Serie TV > I Borgia (Faith and Fear)
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Autore: lapoetastra    22/12/2015    0 recensioni
Cesare quasi non sente quel complimento.
Tutti i suoi sensi sono tesi nella contemplazione estatica e compiaciuta di quella piccola perla che stringe tra le braccia, piano, perché ha paura di farle male.
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Incest
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< È la cosa più bella che io abbia mai visto >, mormora Cesare, con gli occhi brillanti e la voce tremula.
Vannozza sorride.
< Oh, lo è. Come te, del resto >, risponde.
Cesare quasi non sente quel complimento.
Tutti i suoi sensi sono tesi nella contemplazione estatica e compiaciuta di quella piccola perla che stringe tra le braccia, piano, perché ha paura di farle male.
Non è avvezzo ai bambini, lui, che tutto ciò che tiene in mano costantemente è la spada di legno con la quale si esercita ogni giorno per diventare quel cavaliere che sa essere scritto nel libro del suo destino.
Ora, invece, non è un’arma quella che tiene con sé.
È una bambina, la più piccola che abbia mai visto.
Ed è bellissima, con quei riccioli biondi che le ricoprono come fili di seta il capo minuto, e con quegli occhi chiari, grandi e già intelligenti.
Osservandola, Cesare trema.
Quella bimba ha gli stessi tratti, seppur in potenza, della donna da lui amata: la cortigiana Lucrezia, troppo grande per poter ricambiare i suoi sentimenti,  di posizione sociale troppo spregevole perché possa mai diventare la sua sposa, in un lontano futuro.
Eppure Cesare ne è innamorato, ed a volte, anche il solo pensarla gli fa provare sensazioni di cui non aveva mai conosciuto l’esistenza, e provoca reazioni sul suo corpo che lo fanno arrossire imbarazzato.
Ed adesso tiene accanto al proprio corpo la copia in miniatura della sua amata, ed i loro volti si mischiano nella sua mente, e Cesare non sa più cosa prova.
Ma quella è solo una bambina. Sua sorella, oltretutto.
Come può…
< Scegli tu il nome per lei. >
La voce della madre lo distoglie dai propri pensieri.
< Come? >, chiede, intontito.
< Dalle tu il nome. Ti va? >
Cesare sorride.
Non ha bisogno di pensarci, sa già qual è il nome adatto a quel capolavoro della natura.
< Lucrezia >, risponde dunque, assaporando la dolcezza di quella parola sulle proprie labbra.
Così, ogni volta che avrebbe chiamato la sorella, avrebbe ripensato all’amore della sua vita.
E poi Lucrezia bambina sarebbe cresciuta, sarebbe diventata una donna, sicuramente sempre più identica nelle fattezze e nella indicibile bellezza alla Lucrezia cortigiana.
E lui avrebbe amato entrambe, sempre.
In un modo diverso eppure così tanto uguale.
 
   
 
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