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Autore: Layla    13/12/2015    0 recensioni
Phoebe è attratta da Ashton, anhe se ciò fa soffrire Pete.
Ashton è attrattto da Phoebe e farà in modo che lei lo ami.
Engel deve fare i conti con i debiti per la droga e opterà per un'opzione radicale, ma giusta.
Ava, sua sorella Soledad e Jenna Mcdougall soffrono per questa situazione.
Pete trova una ragazzae una band con cui realizzare il suo sogno.
Perché la ruota gira per tutti e, a volte, le cose finiscono bene.
{Seguito di "Everything is magic "
Genere: Drammatico, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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2)You're not my type, no hard feelings.

 
Demi p.o.v

 
Sono venuta a questa festa poco convinta, più che altro per fare piacere a Taylor, Taylor Momsen.
Avevo paura che mi trattassero tutti con sufficienza perché sono una cantante pop in mezzo a un gruppo di punk o semi punk, pop punk o come diavolo si chiamano.
Non ho niente contro di loro, ascolto volentieri i 5 Seconds od Summer, gli All Time Low e i Paramore e sono aperta ad ascoltare anche le altre band presenti. Ovviamente ascolto anche quella di Taylor o lei si arrabbierebbe molto.
In ogni caso le mie preoccupazioni erano infondate, sono tutti molto gentili con me e non mi fanno minimamente pesare la musica che faccio.
Anche le ragazze dei 5 Seconds of Summer sono ok, anche se tre hanno avuto chiaramente una vita difficile. La bionda, quella con i capelli verdi e quella con i capelli azzurri.
Hanno occhi piuttosto profondi, quelli di chi sa cosa può riservarti il peggio della vita, in quanto alla ragazza dai capelli neri – quella di Luke – ha una somiglianza impressionante con Alice Glass dei Cristal Castels.
In ogni caso hanno preparato una cena meravigliosa, totalmente a base di carne perché non sapevano che Hayley fosse vegetariana, hanno rimediato con una pizza comunque e solo la fermezza di Ava ha impedito che anche Michael ne prendesse una anche lui.
C’è anche il ragazzo carino che sta parlando animatamente con due ragazzi: uno bianco e uno di colore.
È davvero carino, si chiama Pete se la ragazza dai capelli azzurri non mi ha detto una bugia, perché avrebbe dovuto farlo poi?
Si sta mangiando con gli occhi Ashton Irwin, esattamente come sto facendo io con questo Pete, meglio fare qualcos’altro! Non voglio essere sgamata, sarebbe imbarazzante!
Così mi metto a parlare con Ariel e le chiedo della sua band, lei si lancia in una descrizione sul loro sound che addolcisce le chitarre e il metal con l’elettronica e sulla difficoltà di mandare messaggi cristiani senza essere bigotti o riuscire sempre a essere positivi.
Io annuisco, un occhio guarda lei, l’altro lui; di questo pass diventerò strabica!
Ogni tanto sento su di me uno sguardo e spero sia il suo.
“Uhm, hai fatto colpo, Demi.”
Mi dice random a un certo punto la ragazza dai capelli fucsia.
“Sì?
Su chi?”
“Il ragazzo dai capelli castani amico di Phoebe.”
Il mio cuore accelera i battiti.
“Quello con il cappellino?”
“No, l’altro. Quello con i capelli un po’ più chiari, senza cappellino, dilatatore e piercing sotto l’occhio.”
Il mio cuore balla uno sconosciuta danza tropicale, el amor de Demi.
“Davvero?”
Il mio tono tradisce un po’ della mia gioia perché Ariel ghigna.
“Ah, ma allora ti piace!”
“Ma che dici??”
Lei ride come una matta.
“Guarda che anche se neghi io ho abbastanza esperienza per sapere che stai mentendo.”
Io riesco a non arrossire, anche solo per non essere beccata in pieno da altre persone meno discrete come Jack o Alex.
“Hai ragione, mi piace. Non credo mi ricambia.”
“Seee! Sta diventando strabico a forza di guardare con un occhio te e con l’altro il suo amico.”
“E se mi guarda solo perché sono famosa?”
“Io penso di no.
In ogni caso è arrivato il momento di ballare e lo scoprirai presto.”
In effetti  si sono alzati tutti da tavola e Alex ha infilato qualcosa nel lettore cd e presto le prime note di “Weightless” invadono la camera. Iniziano tutti a saltare come matti e presto mi ritrovo a essere sballottata qua e là da mani a volte poco gentili.
L’unico concerto a cui sono andata in cui si pogasse è stato uno in prima di liceo, senza il permesso di mia madre, perché ero cotta del cantante. Mi era piaciuta quell’adrenalina, potrei rimetterla nelle mie canzoni e fare qualcosa di meno pop.
Ok, è l’ultimo dell’anno e si fanno propositi per quello a venire. Il mio proposito è questo: un po’ di pop-punk nella mia musica, senza copiare Hayley o diventare come Miley.
Immersa nei miei pensieri non mi accorto che siamo arrivati alla prima canzone quasi lenta (molto lenta), ossia “Lost In Stereo” e che qualcuno torreggia su di me.
“Ti va di ballare?”
Io alzo gli occhi e incontro quelli scuri di Pete.
“Ma certo. Non ci siamo presentati, io sono Demi.”
“Io sono Pete, piacere di conoscerti. Adesso, vieni!”
Mi tende la sua mano e io la afferro con piacere, ho sognato di farlo sin dalla prima volta che l’ho visto.
Rientriamo in pista e le sue mani sono salde sulla mia vita senza, ma il loro tocco non è lascivo, è gentile in qualche modo. Mi piace.
“Cosa ci una principessa Disney come te in mezzo a questa gentaglia?”
“Mi ha invitato Taylor Momsen e poi mi sembrate tutti simpatici.”
“Lo sai che noi non famosi? Abbiamo vissuto quasi sempre per strada o ai limiti della città.”
Io alzo un sopracciglio.
“E questo dovrebbe definire chi siete?”
“Per alcune persone sì.”
“A me non importa un fico secco se avete vissuto per strada, purché siate rimasti onesti.
Tu che lavoro fai?”
“Facevo.”
“Mi dispiace.”
Lui scuote le spalle.
“Ero un apprendista tatuatore, ma come sempre quando c’è da assumerti fisso non c’è mai posto.”
“Da quanto ci provi?”
“Tre anni.”
“Quindi ha ventuno anni.”
Lui annuisce.
“Sono sicura che alla fine lo troverai qualcuno che ti assume.”
“Vorrei avere la tua stessa fiducia.”
“Hai degli hobby?”
“Suono la chitarra da quando avevo dieci anni.
Autodidatta.
La prima canzone che ho imparato a suonare è stata “All the small things” dei blink.”
“Molto interessante.”
 Lui mi guarda senza capire.
“Mi piacerebbe inserire sonorità più pop-punk nei prossimi lavori, l’ho capito stasera sentendo “Nothing Personal” e avrei bisogno di un chitarrista.”
“Mia sorella è una tua fan, dice che hai già una specie di band che ti segue.”
“Questo è vero, ma vorrei sentire qualcosa di nuovo, mi piacerebbe sentirti suonare.”
Lui sorride enigmatico.
“Un giorno succederà. È finito il lento.”
Ci stacchiamo un po’ riluttanti, sto per aprire bocca, ma lui mi anticipa.
“Ho caldo e ho voglia di fumare, ti va di farmi compagnia?”
Io annuisco vigorosamente, forse troppo.
“Fumi?”
Mi chiede sorpreso, come se mi fosse spuntata una seconda testa.
“A volte, ma è un segreto, devo dare il buon esempio.”
“E io che pensavo fosse per preservare la voce.”
Mi dice ironico.
“Sì, anche. Ma ci sono state cantanti come Janis Joplin che fumavano e spaccavano il culo ai passeri e anche Taylor fuma.”
Lui ride.
“Ma lei deve fare la ribelle! Quale ribelle non fumerebbe?
Non capisco tutto ‘sto astio verso le sigarette, alla fine moriamo tutti, anche solo per lo smog che respiriamo.”
I suoi occhi si intristiscono e vorrei chiedergli perché, ma questo non è il posto adatto.
Prendo le mie sigarette e usciamo in silenzio.
Fuori fa freddo, ma c’è una calma relativa. Tutto intorno si sentono le piccole esplosioni dei petardi e urla di gente che festeggia.
Accendo la mia sigaretta e mi rendo conto che ogni tanto lui guardava verso Phoebe, chissà cosa c’è tra quei due?
Amicizia immagino, lei non si è staccata un attimo da Ashton Irwin.
“Bella serata, vero?”
“Sì, molto. Non pensavo avreste accettato una principessa Disney come me.”
Lui ride.
“Siamo gente semplice.”
“Posso chiederti una cosa?”
“Dimmi pure.”
“Prima, quando parlavamo del fumo a un certo punto ti sei intristito. Come mai?”
“Ah, quello.”
Abbassa gli occhi e tira una boccata di fummo.
“Beh, una mia amica è morta di tumore a diciannove anni, qualche anno fa.
Mai toccata una canna, una sigaretta.
Niente.
Eppure è morta velocemente, come se non avesse fatto altro che fumare sigarette dalla nascita, da allora penso che anche non fumando non te la eviti. Se ti tocca, ti tocca. Non puoi scappare, nemmeno le chemio ti riportano indietro se hai un certo appuntamento.”
“Mi dispiace di averti fatto ricordare una cosa così brutta.”
Lui sorride senza dire nulla

 
Dentro l’atmosfera è ancora carica.
Mike e Hyena sono spariti da qualche part, idem Jenna ed Engel, Phoebe e Ashton stanno parlando sul divano con una certa complicità.
Il resto della combriccola balla, beve e festeggia.
Hayley sta lottando per riavere il suo bicchiere di birra che Jack le ha sottratto, lui ride come un matto, Tay e Zack stanno ballando. La mia amica, la Momsen, invece è seduta in un angolo imbronciata.
“Ohi, Taylor!
Niente ragazzi, stasera?”
Lei fa una smorfia.
“A Zack piace l’altra Tayor e Jake se l’è filata dopo due balli.”
“Chi è Jake?”
“L’amico di Hyena, quello con il cappellino e i dilatatori, forse dovrei puntare qualcun altro tipo Matt Best dei Tonight Alive.”
“E non puntare nessuno?”
“Che?Sei matta?”
“Che ho detto di male?”
Alzo un sopracciglio perplessa, lei alza un dito come per spiegare un concetto semplice alla bambina scema della classe.
“Chi fa l’amore a capodanno fa l’amore tutto l’anno.”
“Tu non corri il rischio di andare in bianco se non lo fai stasera.”
Le rispondo un po’ acida, prima che Pete mi ritrascini di nuovo a ballare. Chi la capisce è bravo, sembra aver sviluppato un interesse eccessivo per il sesso, come se la aiutasse a riempire carenze emotive. Forse l’aver iniziato una carriera di attrice così giovane e non avere avuto di genitori particolarmente affettuosi stanno emergendo adesso.
“Demi, ci sei?”
Mi chiede divertito Pete, facendomi arrossire.
“Sì, ci sono.”
“E allora dovresti apprezzare questa canzone.”
In effetti è una canzone triste, ma bella.
“Come si chiama?”
“Hear you me dei Jimmy Eat World.”
“Bella davvero.”
Poi mi perdo nei suoi occhi scuri e la musica passa in secondo piano, in questo momento potrebbe far irruzione un gruppo di barboni che suona i coperchi dei bidoni della spazzatura e non me ne accorgerei.
Finalmente succede quello che ho desiderato fino dalla prima volta che l’ho visto: ci baciamo.
È un bacio semplice, a stampo, come se entrambi avessimo paura di quello che potrebbe succedere se ci lasciassimo andare troppo a questa strana attrazione.
“Ero convinto di amare Phoebe e che l’avrei amata sempre, nonostante lei abbia scelto quel batterista e adesso sono qui che bacio te con le mie convinzioni andate a puttane.
Come me la spieghi?”
“Non ne ho idea, proprio non ne ho idea.
Ma se ti innamori di un’altra persona mentre sei innamorato di qualcun altro, forse dovresti scegliere la seconda persona, non credi?
Se avessi amato così tanto la prima non avresti nemmeno notato la seconda.”
“Forse.”
Mi risponde prima di baciarmi di nuovo e questa volta usa anche la lingua, io ricambio con passione. Vorrei non staccarmi mai dalle sue labbra.
Intorno a noi sento un coro di ululati e quando ci stacchiamo, persino gli scomparsi sono tornati. Jenna non ha un’espressione particolarmente felice ed Engel dei residui di polvere bianca sul labbro superiore, immagino che le due cose siano collegate.
“Non avete mai visto due che si baciano?”
Domando io mezza divertita, mezza esasperata.
“Oh, sì ne abbiamo vista di gente! Non siamo dei verginelli, solo bisogna uscire a festeggiare in strada!”
Mi dice divertito Calum, poi bacia Ava giusto per far capire che non scherzava.
Io sospiro esasperata, non so chi peggio tra lui e Taylor.
Metto il mio cappotto e usciamo in strada, casualmente Pete mi rende per mano, io lo lascio fare. Qualcuno dà ad Ava e Hyena dei fumogeni e loro iniziano a correre come matte, subito seguiti da loro ragazzi. Urlano tutti e quattro e a un certo punto Mike si carica in spalla Hyena e Calum Ava.
Hayley ride, anche perché il suo ragazzo sta emettendo versi da animale con Alex, e poi ci consegna delle stelline. Le accendiamo subito e mi sento trasportata a quando ero una bambina quando vivevo a Dallas e non pensavo minimamente a fare l’attrice o la cantante.
Sorrido e Pete sorride con me.
“Da piccolo mi piaceva uscire a sparare petardi con i miei amici. Eravamo un gruppo di italoamericani.”
“Sei italoamericano?”
“Sì, faccio Salemi di cognome. I miei nonni erano sardi.”
“Mio padre era messicano e mia madre irlandese. Hanno divorziato nell’94, non mi è piaciuto molto.”
“Mio padre mi ha buttato fuori di casa una volta finito il liceo, nonostante tutte le suppliche di mia madre. Lei mi vuole bene, ogni tanto è venuta a trovarmi.”
“Tuo padre è violento?”
Lui scuote la testa.
“No, non fisicamente. Non picchia, ma ti fa sentire una nullità e io non sono il figlio che desiderava. Lui ha una bottega di barbiere e sognava un figlio avvocato, quando ha visto che mi stavo coprendo di tatuaggi ha capito che il suo sogno era andato a puttane e si è arrabbiato.
Forse avrei dovuto dargli retta, ma non riesco a vedermi in giacca e cravatta a discutere della vita delle persone in tribunale, determinare se vivranno o meno e ai party, a me piace disegnare e suonare la chitarra.
Credo che mio padre volesse per me la carriera che non ha mai potuto avere, i miei nonni non erano così ricchi da potergli pagare l’università e c’era il negozio da mandare avanti.”
“Capisco. Non mi piacciono i genitori che proiettano i loro desideri sui propri figli, alla fina uno deve essere libero di scegliersi la carriera che più gli piace.
Mio padre lavorava nel campo della musica e mia madre è stata una cheerleader.”
“Perché parli al passato di tuo padre?”
“È morto.”
“Ah, mi dispiace.”
“Non preoccuparti, non avevamo un grande rapporto. Lui era una persona molto conservatrice, al punto da non sostenere i diritti dei gay, cosa che io faccio”
Lui mi guarda un attimo, come se mi vedesse per la prima volta e successivamente come avesse capito una cosa importante – cha ansia! – poi dice l’ultima cosa che mi sarei aspettata.
“Scusa per stasera, ho una ragazza che mi piace e baciarti non è stata una grande idea. È stato più che altro per dimenticare Phoebe, perché tu le somigli molto, ma giocare a chiodo scaccia chiodo con una ragazza famosa non è la pensata del secolo.
Mi sono accorto che tengo più a questa ragazza che a te e poi non mi piacciono le persone che stanno dalla parte dei gay, niente di personale, cerco di evitarle il più possibile nella mia vita privata.
È meglio che me ne vada.”
“Come una ragazza ti piace? Vuoi togliere Phoebe ad Ashton?”
“No, è un’altra. Ciao.”
Se ne va senza aggiungere una parola, io rimango di merda e me ne vado anche io, all’improvviso non mi sento così bene accolta. Hyena – che è tornata – mi rivolge uno sguardo di puro disgusto.
Suppongo che non voglia più parlarmi perché condivide le idee del suo amico.
Perché non sono rimasta a casa mia o non sono andata a un altro party?
Quest’anno è iniziato di merda!

 
Genesis p.o.v.

 
È l’ultimo dell’anno, ma per me è un giorno come un altro.
Nel bar dove lavoro questa è una di quelle giornate in cui si guadagna molto e sarebbe da stupidi tenere chiuso.
“Ehi, Gen! Arriva il tuo amore!”
Io mi controllo rapidamente allo specchio. Ho i capelli gialli raccolti in due crocchie decorate da un fiocco nero con un occhio (una crocchia è verde per essere onesti) e metà della mia corta frangia nera, due piercing sulla stessa narice e la bocca dipinta di nero.
“Ciao, Genesis!”
“Ciao, Pete. Come mai qui?
Non avevi detto che saresti stato a una festa organizzata da Hyena?”
“Ci sono stato, ma ho flirtato con la tizia sbagliata, una di quelle che sostengono, beh, lo sai.”
Io annuisco, non gli ho mai detto di essere meno rigido su questo argomento perché entrambi abbiamo una storia simile, lui è stato quasi violentato dal suo insegnante di ginnastica alle medie, io dalla mia insegnante di storia alle elementari.
Me l’ha raccontato una volta che era ubriaco.
“Gen, dammi la cura.”
“A volte la cura è peggiore del male. Mi hanno detto che Hyena è passata attraverso un periodo di quasi alcolismo, vuoi fare la stessa fine?”
Lui alza gli occhi al cielo, ci risiamo: sono stata troppo apprensiva con lui, ma non ci posso fare nulla dato che è la mia cotta dal liceo.
“Prenderò solo un bicchiere di vodka, te lo giuro.”
“Va bene.”
Gli verso quanto mi chiede e lui alza il bicchierino, prima di bere mi guarda.
“Genesis, l’uomo che ti sposerà sarà un uomo fortunato.”
Io arrossisco e penso che vorrei che fosse lui quell’uomo.
Sono anni che penso queste cose e non faccio nulla per concretizzare la mia cotta, Venus – mia sorella – mi dice di darmi una mossa. Ma come faccio?
Quando c’è lui mi paralizzo!
Finita la sua vodka si guarda attorno.
“Ehi, non mi dirai che sei bloccata qui l’ultimo giorno dell’anno?”
“Se non lo fossi stata non ti avrei servito una vodka non meno di due secondi fa.”
Gli dico ridendo, poco dopo passa il mio capo.
“Ehi, capo! Non è che può lasciare che Genesis si goda l’ultimo dell’anno?
Una bella ragazza come lei non dovrebbe essere qui, ma fuori a festeggiare!”
Io arrossisco e rivolgo uno sguardo di scuse al mio capo, un uomo sula quarantina. Inaspettatamente l’uomo sorride.
“Vecchio furbone! Sì, ti lascio Genesis Pagani, ma vedi di far sì che domani arrivi intera al lavoro.”
"Ehi, non sono un serial killer!”
Pete si porta una mano davanti al cuore, io rido e poi corro a cambiarmi. Mi rimetto un paio di jeans metà neri e metà a strisce bianche e nere, una vecchia maglia nera, una felpa dei Ramones e un cappotto militare.
“Eccomi!”
Trillo, Pete mi trascina fuori dal locale. Nevica ancora, ma a lui non sembra importare, guarda in alto senza dire niente.
“Oggi ho capito una cosa importante.”
“Cosa?”
Gli chiedo curiosa.
“Che quella per Phoebe era solo una cotta, alla fine uomini e donne non possono rimanere amici, uno o altro si innamora.”
“Ci sta. Ma come mai cotta?”
“Ci stavo provando con quella tipa, ma poi mi ha scazzato. Non solo per quella questione, ma perché mi ricordava Phoebe.”
Questa volta tocca a me rimanere in silenzio e mi fermo pure.
“Hai presente quello che hai detto sull’amicizia tra uomo e donna poco fa?”
“Sì?”
“Siamo amici, vero?”
“Sì, ma dove vuoi arrivare?”
Mi guarda confuso.
Adesso o mai più, inauguriamo l’anno con una confessione che rimando da troppo tempo.
“Mi piaci da anni, Pete e sono stata gelosa di Phoebe, di quelle prima di lei e persino della sconosciuta che hai baciato stasera.”
Ho sganciato la bomba e non è successo nulla, al contrario lui mi rivolge il suo sorriso dolce.
“Sono molto felice che tu me l’abbia detto, questo facilità le cose.”
In due falcate mi raggiuge e poi prende il mio viso tra le sue mani, mi accarezza una guancia con un dito e poi mi bacia violentemente, ma conservando una certa dolcezza, come uno che si fosse trattenuto per anni. Ovviamente io gli rispondo con tutta la passione che ho in corpo, mi sento andare a fuoco e non stiamo facendo nemmeno facendo sesso.
Quando ci stacchiamo lo fisso nei suoi occhi scuri.
“Cosa vuol dire questo, Pete?”
“Che per anni mi sono preso cotte per tante ragazze per negare quello che provavo per te, avevo paura di perdere la mia Gen.”
“Peter Salemi, sei proprio uno stupido!”
Lui ride e mi trascina verso Time Square per vedere i fuochi d’artificio.
Sì, non ci siamo chiariti molto bene, ma sono felice lo stesso e poi penso che abbiamo tempo per parlare: domani, dopodomani…
Il primo giorno dell’anno ci scambieremo il resoconto completo di quello che potrebbe essere definito uno skinny love a lieto fine e poi una mezza idea che mi frulla in testa e non vedo l’ora di dirgliela.
Per adesso mi godo lo spettacolo dei fuochi che riverberano sopra New York, a volte con esplosioni rosse, verdi, gialle, viola, altre volte con piogge d’oro e d’argento.
Non credo esista un modo migliore di cominciare l’anno.

   
 
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