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Autore: Shayleene    15/12/2015    0 recensioni
Non è facile metter chiarezza ai propri sentimenti, soprattutto se l'amore è quello di un dio verso un'umana.
Ma soprattutto se si è consapevoli che gli stessi sentimenti li prova anche la propria regalia.
Questa è la storia di Yato, dio della guerra.
Genere: Commedia, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hiyori Iki, Yato, Yukine
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lanciando un'occhiata al paesaggio fuori dalla finestra, il dio Yato lanciò un lungo fischio. -Certo che stanotte ha nevicato davvero parecchio!- commentò, ammirando il manto bianco ricoprire ugualmente strade, alberi e tetti delle case. Certo, era pur sempre un dio della guerra, ma eran passato ormai parecchio tempo da quando poteva definirsi così. Ormai era un "dio a domicilio" senza neppure un proprio tempio, obbligato a farsi pubblicità scrivendo il proprio numero di telefono praticamente in ogni angolo disponibile - bagni copmpresi - sperando che qualcuno lo chiamasse per avere i suoi servigi al modico prezzo di 5 yen.
Veniva deriso e disprezzato da altre divinità maggiori che venivano venerate in tutto il Giappone e che avevano al loro seguito numerosi servi, eppure ad essere sincero non è che Yato disprezzasse poi così tanto la sua vita. Non negava di desiderare un tempio tutto suo dove potersene stare al calduccio invece di dover dormire all'addiaccio, ma ultimamente la sua vita era migliorata.
Prima di tutto aveva trovato e legato a sé una nuova e fortissima regalia, l'unica arma con la quale poteva affrontare i phantoms, mostri che spingevano gli uomini agli atti più estremi come il suicidio. Era stata una fortuna trovare uno spirito come quello di Yukine, morto quand'era ancora un semplice adolescente. Era speciale, così come i suoi occhi del colore del tramonto. 
Inizialmente era stato piuttosto difficile comunicare con lui; era ancora troppo legato al mondo reale, sentiva ancora l'estenuante desiderio di potersi ricongiungere con i suoi amici che gli erano stati tolti così presto. Quando aveva capito che non sarebbe stato possibile aveva lentamente iniziato a mutare, rischiando di diventare un phantom. L'anima di una nuova regalia è sempre piuttosto instabile e corrompibile, e quell'evento aveva rischiato di mandare all'altro mondo entrambi.
Era stato solo grazie all'immenso aiuto di Kafuku, la dea della povertà e della sua regalia, ma soprattutto di Hiyoki, se erano riusciti a sopravvivere.
Hiyoki.
Solo quel semplice nome riusciva a mandarlo in confusione. In un certo senso era stato lui a farla entrare nel proprio mondo, spingendola a correre in mezzo alla strada per salvarlo e finendo così investita.
Non era morta, ma non era nemmeno più interamente viva. A volte il suo corpo cadeva in un sonno profondo, e il suo spirito vagava per la città. Gli era stato detto più di una volta di lasciarla stare per il suo stesso bene. Se l'avesse coinvolta ancora di più nel pericoloso mondo degli dei e dei phantom, avrebbe rischiato di ferirla ulteriormente. Ci aveva provato, ma era stato tutto inutile: era stata lei stessa a dire che non voleva abbandonarli per nessun motivo al mondo.
Ma la verità era che neppure lui voleva lasciarla. Sentiva che dopo tutte le volte in cui si erano aiutati, supportati e salvati reciprocamente era nato tra loro un legame speciale. Detestava ammetterlo, ma per lui quel qualcosa stava diventando tremendamente importante. Non sapeva bene ancora come definirlo, tuttavia quel che era certo era che la presenza di Hiyoki gli causava un forte calore al volto e lo faceva comportare in maniera davvero stupida.
Si tornò a stendere sul futon appoggiando la testa sopra i palmi delle mani, notando solo in quel momento che Yukine, la sua regalia, stava finendo di allacciarsi un cappotto verde militare e indossava il suo solito berretto verde, azzurro e bianco che copriva i suoi ribelli capelli biondi. 
-Ehi, dove stai andando con questo freddo?- gli chiese curioso.
Il ragazzo sembrò arrossire leggermente, ma rispose con aria noncurante:-Devo prendere alcune per Daikoku, ha finito degli ingredienti e non può lasciare il negozio.- Dalla cucina si sentiva provenire il rumore di un coltello che affettava verdure e il borbottio di qualcosa che bolliva in una pentola. C'era anche un buon profumino che aleggiava nell'aria, e che avrebbe fatto venire il languorino a chiunque.
Yato sollevò un sopracciglio scuro, scrutandolo dall'alto in basso. -Capisco.- disse soltanto. -Buon giro allora.-
Yukine fece un cenno di saluto con la mano, andando verso l'ingresso della casa di Kafuku che li aveva gentilmente ospitati per l'inverno. Infilò le scarpe facendo un nodo ai lacci scuri, e battè le punte un paio di volte sul pavimento per sistemarsele meglio.
-Allora io vado!- gridò, prima di aprire la porta scorrevole e balzare a terra, facendo scricchiolare leggermente la neve sotto i suoi piedi.
"Lo sai Yukine? Sei sempre stato un pessimo bugiardo..." pensò Yato, mentre osservava con i suoi occhi azzurro ghiaccio la sua regalia che camminava in mezzo alla neve con le mani in tasca. 
   
 
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