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Autore: callmemavy    22/12/2015    1 recensioni
Dopo che l'oscurità nel cuore di Mavis è stata sconfitta i due giovani amanti possono finalmente rilassarsi e fare qualche breve uscita dal castello, ma per quanto tempo?
Presto verrà indetto un consiglio dove i mostri più potenti al mondo decideranno il futuro della coppia e dell'hotel di Dracula, ma anche l'arrivo al castello di una vecchia conoscenza del conte potrebbe complicare la vita di Mavis e Jonathan.
La coppia più discussa nel mondo dei mostri dovrà affrontare nuovi ostacoli, riuscirà lo Zing a mantenere il loro legame indissolubile?
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dracula, Jonathan, Mavis Dracula, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Cuore di demone'
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CAPITOLO 23 – Solo qualche lacrima


 

"Papà! I draghieri sono corsi via all'improvviso, che è successo dentro?" Chiese Mavis, allarmata.

"Nulla, nulla... diciamo che Hal ha inscenato la sua morte per distrarre i draghi che adesso saranno soddisfatti di aver concluso la loro caccia all'uomo." Rispose Dracula senza scendere troppo nei particolari.

"Sembra che stia rischiando molto per aiutarci," Continuò la ragazza, "Mi sembra un brav'uomo, ma tu me lo avevi descritto come una persona di cui non ci si può fidare, sicuro di non ti sbagliare?"

Il vecchio vampiro spalancò gli occhi, "No, non mi sbaglio. Non fa nulla se non ottiene qualcosa in cambio. È più avido di un leprecauno e non mi stupirebbe di vederlo lavorare per le lamie." Ringhiò rabbioso, come ogni volta che parlava di quel ragazzo.

"Va bene, va bene..." Disse la figlia roteando gli occhi ed alzando le mani scocciata, "Non ti sta simpatico, ma vorrei almeno ringraziarlo di persona." Poi socchiuse gli occhi e distolse lo sguardo, sembrava concentrata su qualcos'altro, "Come?" Poi ridacchiò ed infine tornò con lo sguardo a suo padre, "Dice che sei solo invidioso."

"Io invidioso?!" Urlò, ma poi si calmò subito, "Lascia stare, non ho tempo da perdere con uno come lui. Devo andare a bere qualcosa." E detto ciò tornò dentro al castello.

Intanto Jonathan e Mavis non restarono soli a lungo, infatti vennero raggiunti subito da Griffin, Murray e Waine che li salutarono calorosamente.

"Ragazzi, come va il buffet?" Domandò cordialmente Mavis.

I tre fecero un gran sorriso, "Mai mangiato così bene dai banchetti di Ramsesse II!" Esclamò Murray soddisfatto.

"Pare a me o manca qualcuno?" Disse Jonathan guardandosi intorno.

"Si, Wanda ed Eunice sono a tenere d'occhio i cuccioli. Abbiamo scampato un disastro di dimensioni epocali... fortuna che Wanda ha fiutato l'odore dei dolci al caffè, se i piccoli li avessero mangiati sarebbero diventati ancora più iperattivi. Non so se il castello sarebbe sopravvissuto ad una tale calamità." Spiegò l'uomo lupo.

Jonny e Mavis si guardarono con un mezzo sorriso preoccupato, Dracula aveva fin troppi problemi ed una mandria di lupetti ancora più scatenati avrebbero potuto non solo demolire l'hotel ma anche la sanità mentale del vecchio vampiro.

"E zio Frank?" Continuò Mavis.

I tre mostri si guardarono intorno per cercarlo, in effetti non era più con loro, "Ha dato di matto quando siamo andati a prendere della carne, la cuocevano sulla griglia e quando hanno riattizzato il fuoco per fare altra brace si è spaventato. È corso via e non lo abbiamo più visto." Raccontò Murray.

"Se lo state cercando, è laggiù." Esclamò Griffin, ma nessuno riuscì a capire dove l'uomo invisibile stesse indicando. "Ho detto là, siete ciechi?" Insisté e tutti si voltarono sugli occhiali fluttuanti guardandolo arrabbiati. Griffin sospirò tristemente, "Banco dolci, si sta ingozzando più di un esercito di gremlins."

Tutti si voltarono verso il tavolo dei dolci, era stato preso d'assalto da una palla azzurra con grosse scarpe nere e una stretta camicia bianca che copriva appena un quarto di quella strana palla.

"N-non è lui, vero?" Disse Mavis preoccupata.

"Frank!?" Jonathan provò a chiamarlo ad alta voce.

La strana palla gigante si voltò goffamente, era proprio Frank, aveva mangiato talmente tanto che la sua pancia si era gonfiata al punto da coprirgli le gambe lasciando in vista solo le scarpe. In mano aveva una grossa torta che lui mise in bocca sputandone solo il vassoio d'argento.

"Hey, ragazzi, avete già assaggiato qualche dolce? sono tutti buonissimi! Molto meglio dei budini di meduse di Quasimodo." Disse Frank felice di vedere i suoi amici, poi si voltò per prendere qualcosa anche per loro, ma si accorse che il tavolo era stato completamente razziato. "Hem... vi va qualcosa di salato?" Continuò imbarazzato della sua fame incontrollabile.

"Sicuro che non ti faccia male mangiare così tanto?" Mavis lo rimproverò.

"Ci vuole ben altro per farmi stare male." Rispose lui, ma la sua attenzione venne presto attirata da uno strano rumore.

Tink

Era come il rumore di un filo di ferro che si spezza.

Tink, tink

Frank guardò giù, i punti di sutura erano in tirare, troppo, ed uno ad uno stavano saltando, "Oh, oh..." Disse ed in un attimo volò via, lasciando le gambe a terra, a zigzag come un palloncino che si sgonfia, ma che invece di soffiare via aria lanciava cibi di ogni genere ancora perfettamente integri visto che dalla foga di mangiare non aveva masticato nulla.

"Papà, che sta succedendo?" Domandò un bambino mosca.

L'uomo mosca alzò la testa e venne colpito in fronte da una polpetta che lo sporcò. Il mostro sputò sulle sue mani e si pulì la testa con i movimenti rapidi e convulsi tipici delle mosche, "Piovono polpette..."

Intanto si stavano riversando a terra molti altri cibi ed i mostri che banchettavano rimasero per un attimo immobili per la sorpresa, ma poi iniziarono a correre in qua e la per cercare di prendere al volo con i piatti o direttamente in bocca il cibo che cadeva.

Anche Murray e Waine non riuscirono a resistere e si lanciarono fra la folla, invece Griffin, più pacato, rimase con Mavis e Jonathan.

"Che bambini rumorosi..." Disse l'uomo invisibile sospirando, "Meglio stare lontani, certa gente non guarda dove mette i p-" Ma Griffin venne interrotto da un gruppo di mostri che correndo lo travolse facendogli cadere gli occhiali che Mavis prontamente raccolse.

"Griffin?!" Gridò la ragazza guardandosi intorno nella speranza di trovarlo.

"Sono quaggiù!" Rispose l'uomo invisibile da chissà dove, "Aaaargh!" Urlò dal dolore, probabilmente lo stavano calpestando, ma le nuvole create dalle streghe che oscuravano il Sole iniziarono a diradarsi e la vampira fu costretta a rientrare nel castello, ma rimase sotto l'arco del portone a godersi le esilaranti scene.

Quel trambusto di mostri che correvano guardando il cielo non durò molto senza incidenti, ed infatti ci furono molti scontri ma senza gravi danni, tranne un grande minotauro che inciampando cadde sulla nonna gremlin proprio nell'attimo in cui lei apriva le sue enormi fauci e ci cadde dentro, accorgendosi dell'accaduto la minuta vecchietta si voltò ed esclamò "Non l'ho fatto io."

Intanto Blobby scivolava velocemente sul prato raccogliendo il cibo su cui passava sopra e quando ne raccolse abbastanza si fermò a digerire facendo friggere tutto ciò che aveva inglobato e dissolvendolo in pochi secondi, compresa l'erba sotto di lui lasciando un buco sul prato. Il blob ripartì a tutta velocità, ma poco dopo si schiantò contro un altro blob di colore rosa, i due blob uniti in una massa unica si tirarono via fino a staccarsi improvvisamente facendo schizzare due pezzi di gelatina verde ed una rosa che una volta atterrati aprirono gli occhi e corsero verso i genitori.

"Ragazzi," Disse Murray, "Non davanti a tutti!"

I due blob iniziarono a ribollire per l'imbarazzo.

"Oh, ma che carini i blobbini." Disse la mummia abbassandosi per accarezzare una di quelle piccole gelatine, ma appena toccò quella rosa essa si attaccò alla sua mano e poi si espanse fino a ricoprire completamente Murray, "Hey guardatemi, sono blobman!" Disse entusiasta, poi il suo corpo iniziò a friggere, "Aaargh!" Urlò la mummia in preda al dolore, "Toglietemela di dosso!"

Allora Blobbette si mise davanti a Murray ed iniziò a parlare a gorgoglii muovendo un dito a rimprovero e la blobbina rosa scivolò via dalla mummia e rimase in disparte con lo sguardo pentito.

"Murray, come stai?" Domandò cautamente Wayne.

La mummia si strappò via le bende annerite dalla corrosione dalle braccia , si sbriciolavano in mano, "Sto bene, non vi preoccupate." Rispose per tranquillizzare l'amico, ma l'uomo lupo continuava a fissarlo sbalordito, "Che c'è Wayne? Hai una faccia!"

"Ti sei visto?" Disse il licantropo.

La mummia guardò giù, poi si coprì con le mani imbarazzato, "Non guardarmi così, mi sento nudo!"

In verità Murray era ancora ricoperto di bende, ma c'era una grossa differenza, ora era magro.

L'aspetto della mummia era completamente cambiato, era magrissimo e filiforme, simile ad un omino a stecco, ma finalmente i suoi piccoli piedi e mani erano proporzionati al suo vero corpo. L'unica cosa rimasta quasi invariata era la testa con i grandi occhi verdi luminosi, ma almeno ora aveva anche un collo ed un mento.

"Pensavo fossi grasso, non sovraccarico di bende! Forse ora attirerai più ragazze." Constatò Wayne.

"Quanto credi possa essere grassa una mummia essiccata e rimasta nel deserto per oltre tremila anni? Comunque attirare le mummiastrelle mi piace..."

Poco distante da loro Mavis sorrideva, quell'attimo di follia generale la allontanò per un momento dai problemi che pendevano su di lei e sulle persone che amava, poi si voltò verso l'umano per condividere con lui la sua gioia, ma lui era svanito, lasciandola un po' amareggiata, "J-Jonny?" Si limitò a dire guardandosi intorno senza vederlo.



Intanto Dracula si era rifugiato nel castello, anche se al pensiero di incontrare nuovamente Shin Ryu avrebbe preferito la pioggia di cibi all'aglio che c'era in giardino. Prese l'ascensore per salire ai piani più alti, aveva bisogno di restare un po' da solo per prepararsi alla vera sfida della giornata, il Consiglio Straordinario dell'Ordine del Drago dove si sarebbe deciso non solo il futuro suo e dell'hotel Transylvania, ma anche di Mavis e Jonathan e solo una cosa gli poteva dare abbastanza forza, il ricordo di sua moglie. Lo stesso ricordo che per più di un secolo lo aveva stretto in una morsa di dolore, ma che dopo aver incontrato il fantasma di Martha al loro vecchio castello era riuscito a cambiare. Dopotutto gli anni passati con la donna della sua vita erano stati i più belli della sua esistenza e non poteva ricordarli tutti soffocati dalla tristezza e dal rimpianto di un unico tragico evento.

Il vecchio vampiro raggiunse camera sua e con uno schiocco di dita accese le numerose torce sulle pareti, quella soffitta non era mai stata così luminosa e non era l'unico cambiamento, la sua bara-letto era stata spostata sotto al grande ritratto di lui e sua moglie che non teneva più coperto, il soffitto era stato dipinto di rosso e le travi a vista dorate e le pareti in pietra erano adornate di altri quadri dell'infanzia di sua figlia Mavis. Quella che una volta era una tetra soffitta simile ad un mausoleo adesso è una luminosa sala, tranne per la bara, quella è rimasta tetra come un tempo, ma a Drac piace così...

"Martha..." Sospirò il conte avvicinandosi al dipinto, "Come posso affrontare questa sfida sapendo a quale rischio andrò in contro?" Il vampiro appoggiò una mano alla parete, chiuse gli occhi ed abbassò la testa, ma subito dopo riaprì gli occhi come se qualcosa avesse attirato la sua attenzione. Si guardò intorno cercando di sentire meglio, non era stata un'allucinazione, sentiva un flebile lamento. Era un singhiozzare quasi impercettibile e lontano, troppo per capire da dove stesse arrivando o se era davvero solo la sua immaginazione.

"M-Martha?" Disse il vampiro, poi scrollò la testa, "No, che sto dicendo? Non può essere lei..." Poi spostò lo sguardo verso il soffitto.

Così lui staccò i piedi da terra alzandosi lentamente, si girò sotto sopra ed atterrò sul soffitto, poi camminò fino a quando si fermò e si mise in ginocchio appoggiando un orecchio al soffitto, quel pianto veniva esattamente dall'altra parte.

Il conte iniziò a preoccuparsi, "Mavy?" Borbottò fra se per non farsi sentire, non voleva farla fuggire anche perché era pieno giorno e se fosse uscita dall'ombra si sarebbe fatta male.

Dracula si lasciò cadere atterrando sul pavimento e si guardò intorno in cerca di una finestra, ma in camera sua non ce n'erano, "Ora capisco perché Mavis ha voluto una camera con finestra nonostante dicessi che era pericoloso..." Poi si fermò con lo sguatdo sul camino acceso, "Se mi devo bruciare al Sole tanto vale..." E senza pensarci due volte si trasformò in pipistrello e volò attraverso le fiamme nella canna fumaria fino ad uscire dal camino ricoperto di cenere.

Il Sole iniziò a bruciarlo più del fuoco che aveva appena attraversato, ma a lui non importava. Tornò umano e proteggendosi con il mantello raggiunse l'origine di quei singhiozzi.

"J-Jonny?! Che ci fai qui!" Disse il conte trovando il ragazzo seduto sul tetto.

Jonathan saltò per lo spavento e scivolò sulle tegole bloccando la sua corsa sulla grondaia advun passo dal vuoto, poi si voltò verso Drac, spaventato ed arrabbiato, "Tu piuttosto che ci fai qui fuori di giorno?!"

I due abbassarono lo sguardo e rimasero in silenzio, attraversati da un'onda di tristezza che li calmò in un istante.

"Ho sentito piangere, eri tu?" Disse il vampiro alzando lentamente gli occhi al ragazzo.

L'umano sospirò, "No, ti sei sbagliato. Qui non c'era nessuno che piangeva." Rispose cupamente senza distogliere lo sguardo dal paesaggio attorno al castello. Nonostante fosse giorno la foresta stregata era comunque tetra e spaventosa e Jonathan si sentiva allo stesso modo, poteva mostrarsi come un ragazzo allegro e solare, ma dentro di lui le sue angosce lo stavano stritolando.

"Mavis sa che sei qui?" Domandò il conte.

"Perché continui a fare domande di cui conosci già la risposta?"

"Se non è con te è perché non sa dove sei. Non pensi che ti sia cercando?"

"Lo so e lo sai anche tu Drac, però non voglio farmi vedere da lei in queste condizioni."

"Hai ragione..." Rispose il vampiro sedendosi accanto al ragazzo, "Mavy deve restare essere tranquilla in questo momento, la situazione è delicata e non possiamo fare errori. Hai fatto bene a sfogarti dove nessuno ti vedesse, dirò a Mavis che ti ho chiamato io."

"Drac..." Disse l'umano voltandosi verso il vampiro.

"Dimmi."

"La puzza di pollo bruciato inizia a darmi fastidio, puoi tornare all'ombra?" Disse Jonny con un leggero sorriso.

Il conte si rese conto solo in quel momento che stava bruciando troppo, era talmente pensieroso che non faceva più caso al dolore, quindi saltò via a ripararsi all'ombra di un comignolo.

"Devi essere forte Jonny, non solo per te stesso, ma anche per me e mia figlia. Contiamo tutti sul tuo supporto morale, se non riesci a sorridere tu mi chiedo chi potrà farlo. Com'è che dici sempre tu? Segui la corrente."

"Segui il flusso." L'umano lo corresse sorridendo, stava visibilmente meglio, poi si alzò, "C'è qualcuno che mi sta aspettando."

Il vecchio vampiro contraccambiò il sorriso e trasformandosi in pipistrello volò dentro al camino.

 

  
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