a ridere levando il viso al cielo ormai pieno di neve fresca.
«Mi perdonerai?» riuscì ad articolare, senza smettere di sorridergli con quell'espressione furba di chi sapeva che aveva già vinto.
Alex arricciò il naso.
«Dipende dal regalo» rispose vago, spalancando la porta con un calcio.
«Ho speso tutto per fare felice la mia famiglia»
Non era un tono di scuse, quanto più l'insinuazione maliziosa di un pretadore.
Alex aveva sperato con tutto sé stesso di non vederlo mai cambiare e scoppiò a ridere, trascinandoselo dietro per poi bloccargli il corpo con il proprio, direttamente contro la porta ormai chiusa agli occhi dell'intero vicinato.
«Sono sicuro che troveremo qualcosa, Bassam» soffiò caldo, posandogli una mano sul cavallo dei pantaloni.
Jack sussultò, lanciando una serie di gridolini divertiti per la sorpresa.
«Probabilm-»
Ma non finì mai quella frase, bloccato dalla bocca calda del maggiore che veloce lo aveva aggredito, bisognosa di attenzioni.
Lo baciò con forza, strattonandogli alcuni ciuffi biondi per poi stringersi del tutto sul corpo ancora bagnato di neve che gli stava lavando il parquet.
Ad Alex non importava un fico secco del fottuto parquet, sapeva già di dover accendere il camino, sporcando quel legno con liquidi ben più difficili da lavare via. E sorrise sulle labbra di Jack, sollevando la lingua ancora e ancora, alla disperata ricerca della propria gemella.

 

                      
 

END                 

  
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