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Autore: iris_1998    14/12/2015    0 recensioni
{titolo temporaneo}
{nel corso della storia il ratting può diventare rosso... quindi persone avvisata mezza salvata}
Kira Orti è una normale 17enne, asociale ma fidanzata, che vive con il padre, in una delle bellissime città italiane, Verona. Ma un giorno, dopo l'incontro con un'arpia, deve cambiare vita, cambiando continente dove incontrerà ragazzi come lei, la sua nuova famiglia, nuovi amici e anche un nuovo ragazzo.
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Connor Stoll, Gli Dèi, Nico di Angelo, Nuovo personaggio, Travis & Connor Stoll
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Okay.. o sono diventata pazza oppure mi hanno drogato con dei funghi allucinogeni, perché è impossibile che io veda una furia proprio davanti a me che mi aveva fatto scappare lontano dalla classe fino ad un vicolo cieco ed ora quella cosa mi sta minacciando che mi uccide.

Forse è meglio che incominci dall’ inizio di tutto questo.

Mi chiamo Kira Orti, nome strano che mi ha dato mia madre prima di morire. Ho 17 anni e vivo in Italia con il mio papà, si chiama Matteo Orti, un uomo sui 38 anni, dai capelli neri ed occhi verdi, un fisico asciutto ed è uno dei più bravi giudici presenti nel Nord Italia. Fino a qualche minuto fa ero una delle ragazze normali, anche se il significato di normale nel mio vocabolario significa essere asociali, leggere i libri, ascoltare la musica, credere agli dei dell’Olimpo e non aver nessun contatto umano con il resto dei miei coetanei.

Come detto prima, fino a qualche minuto fa non ero nei guai fino al collo, come adesso, e non mi stavo facendo addosso, letteralmente! Ero con la mia classe per la gita al museo con la prof di sostituzione di arte, una certa Zinni, Zanna, ehm... una donna sui cinquant’anni che si vestiva con dei minivestiti in pelle nera, da far venire i brividi per l'orrore, e solo ora capisco perché metteva solo quelli.. Sono le sue ali!!

Zeus misericordioso salvami da questo inferno!!

Ad un tratto vidi la furia attaccarmi ed io, d’istinto, caddi per terra rotolando di lato per poi alzarmi ed incominciare a correre verso l’uscita del vicolo e correre verso il museo. Corro con il vento in faccia che mi manda i miei corti capelli di un biondo vaniglia in faccia e ogni tanto cerco di non cadere mentre inciampo con i miei tacchi, perchè correre con i tacchi non è come correre con delle scarpe da ginnastica, sia chiaro. Quando arrivo al museo e quindi dalla mia classe che mi guardava sollevata, mi sentì sollevare dalla terra e buttata lontano. Senti grida provenire da ogni parte ma cercai di focalizzare la mia attenzione sulla furia che stava camminando verso di me, brandendo una frusta infuocata.

Aspetta.. UNA FRUSTA INFUOCATA?!

Cerco di allontanarmi da quel mostro andando indietro fino a quando non tocco con le spalle un tronco d’albero. Guardo la furia prendere la mira e quando cercò di colpirmi, rotolai di lato e, come avevo fatto prima, incominciai a correre. Questa volta, corsi verso un uomo che aveva appena accesso la sua moto. Arrivata da lui, lo scaraventai per terra, salì sulla moto e partì il più lontano possibile da lei, cioè verso Verona, la città in cui sono cresciuta.

Guidai alla massima velocità il veicolo, fregandomi della polizia e dei autovelox, e guardai sempre dietro di me per vedere se la furia mi stava ancora inseguendo ma non vedendola tirai un sospiro di sollievo. Quando arrivai a Verona mi diressi verso l’ufficio di mio padre. Arrivata salì le scale per andare al secondo piano, spalancai la porta dello studio salutando la segretaria di papà ed entrai nell'ufficio di papà, sedermi sulla poltrona che era sistemata davanti alla scrivania presente nella stanza.


-Si, papà, ma si da il caso che una furia mi ha attaccato sotto forma della mia professoressa di arte- dissi e guardai mio padre per vedere la sua reazione che mi sorprese.

Era sbiancato di botto, aveva incominciato a sudare e sembrava avesse visto uno spettro. Lo vidi comporre il numero della sua segretaria e dirle di annullare ogni tipo di appuntamento che aveva il pomeriggio e chiuse la chiamata. Mi guardò e mi prese per un braccio, tirandomi verso la porta dello studio e scendere le scale, diretti verso la macchina per tornare a casa.

Mentre andavamo a casa, un pensiero era diventato fisso nella mia mente.

 Mio padre sa qualcosa che io non so!

Arrivati davanti alla nostra casa papà mi fermò.

-Prendi le cose necessarie che ti servono. Non abbiamo molto tempo Kira- disse papà ed io annui. Corsi su per le scale il più velocemente ed entrai, spalancando la porta, in camera mia.  Mi precipitai dentro e afferrai lo zaino. Lo svuotandai alla svelta per poi prendere delle maglie a maniche corte, shorts e jeans, trucchi, spazzola per capelli e per i denti, deodorante, scarpe basse e un profumo. Stavo per uscire quando mi ricordai del braccialetto con anello che avevo ereditato da mia madre quando lei morì dandomi alla luce. Controllai l’ultima volta se avevo tutto e scesi al piano terra dove trovai mio padre al computer.

-Sono pronta!- dissi tenendo lo zaino in mano e la mia borsa, dove c’erano i documenti, portafoglio, telefono, caricabatteria, sigarette, accendino e altre cose, sulla spalla guardando papà che chiudeva il pc.

-Andiamo- disse. Usciammo di casa, entriammo in macchina e papà partì.

-Papà mi dici dove stiamo andando?- chiesi mentre tiravo il pacchetto delle sigarette e ne accessi una.

-All’aeroporto- disse sospirando.- devi andare via da qui. Devi andare in America, più precisamente in un campo estivo-

-Perché?- chiesi alzando un sopracciglio

-Perché Kira tu sei diversa dalle altre ragazze che conosci. Penso che tu l’abbia capito quando tu hai visto la Benevole-

-Intendi la furia?-

-Attenta, i nomi son potenti. Tua madre voleva che tu andassi in questo campo ma io rifiutai. In cuor mio sapevo che questo momento sarebbe arrivato- disse papà con gli occhi lucidi- hai preso molto da tua madre... sei la sua fotocopia e so certo che lei è molto fiera di te adesso e...  che tutto quello che pensi sia soltanto mitologia al campo ti ricrederai. Ricordati che tua madre è molto potente e lei va molto d’accordo con la guerra -

Guardai mio padre sconvolta.

Tua madre va molto d’accordo con la guerra.. in che senso?!

Arrivammo all’ aeroporto e scendemmo davanti all’entrata principale. Papà si diresse per prendere qualcosa e dopo cinque minuti ritornò da me con  un biglietto in mano.

-Prendi e vai. Il tuo aereo sta per partire. Non preoccuparti per me. Quando arriverai a New York ti verranno a prendere due ragazzi- mi strinse- abbi cura di te-

Si staccò da me ed io andai a prendere l’aereo. Mi sedetti vicino alla finestra e vidi mio padre salutarmi mentre l’aereo partiva verso l’America.


   
 
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