Libri > Twilight
Segui la storia  |       
Autore: civia93    07/03/2009    12 recensioni
E se Bella, dopo l'abbandono di Edward non avesse mai sentito la sua voce nella mente?
Non si sarebbe buttata dallo scoglio e alla fine si sarebbe messa con Jacob. E quando Edward sarebbe tornato, l'avrebbe vista felice tra le braccia di Jacob e se ne sarebbe andato via di nuovo.
Passano 10 anni. Bella è diventata un avvocato ed è prossima alle nozze con Jacob. Insomma, conduce una vita serena.
Ma a volte basta un piccolo ricordo per farla cadere di nuovo nel baratro del dolore.... e sarà proprio il ricordo di Edward che la spingerà a compiere un viaggio importante, nel quale scoprirà tante cose...
Genere: Triste, Malinconico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Isabella Swan
Note: Alternate Universe (AU), What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Ma ciao!!! Vi sono mancata??

BellaCullen88: sn contenta ke la storia ti stia piacendo.... cmq nn ti preoccupare, nn si è unito ai Volturi....anke se forse era meglio....
mileybest: ma lo sai che piacerebbe anke a me ke Bella e Rosalie andassero d'accordo??? ma nn lo posso mettere nella storia.... il perchè lo scoprirai ora
cullengirl: eddy ke si vuole suicidare.... O___O ma come hai fatto??
patu4ever: sn contenta che ti dispiaccia ke la storia stia per finire....questo vuol dire che ti sta piacendo molto =D e cmq risposta esatta, in Italia ci sn i Volturi, e Edward....
damaristich: ti ringrazio molto dei tuoi commenti e sono contenta che la storia ti piaccia.... ma m dispiace dirti che non hai indovinato, Edward non è andato dai Volturi per diventare uno di loro....
Valle89: uao, ke accanimento su Rosalie.... la "Barbie Rose", trp forte!!! XDXDXD hai ragione, Edward è andato dai Volturi, ma xkè?
Astarte92: mi dispiace che tu ci sia rimasta male alla notizia ke la storia stia per finire, ma qst ff è abbastanza breve.... ^__^
franci_cullen: sn contenta ke il capitolo ti sia piaciuto.... con Rose ho cercato di dare il massimo nel trasmettere il terrore che incuteva a Bella =D e hai ragione a dire che c'entrano i Volturi....
Razorbladekisses: ti ringrazio per i complimenti...sono contenta che la storia ti stia piacendo e spero continuerai a recensire....


Dunque, avevamo lasciato la nostra Bella all'aeroporto con un biglietto per l'Italia...
ora scopriremo finalmente tutta la verità....
e penso ke x me sia meglio iniziare a scrivere il mio testamento....


 

^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^



6.  Jasper Hale, Alice Cullen.... e la fine di tutto.


-Signorina? Signorina, si sente bene?
Era quella la voce che mi aveva svegliato: l’hostess di bordo, una ragazza sui trent’anni, vestita con un uniforme blu con dei ricami verdi e bianchi sulle maniche e sul colletto, che si trovavano anche sul cappello coordinato, che tentava inutilmente di dominare i folti capelli neri ricci. Aveva lo sguardo preoccupato fisso su di me, e aveva poggiato una mano sulla mia spalla e nell’altra teneva un bicchiere d’acqua.
-Signorina, si sente bene?- ripeté  –Vuole un bicchiere d’acqua per calmarsi?
In quel momento feci mente locale: mi trovavo sull’aereo che mi avrebbe portato a Firenze, in Italia. E mi resi anche conto che tutte le persone che viaggiavano in aereo mi stavano fissando: chi con curiosità, chi con preoccupazione, chi con disinteresse e chi con irritazione.
Presa alla sprovvista, accettai l’acqua con un debole cenno. L’hostess mi sorrise e se ne andò, lanciandomi due occhiate preoccupate mentre percorreva il corridoio. E tutti i passeggeri dell’aereo tornarono a coprirsi con le coperte ed ad appoggiarsi sui cuscini, cercando di dormire almeno un po’: era notte fonda.
Io bevvi tutta l’acqua, cercando di tornare a respirare regolarmente. Il signore di fianco a me, un uomo d’affari sulla cinquantina, con i capelli brizzolati e i lineamenti del mento e degli occhi pesantemente marcati, mi guardava ancora con un misto di preoccupazione e curiosità.
-È sicura di risentirsi bene?- mi disse –Con quell’urlo ha svegliato tutto l’aereo!
-Urlo!?!- ero sorpresa ma anche imbarazzata.
-Si. Stava dormendo, quando poi ha iniziato ad agitarsi. Me ne sono accorto perché mentre stavo sistemando alcune mie pratiche, ho sentito alcune sue piccole urla. Così ho chiamato l’hostess, e mentre le stava portando dell’acqua, ha urlato svegliando tutto l’aereo.
Sgranai gli occhi. –Sul serio?
Il signore annuì. –Ha fatto venire una bella paura a tutti lo sa? Ma come mai ha urlato? Soffre di qualche malattia?
E allora ricordai: mi ero appoggiata con la testa sul cuscino solo un attimo, giusto il tempo di recuperare un po’ di sonno. Ma soprattutto per cercare di non pensare a varie cose: la famiglia Cullen divisa, Carlisle ed Esme afflitti e tristi, Rosalie arrabbiata e furiosa, Emmett speranzoso e fiducioso. Tutto questo mi creava un caos terribile. E così avevo optato per un sonno rilassante. Errore.
Avevo rifatto lo stesso sogno che avevo fatto prima di andare a trovare Carlisle all’ospedale, lo stesso incubo: la famiglia Cullen al completo, tranne per Edward, e quando chiedevo di lui, nessuno mi rispondeva. Solo che questa volta Carlisle, Esme, Rosalie ed Emmett non c’erano, c’erano solo Alice e Jasper. Lui non mi guardava neanche: aveva lo sguardo fisso nel vuoto, ma uno sguardo di dolore, sofferenza, senso di colpa, dispiacere. Mentre Alice mi guardava negli occhi, neutra, ma non mi diceva niente. E io più urlavo il nome di Edward, meno ricevevo risposte. Nessuno sapeva, nessuno volevo dirmi niente.
Possibile che mi sia messa addirittura ad urlare? Nel sogno ero sconvolta naturalmente, ma non credevo possibile che ero addirittura arrivata ad urlare veramente.
-N-no, non ho nessuna malattia- risposi all’uomo, balbettando giusto un po’ -È che soffro di una strana forma di sonnambulismo.
L’uomo mi guardò con uno sguardo sospettoso. –Ah… beh, comunque le consiglio di farsi visitare da qualche medico. Forse trova una cura per questa sua “strana forma di sonnambulismo”- e poi se ne tornò alle sue pratiche, disposte sul tavolino reclinabile del sedile di fronte a lui.
Sospirai, appoggiando la testa sul sedile: probabilmente il signore affianco pensava che gli avessi mentito, oppure mi dava della pazza. Inutile informarlo del modo in cui si svolgevano le mie crisi isteriche o i miei incubi.
Trascorsi il resto del viaggio sveglia, riflettendo su quello che stavo andando a fare: andare da Alice e Jasper per trovare Edward, per tornare di nuovo insieme. Saremo tornati insieme e tutto si sarebbe sistemato: la famiglia si sarebbe riunita di nuovo e io ne avrei finalmente fatto parte. Sorrisi: era la cosa più bella del mondo.
E se Alice e Jasper non avessero ancora trovato Edward? Era un aspetto da considerare, benché mi sembrasse strano che dopo 7 anni di ricerche non lo avessero ancora trovato. Ma comunque, anche se fosse stato così, li avrei aiutati. Non sarei tornata indietro e non mi sarei demoralizzata inutilmente: avrei aiutato Alice e Jasper e insieme avremmo trovato Edward. Ne ero più che sicura.
 Forse sarei stata più d’aiuto se fossi stata anch’io una vampira, ma ci sarebbe voluto troppo tempo per la mia trasformazione: tre giorni di dolore e poi molti mesi per controllare la mia sete e la mia forza. Troppo tempo. Me lo aveva già proposto Carlisle prima di partire verso l’Islanda, ma avevo rifiutato. Adesso la mia prima priorità era trovare Edward, poi si sarebbe pensato al futuro.
Futuro. Il futuro di Edward che Alice aveva visto 7 anni fa. ...una questione urgente… aveva trovato scritto Esme sul biglietto che gli avevano lasciato Alice e gli altri. Ma quale questione urgente? Che cosa aveva visto Alice di così importante e urgente che riguardava Edward? Era ovvio che fosse una cosa importante, visto che erano partiti in fretta e furia, ma non riuscivo ad immaginare cosa potesse essere…
Ebbi un sussulto e ignorai il signore di fianco a me che era saltato: e se Edward si fosse trovato in pericolo?
Scaccia subito quel pensiero: non poteva essere, non doveva essere. Ma se fosse stato… la colpa era la mia, e non me lo sarei mai perdonato. Mai.
Pericolo… ma che genere di pericolo? Se fosse successo qualcosa con un altro clan di vampiri, sarebbe certamente tornato dalla sua famiglia in cerca di aiuto. E invece erano loro che erano andati a trovare lui. Ma poi mi vennero in mente le parole che mi aveva urlato Rosalie: …è colpa sua se mi sono stancata di dare la caccia ad Edward per il mondo per riportarlo indietro…
Questo significa che per 2 anni Rosalie e gli altri hanno “inseguito” Edward per i cinque continenti. E mi sembra impossibile che Edward sapendo che la sua famiglia lo stava cercando (perché doveva averlo intuito per forza), sarebbe “scappato” da loro se era nei guai e aveva bisogno d’aiuto. No, non poteva essere.
E allora che cos’era?
Lasciai perdere le mie supposizioni e allacciai le cinture, mentre l’aereo si preparava ad atterrare.
 
L’aeroporto era affollatissimo. Doveva essere un fine settima, in cui molte persone partono per una piccola vacanza, oppure arrivavano a visitare Firenze da altri paesi.
Naturalmente a me non importava molto del caos che c’era all’aeroporto, ma rimasi comunque ferma impalata davanti l’uscita principale: adesso dove vado?
Nella lettera che mi aveva dato Emmett non c’era scritto niente di cosa avrei fatto al mio arrivo all’aeroporto. E non me ne ero neanche preoccupata di molto: Alice aveva visto che sarei andata a trovare Emmett e Rosalie e così aveva fatto mandare a Jasper quella lettera, e avrebbe sicuramente visto io che arrivavo all’aeroporto. Ma non vedevo nessuno, né lei né Jasper.
-Caspita, sei cresciuta- disse una voce profonda alle mia spalle.
Mi voltai e per poco non mi venne un colpo nel vedere un giovane dalla pelle bianchissima, gli occhi dorati e i capelli biondo miele: Jasper. Se ne stava un po’ distante da me e mi fissava con un leggero sorriso e una strana ombra di malinconia negli occhi, con le mani nelle tasche della sua giacca.
Cacciai indietro le lacrime di commozione e gli saltai al collo, abbracciandolo: anche lui mi era mancato. Da parte sua, Jasper fu sorpreso del mio abbraccio improvviso, e ne rimase anche un po’ imbarazzato: probabilmente non si aspettava una mia reazione del genere nei suoi confronti. In fin dei conti, l’ultima volta che c’eravamo visti per poco non mi uccideva. Ma poi sospirò e ricambiò l’abbraccio.
Mi staccai da lui. –Sono così contenta di vederti.
Sorrise. –Si, anch’io.
-Ma dov’è Alice?
-Ci aspetta a casa nostra. Abitiamo in un piccolo appartamento nella periferia di Firenze- e prese la mia valigia –Andiamo, la macchina si trova di qua- e si avviò verso destra.
Lo seguii e quando fui salita in macchina, mentre lui metteva in moto, presi coraggio e parlai. –Dov’è Edward?
Jasper si irrigidì e si concentrò sulla retromarcia che stava facendo per uscire dal parcheggio, benché non ne avesse bisogno. –Ogni cosa a suo tempo Bella. Ti spiegherà tutto Alice.
Rimasi sorpresa dalla sua risposta e così rimasi muta per quasi tutto il tragitto, osservando silenziosamente la città di Firenze. Stranamente ero calma, probabilmente per merito di Jasper.
Poi improvvisamente, rise. Mi voltai a guardarlo: il suo sguardo era puntato sulla strada, ma la sua mente era da tutt’altra parte.
-Ridi?- chiesi totalmente a mio agio.
-Già- rispose continuando a fissare la strada –Rido perché mi sembra strano.
-Cosa?
-Che per me tu non provi il minimo odio.
-E perché mai dovrei odiarti?
Sospirò. –Beh, se non fosse stato per causa mia Edward non ti avrebbe mai lasciato.
Mi voltai di scatto a guardarlo: i suoi occhi erano lo specchio della malinconia e senso di colpa.
Continuò. –Se la sera del tuo compleanno non ti avessi attaccata, ad Edward non sarebbe mai venuto in mente il pensiero che tu stando con lui potessi essere in pericolo. Anzi, lo ha sempre saputo che più tu passavi del tempo con lui, più rischiavi: poteva perdere il controllo da un momento all’altro. Ma quando ha visto quello che è successo al tuo compleanno, ha capito che non era lui l’unico pericolo che correvi, ma tutti noi. Tutti noi, a partire da me a Carlisle, eravamo un pericolo per  la tua umanità. L’ha capito solo in quel momento, e per farti trascorrere una vita tranquilla ti ha lasciato. La colpa di tutto questo è mia.
Rimasi sbalordita: la colpa di tutto non era mia, era di Jasper. Se non fosse stato per lui, adesso io e Edward eravamo ancora insieme, e molto probabilmente io ora ero come lui, vampira. La colpa di tutto era sua.
Scossi la testa e lasciai perdere la sensazione di rabbia che provai all’istante (di cui, molto probabilmente, il merito era di Jasper): la colpa non era sua.
-Non è stata colpa. La colpa di tutto ciò non è tua, è mia.
Rise ancora di più, una risata senza umorismo. –Colpa tua? E di cosa, del fatto di essere umana?
-No, di quello di essere sbadata. Se non mi fossi tagliata il dito con la carta tu non mi saresti saltato addosso.
-Va bene, si forse hai ragione. Ma ti saresti comunque ferita in un altro modo e sarebbe successa la stessa cosa. Non dirmi Bella che non ti saresti più fatta male, perché non ci credo.
-Hai ragione. Ma visto che poteva capitare altre volte, in queste altre volte potresti non essere stato tu quello che mi avrebbe attaccato.
Sospirò. –Sarà. Ma ormai è successo. Basta. Ma non me lo perdonerò mai, perché io lo so che la colpa della divisione della nostra famiglia è mia, e non tua.
Scossi la testa. –Ti sbagli. Se io non mi fossi messa con Jacob quando Edward era tornato da me, ora sarebbe tutto sistemato.
-Si, ma…
Lo interruppi. –Basta! Di chi è la colpa ormai non ha più importanza! Sono qui e sistemerò tutto!
Era incredibile che Jasper si prendesse la colpa di tutto quello che era successo: la colpa era mia, del fatto che io sono umana, mentre Edward è un vampiro immortale. È colpa mia se la famiglia Cullen si era divisa e ora era mio dovere sistemare le cose.
Jasper sospirò. –Hai ragione. Ormai niente ha più importanza…
 
Il palazzo dove abitavano Jasper e Alice era un normalissimo palazzo bianco di 8 piani, ma senza ascensore. Il loro appartamento si trovava all’ottavo piano. Quando entrai nell’appartamento, rimasi deliziata nel vederlo: era formato da un’unica stanza grande, enorme, la cui porta d’entrata si trovava sulla destra; di fronte a questa c’era un corridoio, che portava al bagno e alla camera da letto, inutilizzata; mentre sulla sinistra c’era una penisola che divideva il salone dalla cucina, inutilizzata anch’essa, e poi una grande finestra che portava ad un grande balcone, dal quale si poteva ammirare tutta Firenze.
Jasper andò a posare la mia valigia nella camera dal letto, mentre io entrai sul balcone: era enorme, la ringhiera era piena di fiori, mentre alla mia destra un tavolo con quattro sedie, che sembrava provenire da un negozio d’antiquariato. Su una di queste sedie c’era una ragazza, dai capelli corti corvini e con il viso da folletto, che mi fissava con commozione e mi sorrideva impaziente. Alice.
-Ciao Bella- si alzò in piedi -È da tanto che non ci vediamo.
-Alice…- mormorai e le saltai subito al collo.
Ricambiò l’abbraccio. In quel momento sentii le mie guance inondarsi di lacrime: inevitabile, Alice era quella della famiglia Cullen che mi era mancata di più di tutti. Eccetto Edward, naturalmente.
-Oh Alice, è così bello rivederti!
Lei si staccò da me e mi asciugò le lacrime. –Si. Anch’io sono contenta di vederti. Vieni dai, siediti di fronte a me.
Mi sedetti su una sedia, e Alice su quella di fronte a me. Mi accorsi solo allora che Jasper era lì sul balcone insieme a noi, e si posizionò alle spalle di Alice. Lei, mi prese una mano e mi sorrise, ma il suo sguardo rimaneva neutro. Ero sorpresa e forse anche un po’ in ansia, ma non potevo dirlo con esattezza quando nei paraggi c’era Jasper con il suo dono speciale.
-Allora,- iniziò Alice –Ho visto tutto quello che ti è successo, tranne che per la parte di Jacob, di cui però ho sentito abbastanza a casa di Esme e Carlisle. Mi dispiace molto per Charlie.
-Lo so- sospirai.
-E anche per quanto riguarda Jacob e tua cugina Michelle. Se c’è qualcunq…
La interruppi. –Non voglio più parlarne. Ormai loro sono storia passata.
Alice mi sorrise ed annuì.
Presi un bel respiro e un bel po’ di coraggio. –Dov’è Edward?
Alice sospirò e chiuse gli occhi, mentre io fui invasa dalla tranquillità: certamente era merito di Jasper, perché in realtà io ero agitata e nervosa. Ormai ero arrivata alla fine: Alice aveva visto, Alice doveva sapere.
E ora finalmente anch’io avrei saputo.
-È una storia abbastanza lunga- iniziò lei aprendo gli occhi –E non finisce come tutti vorremmo.
Sebbene quelle parole mi avrebbero dovuto mettere ancora di più in agitazione, ero sempre calma e tranquilla. In attesa.
-Allora, come già ti ha raccontato Esme, ebbi la visione che Edward tornò da te per chiedere il tuo perdono. Ma poi ne ebbi un’altra: Edward che se ne andava via senza di te. Solo oggi, dopo quello che hai raccontato, capisco il perché: ti ha vista con Jacob Black, e ti ha lasciato vivere felicemente con lui. È strano il fatto che io non sappia vedere i licantropi: infatti poi non sono più riuscita a vedere niente nel tuo futuro, finché non ho visto che eri partita alla ricerca di Edward.
-Ma non sono l’unica che è andata a cercarlo.
Sorrise. –Già. Dopo che Edward se ne era andato via di nuovo, per tre anni non ebbi nessuna visione. Ma questo non significa che di tanto in tanto non sbirciavo nel suo futuro. È stato quasi tutto il tempo in America Latina, ma non faceva mai niente di che. Soffriva, questo si. Ma poi ebbi una visione strana: Edward si era reso conto che non ce la faceva a starti lontano, si era reso conto che era più forte di lui, aveva capito che non poteva riuscire a vivere per l’eternità senza averti accanto. Ma non voleva neanche dannarti per sempre, o rovinare di nuovo la tua vita. E così aveva preso una decisione irrevocabile. Definitiva.
Ormai la tranquillità emessa da Jasper non faceva più effetto: ero in preda all’agitazione più pura. –Che decisione?
Non mi rispose, ma andò avanti. –Corsi subito a casa e avvisai subito Jasper: dovevamo andare a cercarlo, a fermarlo. Ma ci imbattemmo in Rosalie ed Emmett: non ci lasciavano andare via, ci dissero che non potevamo far del male a Carlisle ed Esme anche noi. Ma poi gli dissi che si trattava di Edward, che era una cosa urgente, ma non gli dissi la verità. Vennero con noi.
Il mio respiro divenne un affanno. –Che decisione, Alice?
-Si trovava sempre in America Latina. Lo raggiungemmo, ma non riuscimmo a prenderlo: lui ci scoprì e saltò sul primo aereo per l’Europa. E da lì iniziò la vera “caccia”. Per due anni lo seguimmo per tutta l’Europa: Spagna, Portogallo, Inghilterra, Russia, Norvegia, Finlandia, Francia, Grecia, Polonia, Germania, Islanda. Lì Rosalie ed Emmett si fermarono: si erano stancati di cercare Edward all’infinito in giro per il mondo. Così continuammo io e Jasper. Ci portò fino in Cina, Giappone, India, e in Australia.
Iniziavo a spazientirmi. –Alice, dimmi che decisione aveva preso Edward.
-Ma poi, quando prese l’aereo per andare in Africa, in Egitto, ci fregò: prendemmo l’aereo secondo a quello che aveva preso lui, e solo allora mi arrivò la visione che aveva cambiato idea, che non aveva più preso quell’aereo, che ne aveva preso un altro, verso l’ Italia.
-Alice!- alzai un po’ la voce.
-Se non sbaglio ti ha parlato dei Volturi, vero? Comunque, sono una famiglia potentissima, la stirpe reale dei vampiri, la puoi considerare. Edward ti ha detto che non vanno infastiditi, a meno che…
Respirai a fondo alzandomi in piedi e poggiando le mani sul tavolo. –Alice, per cortesia dimmi cosa voleva fare Edward- controllavo la mia rabbia, ma non ci sarei riuscita per molto.
-È andato a Volterra, la città dei Volturi e ha ottenuto quello che voleva. Purtroppo non siamo arrivati in tempo…
-Alice, che significa?- la mia voce tremava.
-Non siamo tornati indietro… non ce la facevamo a dirlo agli altri. E non credo che lo faremo in futuro.
A quel punto sbottai. –Alice, diamine! VUOI DIRMI CHE DECISIONE HA PRESO EDWARD!!???!!
Il mio respiro era affannoso e la mia mente stava per scoppiare: avevo fatto tanto e adesso pretendevo di sapere cosa fosse successo. Guardai Alice: mi fissava con un’espressione neutra, ma anche con una piena di dolore e rimpianto. Se poteva, il suo viso sarebbe stato rigato da delle lacrime.
-ALICE!!! PARLA!!!
E quando parlò, tutte le mie speranze, tutti i miei sogni, tutte le mie sicurezze, tutto di me crollò.
-Bella… Edward è morto.









^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^


NON MI UCCIDETE!!!!! VE NE PREGO, NON MI UCCIDETE!!!! VI SCONGIURO, LASCIATEMI VIVERE!!!

Ok, Edward è morto, va bene l'ho fatto morire io....
per cortesia però, abbassate le torce e i forconi
me ha paura della folla inferocita ke si è creata....
Per favore..... >.<
Vi prego, calmatevi....

Ke poi a me Edward piace, anzi lo venero, quindi perchè dovete....
*la folla inferocita inizia a sbraidare ancora più forte*
Ok ok, sto zitta! ^__^''''

Se mi lasciate viva, vi dico ci vediamo al prossimo capitolo
Ciao ciao!



   
 
Leggi le 12 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: civia93