Anime & Manga > Lady Oscar
Ricorda la storia  |      
Autore: innominetuo    14/12/2015    13 recensioni
E se potessimo udire la voce della Reggia di Versailles? Cosa ci racconterebbe?
Genere: Malinconico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Charlotte Di Polignac, Contessa di Polignac, Luigi XVI, Marie Antoinette, Oscar François de Jarjayes
Note: Nonsense, OOC, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Le mie mura risuonano, ancora oggi, di tante, tantissime voci, come per una lontana eco, che però i numerosi turisti che si affollano tutti i giorni per i miei saloni non si prendono la briga di ascoltare… hanno troppa fretta, loro, di seguire la guida turistica.

Alcune voci erano sussurrate, altre pronunciate con voce stentorea, specialmente quando il ciambellano annunciava “Sa Majesté le Roi”, arrotando ben bene la “erre”, come solo i Parigini purosangue sanno fare.

Circa quattro secoli fa, una voce imperiosa enunciò al mondo intero: “l’État c’est moi, car je suis le Roi”. Fu proprio la persona che disse così ad avermi fatto erigere, dato che desiderava una dimora finalmente degna della sua gloria e del suo potere. Poi… cambiarono tante, troppe cose, anche se a prima vista fu sempre il solito avvicendarsi di feste da ballo, di partite a carte, di corteggiamenti, di pettegolezzi, di veleni esotici, di pugnali sferrati al buio.

Di quante lacrime e di quanti sorrisi sono stata testimone silenziosa? Quanti sospiri d’amore sono stati racchiusi gelosamente nelle mie stanze? E, sicuramente, quante immagini di belle dame e di azzimati gentiluomini sono rimaste conservate nel riflesso della lucida e fredda superficie dei miei specchi?

Potei ammirare a lungo e per diversi anni una giovane regina, bella come nessun’altra, venuta da un Paese lontano per sposare quello che credeva sarebbe stato il suo Prince Charmant*, per poi ritrovarsi con un timido fabbro**; nessuna dama danzava come lei, con la sua incantevole grazia. Desiderava l’amore, però, Marie Antoinette, e lo trovò in un conte straniero, uno svedese per la precisione… questo me lo confidò il Petit Trianon, sussurrandomelo attraverso lo stormire delle fronde del parco… da quel gran pettegolo qual era, precedendo così le lingue ancora più lunghe degli invidiosi che circolavano senza sosta per i miei grandi saloni.

Sentivo anche le voci limpide e fresche dei bambini: non solo di fanciulli di nobile schiatta, ma anche di giovanissimi lacchè, spesso presi a scudisciate come souffre-douleurs, dato che se i principini commettevano qualche marachella, tuttavia erano i paggetti a pagarne le conseguenze. E spesso fui testimone indignata ed impotente di empietà anche peggiori, su quei poveri innocenti…

D’altronde, cosa ci si deve aspettare da una schiatta usa a combinare matrimoni tra undicenni e uomini maturi?

Me la ricordo ancora, la piccola Charlotte, così mi pare che si chiamasse. Ha preferito buttarsi giù da un’alta scalinata piuttosto che convolare a nozze con un uomo di oltre quarant’anni. Le urla strazianti di sua madre, Yolande Martine Gabrielle de Polastron, più nota come Duchesse de Polignac, rimbombarono a lungo, sino ai miei angoli più reconditi…

Quante turpi ingiustizie si avvicendarono, anno dopo anno…

Trovai molto ingiusta pure la morte prematura di Louis Joseph, il figlio amatissimo della bella regina, spentosi a soli sette anni di età. Brutto, bruttissimo giorno fu quello… lo splendore dei miei cristalli e delle mie dorature non fu di certo di sollievo allo strazio di Marie Antoinette e di Louis, genitori prima ancora che regnanti di un Paese sull’orlo del baratro.

Mi capita, sovente, anche una cosa a me assai gradita.

Se mi concentro, sento ancora risuonare il passo elastico e cadenzato, nei miei saloni e nei miei corridoi, della persona che mi piaceva e mi incuriosiva di più di tutti i miei… “abitanti”: una ragazza bionda e slanciata, dall’aspetto severo e dal corpo giovane e fresco, strettamente fasciato e protetto in una rigida uniforme dalle nappine dorate. Nessun abito di seta, sorretto dal guardinfante, per lei: ma un corto giustacuore ed una lunga spada che le batteva sul fianco sinistro. Era strana e bellissima, diversa da chiunque altro. Sognava il vero amore, pure lei, come la principessa austriaca che le avevano affidato da proteggere? Chi può dirlo. Non udii mai la sua voce esitare, il suo passo divenire incerto. Delle sue lacrime vidi solo le tracce: lei non si permetteva di piangere, né di svenire con amabile grazia, come facevano invece tutte le altre dame. Se anche vedevo sofferenza nei suoi limpidi occhi chiari, la giovane non lasciava trapelare mai nulla, a gesti ed a parole.

Chissà dove si trova ora.

Il suo spirito non vaga di notte nei miei saloni, quando si spengono tutte le luci e rimangono solo gli addetti alla guardia.


Non è poi cosa troppo malvagia l’essere un museo: almeno di notte posso di nuovo sognare di essere ancora il palazzo delle fiabe… quello delle belle principesse al ballo.

 
§§§§§

Note:

*il” Principe Azzurro” in francese

**è arcinoto che Louis XVI si dilettasse nel bricolage e che fosse un valente fabbro.


Il suesteso racconto è stato da me redatto senza scopi di lucro, nel pieno rispetto del diritto di autore e della proprietà intellettuale. Con ogni deferenza a Riyoko Ikeda.




petit-trianon

(All images are from a google search, no copyright infringement intended)
  
Leggi le 13 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Lady Oscar / Vai alla pagina dell'autore: innominetuo