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Autore: ladyflame    07/03/2009    11 recensioni
[Dedicata a WhiteRose88, con tanto affetto]
"<< Vuoi metterti qualcosa addosso?!? >> Urlò all'improvviso Sora scuotendo la testa.
Riku sghignazzò non muovendosi di un solo centimetro.
<< Magari potrei mettermi i miei boxer, saresti così gentile da darmeli? >> Lo prese in giro.
Il brunetto lo guardò negli occhi confuso [...]
<< Sulla tua testa, scemo. >>"
(Principale: RikuxSora)(Secondaria: AxelxRoxas)
Genere: Romantico, Commedia, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Axel, Riku, Roxas, Sora
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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NOTE INIZIALI:

NOTE INIZIALI:

 

Questa è la primissima Fic che posto in questo fandom, spero vivamente che vi piaccia: ovviamente si tratta di una RikuxSora, coppia e personaggi (in particolare il primo) che amo profondamente, semplicemente perfetti assieme *ç*!!

E' una Shot particolarmente lunga, come avrete notato, ma spero che non vi facciate intimidire e che la leggiate comunque: WhiteRose88 mi ha minacciato di morte certa se non l'avessi pubblicata e quindi eccomi qui, ovviamente la storia è dedicata a te tesoro, anche se l'hai già letta e mi hai già coperto di complimenti! Troooooppo buona!

Buona lettura, ci vediamo in fondo!

P.S.: accenni anche della coppia AxelxRoxas

 

P.S.S: La storia è una mezza AU: l’organizzazione XIII non è mai esistita (non almeno nel senso in cui la intende il gioco) ma Sora è comunque il detentore del Keyblade e ha salvato mondo e universo per due volte. Che so, immaginatevi due ondate di Heartless o qualcosa del genere, comunque capirete meglio leggendo…

 

P.S.S.S: I punti narrati in corsivo sono ovviamente dei FlashBack. Adesso non vi rompo più, potete davvero cominciare a leggere!

 

 

 

[Dedicata a WhiteRose88, con tanto affetto]

"<< Vuoi metterti qualcosa addosso?!? >> Urlò all'improvviso Sora scuotendo la testa.

Riku sghignazzò non muovendosi di un solo centimetro.

<< Magari potrei mettermi i miei boxer, saresti così gentile da darmeli? >> Lo prese in giro.

Il brunetto lo guardò negli occhi confuso [...]

<< Sulla tua testa, scemo. >>"

(Principale: RikuxSora)(Secondaria: AxelxRoxas)

 

 

 

Scommessa

 

 

 

Entrò nella stanza chiudendosi lentamente la porta alle spalle, cercando di evitare anche il più piccolo rumore: in quel momento si sentiva esattamente come un criminale, uno sporco ladro o un moccioso colto in fragrante dalla madre per aver rubato un biscotto dalla mensola della cucina senza il permesso.

Il sole splendeva alto nel cielo, tuttavia la camera era immersa quasi completamente nell'oscurità e nel silenzio, se non fatta eccezione per il debole scroscio proveniente dalla stanza adiacente.

"Stupido, stupido, stupido!" Imprecò mentalmente piangendosi addosso.

Eppure era risaputo, no? Se la fortuna era famosa per la sua cecità, la sfiga, invece, lo era per il suo mirino 360 gradi che colpiva chiunque, specie se il soggetto in questione portava il nome di "Sora" ed era una sorta di parafulmini per le catastrofi!

Accidenti, avrebbe potuto fare concorrenza serrata a Paperino, questa volta aveva davvero toccato il fondo! La dea bendata era stata incredibilmente crudele e, probabilmente, ora se la stava ridendo sotto i baffi assieme a quello stronzo di Roxas!

Era colpa sua, colpa di quell'idiota e, ancor più dolente, del sottoscritto: se non avesse accettato quella stupida scommessa, se fosse rimasto zitto e non avesse raccolto quella provocazione, ora non si sarebbe ritrovato in quel paradossale guaio di dimensioni cosmiche!

E invece no! La sua testa vuota gli aveva impedito di ragionare e, ancora una volta, stava per infangare ulteriormente la sua già bassissima reputazione.

Tese l'orecchio concentrandosi sui leggerissimi e impercettibili rumori provenienti dal bagno: Riku si stava facendo la doccia. Aveva spiato l'amico per tutto il tempo quel giorno tanto che, ad un certo punto, il ragazzo in questione gli aveva chiesto se per caso non si fosse innamorato di lui.

LUI innamorato di RIKU?!? Come no...

Aveva aspettato pazientemente che l'albino si decidesse a farsi il bagno ed ora eccolo lì, con lo sguardo sgranato e terrorizzato, le mani sudate e colpevoli per un crimine non ancora commesso e la coscienza sporca, confermata dal rossore tinto sulle sue guance.

Come diavolo era potuto succedere?

 

 

<< Secondo te dovrei buttarmi? >> Gli domandò il ragazzo assorto nei suoi pensieri: se ne stava steso sul letto, gambe divaricate e braccia abbandonate lungo i fianchi.

Sora lo guardò leggermente confuso, non capendo esattamente dove il castano volesse andare a parare: non era mai riuscito a capire bene la psicologia contorta di Roxas, senza contare il fatto che quello cambiava argomento ogni due parole facendogli perdere il filo del discorso.

<< Provare a fare cosa? >> Domandò ingenuamente.

Per tutta risposta l'altro gli scoccò un'occhiataccia feroce, poi si voltò a guardare il panorama fuori dalla finestra, soffermando la sua attenzione su una sagoma nera dai capelli rosso fuoco.

<< Dici che dovrei parlargli e... dichiararmi? >>

Il detentore del Keyblade sgranò gli occhi incredulo, guardando a sua volta l'uomo che stava fuori e che aveva immediatamente riconosciuto: Axel, quel pazzo scatenato con manie di piromania!

<< Ti sei preso una cotta per quel tipo?!? >> Urlò incredulo.

Roxas lo guardò seccato, poi si alzò rapidamente in piedi e mosse qualche passo verso la porta: Axel faceva parte di una banda chiamata "Organizzazione XIII", un gruppo di persone che si divertiva a terrorizzare il quartiere nel quale vivevano. Grazie al cielo non sembravano avere alcun legame con gli Heartless e compagnia bella, altrimenti sarebbero stati guai ingestibili per tutti!

Conoscevano il rosso da qualche anno ormai e si poteva dire che avessero costruito un'amicizia più o meno solida, ma mai e poi mai Sora si sarebbe sognato che un giorno il suo amico si sarebbe potuto prendere una cotta per lui!

<< Vado a parlargli! >> Annunciò fieramente, probabilmente cercando di farsi coraggio.

Per qualche istante Sora rimase allibito, con la bocca semiaperta a fissarlo, poi scoppiò a ridere rotolandosi per terra: glie lo doveva riconoscere, quell'idiota aveva davvero coraggio da vendere... no, forse era solo incoscienza!

<< Hai finito? Dovresti incitarmi e aiutarmi, e invece te ne stai lì a fare il cretino! >> Lo rimproverò arrabbiato il castano.

<< Scu... Scusa... >> Balbettò il giovane asciugandosi le lacrime dovute al troppo ridere. << Ma davvero non riesco a crederci, senza contare il fatto che secondo me non avrai mai il coraggio di fare una cosa così azzardata! E' come buttarsi tra le fiamme del fuoco! >>

<< Spiritoso... >> Rise ironicamente l'altro, poi si voltò dandogli le spalle e tese debolmente la mano verso la maniglia della porta, ritraendola poi poco dopo sconfitto.

Sora scosse la testa divertito.

<< Nah, lascia perdere! Rischi di svenirgli davanti, visto il coraggio da leone che stai dimostrando! >>

<< Va a quel paese! Vedrai che ce la faccio! >>

<< Certo, certo... >>

<< Vogliamo scommettere? >>

Il brunetto spalancò gli occhi sorpreso, non aspettandosi una proposta del genere: scommettere? Non era mai stato il suo forte, non era particolarmente fortunato e lo sguardo improvvisamente serio e sicuro dell'amico lasciava presagire solo il peggior male possibile... ma se si fosse ritirato avrebbe fatto la figura del codardo, di quello che scappava davanti alle più piccole difficoltà e che se la faceva addosso!

No, aveva una reputazione da difendere ed era terribilmente orgoglioso...

<< D'accordo, ci sto! Cosa scommettiamo? >> Domandò senza riflettere adeguatamente: aveva appena firmato inconsapevolmente la sua condanna a morte.

Quale catastrofe si stava per abbattere su di lui!

Roxas ghignò soddisfatto, bruttissimo segno: dove diavolo era sparita tutta quell'insicurezza che andava dimostrando solo pochi secondi prima?

<< Allora... se io non riesco a dichiararmi, prometto che bevo un intero cartoccio di latte freddo... >>

Sora lo guardò sempre più sorpreso e colpito: Roxas odiava profondamente il latte, era risaputo persino dai granelli di sabbia dell'isola sulla quale vivevano.

Perché stava puntando così in alto?

<< D'accordo... e se dovessi perdere io? >>

 

 

Si diede nuovamente dello stupido, combattuto tra l'ardente desiderio di darsela a gambe e sbattere la testa contro il muro fino a spaccarsela: non poteva scappare, non era nel suo stile farlo! Che figura ci avrebbe fatto?

Ansimò preoccupato avvicinandosi al bagno dove Riku si stava facendo la doccia.

"Dovrai rubare i boxer a Riku da sotto il naso!"

Deglutì prendendo a testate la parete: perché era così autolesionista? Alla fine Roxas si era dichiarato e, incredibilmente, Axel aveva addirittura corrisposto! No, evidentemente il mondo doveva avercela con lui per qualche motivo ben preciso, ma per quale? Non era stato forse lui a salvare la terra ben due volte in passato? E che dire di tutti i viaggi che aveva dovuto affrontare e di tutte le batoste che aveva incassato?

Fece una smorfia ripensando all'amico Paperino, il quale negli ultimi tempi aveva preso la pessima abitudine di sbattergli continuamente lo scettro in testa per ogni frase insensata che lui dicesse, praticamente 100, 200 volte al giorno: aveva ancora delle emicranie pazzesche ogni volta che ci ripensava!

Ma ora basta distrarsi: se voleva rubare i boxer di Riku, doveva sbrigarsi. Anche se l'amico passava secoli sotto la doccia, così che quando toccava a lui farla l'acqua calda era sempre finita ed era costretto a farsene una gelata, il tempo cominciava a stringere.

"Spero almeno che le mutande siano pulite!" Si disse mentalmente abbassando lentamente la maniglia della porta ed entrando in bagno: come vi mise piede, un'ondata di calore lo investì e vide quasi immediatamente l'ombra di Riku dilungarsi oltre il telo della vasca: anche se ne vedeva solo i contorni, lo riconobbe all'istante dalla capigliatura e dal fisico scultoreo e praticamente perfetto.

Perché non poteva essere come Riku? Perché il suo corpo sembrava ancora quello di un ragazzino delle elementari? Che fosse un'altro tiro mancino, questa volta giocatogli addirittura da madre natura?

"Se riesco ad uscirne vivo senza che Riku mi ammazzi, giuro che... che..." Ci pensò su non riuscendo a trovare niente di abbastanza grandioso da mettere sullo stesso piano della propria sopravvivenza, poi s'illuminò. "Giuro che mi dichiaro anch'io!"

Si accovacciò a terra strisciando lungo il pavimento, evitando alla meglio tutte le pozzanghere che incontrava mentre proseguiva: accidenti a quello stronzo, dopo sarebbe toccato ovviamente a lui pulire e, per quanto gli volesse un bene dell'anima, davvero non poteva sopportarlo quando lo trattava come una domestica!

Grugnì furioso ricordando un vecchio episodio avvenuto qualche tempo prima: chissà perché si ricordava sempre delle cose più spiacevoli nelle situazioni meno gradevoli!

Bestemmiò contro il riflesso del corpo dell'amico che, ignaro di tutto continuava ad insaponarsi i capelli e lavarsi sensualmente il corpo.

Era strano, si ritrovò a pensare leggermente dubbioso: l'albino era sempre stato un tipo particolarmente sveglio dagli occhi e orecchie particolarmente sviluppate, fargliela nel sacco era praticamente impossibile per tutti, specie per lui! Eppure questa volta ce la stava facendo...

Sorrise leggermente confortato: beh, se non altro stava imparando ad essere più silenzioso, gli sarebbe tornato sicuramente utile più in là nel tempo per giocargli qualche scherzo!

 

 

<< Riku sei cattivo! Perché non metti mai in ordine la tua camera? Dopo Kairi obbliga me a fare le pulizie e tu lo sai! >> Urlò Sora con voce stridula, sventolando due magliette dell'amico sotto i suoi occhi.

Il ragazzo, il quale se ne stava beatamente steso sul letto con le braccia conserte dietro la testa, si voltò verso di lui accennando un sorriso più simile a un ghigno.

<< Non mi sembra di averti chiesto di mettermi a posto la camera, devono essere state le tua manie di grandezza a farlo... >>

<< ...O forse le minacce di Kairi di annegarmi sott'acqua se non lo facevo! >>

<< Dio benedica quella ragazza! >>

<< Spiritoso! >> Mugugnò offeso il brunetto gettandogli sgraziatamente addosso alcuni indumenti sporchi: quando Riku si comportava in quel modo, lo faceva mandare letteralmente in bestia. Odiava quando si faceva beffe di lui e lo faceva sembrare uno stupido moccioso che non sarebbe mai riuscito a raggiungerlo, per la miseria no! Lui doveva raggiungerlo, lui doveva continuare a sfidarlo e a correre fino a quando non sarebbe riuscito a batterlo! Riku era quello che arrivava sempre primo mentre Sora continuava ad essere l'eterno secondo, ma ancora per poco! Ne era certo, ben presto sarebbe finalmente riuscito a sconfiggerlo e, anche se nelle condizioni attuali e col corpicino da ameba che si ritrova gli era praticamente impossibile riuscire nell’intento, era comunque orgoglioso di essere l'unico sull'isola in grado di tenergli testa!

<< Ti pregooooo Riku!! >> Lo supplicò con voce falsamente mielosa e paziente: sapeva che l'amico non sopportava quando cominciava a comportarsi in quel modo, quindi decise di rincarare la dose. << Lo so che, in fondo in fondo, ti comporti da grandissimo stronzo perché mi vuoi bene... >

<< Ti avverto che questo grandissimo stronzo non tanto in fondo sta cominciando a prendere seriamente in considerazione l'idea di usarti come straccio per pulire il pavimento! > Sghignazzò l'albino lanciandogli un'occhiata penetrante.

Sora mise il broncio arrossendo leggermente: gli occhi di Riku erano semplicemente bellissimi, profondi e luminosi come il sole mattutino e così espressivi e determinati da scavargli nel profondo fino a scrutare e scoprire ogni suo piccolo segreto.

Senza volerlo soffermò la sua attenzione sul corpo di quello, avvertendo una scossa al basso ventre: sembrava quasi che il suo "amico" stesse facendo le fusa più che soddisfatto dello spettacolo al quale stava assistendo. Effettivamente Riku era cresciuto ancora di qualche centimetro da quando erano tornati sull'isola, i suoi muscoli si erano ulteriormente sviluppati e i suoi capelli, un po' troppo lunghi sul davanti, erano diventati ancora più lisci e luminosi... o forse lo erano sempre stati? E da quando perdeva il suo tempo a contemplare quel grandissimo stronzo?

<< Sei antipatico Riku! >> Piagnucolò arrabbiato, anche se non precisamente con l'oggetto delle sue disperazioni e, da qualche tempo, trip mentali: più che altro, ce l'aveva a morte con sé stesso e con quella verità che non voleva accettare.

<< Tu invece sei simpaticissimo, ti informo che stavo dormendo poco prima che tu entrassi a razzo nella mia camera e tentassi di strangolarmi con quei vestiti! >> rispose ironico il giovane con uno sbadiglio.

L'altro fece una smorfia indignato voltando i tacchi e facendo per andarsene. Camminò rapido senza degnare della minima attenzione l'albino e quando tese la mano verso il pomello della porta per uscire, si sentì improvvisamente chiamare.

<< Sora... >>

Sussultò cercando malamente di nascondere la sorpresa e si voltò attendendo che dalla bocca di Riku uscissero nuove parole, quali esse fossero.

Rimase in silenzio studiando con troppa attenzione le labbra carnose e invitanti dell'amico, sempre tese in un sorriso strafottente e divertito: tutto sommato aveva imparato ad amare anche quelle maledette smorfie e prese in giro, anche se non capiva bene quando era successo.

<< ...Ricordati di chiudere la porta quando esci e i miei vestiti lavali a trenta gradi, mi raccomando. >>

Per tutta risposta, Sora gli sbatté la porta in faccia talmente forte che il pavimentò tremò per una manciata di secondi.

Era furioso e allo stesso tempo felice: la parola "gentilezza" non rientrava lontanamente nel vocabolario di Riku, ma la cosa ultimamente non sembrava turbarlo o dargli fastidio.

Si prese la testa tra le mani bestemmiando: quando era successo?

Quando si era innamorato di lui?

 

 

Si appiattì sul pavimento strisciando e finalmente adocchiando il tanto sospirato paio di boxer, proprio ai piedi della vasca.

"Coraggio" Si fece forza alzandosi e piegandosi in avanti, poi tese la mano tremante respirando sommessamente: ancora poco...

Si avvicinò ulteriormente, non prestando particolarmente attenzione alla pozza d'acqua sulla quale aveva poggiato il piede.

"Presi!" Esultò euforico mentalmente sbilanciandosi leggermente di lato.

Mossa sbagliata, terribilmente sbagliata!

In mezzo secondo, tutto il faticoso lavoro che aveva fatto per entrare in bagno e non farsi notare dall'amico venne mandato a monte: scivolò e cadde proprio dentro la vasca, urtando il corpo di Riku, il quale si ritrasse indietro di scatto sorpreso.

"No, maledizione no!" Sul punto delle lacrime, lottò come una furia per liberarsi dalla tendina che lo avvolgeva dalla testa ai piedi, mentre l'acqua gli entrava rapidamente nei vestiti bagnandolo completamente: era bollente, come diavolo faceva quel pazzo a resistere a temperature del genere?

Finalmente riuscì ad emergere ed alzò di scatto, rossissimo in volto, lo sguardo per incontrare quello allibito di Riku, anche se purtroppo la sua attenzione venne inevitabilmente distratta da "altri fattori".

Riku era nudo.

Si ergeva in tutta la sua magnificenza davanti a lui, un fisico scolpito e assurdamente perfetto, la pelle così lattea e lucente da sembrar di marmo. I capelli chiarissimi gli ricadevano sugli occhi bagnati, le innumerevoli goccioline accarezzavano ogni centimetro del suo corpo, scendendo e saggiando punti a tutti inaccessibili e proibiti, punti che ora erano davanti agli occhi di Sora.

Rimasero qualche istante in silenzio, incapaci di trovare le parole giuste per cominciare un discorso coerente, semplicemente non c'erano elementi per farlo: tralasciando il fatto che il brunetto era appena scivolato nella vasca da bagno, vestito di tutto punto e sapendo che c'era Riku sotto la doccia, cosa diavolo ci facevano i boxer dell'albino sulla sua testa?

Il più vecchio corrucciò la fronte decisamente sconcertato, incrociando le braccia al petto e analizzando segretamente divertito l'espressione allibita dell'amico, il quale stava cercando di coprirsi gli occhi con le mani per mascherare l'imbarazzo, anche se ogni tanto gli scappava una sbirciatina-ina-ina soprattutto su un punto in particolare...

<< Vuoi metterti qualcosa addosso?!? >> Urlò all'improvviso Sora scuotendo la testa.

Riku sghignazzò non muovendosi di un solo centimetro.

<< Magari potrei mettermi i miei boxer, saresti così gentile da darmeli? >> Lo prese in giro.

Il brunetto lo guardò negli occhi confuso: certo, era entrato per rubargli proprio quell'indumento, ma una volta caduto nella vasca li aveva persi. Come diavolo faceva il ragazzo a sapere che li aveva presi lui?

<< Sulla tua testa, scemo. >>

Si sentì morire quando, cercando di toccarsi i capelli come per verificare che l'affermazione dell'amico fosse vera, trovò della morbida stoffa, niente a che vedere con la sua capigliatura rigida e impiastrata di gel.

Si portò davanti agli occhi l'indumento, arrossendo ulteriormente e porgendolo all'altro, che però non se li mise.

Che figura di merda!

<< Ora cosa aspetti a vestirti? >> Borbottò voltandosi dall'altra parte: se non altro non gli aveva chiesto spiegazioni su quanto era accaduto.

<< Dovrei finire di farmi la doccia e tu dovresti fare altrettanto: sei insaponato e bagnato dalla testa ai piedi, ti beccherai qualcosa se non ti metti subito addosso qualcosa di asciutto. >

<< IO NON HO INTENZIONE DI FARE LA DOCCIA CON TE!! >> Urlò involontariamente il piccolino: ormai le tonalità del suo viso erano più viola che rosse.

Riku sorrise ironicamente.

<< E vorrei ben vedere, non è nemmeno tra i miei più arditi desideri se è per questo ma magari, se esci un momento e mi lasci finire, dopo potrai farti una doccia anche tu, o forse il tuo sviluppatissimo cervello aveva in mente qualcos'altro? Non è che ti aveva suggerito di soffocarmi con i boxer? Un piano davvero geniale, non c'è che dire, devo dire che ti avevo sottovalutato... >>

Sora aprì bocca allibito e leggermente frustrato: non sapeva se essere più sorpreso per la lunghezza del dialogo dell'amico oppure per l'ironia beffarda che gli aveva rivolto.

Si alzò in piedi e irragionevolmente cominciò a spogliarsi davanti allo sguardo rassegnato dell'altro: forse Riku era stato troppo buono ad ammettere che quell'idiota avesse un cervello...

<< E invece guarda un po', non voglio aspettare che tu faccia con comodo e intanto rimaner fuori a prendere freddo, quindi adesso facciamo la doccia assieme, che ti piaccia o no! >

Via anche i boxer, spintonò via Riku dal getto dell'acqua e prese il suo posto sfregando bene i capelli pieni di sapone.

L'albino incrociò le braccia squadrando velocemente dalla testa ai piedi il ragazzo: aveva un fisico magro e gracile, le spalle strette  e sottili, simili a quelle femminili, un corpo da moccioso che nonostante tutto aveva un certo fascino.

Sorrise malignamente avvicinandosi a Sora e mettendosi a sua volta sotto il getto dell'acqua, addossando il suo corpo a quello dell'altro.

<< Che... che stai facendo? >> Balbettò il più piccolo allontanandosi appena in tempo dalla pelle infuocata dell'amico: se fosse rimasto un solo secondo in più così a stretto contatto con lui, probabilmente si sarebbe vergognosamente smascherato, facendolo nei peggiori dei modi.

Controllò rapidamente verso il basso sperando di non trovare sorprese: no, grazie al cielo niente...

<< Secondo te cosa potrei fare dentro la vasca? Magari, se riesci a rintracciare il tuo cervello, quello riuscirà a darti una risposta... >

Sora arrossì furioso: perché Riku doveva sempre trattarlo come un bambino?

<< Sei cattivo! >> Piagnucolò cercando di spingerlo via con le mani, ma il ragazzo fu più veloce e lo afferrò per i polsi attirandolo a sé a pochi millimetri dal volto.

Inevitabilmente, il brunetto sgranò gli occhi incredulo e leggermente ammaliato: gli occhi di quel bastardo visti da così vicino erano addirittura più belli e perfetti che da lontano.

<< E tu sei un idiota Sora... >> Gli soffiò sulle labbra causando una scarica elettrica ai nervi del giovane.

Non riusciva a muoversi, era completamente e perdutamente in mano al volere e al gioco che stava conducendo l'albino, e la cosa non gli dispiaceva affatto: una piccola parte di lui gli urlava di ribellarsi e di non dargliela vinta così facilmente, ma d'altra parte era anche vero che per quanto lui combattesse, quel cretino vinceva sempre ed era continuamente un passo avanti a lui.

Quindi perché non risparmiarsi innumerevoli fatiche e arrendersi subito?

<< Mai... quanto te... >> Sussurrò di risposta con voce tremante.

L'altro sghignazzò soddisfatto, afferrando bruscamente e tirando i capelli del ragazzino indietro, poi avvicinando bruscamente il volto al suo orecchio e rispose.

<< Fino a prova contraria, non sono io quello che pur di avere un briciolo della mia attenzione, architetta di cadere accidentalmente nella vasca e per di più coi miei boxer in testa... >

Sora sgranò gli occhi allibito, tuttavia non riuscendo a muoversi: il suo corpo era come paralizzato per via di quel contatto e di quella pericolosissima vicinanza a Riku.

<< Non è vero, non mi interessa affatto attirare la tua attenzione! Tu non mi piaci neanche un po'! >>

<< Cercavi addirittura di far colpo su di me? Forse ho sottovalutato le potenzialità della tua mente diabolica... > Lo prese in giro quello.

<< Smettila, non sei divertente! E comunque volevo dire che tu... tu... >> Balbettò non riuscendo a trovare altre parole per continuare: in che razza di discorso si era imbarcato?

<< Io? >> Ripeté l'albino con un pizzico di malizia nella voce.

Le gambe di Sora tremavano: stava inevitabilmente cedendo.

<< Tu... io... >>

<< Sì? Cosa vorresti che facessimo io e te? >> Rincarò la dose.

<< NIENTE! Ti prego Riku lasciami andare, chiudiamo qui il discorso! >> Supplicò alla fine il poveretto, cedendo nella maniera più umiliante che potesse esistere: supplicare! Supplicare! SUPPLICARE MALEDIZIONE!!

Riku gli lanciò un'occhiata divertita e lasciò la presa su di lui indietreggiando di un passo: entrambi avevano dimenticato l'acqua che continuava a scendere bagnando i loro corpi e che nel frattempo si era notevolmente raffreddata.

Rimasero per qualche istante a fissarsi, immobili. Il più anziano incrociò le braccia al petto sorridendo divertito.

<< Non volevi andartene? >> Gli ricordò dopo cinque minuti di completo silenzio durante i quali erano rimasti a fissarsi, uno combattivo e furioso, l'altro divertito.

<< E' quello che voglio fare! >> Sbottò arrabbiato finalmente alzando una gamba per uscire dalla vasca.

Riku scosse la testa inclinandola di lato, seguendo ogni movimento e gesto dell'amico e sorridendo.

<< Sei davvero un idiota Sora... >> Disse tranquillamente con voce piacevolmente roca.

Il brunetto avvampò voltandosi di scatto per rispondere, ma qualcosa gli impedì categoricamente di farlo: si ritrovò addossato alla parete fredda e piastrellata, il corpo dell'altro pressato contro il suo e le labbra bollenti calcate sulle proprie.

Ci mise qualche istante per capire quello che stava succedendo, poi improvvisamente realizzò: Riku lo stava baciando, anche se quei morsi desiderosi e bramosi erano ben lontani dall'essere paragonati a baci tradizionali. Tuttavia lo trovò perfetto ed... eccitante: quella passione, quella furia, quel desiderio erano così ardenti e veri da essere così belli, incantevoli.

Ricambiò il gesto con una certa timidezza, e immediatamente anche l'altro rallentò il ritmo soddisfatto, leccando le labbra del brunetto con dolcezza: Riku non finiva mai per sorprenderlo, così duro e cocciuto all'esterno e ora così, così...

"Romantico?" Pensò ironicamente il giovane spingendosi verso di lui.

Purtroppo arrivò presto il momento della separazione: privi d'ossigeno, si staccarono uno ansimante, l'altro soddisfatto e si guardarono per qualche istante negli occhi senza spiccar parola.

<< Deduco che era questo quello che volevi che facessimo... o sbaglio? >>

Sora ridusse gli occhi a due fessure: possibile che anche in un momento del genere Riku riuscisse ad essere così incredibilmente bastardo?

<< O forse sei deluso perché ti aspettavi qualcosa di più? >>

<< RIKU!! >> Lo rimproverò il disgraziato arrossendo.

L'albino rise forte, poi uscì dalla doccia trascinandosi dietro l'amico.

<< E' meglio che ti asciughi in fretta: immagino che a quest'ora Kairi avrà già apparecchiato a tavola, non vorrai che ti ordini di mettermi a posto la camera per punirti del ritardo! >>

<< Non è giusto! >> Protestò Sora arrabbiato. << Kairi se la prende solo con me, a te non dice mai niente! >>

Quello si voltò e squadrò ironicamente il brunetto con aria superiore.

<< Sappi che non dico niente solo perché non riesco a capire se sei davvero stupido o fai semplicemente finta! >>

<< Antipatico... >> Bofonchiò l'interessato mettendo su un adorabile broncio.

Riku sorrise vittorioso avvicinando il volto a quello del più piccolo, il quale richiamò a sé ogni forza per non svenire di fronte a quegli occhi così magnetici e penetranti.

<< Tu mi daresti ordini Sora? >>

Il castano aprì bocca per rispondere, quando improvvisamente si accorse che non sapeva bene cosa dire: ordinare qualcosa a Riku? Semplicemente assurdo, fuori discussione! Per qualche strano motivo aveva sempre visto il ragazzo come una sorta di essere perfetto, un modello da cui trarre ispirazione per potersi migliorare e crescere. Riku era incomprensibile, fuori dalla sua portata, formulava ragionamenti così contorti e profondi da essere ignoti a chiunque, persino ai suoi due migliori amici e poi era sempre due passi avanti rispetto a loro: quando Sora usciva da casa per andare alla spiaggia, lui stava già nuotando tra le onde del mare; quando facevano una gara di corsa, ovviamente era sempre il brunetto a perdere, per non parlare di tutte le altre competizioni, come ad esempio la pesca o la "Chi beve più cioccolate calde con sale (portava un orribile ricordo di quella sciocca gara)" e tante altre che ora non gli venivano in mente.

Riku era avanti, ed era chiaro come il sole che un giorno sarebbe stato troppo lontano per poterlo raggiungere, ma finché le sue gambe lo avessero sostenuto e la sua cocciutaggine non gli avesse impedito di continuare, lui non avrebbe mai smesso di rincorrerlo e di desiderare di eguagliarlo.

Perché, anche se non lo avrebbe mai ammesso, lui desiderava essere come Riku e quell'adorazione e rispetto maniacale che provava nei suoi confronti, si era col tempo trasformato in qualcosa di più profondo e sincero: amore.

Le labbra dell'albino si posarono nuovamente su quelle di Sora, baciando il ragazzo dolcemente e avvolgendogli il volto tra le grandi mani: era il paradiso!

<< Ehi, aspetta un momento! >> Esclamò di punto in bianco il castano staccandosi dall'altro.

Riku incrociò le braccia al petto e attese pazientemente.

"E ora da che parte comincio?"

<< Ecco... io... no so bene come chiedertelo, ma... sono confuso e... >>

<< Pensi che stia giocando con te? >> Concluse quello evitando altre scene imbarazzanti per entrambi.

<< Perché devi essere sempre così diretto? Sai cos'è il tatto? Lo sai che sei davvero perfido?!? >>

<< No. >> Fu la risposta.

Sora si trattenne dal saltare addosso a quel bastardo: stava cominciando a perdere le staffe.

<< Non sai cos'è il tatto oppure non sai di essere perfido? >>

Il più vecchio sghignazzò soddisfatto.

<< "No" nel senso che non sto scherzando con te, Sora. >>

Il brunetto aprì bocca per replicare quando realizzò il significato di quelle parole: non stava scherzando, poteva leggerglielo negli occhi, per quanto questi potessero essere sinceri e, allo stesso tempo, traditori.

Chinò la testa incapace di sostenere il suo sguardo, quando si sentì afferrare la mano e trascinare via.

<< Vogliamo muoverci? Non ho alcuna intenzione di farti prendere di mira dalle sfuriate e dalle punizioni di Kairi e che tu debba restare alzato fino alle tre del mattino per pulire il water a mani nude! >>

Il giovane annuì allibito: Riku gli stava dicendo che non voleva essere la causa delle sue punizioni? No, impossibile: fino a due giorni prima quel bastardo ci metteva forze e impegno per rendergli la vita impossibile, con Kairi e altro ancora, e ora gli veniva a dire che non voleva che venisse punito?

"Che cambiamento miracoloso!" Pensò felice saltellando alle sue spalle.

<< Non almeno per stanotte! Questa sera ho in mente altri progetti per te Sora... >>

<< RIKU!! >>

 

***

 

Il sole stava tramontando dietro i dolci pendii della montagna quando Riku raggiunse Axel e Roxas in spiaggia: i due stavano tranquillamente seduti in riva al mare a parlare dei fatti propri, quando all'improvviso il sorriso sadico dell'albino si intromise nei loro discorsi.

<< Bene, bene, bene... a cosa dobbiamo questa manifestazione di tale gioia? >> Lo prese in giro Axel cercando di togliersi un po' di sabbia di dosso che il vento gli aveva rinvolto contro.

<< Io una mezza idea ce l'avrei... >> Sghignazzò il più giovane dei tre stiracchiando le gambe.

<< Ma non mi dire... >> Esclamò seccato l'altro continuando a combattere assiduamente contro la sabbia: ormai gli era finita addirittura tra i capelli e considerando le due buone orette che aveva perso per acconciarli così, beh, diciamo solo che la cosa non allietava particolarmente il suo umore!

<< Allora? Il piano ha funzionato? >>

Riku annuì soddisfatto sedendosi in mezzo ai due, i quali lo guardarono contemporaneamente seccati e quasi disgustati, come se tra loro si fosse frapposta una scimmia puzzolente o qualcosa di simile.

<< Sì, direi proprio di sì, ci siamo messi ufficialmente assieme. Quando questa mattina Kairi ci ha visto uscire dalla mia camera da letto in condizioni... >>

<< Deplorevoli? >>

<< Imbarazzati? >> Suggerirono i due con aria divertita.

<< Diciamo che la situazione non lasciava molto all'immaginazione... >> Disse malefico accennando un vago sorriso trionfante.

<< Povera ragazza, non la invidio per niente! Chissà che pena sorbirvi 24 ore su 24! >> Lo prese in giro Axel battendo una pacca sulla spalla dell'amico.

I tre risero divertiti all'unisono.

<< L'idea della scommessa è stata davvero buona! Certo che potevi inventarti qualcosa di meno diabolico Riku! Ma dai, rubarti i boxer da sotto il naso, e sapevi benissimo che Sora sarebbe stato così stupido da non rinunciarci! >>

<< Io direi che è un idiota solo perché non si è mai accorto in questi tre anni che voi due stavate assieme, praticamente lo sa tutta la città! Avrei voluto vedere la faccia di quel pivello quando vi ha visti baciarvi sotto casa sua! Che razza d'idiota! >

<< Sai Riku, ora che state assieme dovresti essere LEGGERMENTE più cortese con lui... >> Lo rimproverò Axel lasciandosi cadere all'indietro e abbandonando la sua battaglia persa coi capelli: tanto Roxas glie li avrebbe lavati più tardi con le sue manine d'oro...

<< Resta il fatto che sei davvero un bastardo Riku! Non potevi semplicemente dichiararti e parlargli come fanno tutti i comuni essere mortali? Tanto si vedeva benissimo che anche Sora era cotto di te! >> Intervenne il castano a difesa dell'amico: anche se il gioco lo aveva divertito tantissimo, non trovava ancora giusto quello che avevano fatto al detentore del Keyblade.

Riku gli lanciò un'occhiataccia silenziosa senza aggiungere nient'altro: era proprio vero che a volte un semplice sguardo poteva dire più di cento parole buttate al vento.

Sospirò sconfitto volgendo la sua attenzione al mare: si stava facendo tardi, ormai il sole era completamente scomparso all'orizzonte e la notte stava lentamente scendendo su di loro.

Axel sorrise divertito chiudendo gli occhi e inspirando a fondo: per quanto gli stesse simpatico l'albino, doveva ammettere che questa volta aveva architettato un piano davvero diabolico, forse un po' troppo addirittura per i suoi gusti.

Rise forte rotolandosi di lato, poi volse un'ultima occhiata all'altro.

<< Sei davvero un fottutissimo stronzo Riku! Memorizzato? >>

<< Lo prenderò per un complimento... >>

<< Non invidio proprio Sora! Poveretto, così piccolo e indifeso alla mercé di un mostro! >>

<< Che dici Axel, ti va un'altra scommessa? >> Sghignazzò Riku mostrando i canini appuntiti.

Roxas rimase in silenzio scrutando attentamente l'espressione divertita del suo compagno: non era certamente stupido come Sora, ma purtroppo non poteva dire che brillasse per la sua intelligenza!

<< Scommettiamo che io e Sora dureremo come coppia più di te e Roxas? >>

Il rosso scoppiò a ridere divertito, seguito a ruota dal castano in questione: evidentemente la vicinanza al detentore del Keyblade doveva aver rincitrullito addirittura il grande Riku!

<< Va bene, ma non piangere quando perderai miseramente la scommessa! Voglio proprio vedere che faccia faranno tutti quando renderete pubblica la vostra storia! Per noi non è stata facile, ma adesso siamo considerati la coppia d'oro dell'isola, persino la nonnetta del bar di fronte alla scuola ci sorride e saluta con la mano ogni volta che la incrociamo per strada! >>

<< Quella vecchia saluta persino i gatti che le passano davanti al naso Axel... >> Lo corresse l'albino divertito tendendo la mano verso di lui. << Ti avverto che, a differenza di Sora, io non ho mai perso una scommessa! >>

<< C'è sempre la prima volta amico! >> Sghignazzò quello stringendo forte la sua mano.

Accanto a loro, Roxas scosse la testa indignato voltandosi a guardare il cielo ormai completamente rabbuiato: che razza di stupidi, altro che Sora!

Accennò un vago sorriso inclinando la testa indietro e cercando di ignorare le animate discussioni dei due: in che razza di guaio si erano andati ad imbarcare, non voleva neppure sapere cosa stessero mettendo in gioco!

Che ne sarebbe stato di lui e di Sora, in mano a quei folli senza cervello?

"Siamo spacciati..." Pensò realisticamente scuotendo la testa disperato.

<< Odio le scommesse... >> Borbottò ripensando all'ironia di quella frase: gli faceva uno strano effetto pensare che quella storia era cominciata proprio da una stupidissima scommessa, a quanto pare era proprio destino che si chiudesse con un'altra altrettanto stupida!

E chissà, magari quella che poteva sembrare la fine, in realtà era solo un nuovo e meraviglioso inizio per tutti dopotutto, un po' di sano ottimismo e fantasia non aveva mai leso a nessuno, no?

<< D'accordo! Se perderemo io e Roxas faremo il giro dell'isola in boxer cantando l'inno nazionale a squarciagola mentre tu e Sora improvviserete uno spogliarello nella biblioteca della scuola! >>

<< Ci sto! >>

Roxas guardò i due spaventato: come non detto!  

 

 

 

 

 

[The End...]

 

 

NOTE FINALI:

 

E allora? Che ve ne pare? Spero vivamente che vi piaccia perché vi assicuro che è stata dura stendere questa Shot, ma ammetto di essermi divertita molto mentre lo facevo.

Ringrazio chi ha letto fin qui e soprattutto chi, magari, lascerà un commentino-ino-ino per farmi sapere cosa ne pensa: mi fareste davvero tanto felice^^!

Vi chiederete: perché questa stupida ha messo i puntini di sospensione dopo il "The End" (se non lo avevate notato, lo starete facendo sicuramente ora^^)? La risposta è semplice: quando ho cominciato a stendere questa Shot, non avevo ancora bene in mente come sarebbe finita, ma ora che ho messo la fatidica parola "fine" alla Fiction mi rendo conto che il finale non mi soddisfa pienamente. Immediatamente mi sono venute in mente altre moltissime idee, altri possibili capitoli da aggiungere a questo, in pratica una continuazione!

Che significa?

Vuol dire che questa Fic, che ovviamente si conclude qui, potrebbe essere una Shot che fa da introduzione, prefazione a una Long-Fic, vi piacerebbe l'idea? Mi fareste sapere cosa ne pensate, perché scrivere una long, visto che poi ne ho altre due in lavorazione, mi costerebbe un po' di fatica, ma se foste in tanti ad approvare potrei farlo più che volentieri.

Vi piace l'idea? Vi piacerebbe leggere un possibile seguito?

Spero proprio di sì!

Per oggi vi saluto qui, ci vediamo alla prossima e mi raccomando, fatemi avere vostre notizie!

Bacioni!

 

 

 

ladyflame 

  
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