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Autore: Strange_Guy99    17/12/2015    3 recensioni
C'è Hunter, un cacciatore di mostri orgoglioso di sé e di ciò che fa, le cui certezze verranno demolite dopo un fatale incontro.
C'è Soraya, una strega chiusa in sé stessa che non teme niente e nessuno mentre, in realtà, vuole solamente essere amata.
E poi gli immancabili angeli caduti, portatori di sventura, che cambieranno per sempre la vita dei nostri carissimi amici.
Genere: Avventura, Horror, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Andy Biersack, Ashley Purdy, Jinxx, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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Una cameriera piuttosto anziana si avvicina al nostro tavolo, portando una fresca spremuta d'arancia per Soraya ed una cioccolata calda con marshmallow totalmente fuori stagione per Melanie.
Quella ragazza ha un qualcosa di dannatamente magnetico.
Non si può essere così puri. 
Picchietto le dita con fare nervoso sul freddo tavolo mentre i ragazzi continuano a bisticciare su che cosa prendere.
L'anziana cameriera tira fuori un blocchetto ed una penna, evidentemente seccata.
«Vi siete decisi?»domanda lei con voce rauca, consumata da chissà quante sigarette.
«Voglio una pila di pancake!»grida Andy con fare deciso.«Anzi,no...»
La povera donna alza gli occhi al cielo, esasperata.
«Un milkshake!»
«Io voglio delle costolette!»annuncia Christian, soddisfatto.
«Quelle vengono servite solo a pranzo.»replica gelida la cameriera e gli occhi dell'angelo così sicuro si spalancano in un abisso di disperazione.
Tutto questo è così snervante.
«Uova e Bacon!»urla Ashley con fare da cavernicolo.
«Che roba è uno Sloppy Joe?!»domanda Jeremy quasi scandalizzato, osservando il menú con l'aria di un anziano signore.
«È incredibile che cosa si mangino gli americani...»borbotta Jake tra sé e sé.
E quella è la goccia che fa traboccare il vaso.
Non riescono a prendere sul serio un incarico di questa portata.
Mi sono veramente rotto i coglioni di fare da balia a queste cinque teste di cazzo.
Batto un violento pugno sul tavolo che fa afflosciare la montagna di panna sulla cioccolata di Melanie.
«Oh.»sussurra sconsolata la necromante mentre i suoi occhi sembrano riempirsi di lacrime.
I cinque angeli alzano alzano le teste, spaventati.
«Porti loro il cazzo che le pare.»sibilo tra i denti alla cameriera che schizza in cucina con una velocità esagerata.
L'ho spaventata.
Ma non me ne fotte niente.
Non ne posso più.
Non hanno ancora capito con chi hanno a che fare.
«Vogliamo capire che non siamo qui per una gita turistica?»domando io con tono sarcastico, fulminando Jake che è già pronto a replicare.
Caccio un sospiro frustrato.
«Se adesso non mi dite quel che cazzo sapete su Kurt Cobain, vi sgozzerò con le mie stesse mani.»ringhio io per poi rendermi conto dell'assurdità di ciò che ho appena detto.«E non scherzo.»
Segue un attimo di profondo silenzio, interrotto solamente dal mio fastidioso picchiettare.
Soraya, non si è scomposta minimamente. Ormai conosce il mio carattere impetuoso.
Continua a sorseggiare il suo succo, osservando gli angeli impauriti.
«Innanzitutto non puoi uccidere direttamente Kurt.»è Andy a prendere in mano la situazione.
Come al solito.
Dietro quell'aspetto così gracile si nasconde un ottimo leader pronto a prendersi le proprie responsabilità.
Incrocio le mani, con fare soddisfatto, ascoltando attentamente le parole dell'angelo.
«Quando avevano intenzione di dirmi un dettaglio così importante?»chiedo io, cercando di addolcire il tono.
Ho la loro attenzione e questo non è poco.
«Avevamo paura che non ci avresti fatto vedere gli umani se ti avessimo...»Jake inizia a blaterare delle scuse ma viene interrotto da un mio gesto della mano.
«Non stiamo parlando di questo.»lo ammonisco io con calma.
«Si è creato...»l'angelo dagli occhi di ghiaccio riprende il discorso con lentezza, cercando di farmi capire il concetto che vuole esprimere.«dei guardiani.»
Guardiani.
Che tipo di guardiani? 
È sempre tutto così generico. Ho bisogno di informazioni concrete, qualcosa da cui iniziare.
«A dire il vero sono più come angeli custodi.»interviene Jeremy con tono esageratamente serio.«Vedi, Kurt voleva abbandonare completamente il suo lato angelico, ma al tempo stesso voleva qualcosa che lo distinguesse da un comune umano.»
«E così ha fatto il possibile per crearsi questi ragazzoni.»Andy riprende il discorso, quasi offeso dall'intervento di Jeremy.«Non sappiamo di preciso quanti siano ma non possono essere molti. È praticamente impossibile creare dal nulla il proprio angelo custode.»
«Quindi, se ho capito bene, non possiamo avvicinarci a Kurt finché non eliminiamo questi "angeli custodi"?»domando io, cercando di fare mente locale.
Il cantante grunge si è creato da solo degli angeli custodi.
Non possiamo avvicinarci al cantante se prima non eliminiamo questi angeli.
Non sappiamo quanti siano, dove siano né tantomeno chi siano questi fantomatici custodi.
È difficile. Dannatamente difficile.
Ma non può essere impossibile.
«Kurt non è il tipo da lasciare le cose a caso.»Jake continua a tenere lo sguardo basso e a sussurrare. Devo averlo spaventato con il mio grido.«Deve aver disseminato questi tizi in posti che hanno un senso per lui.»
La situazione è più complicata del previsto.
Mi volto verso Soraya che sta chiaramente ascoltando la conversazione ma cerca di apparire distaccata.
Se c'è una persona che può dirci qualunque cosa su Kurt Cobain è proprio lei.
«Qualche idea?»le domando, sperando vivamente che possa dirci qualcosa di utile.
«Ci sono così tanti luoghi.»risponde lei preparata, iniziando a contarli sulle dita.«Il posto del suo primo concerto, la casa nella quale si è ucciso, la strada nella quale si è fatto per la prima volta...»
«È tutto plausibile.»sospira Jeremy, scrutando la strega con i suoi occhi azzurri.
«Non ci resta che esplorarli tutti.»annuncio io, poco convinto persino da me stesso.
Non abbiamo un esatto punto di partenza e non ho la più pallida idea di quanto tempo sia a nostra disposizione.
Abbiamo un coltello puntato alla gola e se sbagliamo un singolo passaggio, il regno del divino verrà totalmente distrutto.
Credo sia l'incarico più difficile a cui abbia mai preso parte.
Una risatina infantile divampa senza alcun preavviso vicino a noi, ridestandomi bruscamente dai miei pensieri.
È Melanie. Si sta coprendo la bocca con una mano, cercando di contenersi.
Che cosa ci trova di così divertente in una situazione così delicata?
Pura follia.
«Ma quanto siete idioti, ragazzi?!»domanda lei, non smettendo di ridere.«Kurt Cobain è morto!»
E solo adesso mi rendo conto del fatto che la necromante è completamente all'oscuro di tutto.
Stava dormendo beatamente mentre questi cinque angeli mi stavano spiegando come fossero finiti sulla terra.
Soraya mi lancia uno sguardo preoccupato, dando una conferma ai miei pensieri.
«Beh.»inizio io, cercando di organizzare un discorso decente.«Vedi, Melanie...»
Il campanello della porta a vetri del café tintinna con insistenza, finendo con l'interrompere il mio discorso, e il nostro piccolo gruppo si volta, per vedere l'unico altro cliente di quest'orribile locale.
È in quel preciso istante che la dura realtà mi colpisce dritto nell'anima, con la forza e l'impetuosità di un treno in corsa.
Un ragazzo sui venticinque dalla pelle vertiginosamente pallida e dai lunghi capelli color grano entra con scioltezza nel café, scrutandoci con i suoi profondi occhi azzurri.
I miei muscoli si irrigidiscono al passaggio di quell'uomo dal l'abbigliamento sobrio, ma devo cercare di contenermi.
Mantenere i nervi saldi.
Lui si avvicina, con calma, gustandosi quell'attimo evidentemente tanto agognato.
Nessuno di noi osa proferire parola.
Gli angeli hanno smesso di respirare, la bocca di Melanie è spalancata come un forno e Soraya sta cercando seriamente di non urlare.
Kurt Cobain si è appena appoggiato al nostro tavolo e ci sorride con una tranquillità spaventosa.
«Sapete, ragazzi, sono felice di sapere che siete ancora vivi.»si rivolge agli angeli e persino io riesco a riconoscere la voce che ha scritto un pezzo non trascurabile di storia della musica.«Così potrò gustarmi personalmente le vostre urla.»
Inclina la testa di lato per poi rivolgere ai cinque un sorriso malato.
«Implorerete la mia pietà.»
Gli occhi divini sono tutti puntati verso il cantante grunge ma nessuno ha il coraggio di proferire parola.
I loro sguardi sono tremendamente vacui e persi.
Sono letteralmente paralizzati dal terrore.
Sento l'obbligo di dover prendere in mano la situazione; stavolta non per tornaconto personale.
Non ho mai visto persone così terrorizzate in vita mia e non è uno spettacolo al quale si partecipa volentieri.
Scatto in piedi, deciso, guardando dritto nelle pupille vitree l'angelo ribelle.
«Io non ho paura di te, Kurt.»sussurro io con fare spavaldo.«Ti annienteremo.»
A quel punto il cantante si volta verso di me, guardandomi con un misto di disgusto e ammirazione.
«Sei ancora in tempo, cacciatore.»risponde lui, calmo. Spaventosamente calmo.«Consegnameli, ti ricompenserò con un posto d'onore nel Nuovo Mondo.»
«Sono un uomo di parola.»replico, per poi spostare lo sguardo verso gli angeli.«Non ho intenzione di abbandonarli.»
«In questo caso fottiti!»grida lui battendo i pugni sul tavolo, facendo tintinnare le stoviglie.«Soffrirai più di tutti, insignificante umano! Ti strapperò via qualunque cosa tu ami! Morirai, morirai per mano mia, nel modo più atroce che un uomo abbia mai provato!»
È folle. 
La sua sanità mentale è completamente andata.
Ma le sue parole non mi sono indifferenti; riescono a far montare una rabbia di proporzioni immense dentro di me.
Un flash di Buck e la sua testa rotolante compare nella mia mente dal nulla.
Ed a quel punto l'ira mi acceca.
Mi scaglio verso Kurt, afferrando saldamente il suo collo per poi sollevare l'esile cantante da terra.
Stringo di più. Sempre di più.
Quest'uomo deve morire. Un'altra volta.
Sarò io a compiere questo lavoro.
Da quando Buck è morto quest'incarico non è più una questione di ricompensa.
È una questione di vendetta e me ne sono reso conto solamente adesso.
Questo folle continuerà a uccidere innocenti e solo noi possiamo fermarlo.
Stringo la presa. Sempre di più.
Riesco a sentire le vene del suo collo pulsare.
Vorrei vedere i suoi occhi uscire dalle orbite.
Voglio vederlo morto.
Il cantante mi rivolge un sorriso beffardo per poi sussurrare qualcosa che non capisco.
Non me ne frega un cazzo di quello che esce dalla sua bocca.
L'angelo ribelle mi accenna un saluto, dissolvendosi nel nulla un momento dopo.
La mano che prima stringeva così fiera il suo collo si affloscia e non faccio in tempo a formulare dei pensieri sensati che Soraya lancia un grido.
«Hunter, dobbiamo andarcene!»
Mi volto, sconvolto.
Stanno accadendo troppe cose contemporaneamente.
Non riesco ad elaborare le informazioni.
Dalle vetrate del café si vede solamente una fitta nebbia bianca.
Guardando attentamente riesco a distinguere delle sagome. 
Sono le creature.
Siamo in trappola. Come i topi.
Tutto sembra essere ovattato. 
Il tempo scorre lentamente ed i suoni sono lontani.
Riesco solamente a distinguere un grido.
Melanie, probabilmente.
Qualcuno mi afferra da dietro ed io mi volto, pronto per sferrare un pugno.
«Tranquillo.»inizialmente vedo solamente degli occhi glaciali per poi notare il volto pallido di Andy.«Stiamo per spiccare il volo.»
  
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