Era l'ultimo anno, sulla base Jota 9, prima di andarsene. Avevano atteso un po' di tempo, col bisogno di organizzarsi, per poter poi cambiare vita, i quattro rangers.  "Ce ne andremo col nuovo anno" aveva affermato una volta Izaak. E ora che quel nuovo anno si avvicinava, era quasi tutto pronto per la partenza. Era, però, lo spirito, a non volersi preparare al cambiamento e la vigilia di Natale doveva essere un momento di totale svago, prima della frenesia finale e dell'abbandono della Jota 9. I quattro rangers erano intorno al tavolo, a giocare a carte, come spesso facevano. Ma stavolta erano intenti a svolgere una partita un po' diversa e con un pizzico di follia: chi vinceva aveva il diritto di baciare Omachi. Steve e Kid si punzecchiavano, con fare leggermente da spacconi ed entrambi credevano che avrebbero meritato quel bacio. Izaak, come suo solito, rimaneva impassibile e silenzioso. E se avesse vinto la ragazza?

-Si bacia da sola!- disse Steve, ridendo.

-Oppure può scegliere chi baciare- affermò Kid.

Mei, invece, era in cucina a preparare la cena, aiutata dal piccolo Cyn.

-Spero che l'arrosto non ti venga di gomma, come l'altra volta- commentò il bambino.

-Beh, allora cucina tu, scostumato! Vediamo che sai fare!-

-Ehi, che permalosa! Però ricordati che se non preparerai una cena degna del nostro natale il signor Izaak si arrabbierà con te!-

-Ma piantala!-

La partita a carte, che Steve era convinto di vincere, prese una piega inaspettata: il vincitore fu Izaak. 

-E vai! Ora sì che ci si divertirà!- disse Kid, con aria maliziosa. 

-Dai, dai, con la lingua, mi raccomando!- aggiunse Steve. 

Izaak arrossì e Omachi si sentì in totale imbarazzo. Ma la regola del gioco non poteva essere invalidata e toccava rispettarla. Così il tenebroso russo si avvicinò alla ragazza e le diede un delicato bacio sulle labbra. 

-Ehi, ma che razza di bacio è?- si lamentò Steve -nemmeno a quindici anni baciavo in questo modo-

Il goliardico momento fu interrotto dall'annuncio di Mei sulla cena: era pronta e bisognava apparecchiare. L'arrosto non era venuto gommoso e Cyn ne era contento. Mangiarono molto e al banchetto si aggiunse anche Poncho, che portò dei dolci e dello champagne. L'atmosfera era festosa e tutti, a fine cena, erano un po' alticci. Allo scoccare della mezzanotte ci furono gli auguri e lo scambio dei regali. Poco dopo Omachi si allontanò, per recarsi in bagno. Anche Izaak si alzò, dicendo che l'alcool gli aveva messo sonnolenza. Decise, quindi, di ritirarsi nella propria stanza, ma non sarebbe andato a dormire se non avesse prima detto qualcosa ad Omachi, a proposito di quel bacio. Aspettò che lei uscisse dal bagno e la fermò. 

-Scusami per prima- le disse- sai, la partita a carte...-

-E di che cosa dovresti scusarti?- rispose Omachi, arrossendo-Il tuo bacio, ecco...mi era piaciuto. Peccato fosse solo un gioco-

-Per me non lo è stato...solo che non è il tipo di bacio che vorrei darti. Insomma...è da tempo che volevo dirtelo e se non lo faccio ora, non ci riuscirò mai più: tu mi piaci, da sempre-

-Izaak...anche tu mi piaci, solo che ancora non so come potr...-

-...no, non voglio metterti fretta. Ne riparleremo quando ce ne andremo da qui, per iniziare una nuova vita. Il progetto per creare una nuova comunità é ormai pronto, ma non dobbiamo dimenticarci che un nuovo luogo che viene popolato non sopravvive se non si pongono le basi, se non si ha una discendenza. Noi saremo tra i nuovi fondatori di una civiltà e...la mia discendenza vorrei crearla con te. Per il momento...ti auguro ancora un Buon Natale-

Non disse altro, Izaak, e si chinò per baciare Omachi.

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