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Autore: Adeia Di Elferas    19/12/2015    1 recensioni
Kaoru è seduta su una panchina, al parco, pensando a quello che le hanno detto i medici quella mattina. Di punto in bianco arriva Rei e comincerà a fare delle domande all'amica...
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Kaoru Orihara, Rei Asaka
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Come le gocce di pioggia cadono sulla città...'
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~~ “Oh, ma chi c'è qui?” la voce di Rei era indolente e bassa, in perfetta sintonia con quella giornata tiepida e tranquilla.
 Kaoru, seduta sulla panchina, si morse le labbra e si voltò verso quel suono, così familiare eppure, in quel momento, così inopportuno.
 Rei le si avvicinò, passando vicino al giovane albero di ciliegio, e le si sedette accanto con leggerezza. Teneva tra le dita una sigaretta quasi finita e sul suo viso c'era il solito sorrisetto amaro di sempre.
 Eppure, quel giorno, era tutto cambiato. Kaoru non riusciva a sopportare la tranquillità della sua amica. Anche se sapeva bene che Rei non avrebbe potuto immaginarsi la verità, il suo comportamento pacifico la irritava come non mai.
 “Allora, come mai non ti sei fatta vedere per giorni?” chiese Rei, prendendo una boccata di fumo e risoffiandolo via con lentezza.
 “Non sono in vena, Rei.” disse piano Kaoru, sperando di stroncare sul nascere le domande.
 Normalmente, Rei avrebbe lasciato cadere l'argomento e si sarebbe limitata a starsene muta al suo fianco, mentre quella volta non cedette: “Non vuoi dirmelo? È davvero un segreto tanto importante?”
 Kaoru la guardò di striscio e vide il sole brillare riflesso nel braccialetto dorato dell'altra, così chiese: “Perchè lo porti ancora?”
 Rei capì l'allusione e fece subito scivolare la manica nera della giacca sul bracciale, come a nasconderlo.
 “Non pensare di eludere le mie domande con altre domande.” riprese Rei, con tono forzatamente leggero.
 In realtà, se ancora insisteva era solo perchè nel viso scavato dell'amica leggeva preoccupazione e qualcosa di molto simile alla paura e non poteva permettersi di non capirne di più.
 “Non ho voglia di parlare e basta.” tagliò corto Kaoru, stringendo a sé la borsa del basket in cui teneva tutte le carte che le avevano lasciato quella mattina.
 Rei gettò in terra la sigaretta e la schiacciò con il tacco: “Come vuoi... Se proprio non hai intenzione di dirmi cosa c'è, me ne vado, ho di meglio da fare.”
 Kaoru annuì, ma prima che Rei potesse alzarsi dalla panchina, le domandò: “Non stai andando da Fukiko, vero?”
 Rei sorrise appena più apertamente: “Anche se fosse?”
 “Più le stai lontana, meglio è, lo sai benissimo. Non ti fa bene starle vicino.” disse Kaoru, con voce ferma.
 Quel giorno aveva pensato molto a Rei e quello che le sarebbe successo se... Oh, dannazione, la sola idea la terrorizzava. Se, oh, sì, se il peggio fosse accaduto, se quel medico aveva davvero ragione... Se Rei fosse rimasta sola, allora nessuno più l'avrebbe aiutata a stare lontana da Fukiko e dal suo veleno...
 “Nemmeno tu mi sembri scoppiare di salute, eppure non le parli nemmeno.” buttò lì Rei, cercando un'altra sigaretta nella tasca della giacca.
 Quella frase, detta quasi per caso, fece perdere il controllo a Kaoru, che si alzò di scatto: “Rei, devi smetterla di essere così infantile! Non posso più guardarti le spalle! Ora... Ora ho dei problemi miei, non posso più pensare ai tuoi!”
 Rei sentì il sangue gelarsi nelle vene, eppure quando parlò si sforzò di usare accenti quasi canzonatori: “Ah, sì? E quali problemi potrebbe avere Kaoru Orihara, la campionessa del basket, la studentessa brillante, fidanzata con il ragazzo più dolce e sensibile del mondo?”
 Kaoru stava per rispondere, ma sentì la voce morirle in gola. Così, agendo d'istinto, gettò la borsa a Rei e attese.
 L'amica capì quello che doveva fare. Perplessa e un po' spaventata, aprì la cerniera e trovò tutte le carte dell'ospedale. Con circospezione cominciò a sfogliarle e più leggeva, più il suo volto si faceva pallido.
 “Ora lo capisci? Devi cominciare a badare a te stessa... Io...” disse piano Kaoru, le parole graffiate dal groviglio confuso di sentimenti che l'affollavano.
 “Ora sta a me coprire le spalle a te, dico bene?” fece Rei, senza più il suo solito ghigno stampato in volto: “Anzi, ci copriremo le spalle a vicenda.”
 Kaoru la guardò a lungo e quando i loro occhi si incrociarono capì che Rei era seria, che le stava tendendo una mano, che non l'avrebbe abbandonata.
 “E adesso cosa farai?” chiese Rei, dopo il lungo silenzio, rimettendo le carte nella borsa.
 “Tutto quello che dovrò fare.” rispose Kaoru, piatta, quasi in automatico.
 Rei annuì appena: “Giusto. Affronteremo tutto.”
 E con quella breve affermazione, Rei era riuscita a spazzare via almeno parte delle nubi che coprivano il cuore di Kaoru, anche se, entrambe lo sapevano, la battaglia sarebbe stata lunga, ben difficile e senza alcuna garanzia di successo.
   
 
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