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Autore: _Fedra_    18/12/2015    7 recensioni
Giurereste mai che le ragazze che abitano al piano di sopra siano in realtà due spietate cacciatrici di demoni?
Con l'arrivo di Claire e Teresa in uno squallido appartamento alla periferia di Roma, la Città Eterna si trasforma in un teatro gotico in cui nulla è più come sembra e anche il più candido angelo di pietra può trasformarsi in un mostro assetato di sangue.
Riuscirà il giovane Raki a sopravvivere in questa nuova realtà?
DAL CAPITOLO 1:
Un'ombra scura si allungò sulle gradinate della Facoltà di Lettere e Filosofia, salendo lentamente le scale che conducevano all'ingresso.
Claire osservò compiaciuta gli sguardi dei presenti che si spostavano per lasciarla passare.
Sui loro volti poteva leggere le espressioni più diverse: stupore, curiosità, invidia, timore.
Le sembrava di poter fiutare la paura nascosta dietro quelle maschere malcelate, come se in fondo il loro istinto animale gli stesse suggerendo che ciò che temevano di più al mondo si trovava proprio davanti ai loro occhi.
Genere: Azione, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Claire, Priscilla, Raki, Teresa
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Occhi d'argento'
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Quarantacinque.
Giuda
 
 
*

 

 

 

 

Claire rimase come congelata, il suo campo visivo completamente occupato dalla vista dei due corpi avvinghiati.
Una furia cieca prese a risalirle lungo la gola, sfociando nella disperazione nel momento in cui si rese conto che il ragazzo che aveva sorpreso tra le braccia di un’altra era proprio Raki.
“Pri..scillla”, ringhiò, la voce ridotta a un sibilo minaccioso nel momento in cui levò la spada alta sopra la testa. “Tu, avevi promesso…”.
Nel vedere Claire ridotta in quello stato, il corpo orrendamente sfigurato dal demone che lottava per uscire da lei, Raki emise uno squittio di terrore.
“No”, gemette, incapace di constatare l’inevitabile.
Al suo fianco, Priscilla si irrigidì come una statua, le narici dilatate al massimo.
“Teresa!”, ringhiò, lo sguardo perso nel vuoto come se fosse in trance.
 
Un attimo dopo, la spada di Claire si abbatté sul parabrezza, mandandolo in mille pezzi insieme alla lamiera che ricopriva il tetto della macchina.
I vetri schizzarono in tutte le direzioni, inondando i due di una pioggia affilata.
Raki provò l’istinto di fare da scudo a Priscilla con il suo corpo, stringendola a sé e schermandole la testa con la mano, su cui si aprì immediatamente un profondo taglio.
La cosa sembrò aumentare ancora di più la rabbia di Claire.
Il suo corpo prese a tremare in maniera innaturale, mentre lo yoki le creava tutto intorno un’aureola di crepitante luce azzurra.
“Priscilla!”, ringhiò ancora una volta.
Stretta tra le braccia di Raki, la ragazza prese a tremare vistosamente.
Come quando, molti decenni prima, Teresa aveva levato la spada su di lei per ucciderla.
 
Claire saltò sul cofano della macchina, preparandosi a colpire.
“Tu, lurida puttana!”, sibilò. “Io ti ucciderò”.
“NO!”.
In quel preciso istante, Raki aveva scansato Priscilla con un uno strattone, ponendosi tra lei e la spada di Claire.
I suoi occhi si colmarono di tristezza nel vederla ridotta in quello stato.
Le lame che si inerpicavano su per le braccia non gli provocavano alcuna sensazione al di fuori dell’immenso dolore per averla persa per sempre.
Ora, anche lei era diventata un mostro come Priscilla.
Un mostro che, a differenza dell’altra, non avrebbe esitato a uccidere.
“Fatti da parte, Raki!”, gridò Claire, la voce rotta dalla rabbia.
 
“No!”, supplicò lui, osando guardarla dritta negli occhi. “Ti prego, fermati! Lei è esattamente come te, Claire! Ha sofferto tanto e ancora soffre per via della sua natura. Che cosa risolvi a ucciderla? Se lo fai, diventerai un mostro come tutti gli altri! Per favore, non farlo! Non se lo merita. Se solo potessi spiegare…”.
“Te l’avevo detto, sei solo d’intralcio!”, ruggì Claire, fuori di sé dalla rabbia.
Era come se qualcosa, rimasto sospeso tra i due per tutto quel tempo, si fosse spezzato improvvisamente, lasciando dietro di sé solo una scia di sangue e follia.
Ora, tutto quello che Claire aveva era la sua irresistibile voglia di uccidere.
Le sue braccia scattarono in avanti al pari della spada, trafiggendo e lacerando.
Le ci volle un’ultima frazione di lucidità per rendersi conto che il pezzo di carne che teneva infilzato tra le sue stesse mani altri non era che Raki.
 
Il suo sangue si spandeva sul sedile dell’auto, la testa ciondoloni sul petto in un ultimo rantolo di agonia.
Sentendosi colpire dal liquido scuro che fuoriusciva dalle sue ferite, Priscilla sgranò gli occhi come un’invasata, un grido senza suono dipinto sulle sue labbra.
“TERESA!”, gridò disperata. “Hai ucciso…hai ucciso!”.
Claire si liberò del corpo di Raki con un solo strattone, scagliandolo a terra e preparandosi a colpire nuovamente.
“Me la pagherai cara, brutta troia!”.
In quel preciso istante, un boato sordo seguito dalla luce accecante di due fari squarciò la notte.
 
Teresa non spense nemmeno il motore nel momento in cui balzò fuori dall’auto, seguita a ruota da Helen.
Entrambe levarono le spade.
“Si può sapere che ti salta in testa?”, tuonò la prima, raggiungendo Claire con decisione.
Poi i suoi occhi d’argento si posarono sul corpo esangue di Raki.
E sulla ragazza tremante che tentava invano di nascondersi tra i sedili della macchina, gli occhi sgranati dal terrore.
“Oh, merda, merda, MERDA!”, esclamò l’ex numero 1 scagliandosi in avanti, le labbra contratte nel vano tentativo di soffocare la pioggia di bestemmie politeiste che le vennero in mente in quel momento.
Nonostante la minacciosa aura azzurra che circondava il suo corpo, Teresa cinse con decisione la vita di Claire, scardinandola a forza dal cofano della macchina.
 
“Helen, RITIRATA!”, ordinò, mentre la compagna prendeva a dimenarsi come una furia sotto la sua presa.
A pochi metri da loro, il corpo di Priscilla aveva preso a tremare impercettibilmente.
“Salta in macchina, metti in moto e scappa! Noi ti raggiungiamo!”, gridò Teresa in direzione di Helen.
“Ma…”.
“Ho detto VAI! Se restiamo qui, moriremo tutte!”.
La guerriera lanciò un’occhiata titubante a Teresa, poi i suoi occhi caddero sulla ragazzina che si trovava ancora incastonata tra le lamiere dell’auto.
Un’espressione di puro terrore increspò la sua bocca larga.
“Oh, porca puttana!”, esclamò, precipitandosi nella Smart e dando gas al massimo come se avesse il Demonio in persona alle calcagna.
 
Stretta tra le braccia di Teresa, gli artigli piantati nella sua spalla fino a farla sanguinare, Claire non riusciva a staccare gli occhi da Priscilla, il cui profilo si faceva sempre più piccolo man mano che la compagna si allontanava di corsa nella distesa di campi e cantieri abbandonati.
Una smorfia di dolore contrasse il suo volto man mano che ciò che rimaneva della sua coscienza le rovesciava addosso la consapevolezza di ciò che aveva appena fatto.
“Raki”, mormorò tra le lacrime. “Raki…”.
“È tutto finito, sorella. Andiamo via”, disse Teresa con decisione.
La compagna si avvinghiò ancora più salda a lei, un grido di disperazione che si scaturì dalla sua gola.
“RAKI!”.
“Non puoi fare più niente, per lui. Ѐ morto”.
In tutta risposta, Claire prese a dimenarsi con maggiore furia contro di lei.
 
“Che cazzo dici!?! Lasciami andare! Lasciami, brutta troia!”.
Teresa si arrestò di colpo, come fulminata.
Si era aspettata di tutto.
Meno che questo.
Subito, lasciò cadere la compagna a terra, mettendosi in guardia.
“Vuoi affrontarmi, vero? Darmi tutta la colpa per quello che è successo solo perché non puoi fare nulla per evitarlo?”, esclamò.
Claire rimase immobile, il respiro sempre più affannoso.
Teresa ringhiò, scagliandosi in avanti e atterrandola.
Ora o mai più: doveva approfittare di quello stadio intermedio in cui Claire sarebbe stata troppo presa dall’apatia e dallo shock per colpire.
 
“Guardami!”, disse prendendole il volto tra le mani, lottando per non piangere alla vista dei suoi occhi fiammeggianti. “Non mi riconosci più? Sono io, Teresa! La persona per cui hai rinunciato alla tua vita umana e hai rincorso fino a qui lottando contro tutto e contro tutti pur di restarle accanto. Ha senso mollare oggi, lasciando sola la tua sorellona che ha gentilmente accettato di farsi riattaccare la testa solo per trascorrere l’eternità con te? Mi deludi, così. Per favore,”, la sua voce fino a quel momento dura si incrinò improvvisamente “torna indietro”.
Claire sgranò gli occhi, nel momento in cui una calda lacrima si posò sulla punta del suo naso e le colò lungo la guancia.
Chi era quella donna dal volto d’angelo che in quel momento occupava il suo campo visivo?
“Te…resa…”.
 
Proprio nel momento in cui stava per perdere la sua umanità, i ricordi le piovvero addosso come la più violenta delle tempeste.
Rivide quel volto tornare a sconvolgere l’orrore della sua vita, uccidendo uno a uno gli yoma che la tenevano prigioniera.
Il momento in cui l’aveva seguita disperatamente nel bosco, aggrappandosi a lei come unica speranza di vita in mezzo al nulla in cui era sprofondata.
Ricordò la dolcezza del suo abbraccio che la proteggeva, il vago profumo di zucchero e pasta per il dolce sui suoi capelli quando il puzzo del sangue svaniva, la dolcezza della sua voce irriverente.
“D’ora in avanti, questa bambina diventerà la mia unica ragione di vita. Non ho più bisogno dell’Organizzazione, né l’Organizzazione avrà più bisogno di me. Considerala come una richiesta di dimissioni”.
 
Improvvisamente, Claire non era più il mostro assassino dagli occhi fiammeggianti in cui si era trasformata.
Era di nuovo una gracile ragazzina di tredici anni, le lunghe gambe ossute e la frangetta castano chiaro sotto cui sbucavano due grandi occhi verdi.
Il suo corpo esile era stretto tra le braccia di Teresa, il suo porto sicuro, la sua salvezza.
Aveva detto che sarebbero fuggite insieme, che avrebbero vissuto una vita felice senza più sangue e violenza.
“Mi occuperò io di te. Vivremo una vita felice, te lo prometto!”.
“Teresa!”.
“Non mollare, Claire! Ricordati,”, la voce della compagna sembrò arrivare da molto lontano “dobbiamo tornare in Austria, nel nostro chalet. Faremo tante passeggiate, staremo nel verde, lontano da tutti. Io non mi rimangio mai una promessa, lo sai. Lo sai!”.
 
Lacrime di commozione apparvero agli angoli dei suoi occhi d’argento, di nuovo sul suo viso da immortale adolescente.
Teresa occupava ancora il suo campo visivo, accarezzandole il volto con la dolcezza di sempre, nonostante apparisse visibilmente sconvolta.
Erano di nuovo insieme, nonostante tutto attorno a loro fosse soltanto orrore e morte.
“Teresa”, la chiamò Claire, levandosi di scatto per stringerla ancora una volta tra le sue braccia.
La compagna ricambiò l’abbraccio, scoppiando in un pianto silenzioso sulla sua spalla.
“Lo sai che non mi devi far preoccupare in questo modo!”, esclamò, a metà strada tra l’arrabbiato e il sollevato.
“Mi dispiace, scusami!”.
“Lo so, è tutto finito! Tutto finito…”.
 
Claire levò lo sguardo oltre la sua spalla.
Attorno a loro, i campi della periferia romana riposavano nel loro gelido sonno simile alla morte.
Roma, la città in cui era nata.
La città in cui era morta.
La guerriera chiuse gli occhi, appoggiando il capo sul petto di Teresa.
Il suono ritmico del suo cuore ibrido fu l’unica cosa che le ricordò di essere ancora viva, nonostante tutto.
“Portami via di qui”, fu tutto quello che riuscì a dire.
Teresa sorrise, sollevandola tra le braccia e allontanandosi nella notte.
“Andiamo, sorellina”, disse. “Abbiamo molte cose da fare”.
 
*
 
Un’alta figura osservava la città dall’alto, il vento gelido proveniente da nord le scompigliava i lunghi capelli biondi sciolti sulle spalle.
“Anche l’ultimo yoki è sparito”, disse a un certo punto, rivolta alla figura vestita di nero in piedi alle sue spalle.
“La Risvegliata è stata abbattuta?”, domandò questi con calma.
“Non c’è più traccia del suo yoki. Quindi la battaglia è finita”, ripeté Galatea con una leggera punta di impazienza nella voce.
 
“Molto bene”, concluse l’uomo con un’espressione machiavellica dipinta sulle labbra. “Torna laggiù e finisci il lavoro. Che nessuno sia in grado di raccontare ciò che è accaduto questa notte”.
La guerriera batté i tacchi seccamente, facendo per discendere dalla rampa di scale che l’avrebbe condotta nel cuore dell’Urbe.
Non era ancora sparita, quando la voce del suo capo la richiamò all’ordine.
“Considera che qualunque presa di iniziativa da parte tua sarà considerata alto tradimento”, ribadì.
In tutta risposta, Galatea gli rivolse un lieve sorriso.
“Sarà fatto”, rispose prima di sparire simile al più silenzioso e letale dei fantasmi.
 
 
 
Fine
Prima Parte
*



 
Ebbene sì, questo è proprio l'ultimo capitolo :'(...per ora! Infatti, con l'anno nuovo le nostre Claymore torneranno più forti e incazzate che mai! Che cosa credevate, che avrei lasciato Priscilla svergognata e impunita, Claire con il cuore spezzato, l'Organizzazione ai suoi sporchi affari e Easley impegnato a sbudellare il mondo intero? Nossignori! XD Tante altre avventure, nuovi personaggi e battaglie epiche vi aspettano nella seconda e addirittura nella terza parte di questa fanfiction * e fortuna che il progetto originario prevedeva solo una decina di capitoli...tanto, chi avrebbe mai letto uno sclero letterario del genere? *
Per questo, godetevi le vostre vacanze, cari i miei cacciatori di demoni e yoma affamati: nel mentre, la vostra Fedra si impegnerà a rendere il nuovo anno più folle che mai! XD

Rettifichiamo subito un paio di cosette che faranno storcere il naso a molti lettori in questo capitolo.
La prima è Claire. Il fatto che Teresa la sollevi come un sacco di patate e lei, nel mentre, non le faccia fare la stessa dolorosa fine di Raki è dovuta al semplice fatto che, tra lo stato da semiumana e quello da Risvegliato completo, c'è sempre un momento di stasi, in cui il soggetto cade in una sorta di apatia dovuta allo scontro finale tra la coscienza umana e la bestialità demoniaca. Ovviamente, la cosa dipende molto dalla guerriera in questione. Un esempio molto lampante è il Risveglio parziale di Jean, di cui parleremo più avanti. Per Claire, basta la sola presenza di Teresa a impedirle di farle del male sul serio. Si tratta di un fenomeno del subconscio, assolutamente incontrollabile.
Poi, spero solo di non aver capito male dalle lettura del manga.
Una cosa simile avviene in Priscilla, che PER FORTUNA non si Risveglia, non avendo realizzato completamente che la ragione di tutti i suoi mali si trova davanti a lei, ma sicuramente ha intuito qualcosa * e sopratutto che quel qualcosa è molto legato a Raki *, ergo da adesso in poi gli si appiccicherà come una cozza, finché non avrà raggiunto il suo perfido scopo.
Ooops, mi sono lasciata sfuggire qualcosa? Raki potrebbe essere ancora vivo? Ebbene sì, non avendo specificato DOVE è stato colpito: del resto, potrei forse accontentarmi di farlo morire in maniera così miseranda, senza averlo prima bollito a dovere?
A proposito di bolliture...mio marito sta preparando una piccola OS dedicata al nostro granchietto e tutto quello che ha intenzione di fargli per prepararlo degnamente alla Seconda Parte, quindi vi prego di non defenestare i vostri dispositivi dopo la lettura di questo capitolo e di pazientare ancora qualche giorno ;)

E dunque passiamo agli ultimi ringraziamenti.
Un grazie con tutto il cuore ai miei magnifici recensori: mio marito Xephil, la mia sorellona Angelika_Morgenstern, le mie adorabili e affezionate SognatriceAocchiAperti, bienchen e 92Rosaspina e i simpaticissimi e instancabili AlanKall e DeadNote666 per le loro splendide, appassionate e sempre puntuali recensioni.
Un grazie anche a tutti i miei lettori silenziosi * in particolar modo un nutrito gruppetto delle mie parti, di cui ogni tanto mi arriva la voce * che in tutti questi lunghi mesi hanno letto e seguito: spero davvero di fare la vostra conoscenza, un giorno.
E poi un grazie di cuore a tutti coloro che hanno inserito questa storia tra le Preferite, Seguite e Ricordate: ragazzi, siete splendidi! XD

Un grazie speciale va anzitutto alla mia sorellona Angelika_Morgenstern per avermi acchiappata per le orecchie, messa di peso davanti al computer e incitata a scrivere questa fanfiction in un momento di depressione totale, dopo avermi spoilerato l'intero Claymore e avermi avviata a questo tunnel senza uscita iniziando dall'episodio finale: potrò mai ringraziarti abbastanza per tutto questo? <3

Un altro grazie immenso va a mio marito Xephil, conosciuto proprio grazie a questa fanfiction e da lì, dopo aver incrociato le nostre penne, la storia la conoscete: Anata Daischi, mio caro, folle, unico, piromane, scatenato, irresistibile, meraviglioso uomo e scrittore <3 <3 <3 Sono fiera di te e di averti al mio fianco! :)

E un grazie lo devo anche a te * pluralia tantum * che mi hai calpestata, umiliata e fatta soffrire come una bestia credendo di aver spento per sempre il mio sorriso. Grazie perché ogni male procurato da te è stato riversato in questa fanfiction e mi ha permesso invece di conoscere tante persone meravigliose, che mi hanno sostenuta, aiutata, supportata e mi hanno resa la donna che sono oggi, fiera e felice. Dalla tua ferita sono nati fiori, dietro di me solo cenere. E, come promesso, sono rinata come una fenice. Grazie di cuore...e forse sarò stata anche troppo buona.
Come dice il buon detto, Dio vi raddoppi tutto ciò che mi augurate.

Bene, e ora non resta che farci tantissimi auguri per un fantastico Natale e un inizio di nuovo anno pieno di sorprese, avventure e, perché no?, tanti demoni da affettare! XD
Vi voglio bene, gente meravigliosa! E spero di avervi al mio fianco anche in futuro!

A presto :)

Vostra,
Fedra
 

 
 
 
   
 
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