2)You're not my type, no
hard feelings.
Demi p.o.v
Sono venuta a questa festa poco convinta, più che altro
per fare piacere a Taylor, Taylor Momsen.
Avevo paura che mi trattassero tutti con sufficienza
perché sono una cantante pop in mezzo a un gruppo di punk o
semi punk, pop punk
o come diavolo si chiamano.
Non ho niente contro di loro, ascolto volentieri i 5
Seconds od Summer, gli All Time Low e i Paramore e sono aperta ad
ascoltare
anche le altre band presenti. Ovviamente ascolto anche quella di Taylor
o lei
si arrabbierebbe molto.
In ogni caso le mie preoccupazioni erano infondate, sono
tutti molto gentili con me e non mi fanno minimamente pesare la musica
che
faccio.
Anche le ragazze dei 5 Seconds of Summer sono ok, anche
se tre hanno avuto chiaramente una vita difficile. La bionda, quella
con i
capelli verdi e quella con i capelli azzurri.
Hanno occhi piuttosto profondi, quelli di chi sa cosa può
riservarti il peggio della vita, in quanto alla ragazza dai capelli
neri –
quella di Luke – ha una somiglianza impressionante con Alice
Glass dei Cristal
Castels.
In ogni caso hanno preparato una cena meravigliosa,
totalmente a base di carne perché non sapevano che Hayley
fosse vegetariana,
hanno rimediato con una pizza comunque e solo la fermezza di Ava ha
impedito
che anche Michael ne prendesse una anche lui.
C’è anche il ragazzo carino che sta parlando
animatamente
con due ragazzi: uno bianco e uno di colore.
È davvero carino, si chiama Pete se la ragazza dai
capelli azzurri non mi ha detto una bugia, perché avrebbe
dovuto farlo poi?
Si sta mangiando con gli occhi Ashton Irwin, esattamente
come sto facendo io con questo Pete, meglio fare
qualcos’altro! Non voglio
essere sgamata, sarebbe imbarazzante!
Così mi metto a parlare con Ariel e le chiedo della sua
band, lei si lancia in una descrizione sul loro sound che addolcisce le
chitarre e il metal con l’elettronica e sulla
difficoltà di mandare messaggi
cristiani senza essere bigotti o riuscire sempre a essere positivi.
Io annuisco, un occhio guarda lei, l’altro lui; di questo
pass diventerò strabica!
Ogni tanto sento su di me uno sguardo e spero sia il suo.
“Uhm, hai fatto colpo, Demi.”
Mi dice random a un certo punto la ragazza dai capelli
fucsia.
“Sì?
Su chi?”
“Il ragazzo dai capelli castani amico di Phoebe.”
Il mio cuore accelera i battiti.
“Quello con il cappellino?”
“No, l’altro. Quello con i capelli un po’
più chiari,
senza cappellino, dilatatore e piercing sotto
l’occhio.”
Il mio cuore balla uno sconosciuta danza tropicale, el
amor de Demi.
“Davvero?”
Il mio tono tradisce un po’ della mia gioia perché
Ariel
ghigna.
“Ah, ma allora ti piace!”
“Ma che dici??”
Lei ride come una matta.
“Guarda che anche se neghi io ho abbastanza esperienza
per sapere che stai mentendo.”
Io riesco a non arrossire, anche solo per non essere
beccata in pieno da altre persone meno discrete come Jack o Alex.
“Hai ragione, mi piace. Non credo mi ricambia.”
“Seee! Sta diventando strabico a forza di guardare con un
occhio te e con l’altro il suo amico.”
“E se mi guarda solo perché sono famosa?”
“Io penso di no.
In ogni caso è arrivato il momento di ballare e lo
scoprirai presto.”
In effetti si sono alzati tutti da tavola e Alex ha
infilato qualcosa nel lettore cd e presto le prime note di
“Weightless”
invadono la camera. Iniziano tutti a saltare come matti e presto mi
ritrovo a
essere sballottata qua e là da mani a volte poco gentili.
L’unico concerto a cui sono andata in cui si pogasse
è stato uno in prima
di liceo, senza il permesso di mia madre, perché ero cotta
del cantante. Mi era
piaciuta quell’adrenalina, potrei rimetterla nelle mie
canzoni e fare qualcosa
di meno pop.
Ok, è l’ultimo dell’anno e si fanno
propositi per quello
a venire. Il mio proposito è questo: un po’ di
pop-punk nella mia musica, senza
copiare Hayley o diventare come Miley.
Immersa nei miei pensieri non mi accorto che siamo
arrivati alla prima canzone quasi lenta (molto lenta), ossia
“Lost In Stereo” e
che qualcuno torreggia su di me.
“Ti va di ballare?”
Io alzo gli occhi e incontro quelli scuri di Pete.
“Ma certo. Non ci siamo presentati, io sono Demi.”
“Io sono Pete, piacere di conoscerti. Adesso,
vieni!”
Mi tende la sua mano e io la afferro con piacere, ho
sognato di farlo sin dalla prima volta che l’ho visto.
Rientriamo in pista e le sue mani sono salde sulla mia
vita senza, ma il loro tocco non è lascivo, è
gentile in qualche modo. Mi
piace.
“Cosa ci una principessa Disney come te in mezzo a questa
gentaglia?”
“Mi ha invitato Taylor Momsen e poi mi sembrate tutti
simpatici.”
“Lo sai che noi non famosi? Abbiamo vissuto quasi sempre
per strada o ai limiti della città.”
Io alzo un sopracciglio.
“E questo dovrebbe definire chi siete?”
“Per alcune persone sì.”
“A me non importa un fico secco se avete vissuto per strada,
purché siate
rimasti onesti.
Tu che lavoro fai?”
“Facevo.”
“Mi dispiace.”
Lui scuote le spalle.
“Ero un apprendista tatuatore, ma come sempre quando
c’è
da assumerti fisso non c’è mai posto.”
“Da quanto ci provi?”
“Tre anni.”
“Quindi ha ventuno anni.”
Lui annuisce.
“Sono sicura che alla fine lo troverai qualcuno che ti
assume.”
“Vorrei avere la tua stessa fiducia.”
“Hai degli hobby?”
“Suono la chitarra da quando avevo dieci anni.
Autodidatta.
La prima canzone che ho imparato a suonare è stata
“All
the small things” dei blink.”
“Molto interessante.”
Lui mi guarda senza capire.
“Mi piacerebbe inserire sonorità più
pop-punk nei
prossimi lavori, l’ho capito stasera sentendo
“Nothing Personal” e avrei
bisogno di un chitarrista.”
“Mia sorella è una tua fan, dice che hai
già una specie
di band che ti segue.”
“Questo è vero, ma vorrei sentire qualcosa di
nuovo, mi
piacerebbe sentirti suonare.”
Lui sorride enigmatico.
“Un giorno succederà. È finito il
lento.”
Ci stacchiamo un po’ riluttanti, sto per aprire bocca, ma
lui mi anticipa.
“Ho caldo e ho voglia di fumare, ti va di farmi
compagnia?”
Io annuisco vigorosamente, forse troppo.
“Fumi?”
Mi chiede sorpreso, come se mi fosse spuntata una seconda
testa.
“A volte, ma è un segreto, devo dare il buon
esempio.”
“E io che pensavo fosse per preservare la voce.”
Mi dice ironico.
“Sì, anche. Ma ci sono state cantanti come Janis
Joplin
che fumavano e spaccavano il culo ai passeri e anche Taylor
fuma.”
Lui ride.
“Ma lei deve fare la ribelle! Quale ribelle non
fumerebbe?
Non capisco tutto ‘sto astio verso le sigarette, alla
fine moriamo tutti, anche solo per lo smog che respiriamo.”
I suoi occhi si intristiscono e vorrei chiedergli perché,
ma questo non è il posto adatto.
Prendo le mie sigarette e usciamo in silenzio.
Fuori fa freddo, ma c’è una calma relativa. Tutto
intorno
si sentono le piccole esplosioni dei petardi e urla di gente che
festeggia.
Accendo la mia sigaretta e mi rendo conto che ogni tanto
lui guardava verso Phoebe, chissà cosa
c’è tra quei due?
Amicizia immagino, lei non si è staccata un attimo da
Ashton Irwin.
“Bella serata, vero?”
“Sì, molto. Non pensavo avreste accettato una
principessa
Disney come me.”
Lui ride.
“Siamo gente semplice.”
“Posso chiederti una cosa?”
“Dimmi pure.”
“Prima, quando parlavamo del fumo a un certo punto ti sei
intristito. Come mai?”
“Ah, quello.”
Abbassa gli occhi e tira una boccata di fummo.
“Beh, una mia amica è morta di tumore a diciannove
anni,
qualche anno fa.
Mai toccata una canna, una sigaretta.
Niente.
Eppure è morta velocemente, come se non avesse fatto
altro che fumare sigarette dalla nascita, da allora penso che anche non
fumando
non te la eviti. Se ti tocca, ti tocca. Non puoi scappare, nemmeno le
chemio ti
riportano indietro se hai un certo appuntamento.”
“Mi dispiace di averti fatto ricordare una cosa
così
brutta.”
Lui sorride senza dire nulla
Dentro l’atmosfera è ancora carica.
Mike e Hyena sono spariti da qualche part, idem Jenna ed
Engel, Phoebe e Ashton stanno parlando sul divano con una certa
complicità.
Il resto della combriccola balla, beve e festeggia.
Hayley sta lottando per riavere il suo bicchiere di birra
che Jack le ha sottratto, lui ride come un matto, Tay e Zack stanno
ballando.
La mia amica, la Momsen, invece è seduta in un angolo
imbronciata.
“Ohi, Taylor!
Niente ragazzi, stasera?”
Lei fa una smorfia.
“A Zack piace l’altra Tayor e Jake se
l’è filata dopo due
balli.”
“Chi è Jake?”
“L’amico di Hyena, quello con il cappellino e i
dilatatori, forse dovrei puntare qualcun altro tipo Matt Best dei
Tonight
Alive.”
“E non puntare nessuno?”
“Che?Sei matta?”
“Che ho detto di
male?”
Alzo un sopracciglio perplessa, lei alza un dito come per
spiegare un concetto semplice alla bambina scema della classe.
“Chi fa l’amore a capodanno fa l’amore
tutto l’anno.”
“Tu non corri il rischio di andare in bianco se non lo
fai stasera.”
Le rispondo un po’ acida, prima che Pete mi ritrascini di
nuovo a ballare. Chi la capisce è bravo, sembra aver
sviluppato un interesse eccessivo
per il sesso, come se la
aiutasse a riempire carenze emotive. Forse l’aver iniziato
una carriera di
attrice così giovane e non avere avuto di genitori
particolarmente affettuosi
stanno emergendo adesso.
“Demi, ci sei?”
Mi chiede divertito Pete, facendomi arrossire.
“Sì, ci sono.”
“E allora dovresti apprezzare questa canzone.”
In effetti è una canzone triste, ma bella.
“Come si chiama?”
“Hear you me dei Jimmy Eat World.”
“Bella davvero.”
Poi mi perdo nei suoi occhi scuri e la musica passa in
secondo piano, in questo momento potrebbe far irruzione un gruppo di
barboni
che suona i coperchi dei bidoni della spazzatura e non me ne accorgerei.
Finalmente succede quello che ho desiderato fino dalla
prima volta che l’ho visto: ci baciamo.
È un bacio semplice, a stampo, come se entrambi avessimo
paura di quello che potrebbe succedere se ci lasciassimo andare troppo
a questa
strana attrazione.
“Ero convinto di amare Phoebe e che l’avrei amata
sempre,
nonostante lei abbia scelto quel batterista e adesso sono qui che bacio
te con
le mie convinzioni andate a puttane.
Come me la spieghi?”
“Non ne ho idea, proprio non ne ho idea.
Ma se ti innamori di un’altra persona mentre sei
innamorato di qualcun altro, forse dovresti scegliere la seconda
persona, non
credi?
Se avessi amato così tanto la prima non avresti nemmeno
notato la seconda.”
“Forse.”
Mi risponde prima di baciarmi di nuovo e questa volta usa
anche la lingua, io ricambio con passione. Vorrei non staccarmi mai
dalle sue
labbra.
Intorno a noi sento un coro di ululati e quando ci
stacchiamo, persino gli scomparsi sono tornati. Jenna non ha
un’espressione
particolarmente felice ed Engel dei residui di polvere bianca sul
labbro
superiore, immagino che le due cose siano collegate.
“Non avete mai visto due che si baciano?”
Domando io mezza divertita, mezza esasperata.
“Oh, sì ne abbiamo vista di gente! Non siamo dei
verginelli, solo bisogna uscire a
festeggiare in strada!”
Mi dice divertito Calum, poi bacia Ava giusto per far
capire che non scherzava.
Io sospiro esasperata, non so chi peggio tra lui e
Taylor.
Metto il mio cappotto e usciamo in strada, casualmente
Pete mi rende per mano, io lo lascio fare. Qualcuno dà ad
Ava e Hyena dei
fumogeni e loro iniziano a correre come matte, subito seguiti da loro
ragazzi.
Urlano tutti e quattro e a un certo punto Mike si carica in spalla
Hyena e
Calum Ava.
Hayley ride, anche perché il suo ragazzo sta emettendo
versi da animale con Alex, e poi ci consegna delle stelline. Le
accendiamo
subito e mi sento trasportata a quando ero una bambina quando vivevo a
Dallas e
non pensavo minimamente a fare l’attrice o la cantante.
Sorrido e Pete sorride con me.
“Da piccolo mi piaceva uscire a sparare petardi con i
miei amici. Eravamo un gruppo di italoamericani.”
“Sei italoamericano?”
“Sì, faccio Salemi di cognome. I miei nonni erano
sardi.”
“Mio padre era messicano e mia madre irlandese. Hanno
divorziato nell’94, non mi è piaciuto
molto.”
“Mio padre mi ha buttato fuori di casa una volta finito
il liceo, nonostante tutte le suppliche di mia madre. Lei mi vuole
bene, ogni
tanto è venuta a trovarmi.”
“Tuo padre è violento?”
Lui scuote la testa.
“No, non fisicamente. Non picchia, ma ti fa sentire una
nullità e io non sono il figlio che desiderava. Lui ha una
bottega di barbiere
e sognava un figlio avvocato, quando ha visto che mi stavo coprendo di
tatuaggi ha
capito che il suo sogno era andato a puttane e si è
arrabbiato.
Forse avrei dovuto dargli retta, ma non riesco a vedermi
in giacca e cravatta a discutere della vita delle persone in tribunale,
determinare se vivranno o meno e ai party, a me piace disegnare e
suonare la
chitarra.
Credo che mio padre volesse per me la carriera che non ha
mai potuto avere, i miei nonni non erano così ricchi da
potergli pagare
l’università e c’era il negozio da
mandare avanti.”
“Capisco. Non mi piacciono i genitori che proiettano i
loro desideri sui propri figli, alla fina uno deve essere libero di
scegliersi
la carriera che più gli piace.
Mio padre lavorava nel campo della musica e mia madre è
stata una cheerleader.”
“Perché parli al passato di tuo padre?”
“È morto.”
“Ah, mi dispiace.”
“Non preoccuparti, non avevamo un grande rapporto. Lui
era una persona molto conservatrice, al punto da non sostenere i
diritti dei
gay, cosa che io faccio”
Lui mi guarda un attimo, come se mi vedesse per la prima
volta e successivamente come avesse capito una cosa importante
– cha ansia! –
poi dice l’ultima cosa che mi sarei aspettata.
“Scusa per stasera, ho una ragazza che mi piace e
baciarti non è stata una grande idea. È stato
più che altro per dimenticare
Phoebe, perché tu le somigli molto, ma giocare a chiodo
scaccia chiodo con una
ragazza famosa non è la pensata del secolo.
Mi sono accorto che tengo più a questa ragazza che a te e
poi non mi piacciono le persone che stanno dalla parte dei gay, niente
di
personale, cerco di evitarle il più possibile nella mia vita
privata.
È meglio che me ne vada.”
“Come una ragazza ti piace? Vuoi togliere Phoebe ad
Ashton?”
“No, è un’altra. Ciao.”
Se ne va senza aggiungere una parola, io rimango di merda
e me ne vado anche io, all’improvviso non mi sento
così bene accolta. Hyena –
che è tornata – mi rivolge uno sguardo di puro
disgusto.
Suppongo che non voglia più parlarmi perché
condivide le
idee del suo amico.
Perché non sono rimasta a casa mia o non sono andata a un
altro party?
Quest’anno è iniziato di merda!
Genesis p.o.v.
È l’ultimo dell’anno, ma per me
è un giorno come un
altro.
Nel bar dove lavoro questa è una di quelle giornate in
cui si guadagna molto e sarebbe da stupidi tenere chiuso.
“Ehi, Gen! Arriva il tuo amore!”
Io mi controllo rapidamente allo specchio. Ho i capelli
gialli raccolti in due crocchie decorate da un fiocco nero con un
occhio (una
crocchia è verde per essere onesti) e metà della
mia corta frangia nera, due
piercing sulla stessa narice e la bocca dipinta di nero.
“Ciao, Genesis!”
“Ciao, Pete. Come mai qui?
Non avevi detto che saresti stato a una festa organizzata
da Hyena?”
“Ci sono stato, ma ho flirtato con la tizia sbagliata,
una di quelle che sostengono, beh, lo sai.”
Io annuisco, non gli ho mai detto di essere meno rigido su questo
argomento
perché entrambi abbiamo una storia simile, lui è
stato quasi violentato dal suo
insegnante di ginnastica alle medie, io dalla mia insegnante di storia
alle
elementari.
Me l’ha raccontato una volta che era ubriaco.
“Gen, dammi la cura.”
“A volte la cura è peggiore del male. Mi hanno
detto che
Hyena è passata attraverso un periodo di quasi alcolismo,
vuoi fare la stessa
fine?”
Lui alza gli occhi al cielo, ci risiamo: sono stata
troppo apprensiva con lui, ma non ci posso fare nulla dato che
è la mia cotta
dal liceo.
“Prenderò solo un bicchiere di vodka, te lo
giuro.”
“Va bene.”
Gli verso quanto mi chiede e lui alza il bicchierino,
prima di bere mi guarda.
“Genesis, l’uomo che ti sposerà
sarà un uomo fortunato.”
Io arrossisco e penso che vorrei che fosse lui
quell’uomo.
Sono anni che penso queste cose e non faccio nulla per
concretizzare la mia cotta, Venus – mia sorella –
mi dice di darmi una mossa.
Ma come faccio?
Quando c’è lui mi paralizzo!
Finita la sua vodka si guarda attorno.
“Ehi, non mi dirai che sei bloccata qui l’ultimo
giorno
dell’anno?”
“Se non lo fossi stata non ti avrei servito una vodka non
meno di due secondi fa.”
Gli dico ridendo, poco dopo passa il mio capo.
“Ehi, capo! Non è che può lasciare che
Genesis si goda
l’ultimo dell’anno?
Una bella ragazza come lei non dovrebbe essere qui, ma
fuori a festeggiare!”
Io arrossisco e rivolgo uno sguardo di scuse al mio capo,
un uomo sula quarantina. Inaspettatamente l’uomo sorride.
“Vecchio furbone! Sì, ti lascio Genesis Pagani, ma
vedi
di far sì che domani arrivi intera al lavoro.”
"Ehi, non sono un serial killer!”
Pete si porta una mano davanti al cuore, io rido e poi
corro a cambiarmi. Mi rimetto un paio di jeans metà neri e
metà a strisce
bianche e nere, una vecchia maglia nera, una felpa dei Ramones e un
cappotto
militare.
“Eccomi!”
Trillo, Pete mi trascina fuori dal locale. Nevica ancora,
ma a lui non sembra importare, guarda in alto senza dire niente.
“Oggi ho capito una cosa importante.”
“Cosa?”
Gli chiedo curiosa.
“Che quella per Phoebe era solo una cotta, alla fine
uomini e donne non possono rimanere amici, uno o altro si
innamora.”
“Ci sta. Ma come mai cotta?”
“Ci stavo provando con quella tipa, ma poi mi ha
scazzato. Non solo per quella questione, ma perché mi
ricordava Phoebe.”
Questa volta tocca a me rimanere in silenzio e mi fermo
pure.
“Hai presente quello che hai detto sull’amicizia
tra uomo
e donna poco fa?”
“Sì?”
“Siamo amici, vero?”
“Sì, ma dove vuoi arrivare?”
Mi guarda confuso.
Adesso o mai più, inauguriamo l’anno con una
confessione
che rimando da troppo tempo.
“Mi piaci da anni, Pete e sono stata gelosa di Phoebe, di
quelle prima di lei e persino della sconosciuta che hai baciato
stasera.”
Ho sganciato la bomba e non è successo nulla, al contrario
lui mi rivolge il
suo sorriso dolce.
“Sono molto felice che tu me l’abbia detto, questo
facilità le cose.”
In due falcate mi raggiuge e poi prende il mio viso tra le sue mani, mi
accarezza una guancia con un dito e poi mi bacia violentemente, ma
conservando
una certa dolcezza, come uno che si fosse trattenuto per anni.
Ovviamente io
gli rispondo con tutta la passione che ho in corpo, mi sento andare a
fuoco e
non stiamo facendo nemmeno facendo sesso.
Quando ci stacchiamo lo fisso nei suoi occhi scuri.
“Cosa vuol dire questo, Pete?”
“Che per anni mi sono preso cotte per tante ragazze per
negare quello che provavo per te, avevo paura di perdere la mia
Gen.”
“Peter Salemi, sei proprio uno stupido!”
Lui ride e mi trascina verso Time Square per vedere i
fuochi d’artificio.
Sì, non ci siamo chiariti molto bene, ma sono felice lo
stesso e poi penso che abbiamo tempo per parlare: domani,
dopodomani…
Il primo giorno dell’anno ci scambieremo il resoconto
completo di quello che potrebbe essere definito uno skinny love a lieto
fine e
poi una mezza idea che mi frulla in testa e non vedo l’ora di
dirgliela.
Per adesso mi godo lo spettacolo dei fuochi che
riverberano sopra New York, a volte con esplosioni rosse, verdi,
gialle, viola,
altre volte con piogge d’oro e d’argento.
Non credo esista un modo migliore di cominciare l’anno.