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Autore: NeroNoctis    18/12/2015    5 recensioni
All'apparenza Daniel è un normale ragazzo di 20 anni, amante delle più svariate cose e con uno spiccato sarcasmo. Ma nasconde semplicemente la sua vera identità, quella di un soldato dell'organizzazione Sephiroth.
Organizzazione che caccia "Loro", creature assetate di sangue che vagano per il mondo, che a prima vista non sembrano avere un obbiettivo, ma che tramano qualcosa da dietro le quinte, perseguendo un oscuro obbiettivo. E proprio "Loro" hanno sterminato la famiglia di Dan anni prima.
In un mondo dove "Loro" si nutrono di umani, Dan dovrà viaggiare per trovare la sua sorellina scomparsa e vendicarsi delle creature che han cambiato per sempre la sua vita.
Sullo sfondo paranormale popolato dai Wendigo, prenderanno vita numerosi personaggi il cui destino di andrà ad incrociarsi con quello di Daniel e della sua partner Lexi, per svelare un segreto rimasto sepolto per anni.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Sephiroth'
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L'atmosfera del locale era sempre la stessa: luci soffuse, rumori di fondo che andavano da bottiglie a bicchieri, fino al classico vociare della gente. Fortunatamente era un locale in cui non si poteva fumare, non sarebbe stato carino vedere quell'atmosfera così "modernamente vintage" rovinata dall'odore sgradevole del fumo. I tavolini neri si mescolavano perfettamente al resto dell'ambiente, scuro anch'esso, che dava al tutto un atmosfera calda e rilassante. 
L'orologio segnava le 23, e nonostante fosse un giorno infrasettimanale di dicembre, il locale era stranamente pieno. 
Uno dei camerieri portò al tavolo 13 il cocktail ordinato, rigorosamente accompagnato da stuzzichini vari, cosa che rassenerò di non poco il ragazzo seduto a quel tavolo. 
Bevve un sorso... decisamente buono, proprio come si aspettava, forse meno alcolico di quel che pensava, ma il gusto compensava. Afferrò un'oliva con le mani, guardandosi intorno, e la portò alla bocca con fare tranquillo, assaporando quel gusto che accompagnava benissimo quel bicchiere.
Allo stereo risuonò I Won't See You Tonight degli Avenged Sevenfold, cosa che a Daniel non dispiacque affatto, come poteva non godersi quella canzone? Era la sua band preferita dopotutto.
Bevve un altro sorso e iniziò a canticchiare sottovoce.
Una ragazza dai capelli castani  gettò sul tavolino un fascicolo, e si sedette di fronte al ragazzo, mentre i loro occhi si incrociavano, castano che si specchiava sul castano.
– Ecco qua, Dan. Tutto pronto. – disse lei, togliendosi gli occhiali per pulirli sulla maglietta rossa.
– Andiamo Alexis, stavo cantando.
Lei si rimise gli occhiali e afferrò il cocktail di lui, sorseggiandolo a fondo. Era solita fare così, dopotutto lei e Daniel condividevano praticamente ogni cosa, davvero ottimi amici.
Lei lo chiamava sempre Dan, mentre lui rispondeva in svariati modi: Alexis, Al, Lexi, Alex.
– E stavi bevendo, e mangiando, e osservando. Lo so cosa stavi facendo, ma andiamo, è uno di Rango C!
Dan sbuffò, prendendo un'altra oliva. Si pulì la mano sui jeans e sputò il nocciolo centrando il bicchiere, mentre schizzi di cocktail colpirono il suo viso.
– Di certo io non ho intenzione di berlo adesso. – disse Lexi, mentre nel suo volto si disegnava un sorriso. Si tolse la sciarpa bianca e la mise sulla sedia vuota accanto a lei, e tornò ad osservare la scena. Non sapeva se era maldestro o semplicemente stupido a volte, ma la cosa la divertiva, dopotutto un partner era meglio divertente, che silenzioso. Di silenzi inquietanti ne ascoltavano fin troppi.
– Sai che la Classe C è noiosa. Valgo più di questo, posso gestirmi un Rango B senza problemi.
– Frena Rambo. Dimentichi chi ti ha salvato il culo quattro volte dai Rango B.
Daniel alzò lo sguardo verso l'amica, spostandosi una ciocca di capelli neri che gli finì sugli occhi. – Tre volte, prego. Quell'incidente a New York non conta...
– Ah-ha! Va bene, adesso vedi di che si tratta.
Dan annuì, aprendo il fascicolo sul quale era riportato il simbolo dell'albero della vita ebraico.
Sfogliò qualche pagina, soffermandosi su alcuni punti, poi lesse a voce sufficiente da farsi sentire da Alexis.

 
Soggetto di Rango C, avvistato nella notte tra il 14 e il 15 dicembre nelle vie di Roma. 
Si è addentrato in un totale di tre abitazioni -stimate ad oggi- e ha divorato tutti i membri della famiglia. Resti dei cadaveri sono stati trovati dalle autorità, ma dell'assassino nessuna traccia, quindi caso momentaneamente in stallo. Dalle ferite possiamo identificare una predilizione alle zanne, anzichè l'uso solito degli artigli. 
Il Soggetto sembra nutrire preferenza verso le famiglie composte da quattro membri, di cui due gemelli, un ragazzo e una ragazza.
Non dovrebbe essere complicato individuarlo, seguendo questa routine. 
-V


 
Daniel chiuse il fascicolo, e finì il cocktail in un sorso, mentre Lexi lo osservava... chissà se si era ricordato del nocciolo d'oliva...
Tossì, e lo sputò nuovamente, quasi strozzandosi.
No, non si era affatto ricordato!
– Potevi avvertirmi! 
– Pensavo che la tua memoria a breve termine fosse più sviluppata, dai, ti aspetto fuori.
Daniel si diede una sistemata e lasciò una banconota da cinque al barman, afferrò il cappotto nero e uscì, coprendosi bene per resistere al freddo pungente di quella sera. Lexi non sembrava sentire troppo freddo, nonostante avesse solo una maglietta e una sciarpa a proteggerla dalla bassa temperatura.
I due si avvicinarono ad una macchina, e ne aprirono il portabagagli.
Dan afferrò un fodero nero, contenente la sua fidata arma bianca, una spada finemente decorata dall'elsa nera, simile ad una katana, ma leggermente più robusta e senza la classica curvatura della lama giapponese. Successivamente afferrò una pistola e controllò i colpì, mentre Lexi prendeva un caricatore pieno di speciali munizioni.
– Direi che possiamo andare! – esclamò lei, soddisfatta.
– Il pugnale, tonta.
– Ah... già. – Lexi afferrò il pugnale e lo nascose sulla cintola, mentre si premurava a coprire tutto con un cappotto che recuperò dall'autovettura.
Finalmente! pensò il ragazzo. Stava semplicemente congelando ad osservarla in quel modo, e pensare che lei non mostrava il minimo brivido di freddo. Ah, le donne! E pensare che in genere son loro quelle che sentono sempre freddo, si disse.
I due si incamminarono nelle strade di Roma, seguendo un percorso segnato da una mappa, riportante tutte le famiglie che rientravano nella target list del Rango C. Le vie della città erano sgombre, dopotutto era periodo festivo e faceva freddo, quindi era molto più semplice agire indisturbati. 
Camminarono per qualche isolato, si fermarono ad un semaforo e aspettarono che scattasse il verde.
– Qualcuno ci segue, Dan.
– Si... me ne sono accorto. – rispose il ragazzo, portando istintivamente la mano verso la pistola. Quel gesto lo faceva sentire più al sicuro nei momenti di tensione, ed era sempre meglio tenersi pronti al peggio. Quello che facevano loro era davvero pericoloso, ma il pericolo si annidava in ogni angolo. Dan ripensò alla storia di Adam Black, cacciatore esperto che fu ucciso dalla pazzia del padre durante una ricognizione a Dublino.
Quindi il pericolo non era rappresentato solo da quelle creature assetate di sangue, che Dan si rifiutava di chiamare con il loro vero nome, ovvero Wendigo. Lui li chiamava semplicemente "Loro". Si rifiutava di pronunciare il nome dei demoni che avevano sterminato la sua famiglia... e catturato la sua sorellina Karen.
– Dan...?
Daniel si svegliò improvvisamente da quei pensieri riguardanti il suo passato, non doveva pensarci ora, ne valeva la sua sicurezza e quella di Lexi, nonostante lei fosse abbastanza brava da cavarsela in ogni situazione.
Il semaforo era ormai verde da un paio di secondi, e i due proseguirono verso le loro mete, lasciandosi alle spalle il misterioso figuro che li stava pedinando, nonostante era come se fosse svanito nel nulla, dato che i due ragazzi non lo notarono più.
Arrivarono di fronte una palazzina e controllarono meglio, dopotutto era uno dei luoghi segnati nella mappa. 
Dan si arrampicò e scavalcò il cancello, aprendolo successivamente per facilitare l'ingresso all'amica. I due camminarono nel giardino di quell'abitazione, e il silenzio improvvisamente divenne quasi assordante. L'unico rumore percepibile erano il suono dei loro passi e il rumore della piscina, alla quale si avvicinarono.
L'espressione di Lexi mutò, trasformandosi in una smorfia di tristezza. L'acqua era sporca di sangue, e sulla superficie galleggiavano resti umani, come una mano e parte di una testa femminile, mentre sul bordo, una creatura pelle ed ossa, con grosse zanne ed artigli non troppo sviluppati. Teneva a se un corpo maschile, mentre ne divorava le interiora.
La puzza che emanava era terribile, e il rumore della carne che si staccava era qualcosa di orrendo, qualcosa a cui nessuno doveva mai assistere. La creatura alzò lo sguardo verso i due, osservandoli con i suoi occhi completamente bianchi e privi di pupille, ma nonostante ciò perfettamente abili a vedere le proprie prede.
– Odio arrivare in ritardo... – disse lei, afferrando la sua pistola.
Lo penso anche io, se solo i Sephiroth fossero arrivati in anticipo la mia famiglia sarebbe ancora in vita.
Ma non disse questo, non poteva.
– Anche io. – rispose, ed estrasse la spada.
   
 
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