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Autore: NeroNoctis    20/12/2015    1 recensioni
[Sequel di Nergal: Il Dragon Lord Dimenticato]
Atreia, il mondo dei Daeva in continua lotta tra loro e i Balaur. Ma i tempi stanno per cambiare e si respira aria di pace, almeno fin quando i Lost Masters non avranno nulla da ridire e getteranno la loro ombra e dominio sul mondo intero.
Fyeran, mondo oscuro e ignoto persino ai signori dell'Empireo e i Dragon Lord. Luogo dove sorgeva la prigione abissale, cella di uno dei Lost Master. La dimensione alternativa di Atreia nasconde un segreto capace di far collassare le due dimensioni in un unico piano.
Dove gli oscuri signori iniziano la loro manipolazione, Lord Beritra getta le basi per un oscuro piano e dimensioni alternative danneggiano la realtà, riusciranno i Daeva a credere in loro stessi o cadranno vittime delle loro scelte sbagliate?
Genere: Dark, Fantasy, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'War of Gods'
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Alnair e Noctis arrivarono alla fortezza di Teminon, circondati da un gran numero di Elisiani, compreso Lord Kaisinel. La spiritmaster si guardò intorno, non aveva mai visto quel luogo dall'interno prima d'ora, e la cosa era più che naturale. 
Faceva ancora fatica a credere di essere arrivata così a fondo in quella questione, di aver esplorato così tante terre della fazione opposta, di aver lottato in prima linea nella guerra contro Nergal e ora quella contro i Lost Masters, che alla fine si era ridotta solamente ad un attacco contro Erra.
Erra... le tornò in mente il suo corpo squarciato a Kaldor, e si rese conto di aver le lacrime che spingevano, lottavano con tutte le loro forze per uscire, ma non avrebbe permesso ciò, aveva giurato di essere forte, nonostante la morte del suo amico.
Amico? SI poteva ancora definire tale? Alnair non lo sapeva dire con certezza, ripensò a tutti i momenti passati con lui, al loro primo incontro, alla fuga, il modo in cui lui la proteggeva e poi la guardava... no, era semplicemente Noctis, era Noctis che provava quelle cose, non lei.
Deglutì, ricacciando via le lacrime e tenendo in piedi l'amico, che teneva in piedi. 
Era ferito, e scosso... come se qualcuno l'avesse colpito internamente.
– Neronoctis. – esordì Kaisinel, circondato da quella sua ritrovata aura possente e azzurra. Dietro di lui si notavano Enki e Ninlil che ascoltavano quello che il Signore dell'Empireo stava per dire, mentre la folla di Elisiani, radunata ai piani superiori e non, stava in rigoroso silenzio, in attesa di direttive.
– Lord Kaisinel. – rispose Noctis, lasciando la presa di Alnair e mettendosi in piedi. Notò che i tatuaggi Kunax sul suo corpo erano ormai scoloriti, e ripensò istintivamente ai momenti passati su Fyeran. Nix, Solon e la sua sfera donata, Hema... e Kyrd, quella feccia Asura. Chissà dove si trovavano... ci pensò su un momento, e non era ben sicuro, ma aveva sentito che si erano insidiati a Signia.
Chissà, forse era solo stordito e ricordava male, adesso doveva pensare ad altro.
– Erra è stato ucciso. L'ho visto morire proprio davanti a me.
Enki annuì da dietro le quinte, mentre Ninlil mostrò un'espressione diversa, sembrava dispiacere. Si portò una mano all'altezza del naso, sfiorandolo, ma Noctis non seppe decifrare quel gesto.
– Questo ci porta verso la vittoria. – disse Kaisinel, camminando per la sala di Teminon avanti e indietro. – Tuttavia, abbiamo ancora Enlil a minacciare la nostra pace, e il mondo di Fyeran con i loro abitanti. Non è ancora finita.
– La situazione con la mia gente? – chiese Alnair, venendo osservata da tutto l'esercito Elisiano. Tempo fa si sarebbe sentita in pericolo e tremendamente a disagio, ma ormai no, la Alnair che tremava di fronte i "piccioni" era ormai una vecchia storia. Non sapeva se poteva definirsi una di loro, un'alleata o chissà cosa, ma la sua famiglia era formata proprio da Elysea, da Noctis e nessun altro. Aveva perso tutto e tutti, lui era l'unica cosa che le restava, ma dopotutto, con Noct stava bene, davvero bene.
– Ho fatto rapporto a loro, avvertendoli di tutto. Hanno rifiutato l'alleanza. 
Commenti si alzarono in tutta la sala, commenti contro il popolo Asmodiano che Alnair tentò di non ascoltare, commenti che passavano da bisbigli a versi di schernimento, c'era di tutto, ma Kaisinel si premurò di riportare l'ordine, ridando la parola a Ninlil, che continuò a parlare.
– Tuttavia hanno deciso di collaborare. Combatteranno la minaccia, tentando di non spargere sangue Elisiano. Attaccheranno solo se necessario. Chiamiamola pure tregua. Dopo che questa storia dei Lost Masters sarà chiusa, i rapporti torneranno quelli prima della guerra di Nergal.
Enki fece per dire qualcosa, ma un enorme terremoto scosse tutto l'Abisso. I Daeva caddero sul pavimento, altri si aggrapparono agli oggetti più vicini. Alcuni si librarono in volo, per evitare di cadere e analizzare meglio la situazione, mentre la parte superiore della fortezza di Teminon iniziava a creparsi.
– COSA SUCCEDE? – urlò Lord Kaisinel, così il governatore Elisiano di Reshanta analizzò la situazione dalla mappa che si trovava al centro della sala.
– Roah è stata distrutta mio Signore...
Noctis strabuzzò gli occhi, ma prima che potesse dire qualcosa un'altra scossa si abbattè su Reshanta.
– E' ASTERIA! SCOMPARSA DALLA MAPPA.
– Cosa diavolo sta succedendo... – disse Noctis, guardando i Lost Masters.
– Va da Marchutan, presto. – comandò Enki, uscendo da Teminon, mentre Kaisinel fece cenno all'esercito di andare sulle piattaforme esterne.
Tutti si guardavano intorno, tentando di capire cosa fosse ad attaccare. Chi guardava in alto, chi osservava il sole in lontananza, altri che parlavano sottovoce e altri che prendevano posizioni sopraelevate.
– Io devo andare... – disse Alnair, abbassando lo sguardo. Era vero, la sua famiglia poteva anche essere formata da un Elisiano, ma i suoi occhi cangianti, i suoi artigli e la sua coda le ricordavano che la sua appartenenza era un'altra, la sua gente era dall'altro lato. E avevano bisogno di lei. Thabit probabilmente avrebbe fatto lo stesso,e  lei lo sapeva fin troppo bene. 
– Io... – ma fu interrotta da Noctis che poggiò le labbra sulle sue, sotto gli occhi di tutti, che fecero un'espressione che non tradiva il minimo stupore, con qualche venatura di disgusto.
Ma Noctis sorrise, le sorrise. – Va dalla tua gente, e torna tutta intera.
Alnair arrossì, ma stavolta rispose in modo deciso. – Abbiamo qualcosa di cui parlare al mio ritorno. – e svanì, utilizzando una pergamena.
Lo spiritmaster cominciò ad avanzare, fino a giungere il bordo estremo della piattaforma, venendo avvicinato da Enki, che guardava insieme a lui verso il sole. 
I riflessi arancioni donavano ai due un'espressione più matura, anche se Enki era centinaia di anni più grande, e forte... ma quel corpo che aveva era di certo della stessa età del ragazzo castano e dagli occhi di ghiaccio.
I due stettero in silenzio per qualche secondo, e dopo, quasi leggendosi nel pensiero, urlarono a Kaisinel di preparare tutti alla battaglia.
– Che succede? – chiese il Signore dell'Empireo, ma non serviva alcuna risposta dei due, dato che esattamente sotto il sole, l'isola dei Leibo cadeva a pezzi, disintegrata da un fascio di luce nera, e da quelle fiamme oscure si incamminava lei.
A piedi nudi, camminando sul vuoto.
La marcia verso Teminon e verso Enki. La marcia verso l'annichilimento della razza Atreiese.
La marcia per la distruzione del vecchio e la nascita del nuovo.
La marcia del Nulla.
Colei che ha distrutto Roah, Asteria e l'isola Leibo era giunta davanti all'esercito Elisiano, pronta alla guerra totale.
– Nihil. – sussurrò Enki, stringendo i pugni.
La Dea sorrise, e l'esercito di Kaisinel spiegò le ali, volando verso la vittoria... o l'oblio più totale.
   
 
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