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Autore: galvanix    24/12/2015    6 recensioni
Bulma e Vegeta alle prese con un insolito Natale...
Cosa pianificherà la furba scienziata? E il tenebroso saiyan?
Riusciranno a far chiarezza nel loro sentimenti?
“Non è un mio problema”
“Lo so, tu pensi sempre e solo a te stesso da non accorgerti di ciò che ti circonda.
Quando capirai che non stiamo sul tuo stupido pianeta”
“Modera i termini, donna”
“Altrimenti? Mi lasci di nuovo fuori di casa oppure mi ucciderai o meglio ancora mi farai esplodere?
Avanti Vegeta hai l’imbarazzo della scelta…” concluse ferita la scienziata.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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                                    UN INSOLITO NATALE







Erano trascorsi diversi mesi dall’arrivo di Vegeta sul pianeta Terra e tutto sembrava scorrere lentamente…forse sin troppo.
Tutti i guerrieri si stavano preparando al massimo delle loro potenzialità per fronteggiare i temibili Cyborg che sarebbero arrivati tra meno di due anni.
La Terra era di nuovo in serio pericolo e questa volta poteva non bastare l’unione congiunta di tutti gli eroi che il pianeta aveva a disposizione, ma Goku e i suoi fedeli compagni non si sarebbero arresi così facilmente, neanche di fronte ad un imminente catastrofe.
Persino il Principe dei Saiyan mise a dura prova il suo fisico con duri ed estenuanti allenamenti, anche se i suoi propositi differivano dagli altri.
Lui aveva deciso di combattere non per salvare l’umanità intera, ma per misurarsi personalmente con i Cyborg, battere l’odiato Kakaroth e diventare padrone indiscusso dell’Universo.
Non male come ambizioni, ma ovviamente il Principe in questione non aveva fatto i conti con tutto il resto e presto ne avrebbe avuto la conferma.
Negli ultimi tempi faceva davvero fatica a rimanere concentrato ed inizialmente non riusciva a capirne il vero significato, anche se qualche sospetto cominciava ad insinuarsi in lui…
Non voleva decisamente ammetterlo, ma quella maledetta terrestre dall’insolito colore di capelli e dai grandi occhioni blu lo avevano completamente ubriacato.
Non era nella sua indole perdersi in simili frivolezze ma, con il tempo, si era abituato alla presenza della donna e, tutto sommato, non gli dispiaceva.
I battibecchi, con lei, erano all’ordine del giorno ed ogni momento era propizio per scatenare un’infinita litigata persino per cose futili, ma il saiyan si era abituato anche a questo cambiamento.
In verità, a volte, si divertiva enormemente a punzecchiarla e, vederla diventare una furia, lo esilarava non poco.
Tuttavia a colpirlo non era solo il suo carattere forte e determinato, ma anche la sua indiscussa bellezza.
Aveva le forme e le curve al posto giusto e questo doveva, purtroppo, ammetterlo.
Lei era senz’altro una donna irritante, testarda, petulante, lunatica, ma allo stesso tempo decisamente eccitante, passionale, carismatica, tremendamente intelligente e altamente seducente.
Come poteva, il Principe dei Saiyan, resistere ad un tale richiamo?
Tutto questo era troppo persino per un uomo della sua tempra e tenacia.
Non era facile resisterle, non solo perché era una sua esigenza fisiologica giacere con una donna, ma soprattutto perché la scienziata era solita indossare abiti succinti e piuttosto provocanti.
Probabilmente lei architettava questo addirittura di proposito per verificare una sua razione.
In fondo non le era sfuggito il modo in cui, a volte, la fissava e, tuttavia non le dispiacevano le sue attenzioni, quindi cercava di provocarlo il più possibile.
Sapeva che non l’avrebbe uccisa per questo, in fondo lei gli serviva per eventuali problemi di natura tecnologica che sarebbero potuti insorgere durante i suoi durissimi allenamenti e, per tale motivo, si sentiva piuttosto sicura.
Furba la scienziata…
Fortunatamente, per il saiyan, era giunto l’inverno e Bulma dovette abbandonare abiti scollati e leggeri con altri decisamente più pesanti e coprenti.
Da una parte era sollevato perché così poteva frenare l’impulso di saltarle addosso, ma dall’altro non poteva più bearsi delle sue forme piene.
Malgrado ciò decise di farsene una ragione e ritornare a dedicarsi soltanto ad i suoi estenuanti allenamenti, finché un giorno la diabolica donna non progettò un’altra delle sue…
Si stava avvicinando velocemente il Natale e tutti, in casa Brief, si apprestavano a preparare l’albero con le relative decorazioni.
Il Principe non conosceva quest’usanza, ma a quanto sembrava doveva essere piuttosto importante, visto il tempo e la cura che la scienziata impiegava.
Nonostante ciò s’impose di non rifletterci troppo e di continuare soltanto a concentrarsi a migliorare per battere i Cyborg e Kakaroth…il resto non doveva coinvolgerlo.
Malgrado questo non sapeva cosa si nascondeva dietro l’angolo…
Nel frattempo Bulma era da poco tornata a casa da uno shopping sfrenato e, come una furia, si diresse verso la sua camera senza farsi scorgere dal saiyan.
Una volta dentro saccheggiò frettolosamente le sue buste finché non trovò quello che cercava.
Era intenzionata a fare un grande regalo a Vegeta visto che era il suo primo Natale e voleva fosse indimenticabile.
Sapeva quanto poteva essere ostile, scontroso, egoista, arrogante e tremendamente…affascinante, severo, ribelle, solitario e…triste.
Forse era proprio questo lato del suo carattere a renderlo irresistibile agli occhi della turchina.
La sua aria malinconica l’aveva incuriosita, attirata come una calamita e, senza accorgersene, si era ritrovata a vagare nel nero dei suoi occhi.
A volte si scopriva a pensarlo anche mentre lavorava, guardava la televisione oppure sotto la doccia.
Per lei era diventato un chiodo fisso che non intendeva assolutamente liberarsi.
Doveva ammetterlo…la ragazza si era estremamente invaghita dell’uomo e, conscia di quanto le stava accadendo, non si sarebbe tirata indietro, non senza tentare.
Questa era una vera e propria sfida che non intendeva assolutamente perdere.
Ormai la sua relazione con Yamcha era terminata da un bel pezzo e ora aveva deciso di dedicarsi completamente allo scorbutico ed attraente saiyan.
Tirò fuori, da una delle sue buste, un completino natalizio che aveva trovato in uno dei tanti negozi che aveva saccheggiato e, con un ghigno alquanto malizioso, pensò di indossarlo all’istante.
Una volta vestita, si ammirò allo specchio e sorrise tra sé.
Quel completo avrebbe lasciato Vegeta senza parole, ne era convinta.
In realtà non la copriva di molto perché era fasciata soltanto da una veste rossa, con spalline sottili, molto corta ed aderente che le arrivava a malapena sotto il sedere, mettendo così in risalto le sue morbide curve.
Oltre al vestito aveva persino comprato un capellino natalizio per dare un tocco di classe alla sua idea.
Era davvero soddisfatta del suo acquisto ed era certa che l’uomo sarebbe rimasto incantato da tale visione.
Decise, così, di mettere subito in atto il suo piano.
Sapeva che i suoi genitori erano fuori per via di un congresso di lavoro del padre e sarebbero ritornati soltanto per il giorno di Natale, quindi aveva libero accesso.
Uscì rapidamente dalla sua stanza e si recò verso il salotto trovando il Principe esattamente dove pensava.
Ormai era giunta la sera e Vegeta, come di consueto, era ad attenderla per reclamare la sua cena.
Era piuttosto seccato per il ritardo della donna, ma si tranquillizzò soltanto quando percepì la sua aura avvicinarsi.
Stava per urlarle contro tutto il suo disappunto, ma si bloccò quando i suoi occhi si soffermarono sulla visione più provocante ed eccitante che avesse mai scorto in vita sua.
Il vestito che Bulma indossava lasciava davvero poco all’immaginazione ed il saiyan si trovò davvero in una situazione veramente ai limiti della decenza.
Lo stava provocando non poco e questo lui lo sapeva sin troppo bene.
Gli risultò alquanto difficile resisterle e non saltarle addosso per farla sua, ma decise di stare al gioco e vedere sin dove, la scienziata, era intenzionata a spingersi.
Così attese la prima mossa da parte della turchina che non tardò ad arrivare:

“Vegeta, scusa il ritardo, ma avevo alcune cose da sbrigare. Ora ti preparo subito la cena” aggiunse lei con tono suadente.
“Allora sbrigati perché non intendo aspettare oltre” rispose lui duramente cercando di mantenersi impassibile.
“Sei sempre il solito cafone” ribatté crucciata la scienziata dirigendosi infine verso la cucina.

Sapeva che, in qualche modo lo aveva sorpreso, ma era decisamente bravo a nasconderlo.
Tuttavia non si diede per vinta e, mentre cucinava, pensò subito ad un modo per attirare maggiormente a sé il saiyan.
Mentre la turchina era impegnata, Vegeta non riuscì a trattenere un ghigno.
Anche lui aveva un piano ed era determinato a portalo a termine.
Nessuno poteva raggirare il Principe dei Saiyan, neanche una debole terrestre.
La cena era ormai pronta e, mentre Bulma sistemava le ultime cose in tavola, si sentì, all’improvviso, afferrare da dietro con decisione.
Poteva essere soltanto lui…
Avvertì le mani dell’uomo percorrere il suo corpo con una lentezza disarmante ed il suo respiro solleticarle l’orecchio.
Aspettava quel momento da tanto tempo e finalmente lui si era deciso una volte per tutte.
Vegeta, mentre esplorava il suo corpo, prese a baciarle il collo facendola completamente impazzire e, sapendola ormai in balìa delle sue avances, la girò, con fermezza, verso di sé per poi baciarla con sin troppo ardore.
Bulma fu colta alla sprovvista, ma si riprese velocemente e rispose immediatamente al bacio, anche se era cosciente del fatto che non c’era niente di romantico.
Era stato particolarmente irruento e traspariva soltanto la sua brama di possesso…nient’altro.
Non poteva di certo aspettarsi dolcezza da un guerriero sanguinario venuto da un altro pianeta, così decise di “accontentarsi”, sapendo che questa storia avrebbe fatto soffrire più lei che il saiyan.
Il Principe, accortosi della scioltezza da parte della scienziata, la sollevò da terra facendo incrociare le gambe alla sua vita e continuando il suo travolgente bacio.
Era talmente preso da lei che stava dimenticando di attuare il suo piano.
Era incredibile quanto potere aveva su di lui…
Ripreso il comando della sua mente, il saiyan fece adagiare la schiena di Bulma contro la porta finestra in vetro che si trovava in salotto cercando di non far intendere nulla alla terrestre.
Lei era troppo presa dal momento per accorgersi delle intenzioni dell’uomo.
Senza farsi notare, Vegeta aprì lentamente la maniglia e, con uno scatto, spalancò la porta facendo cadere malamente la scienziata a terra.
La turchina riuscì a comprendere ben poco dell’accaduto soprattutto perché ancora assuefatta dal saiyan, ma una volta ripresasi intuì il volere dell’uomo e, con tono decisamente irritato, domandò:

“Cosa ti è preso, scimmione? Ti sembra il modo di trattare una ragazza?”
“Che ti sia di lezione, donna. Nessuno può permettersi di provocare il Principe dei Saiyan e poi non subirne le conseguenze” asserì lui fieramente.
“Sei solo un arrogante e cinico saiyan”
“Ah, davvero? Bene, allora è il caso che ti schiarisci le idee, che ne dici?” proferì, ghignando, l’uomo chiudendo la porta finestra e lasciando la turchina fuori di casa.
“Vegeta, apri immediatamente questa porta! 
Cosa ti è saltato in mente? Qui in giardino si gela” obiettò la scienziata, alzatasi in piedi e bussando furiosa al vetro.
“Potevi pensarci prima di vestirti in quel modo assurdo e provocarmi. Ora sono affari tuoi”.
“Andiamo, non essere sciocco. Io sono libera di indossare ciò che voglio, hai capito? Apri subito!”
“Scordatelo. Ora arrangiati” concluse lui determinato e soddisfatto per non averle ceduto.

Trascorse circa mezzora dall’accaduto e mentre il saiyan aveva terminato la propria cena, la povera Bulma era seduta, a terra, al freddo aspettando che quel disgraziato le aprisse.
Aveva provato a guardarsi intorno per vedere se aveva lasciato qualche spiraglio aperto, ma purtroppo la fortuna non girava dalla sua parte.
Era particolarmente infreddolita per via del vestito che indossava e, per un istante, si maledisse per averlo soltanto acquistato.
Sinceramente non si aspettava una reazione simile da Vegeta, ma era un uomo tremendamente imprevedibile quanto affascinante, quindi non doveva stupirsi del suo atteggiamento.
Di certo avrebbe potuto evitare di lasciarla chiusa fuori, soprattutto se si trattava di casa sua.
All’improvviso udì la porta aprirsi ed uscire il saiyan in persona.
I loro sguardi s’incrociarono per un momento finché la turchina, alquanto seccata, non prese parola:

“Cosa c’è, ti senti in colpa? A no, aspetta…non sarebbe da te, visto che sei sprovvisto di coscienza”
“In realtà c’è la cucina da pulire. Pensavo volessi saperlo” elargì lui beffandola.
“Sai, sei davvero impossibile Vegeta!
Adesso, per colpa tua, mi ammalerò senz’altro” rispose incollerita la donna.
“Non è un mio problema”
“Lo so, tu pensi sempre e solo a te stesso da non accorgerti di ciò che ti circonda.
Quando capirai che non stiamo sul tuo stupido pianeta”
“Modera i termini, donna”
“Altrimenti? Mi lasci di nuovo fuori di casa oppure mi ucciderai o meglio ancora mi farai esplodere? 
Avanti Vegeta hai l’imbarazzo della scelta…” concluse ferita la scienziata.

Il Principe si limitò ad osservarla senza aggiungere parola ed, dopo un istante che sembrò infinito, si voltò abbandonando rapidamente la stanza lasciando Bulma completamente sola.
Il saiyan sapeva il motivo per cui aveva taciuto, ma ammetterlo sarebbe stato troppo.
Lui voleva quella donna, ma a modo suo e a suo tempo.
Non avrebbe preso parte ai suoi stupidi giochetti ne tantomeno sarebbe caduto ai suoi ricatti.
Lui era il Principe dei Saiyan e nessuno poteva prendersi gioco di lui. Purtroppo, Vegeta, non sapeva quanto si sbagliava.
Questa volta nessuno voleva deriderlo, ma soltanto amarlo.
Un giorno lo avrebbe compreso, ma un’innocente creatura, dai capelli cielo, avrebbe tanto sofferto…

Un nuovo giorno era sorto svegliando così tutti gli abitanti della città.
Era una mattinata alquanto rigida, ma un timido sole si era affacciato infilandosi nelle abitazioni e ridestando gli assonnati.
Bulma aveva appena aperto gli occhi, ma li richiuse immediatamente quando avvertì la tenue luce del sole.
Non aveva la minima intenzione di alzarsi, non solo perché si sentiva più stanca di quando si era coricata, ma anche per quella maledetta sensazione di freddo che percepiva per tutto il corpo.
Durante la notte non aveva fatto altro che starnutire, per non parlare della tosse e quel cerchio alla testa che non l’aveva abbandonata un istante.
Ricondusse il tutto allo sgradito scherzetto messo in atto da Vegeta e, riflettendoci, le ribollì il sangue dalla rabbia, ma ormai il danno era stato fatto.
Rimase ancora un po’ sotto le coperte visto le scarse condizioni in cui versava, ma decise di alzarsi per prepararsi qualcosa di caldo e prendere subito la medicina per non far peggiorare la situazione.
Arrivò in cucina per miracolo strascinando il suo pesante corpo e, una volta giunta davanti agli scaffali, prese l’occorrente per la colazione.
Una volta terminato il pasto fece per alzarsi dalla sedia, ma un’ improvvisa vertigine la costrinse a rimanere seduta.
In quel preciso istante fece la sua comparsa il saiyan diretto verso il frigorifero per rigenerare il suo fisico dal suo solito allenamento mattutino.
Voleva evitare, ad ogni costo, ogni possibile contatto con lei dopo la discussione avuta la sera prima, ma cambiò idea quando si accorse che la scienziata aveva decisamente qualcosa che non andava.
Si accorse che la sua aura era particolarmente debole, il volto decisamente pallido e respirava a fatica.
Colto da un velo di celata preoccupazione le domandò, senza rifletterci molto:

Donna, cos’hai? Sei ridotta peggio di un fantasma”
“E’ tutto merito tuo. Grazie alla tua genialata devo aver preso freddo” accennò lei seccata.
“Se ti vesti in quel modo non è di certo colpa mia”
“Va al diavolo, Vegeta”
“Peggio per te” esclamò duramente l’uomo.

Fece per uscire dalla stanza, ma si voltò non appena percepì l’aura della donna abbassarsi troppo velocemente.
Appena alzatasi la vide barcollare.
Fu un attimo e la turchina sarebbe precipitata a terra, se non fosse stato per il tempestivo intervento del saiyan.
La prese in tempo tra le braccia e si accorse subito che era priva di sensi.
La portò immediatamente in camera sua adagiandola sul letto e coprendola accuratamente.
Le toccò la fronte trovandola tremendamente calda, forse sin troppo.
Per la prima volta non sapeva come comportarsi.
Lui non era a conoscenza di quali medicine andassero usate in casi come questi e, per di più, Bulma era svenuta quindi non poteva aiutarlo.
Così decise di volare il più velocemente possibile verso l’ospedale e trovare un medico che potesse prendersi cura di lei.
Non credeva che uno scherzo simile come il suo potesse risultare così pericoloso, ma evidentemente per un terrestre poteva tramutarsi in qualcosa di veramente rischioso.
Appena entrato in ospedale, Vegeta, si guardò intorno e cerco di individuare un eventuale medico.
Si accorse che, proprio in quel frangente, stava uscendo un uomo brizzolato sulla cinquantina e con una valigetta in mano.
Probabilmente era un dottore, giudicando dall’aspetto, e aveva appena terminato il suo turno di lavoro.
Una volta individuato, il saiyan si avvicinò all’ignaro sconosciuto e con tono severo gli domandò:

“Lei è un medico?”
“Sì, perché? Ha bisogno di qualcosa?”
“Sì, di lei” rispose seriamente il Principe e senza dargli il tempo di replicare lo prese per un braccio volando verso la Capsule Corporation.

Appena giunti a destinazione, Vegeta condusse il medico subito nella stanza della scienziata.
Il pover uomo aveva riconosciuto nell’immediato il logo della C.C. e si chiese il motivo per cui un estraneo lo avesse condotto in quel posto, addirittura volando.
Si domandò come quel ragazzo fosse riuscito a sorvolare la città, ma probabilmente si era servito di una qualche invenzione del dottor Brief.
Era intenzionato a chiederlo all’uomo che lo aveva “rapito”, ma il suo sguardo accigliato e alquanto duro lo fece desistere.
Appena varcata la porta della camera scorse subito una donna adagiata sul letto alquanto sofferente.
Riconobbe all’istante la figlia del famoso scienziato e constatando immediatamente le sue precarie condizioni le si avvicinò per verificarne la situazione.
La donna respirava molto a fatica, il viso appariva arrossato per via della febbre alta e sembrava alquanto debole.
Il medico, appurando le sue condizioni, chiese preoccupato al saiyan:

“Da quanto si trova in questo stato?”
“Da questa mattina, credo. Ieri sembrava stare bene” rispose lui con tono distaccato.
“Ha preso freddo, per caso?”
A quella domanda il saiyan sentì un brivido freddo percorrergli la schiena.
Sapeva della sua responsabilità in questa storia e, di certo, non si aspettava un risvolto simile ad una vicenda iniziata come un semplice scherzo.
Per non approfondire ulteriormente la questione rispose, alla domanda dell’uomo, con un semplice:
“Forse”
“Va bene ora però devo chiederle di uscire perché devo visitare la paziente” asserì professionalmente il medico.
A quella richiesta, Vegeta si avvicinò ulteriormente al dottore prendendolo per il colletto della camicia e, con tono alquanto serio, gli intimò:
“Faccia guarire questa donna…non mi interessa come, purché trovi un modo”
“Farò tutto ciò che è in mio potere” sussurrò l’uomo intimorito intravedendo, in lui, un filo di celata angoscia.

Trascorse circa mezzora da quel momento e il Principe iniziò seriamente a spazientirsi.
Stava per buttare a terra la porta quando essa fu spalancata direttamente dallo specialista che aveva lui stesso “sequestrato”.
Per non attendere un istante in più sulla salute della turchina, il saiyan domandò seccato:

“Allora? Che cos’ha?”
“La signorina Brief ha contratto una bella polmonite ed è per questo che respira a fatica. Fortuna ho agito prima che fosse necessario un ricovero ospedaliero. Le ho iniettato un antibiotico perché facesse effetto il prima possibile e, tra qualche ora, dovrebbe iniziare ad intravedersi qualche piccolo miglioramento. Le raccomando di tenerla al caldo il più possibile, farle ingerire molti liquidi e le faccia prendere le medicine che ho segnato in questo foglietto. Mi raccomando è fondamentale” disse coscienzioso il dottore.
“Guardi che non sono la sua guardia del corpo” proferì scocciato Vegeta.
“A me è parso il contrario e poi mi sembra che in questa casa, oltre alla signorina, ci sia soltanto lei, o sbaglio?”
“Purtroppo no”.
“Ora devo andare, ma se la ragazza peggiora mi avverta.
In ogni caso tornerò domani per visitarla.
Arrivederci” concluse austero l’uomo.

Rimasto solo, il saiyan rientrò nuovamente nella stanza dove riposava Bulma e si appoggiò alla parete di fronte iniziando a fissarla insistentemente.
In quel momento riportò alla mente gli avvenimenti accaduti il giorno prima e più precisamente all’istante in cui aveva ceduto nel baciarla.
Inizialmente faceva tutto parte del suo piano, ma il suo profumo lo aveva come stregato facendogli dimenticare ogni cosa.
Possibile che quella maledetta terrestre avesse tanto potere su di lui?
Rispose negativamente alla sua domanda, ma allora cosa ci faceva in quella stanza?
Probabilmente perché le tornava utile per i suoi massacranti allenamenti, almeno era questo ciò che voleva credere.
La realtà era un’altra e il Vegeta, ben presto, avrebbe dovuto farci i conti.
Il saiyan rimase con lei tutta la notte per verificare costantemente le sue condizioni.
Per la prima volta, in vita sua, il Principe si stava prendendo realmente cura di qualcuno…

                                                                                                                                          

Arrivò presto la mattina e, dopo una notte alquanto movimentata, la scienziata pareva stare meglio.
La febbre era leggermente scesa e sembrava respirare meno affannosamente.
Sembrò lentamente ridestarsi dal suo lungo sonno e piano piano riuscì ad abituarsi alla luce che emanava la sua stanza.
Una volta sveglia cercò di comprendere cosa fosse accaduto la sera prima, ma il saiyan la bruciò sul tempo domandandole senza far trasparire nessuna emozione:

“Finalmente donna. Iniziavo a pensare che non ti saresti più svegliata”.
“Vegeta…cosa è successo?” chiese lei debolmente.
“Ti sei presa una bella polmonite”
“Una polmonite? E come?”
“Se usassi la testa, prima di vestirti, a quest’ora non avresti di questi problemi”
La scienziata cercò di rimettere insieme i pezzi di quanto accaduto nei giorni scorsi e, lentamente ricordò ogni singolo particolare.
Il vestito che aveva acquistato per stupire l’uomo, il bacio e lei fuori, in giardino, al freddo.
“Adesso ricordo e, se la memoria non mi inganna, è stata anche colpa tua, mio caro” aggiunse Bulma, infervorandosi, ma tale reazione le scatenò un violento attacco di tosse.
“Forse è il caso che ti calmi, donna, altrimenti rischi solo di peggiorare la situazione.
Devi prendere i farmaci” elargì serio il saiyan.
“Quali farmaci?”
“E’ venuto un medico che ti ha visitata e mi ha detto di farti seguire questa cura” asserì determinato il Principe porgendole il foglietto scritto dal dottore.
“Come hai fatto a contattarlo?” domandò curiosa la ragazza.
“Questi non sono affari tuoi” concluse lui imbarazzato.

La scienziata rimase colpita dall’atteggiamento del saiyan.
Lei sapeva che, in qualche modo, si era presa cura della sua persona durante la notte e, tale pensiero, la fece alquanto sorridere.
Seguì alla lettera le indicazioni dell’uomo e, in religioso silenzio, prese le sue medicine.
Da quel giorno trascorse una settimana e Bulma sembrava stare decisamente meglio.
Era ancora in convalescenza a letto, soprattutto per via di quella fastidiosa tosse che ancora la tormentava, ma il peggio era ormai passato.
Era ormai arrivata la vigilia di Natale e quest’anno, la scienziata, l’avrebbe trascorsa senz’altro a letto.
Le pesava enormemente perché aveva sempre passato le feste in compagnia della sua famiglia e degli amici, ma purtroppo sarebbe andata diversamente.
I suoi genitori erano rimasti bloccati fuori città per via della neve che aveva preso a scendere copiosa su tutta la regione, quindi si vedeva costretta a rimanere chiusa in casa per ovvi ragioni.
In fondo non era sola e questo la consolò particolarmente.
Erano soli e poteva approfittarne anche per dare il suo regalo di Natale al saiyan.
Decise di non aspettare oltre così, vedendolo passare davanti alla sua stanza, lo chiamò all’istante per consegnargli il suo dono.

“Ehi Vegeta, potresti venire un attimo?”
“Cosa c’è donna? Non ho tempo da perdere” disse scocciato l’uomo.
“Andiamo, sarà una cosa veloce” insistette la ragazza.
Il saiyan fece per entrare e si appoggiò alla parete di fianco.
Bulma lo guardò un momento quasi incantata, ma, ripresasi dai suoi pensieri, proferì con tono quasi imbarazzato:
“Forse non lo sai, ma oggi è la Vigilia di Natale e per noi terrestri è una tradizione importante.
Si addobba la casa, l’albero e la città si riempie di luci e canzoni.
È solito fare dei regali per scambiarci gli auguri e vivere serenamente questo giorno.
Io ho qualcosa per te e sono sicura sarà di tuo gradimento” concluse la turchina prendendo due confezioni da sotto il letto e appoggiandole accanto a lei.
Vedendo l’uomo alquanto restìo lo incoraggiò nuovamente:
“Avanti, aprile”
“E’ ridicolo” replicò il saiyan, ma questo non lo fermò dal suo intento.

Avanzò lentamente verso di lei fissando entrambe le confezioni.
Dopo averle studiate a sufficienza, prese tra le mani il pacchettino più piccolo e, aprendolo, scoprì all’interno il suo prezioso contenuto.
Era custodito un piccolo telecomando super tecnologico.
Bulma, vedendolo alquanto disorientato, decise di intervenire per spiegarne il suo utilizzo:

“Quello è un telecomando e ti sarà utile per la tua nuova stanza degli allenamenti. Io l’ho chiamata Gravity Room.
Visto che non hai più un posto dove allenarti, dopo aver fatto esplodere la navicella, ho creduto potesse esserti utile.
Allora, cosa ne pensi?”
“Dico che era ora” ribadì lui ghignando.
“Potresti almeno pronunciare un misero “grazie”, non ti pare?”
“In fondo era tuo dovere. Cosa c’è nell’altro pacchetto?”
“Perché non lo apri” gli riferì, lei sorridendo.

Non se lo fece ripetere due volte e il Principe scartò velocemente anche l’altro regalo trovandolo, forse, meno interessante visto che si ritrovò davanti una morbida felpa in lana di colore rosso.
Bulma, intuendo i pensieri del saiyan, gli domandò curiosa:
“Cosa c’è, non ti piace?”
“No, non capisco perché due regali. Non ha senso” riferì lui scettico.
“Invece ti sbagli ed ora te lo proverò.
Il primo dono è da parte della scienziata ed il secondo è solo da parte di Bulma. Ora ha senso?”
“Si, anche se io preferisco il primo” elargì deciso il saiyan indicando il pacchetto con all’interno il telecomando.
“Non avevo dubbi” rispose lei sorridendo.
“Non ti aspettare niente da me, donna. Io non sono fatto per questo genere di cose” le accennò lui duramente riferendosi ai regali.
“Infatti non ti ho chiesto niente e poi, in realtà, ho già pensato a farmi un regalo. Mi dispiace soltanto di non poterlo vedere di persona” aggiunse malinconica la turchina.
“A cosa ti riferisci?” chiese lui facendosi attento.
“Devi sapere che qui, tra le montagne più alte della città, esiste un punto dove non solo si vedono le costellazioni, ma addirittura è possibile localizzare il punto esatto di alcuni pianeti.
Ci ho lavorato tanto negli ultimi mesi, non solo per scoprire il punto esatto di ritrovo, ma anche per individuare la giusta posizione dei satelliti.
Ci sarei tanto voluta andare, ma, viste le mie condizioni dovrò attendere un altro anno”.
“Perché aspettare così tanto? Appena ti sarai ristabilita potrai andarci lo stesso” la interruppe serio il saiyan.
“Purtroppo non è così facile, Vegeta.
La localizzazione di alcuni pianeti è possibile scorgerla soltanto questa notte. È un fatto puramente scientifico, ma non importa… aspetterò il prossimo anno”.

Era ormai calata la sera e il Principe, mentre si trovava seduto sul divano del salotto, ripensò alle parole della scienziata riguardo nel vedere realizzato il suo desiderio.
Non sapeva il motivo, ma sentiva l’esigenza di voler accontentare la turchina.
Forse centravano i regali ricevuti o l’aria natalizia che si respirava, oppure era soltanto colpa di quella terrestre e del suo dannato profumo.
Senza riuscire a controllare le sue gambe si ritrovò nella stanza di Bulma e cautamente le si avvicinò.
La trovò dolcemente addormentata e il desiderio di baciarla nuovamente s’impossesso fortemente di lui, ma desistette da suo intento perché la donna improvvisamente si svegliò dal suo torpore.

“Vegeta, c’è qualcosa che non va?”
“Shhhh, vieni con me” sussurrò lui autorevole.

Così facendo, l’uomo la prese tra le braccia avvolgendola al piumone per ripararla dal freddo, spalancò la finestra e volarono alti nel cielo, approfittando della tregua dalla neve che il tempo aveva concesso.
Bulma era alquanto stupita dal gesto del saiyan e lo diventò maggiormente quando udì la sua richiesta:

“Qual è il punto esatto, donna?”
“A cosa ti riferisci?”
“Non volevi vedere i tuoi stupidi pianeti? Dimmi le coordinate precise”.

La ragazza rimase sin troppo interdetta e spiazzata.
Non credeva che Vegeta avesse prestato tanta attenzione al suo desiderio, ma a quanto sembrava era decisamente in torto.
Una volta giunti a destinazione, Vegeta atterrò su di una alta montagna e, facendo attenzione a dove metteva i piedi, si sedette a terra tenendo stretta a sé la turchina.
Bulma aveva davvero ragione perché era possibile localizzare ogni singola stella e pianeta della volta celeste.
Era uno spettacolo molto emozionante che persino il saiyan non avrebbe voluto perdere.
L’uomo riuscì perfino ad individuare il punto esatto del suo pianeta natale.
Ora era rimasto soltanto uno spazio vuoto ed una nostalgia implacabile lo attraversò sino a raggiungere il suo freddo e arido cuore.
Niente avrebbe potuto consolarlo o cambiare gli avvenimenti passati…poteva soltanto guardare al futuro, se sarebbe riuscito a sconfiggere i Cyborg.
Bulma, accortasi del suo repentino mutamento di umore e intuendone principalmente il motivo, gli appoggiò una mano al petto e gli sussurrò:

“Guarda nel tuo cuore Vegeta.
Il ricordo del tuo amato pianeta non svanirà mai e nessuno potrà rubartelo. Sono sicura che se scorgerai il cielo lo vedrai di nuovo”

Il Principe rimase alquanto turbato dall’affermazione della donna perché era riuscita a leggerlo nel suo intimo senza che lei fosse a conoscenza del suo passato.
Quante doti celava quella terrestre?
Senza pensarci si ritrovò a sollevare gli occhi verso il cielo e ad un tratto lo vide…il suo maestoso e possente pianeta rosso.
Sorrise tra sé…forse la scienziata aveva ragione.
Il suo pianeta non sarebbe mai scomparso se il ricordo sarebbe rimasto vivo dentro di sé e quello nessuno avrebbe potuto distruggerlo.
Poco dopo udì la ragazza tossire, così decise di ripartire per evitare di farla riammalare.
Rincasati, il saiyan l’adagiò sul letto coprendola accuratamente, ma prima di allontanarsi da lei, udì di nuovo la sua voce:
“Grazie per aver fatto avverare il mio desiderio, Principe
A quel punto, l’uomo, non riuscendo a reprimere l’impulso, la baciò dolcemente.
Un bacio decisamente diverso rispetto a quello ricevuto qualche settimana prima e la turchina se ne accorse all’istante.
Non resistendo alla curiosità, Bulma gli domandò riferendosi al bacio:

“Anche questo è da parte del Principe? Oppure è solo opera di Vegeta?”
“Sei sicura di volerlo sapere, Bulma?” ribadì lui con tono profondo.
L’aveva chiamata per nome e questo chiarì ogni cosa alla donna…
“No, io credo di saperlo. Rimani con me questa notte…non voglio restare sola, in fondo è proprio la notte di Natale”

Il saiyan non sapeva come ma si ritrovò nel letto, in un istante, abbracciato alla scienziata e invaso da un insolito calore. 
Non gli dispiaceva essere così in contatto con lei e soprattutto non si sentiva fuori luogo come gli era accaduto spesso in passato.
In quel momento era soltanto Vegeta e ne ebbe la conferma quando udì la voce della turchina sussurrargli:
“Buon Natale, Vegeta”

Il saiyan, come risposta, la strinse maggiormente a sé lasciandole un delicato bacio in fronte.
Non conosceva bene tale ricorrenza, ma se significava sentirsi in pace con se stessi e con il mondo intero, allora avrebbe ceduto volentieri.
Avvertì quel calore che raggiunse ogni parte del suo corpo, facendogli scacciare ogni tensione e fino a farlo addormentare serenamente, per la prima volta, in tutta la sua vita.


                                                                                                                                                        FINE

 

 

 

 



ANGOLO DELL’AUTRICE

Eccomi ritornata con una nuova OS tutta natalizia, tanto per rimanere in tema.
Riconosco che sia stata alquanto sdolcinata, ma il Natale mi ha un po’ contagiato…
Colgo l’occasione per farvi Tanti Auguri di Buon Natale e Buone feste a tutti!!! 
Sicuramente ci risentiremo per l’anno nuovo!
A Presto e ancora AUGURISSIMI!!!!!
Un Abbraccio.

GALVANIX

  
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