Anime & Manga > Tokyo Ghoul
Ricorda la storia  |      
Autore: thyandra    19/12/2015    1 recensioni
{Tematiche delicate: tortura psicologica, follia, cannibalismo; Spoiler tokyo ghoul :re 31 e seguenti; Introspettiva; Angst; Missing moment; Seidou!PoV}
"Risa ebbre ti carezzano il capo nella più atroce tortura, mentre le sue labbra blasfeme e sensuali consumano il peccato più dolce della carne, chiudendosi sulla pelle delicata del suo pasto e stracciandola. Sangue tinge la sua intera persona ma lei non sembra curarsene, sorridendo estatica del suo atto di trasgressione alla creazione, sublimando la propria essenza, la propria natura divina e distruttrice, coprendosi di quel liquido battesimale e gioendo della corruzione di quel principio di vita fatto di globuli rossi e piastrine. Ride, consapevole di essere Morte, schernendo la tua esistenza ibrida e fallace. Il suono della tua follia tace per un istante, condannandoti."
:::
(Partecipante alla challenge invernale "Poeti maledetti", indetta dal gruppo "Gli scrittori maledetti - sezione anime e manga") Un anno dopo arrivo anche io XD
Genere: Angst, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Takizawa Seidō
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!, Tematiche delicate
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Stai dormendo, almeno questo riesci a capirlo.

Un brusio lieve, appena accennato. Voci in lontananza. Qualcosa di solido alle tue spalle.

Dove mi trovo? Non lo so. Bugiardo. Non lo so.

Allunghi il collo per guardarti oltre la spalla. Diaaamine, la testa ti fa così male!

Che cos'è questo posto? Non lo so. Un'altra bugia. Buio circonda le tue carni. Cos'è quel freddo che ti sta facendo raggelare fin nelle ossa? Dolore, dolore, dolore.

Tenti di aprire gli occhi ma la tua mente si rifiuta di accettare l'azione. Mattina. Luce tra le persiane, devo andare a lavoro. Nononono. Non hai più un lavoro. No. Certo che ce l'hai. E sei pure in ritardo. Uh, fa freddo qui dentro, non è vero?

Ti concentri sulle tue braccia, non riesci quasi più a sentirle. Sembra quasi che non siano più le tue, oh, ma che sciocchezza, certo che sono le tue, non sei mica una bambolina componibile, ah, eppure il freddo laggiù non arriva, che strano. Separate, separate dal resto del corpo, leggere e inconsistenti e molli come marmellata-- ah, la marmellata della nonna, delicata, dolce marmellata di pesche... Chissà se le tue braccia hanno lo stesso sapore, adesso...?

Un cigolio metallico, una porta aperta, qualcuno che raccoglie qualcosa.

Galleggi nell'aria, la tua mente leggera e distante, in dormiveglia. Il tuo corpo senza peso si culla di quella sensazione, atrofizzando tutto il resto. Dov'è che sei? Ah, non ne sei sicuro, ma laggiù in basso credi di scorgere una casa familiare. Quelle pareti gialle le riconosceresti tra centinaia. Che cattivo gusto. Sudi freddo, realizzando di aver sul serio pensato quella critica. Se la mamma l'avesse sentita, t'avrebbe tirato le orecchie così tanto da far male. Male. Dolore. No. Un prurito all'orecchio destro. Passi che riverberano nella stanza vuota. Nononono, mi ha sentito, cavolo, sta venendo a rimproverarmi, che palle. Un suono metallico, un attrezzo raccolto dal pavimento. Sudore lungo la schiena, rabbrividisci. Gli abiti logori non ti tengono per nulla caldo.

Un guaito prolungato, Lokki s'accuccia alla tue gambe e tu sorridi. Non c'è nulla da temere, è solo la mamma. Solo la mamma. Una testa che emerge dallo stipite della porta, il viso paffuto ricoperto di crema di bellezza. Soffochi una risata che ti sarebbe costata un'altra settimana di lavori forzati nel negozio di famiglia; tutto, fuorché quello. La mamma regge in mano un paio di pinze che gocciolano una sostanza rossa. Lokki guaisce ancora, ai tuoi piedi, tu gli fai i grattini dietro le orecchie, tentando di calmarlo. È solo la mamma. Sangue gocciola sul pavimento a scacchiera. Freddo lungo la schiena. La tua testa è pesante. Stai dormendo. È solo la mamma.

Chiudi gli occhi forte.

Non ti svegli.

Adesso riesci a percepirlo, quell'odore che permea l'aria e che non ha niente a che vedere col profumo di marmellata. Sangue.

No. È solo un sogno, stai dormendo. Dormendo, sì, è vero. La casa al mare coi suoi muri gialli. Oh, quanto l'hai odiata nei pomeriggi primaverili, hai quasi sperato che la scuola ricominciasse più in fretta!

Qualcosa raschia contro la parete accanto al tuo orecchio destro. È Lokki. Senti il suo nervosismo. Un tic nervoso, le tue labbra hanno uno spasmo. Stai solo dormendo, ne sei consapevole.

L'odore di quel sangue rappreso si mischia a quello di feci umane, pizzicandoti le nari sensibili, e reprimi una smorfia. Nausea. Serri le palpebre. Doloredoloredolore. Stai per vomitare. Lokki abbaia ai tuoi piedi e tu allunghi una mano per accarezzarlo. Lui ti mostra la pancia per segnalarti che apprezza le tue attenzioni e tu abbassi la guardia. Non c'è niente da temere. Il tuo sorriso s'allarga. È solo un sogno, niente da temere. Il suo pelo è soffice sotto le tue mani. Sangue rappreso tinge le tue unghie di nero, sporca il manto morbido di Lokki. Batti le ciglia e le tue mani non hanno nulla di strano. Devi essertelo immaginato. Lokki non guaisce più. Il peggio è passato. Sospiri. Che stai dicendo? Non c'era nessun peggio, ti correggi mentalmente, infastidendoti per la facilità con cui ti fai sempre suggestionare. Da cosa?

Te ne sei dimenticato.

Non è vero.

Nel tuo stomaco c'è solo bile, hai già vomitato tutto il resto. Accarezzi ancora Lokki dietro le orecchie. Il tuo sorriso si allarga.

Sei già stato qui. Hai già fatto questo sogno.

Non è vero.

Dov'è andata la mamma?

Paura, paura, paura.

Di cosa sei così spaventato, Takizawa? È una normale indagine di routine.

Per l'amor del cielo, chiudi quella bocca per una volta, Mado.

Quella debolezza ti ucciderà, Takizawa. Rendi la tua paura la tua nuova forza.

S-sta zitta!

L'umiliazione ti tinge le guance di rivelatorio rosso.

Perché tremi, Takizawa? Non c'è nulla da temere.

Freddo pungente ti perfora la schiena. Sai di esserti addormentato in una posizione scomoda, la scorsa notte.

Dov'è la mamma?

Non lo sai.

Bugiardo.

È la verità.

Stai mentendo.

Un altro tic al labbro. Lo mordi fino a sentire il sapore del sangue sulla tua lingua erratica. È delizioso. Lokki guaisce ancora, si allontana da te. Lo chiami per nome ma lui ti mostra i denti in un ringhio ostile.

Sono io, Lokki.

Continua a ringhiare.

Sono io!

Il suo esile corpo è preso dalle convulsioni, bava sul muso. Il suo pelo è ritto come se stesse affrontando un nemico. Stai mentendo.

Io chi?

Porti le mani ai capelli. Lacrime già ti pungono gli occhi.

Non lo so più.

Lokki attacca.

La stretta delle tue mani sul cuoio capelluto si fa più forte. Strappi alcune ciocche mentre la tua visuale viene offuscata dalle lacrime. Ti guardi le mani. I tuoi capelli sono bianchi come la morte. Un singhiozzo sfugge alle tue labbra, mischiandosi al sangue della ferita che ti sei inflitto da solo. Crolli sulle ginocchia. È solo un sogno.

Lokki ti morde una gamba, ma tu non senti nessun dolore. Non a livello fisico.

Ti svegli con un urlo squarciante nella tua fredda prigione, i polsi che combattono per liberarsi da quelle catene che raschiano sangue sulla tua pelle già piena di escoriazioni ma che continua a rigenerarsi, inesorabile, sorda alle preghiere della tua umanità, e i respiri che nel tuo panico aumentano di frequenza; un paio di occhi sorride di gioia folle e distruttrice, facendo capolino da un cumulo di bende.

Ironico, quello che vai in pezzi sei tu, avresti pensato, se questo fosse stato un altro rapporto sulla carta o un notiziario alla tv.

"Ben svegliato, Takizawa" ti salutano con sincera follia le pupille prive di compassione del ghoul. Hai freddo fin nelle ossa e adesso ti sei ricordato perché.

 

x.

 

Prendere un uomo, togliergli il libero arbitrio e banchettare con le sue emozioni. Labile, sempre più labile, il confine della propria moralità.

Se tu sei giustizia, perché il tuo giudizio glissa sulla tua persona?

Se tu sei sicurezza, perché il tuo nome è Paura?

I catenacci ti lacerano le caviglie, non badi loro. I tuoi movimenti repentini, spasmi nervosi ai muscoli irrigiditi dalla cattività; bava alla bocca, ti lecchi le labbra. L'umano ti guarda con terrore negli occhi, come tu fossi una bestia. Ridi, sguaiatamente. Gocce di saliva sul pavimento lordo, un gorgoglio gutturale che somiglia alla bestemmia di ogni tua ideologia. Non lo senti.

Se sei un essere umano, perché l'odore del terrore che riesci a sentire sovrasta chiaramente qualsiasi altro fetore di liquami corporei che pregna l'aria?

Ti agiti e le catene risuonano della tua follia. Schiamazzi, urli, ti scagli contro quell'uomo che ti sta mettendo idee assurde in testa, ma i catenacci ti tengono lontano e lo sbattere contro la parete per l'impeto del tuo attacco non soddisfa la tua frustrazione.

Umano, umano, umano. Piange, l'umano. Si raggomitola lontano da te.

Ti tieni la testa tra le mani. Le unghie perforano il tuo cuoio capelluto e l'odore del tuo stesso sangue ti tormenta.

Ma l'umano chi?

Io, ioioio. Digrigni i denti così forte da sentirne la rottura e l'immediata rigenerazione. Ingoi. La tua lingua secca fatica a compiere l'operazione.

Risa femminili. Lacrime sul tuo viso. Guardi con occhi attenti il profilo della tua persecutrice, pazientemente seduta in una pila di bende che carezzano con voluttà le curve della sua carne. Il suo odore ti tenta le narici come un frutto proibito, e pensi che odori di mela. Fatela smettere, basta, vi prego, farò quel che volete ma fatela smettere fatelasmetteresmettere smettere-- La mela maledetta del giardino dell'Eden. Eva tentatrice sorride, conoscendo il serpente che già si muove sulle tue carni sussurrando parole suadenti. I tuoi occhi seguono come in trance i suoi movimenti sensuali e predatori verso l'uomo nell'angolo. Brami il dominio che leggi in ogni suo atteggiamento; ti repelle e ti attrae il pensiero che lei non te ne reputi degno. Non sei secondo a nessuno, nemmeno alla Morte.

Trattieni il respiro. Lei gli carezza il viso con un palmo sottile, sollevandolo a guardarla negli occhi. L'uomo trema e tu ti mordi le labbra fino a sentire sangue. Conosci quella sensazione. Ne sei schiavo anche tu.

Lokki ti fissa con occhi pietosi, al suo fianco. Tu non ricambi l'attenzione, distratto dal profumo di quella polpa succosa e dolce. L'odore della morte già danza nell'aria e tu lo inali a pieni polmoni. Quando hai ripreso a respirare?

"Ti compatisco," dice d'un tratto Lokki. Non l'ascolti.

Osservi le dita di lei spostarsi sul suo collo con iridi voraci. Impari a memoria lo sgranarsi di quei suoi occhi pieni di lacrime. Non senti il frastuono delle sue vertebre recise strapparti per sempre la sanità mentale, perché nello stesso istante qualcosa nella tua mente si è irrimediabilmente spezzato.

"La tua volontà è debole," dice Lokki, e la sua voce suona come la tua, solo più puerile. Concordi silenziosamente; ancora per poco.

La tua salivazione raggiunge livelli animaleschi e tu ti abbandoni all'istinto più primordiale di tutti, quello della sopravvivenza. Le catene bloccano ancora una volta l'accesso alla tua preda e il tuo stomaco gorgoglia inesorabile, impietoso, mentre l'imperativo di Mangiare obnubila quello di qualsiasi altro sentimento precedentemente umano.

“La differenza tra un cento pieno e un novantanove non è di una sola cifra,” dice lei, e le sue labbra si stendono su denti perfetti, trafiggendoti l'anima. “Essere secondi è solo una consolazione, per chi perde.” Dita si muovono con lentezza esasperante, flettendo avanti e indietro, come una bambola, il capo molle di terrore della sua vittima. “Fin quando c'è qualcuno sopra di lui in graduatoria, non è altro che un perdente.”
La Fame ti contorce le viscere e tu bevi ognuna delle sue parole, inconsapevole del potere che hanno sulla tua anima. "Ciò di cui hai paura," continua, e la sua voce vibra di gioia irriverente e dominatrice, mentre piega menzogne e verità a suo capriccio, con toni da amante, “È il portale verso la morte che ti sta di fronte.”

Inali. Ogni muscolo nel tuo corpo raggela.

“Non resta che far sì che tu stesso diventi Morte.” Una pausa, e l'umano piange pateticamente. I tuoi occhi si fissano nell'abisso discordante delle iridi di Eto, dicotomia della sua essenza. Ti ubriachi di quell'illusione di potenza e non senti neanche la saliva seccarsi sul tuo collo scoperto; vulnerabile. Il sangue pulsa nelle tue vene, nelle orecchie una cacofonia di tamburi che copre ogni altro suono. “Diventando Morte tu stesso, non la temerai più.”

Scioccamente le credi, perché quegli occhi stanno guardando proprio te, mentre avvicina il capo a quel nutrimento indegno.

Risa ebbre ti carezzano il capo nella più atroce tortura, mentre le sue labbra blasfeme e sensuali consumano il peccato più dolce della carne, chiudendosi sulla pelle delicata del suo pasto e stracciandola. Sangue tinge la sua intera persona ma lei non sembra curarsene, sorridendo estatica del suo atto di trasgressione alla creazione, sublimando la propria essenza, la propria natura divina e distruttrice, coprendosi di quel liquido battesimale e gioendo della corruzione di quel principio di vita fatto di globuli rossi e piastrine. Ride, consapevole di essere Morte, schernendo la tua esistenza ibrida e fallace. Il suono della tua follia tace per un istante, condannandoti.

Senti una voglia irrefrenabile di ringraziarla, come un cane felice, quando lei ti lancia le ossa di quel che era stato un essere umano. Per un istante meraviglioso e inconscio non ti senti secondo a nessuno, tanto meno te stesso. La Fame ti deruba anche di quello.

Stringi tra le mani scosse da tremiti violenti le ossa della tua vittoria, estatico, e le tue labbra nere si stendono nel sorriso della tua follia, prima di avvicinarvisi. Emuli l'annientamento della tua anima e ne sei felice.

"Addio," dice Lokki.

Il teschio spolpato che stai baciando ha il volto di Takizawa Seidou, ma non le sue carni.

 

x.

 

Nel silenzio di quella notte, ti svegli con sudore freddo lungo la schiena, ma neanche vi presti attenzione. Il cranio di tuo padre giace ancora nel tuo blasfemo grembo, mentre lo culli con una ninna nanna funebre.

Addio, rispondi, ma Lokki non c'è più.















L'angolino di thyandra: Innanzitutto grazie se siete ancora qui. Siete persone coraggiose. XD
Come ho detto nell'introduzione, questa storia partecipa alla challenge invernale indetta da questo gruppo (x), anche se arriva con un anno di ritardo (!). Il pacchetto scelto era "Ophelia". la citazione di Rimbaud che ho deciso di seguire la seguente: "Scrivevo silenzi, notti, segnavo l'inesprimibile. Fissavo vertigini." Presenti sia il rating che il tema centrato sulla follia (almeno spero XD) 
Per l'interpretazione di questo guazzabuglio di cose poco chiare, lascio a voi, fantomatici lettori(?), il piacere di trovarvi il vostro significato. Sarebbe riduttivo, da parte mia, darvene uno unico. In fondo, è follia anche questa, no? Leggere parole e ricercarvi dentro pezzi di anima :)

Ah, prima di salutarci: Se siete ancora qui (persistenti, eh?), mi farebbe davvero piacere che lasciaste un commento, in positivo o negativo che sia. È da un po' che non vedo questa sezione, e la prima volta in assoluto che tocco :re :')
Bisous,
thyandra

  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Tokyo Ghoul / Vai alla pagina dell'autore: thyandra