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Autore: Hamatoshappire    25/12/2015    1 recensioni
Non è mai facile quando una coppia si scioglie.
Ognuno cerca di rimettere assieme i pezzi della propria vita come meglio puó, ma la verità è che se una cosa ti rende felice, se finisce, finisci un po' anche tu.
Genere: Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Camminava a testa bassa, tra la nebbia.
L'umidità addosso.
Il freddo fin dentro le ossa.
Le luci dei lampioni sfumavano in aloni dorati, mentre il suono ritmico dei suoi passi spezzava quel silenzio irreale.
La figura rivolgeva gli occhi, squarci di cielo, al marciapiede.
Al lato della strada erano accantonati mucchietti di neve mista a fango, superstiti del manto candido che aveva coperto New York per giorni.
Il ragazzo continuò la sua marcia cadenzata.
Dove stesse andando?
Non lo sapeva nemmeno lui.
Si limitava a mettere un piede davanti all'altro, poco importava di dove sarebbe finito.
Si fermò, ed il silenzio tornò assordante.
Le iridi azzurre, velate di lacrime, indugiarono nel loro riflesso su una delle numerose vetrine addobbate a festa.
-Patetico- commentò freddo.
Non erano mai stati una coppia perfetta.
A dirla tutta non erano nemmeno mai stati una coppia.
Eppure il vuoto che gli si era creato dentro da quando era andato via faceva male. Dannatamente male.
Riprese a camminare, come sperando di poter lasciare indietro i propri pensieri.
Eppure quelli restavano lì, a rimbombargli crudelmente nella mente.
Si era convinto di essere andato avanti.
Aveva creduto all'amara bugia con cui l'aveva abbandonato.
-Mi dimenticherai in fretta. Non hai bisogno di me. Andrai avanti e sarai felice-, gli aveva detto.
Ma come poteva essere felice in quel modo?
Così. Incompleto.
Lo aveva perso, senza che potesse far nulla per impedirlo.
Gli era scivolato via come sabbia tra le dita.
Si era convinto di averlo dimenticato.
Ma come si fa a scordare un pezzo della propria anima?
...
-Non potrò mai dimenticarti, tu sei tutto per me!-
-Sentimentale. Sei sempre stato troppo sdolcinato-
...
Un lieve sorriso gli increspò le labbra.
Forse non aveva tutti i torti quando gli rimproverava di essere smielato.
Il naso pizzicò, e la vista si offuscò.
RInghiò con astio.
Non voleva piangere, e non lo avrebbe fatto.
No, lui era forte.
Si era convinto di poterlo trattenere con se.
Aveva taciuto quando, sentendosi troppo coinvolto, gli aveva riversato addosso un odio ed una rabbia ingiusti.
Era rimasto in silenzio mentre gli gridava contro che tutto ciò che c'era tra di loro non contava nulla.
Che era solo sesso.
Un passatempo.
Era stato zitto, perchè sapeva che mentiva, che non pensava veramente ciò che diceva.
Lo capiva dalle carezze che gli donava nelle notti di fuoco, glielo leggeva negli occhi, nelle tacite cortesie che gli riservava.
Rimaneva muto perchè non importava quanto sul momento quelle parole lo ferissero, avrebbe stretto i denti e avrebbe incassato il colpo.
Aveva impiegato quasi un anno, eppure era riuscito a convincerlo a convivere.
E se anche lì c'era stato qualche rospo da ingoiare, lui lo aveva mandato giù, perchè sapeva che in mezzo a tutto quello schifo vi erano anche momenti talmente belli da non sembrare veri.
Velocizzò il passo.
...
-Andrai avanti e sarai felice-
-Smettila di ripeterlo! Non è vero! Cerca di farti entrare in quella testa dura che io ho bisogno di te!-
-Sei troppo buono, spero solo che nessuno non ne approfitti mai...sono stato fortunato a conoscerti-
Aveva ricominciato a raccogliere le sue cose, continuando a riporle in un borsone.
-Perchè vuoi abbandonarmi?- aveva chiesto con un filo di voce, trattenendo a stento le lacrime.
Lui non gli aveva risposto.
Terminato di radunare i suoi effetti personali aveva chiuso il borsone e si era diretto alla porta.
Si era fermato sull'uscio, schiudendo le labbra per dire qualcosa.
-Non dirlo- aveva però chiesto l'altro.
Gli aveva rivolto gli occhi lucidi, supplicandolo di non aggiungere altro, di lasciarli quel briciolo di speranza che ancora faceva battere il suo cuore.
In cambio aveva ricevuto un sorriso che sapeva di pianto, che non comprendeva gli occhi, dentro cui si leggeva una tristezza infinita.
Inaspettatamente lo aveva attirato a sè, stringendolo quel tanto che bastò perchè il suo odore gli rimanesse impresso nella mente.
-Addio- aveva mormorato con le iridi di giada vuote, prima di uscire e andarsene, abbandonandolo a singhiozzare raggomitolato in un'angolo di quella che era stata la loro stanza da letto.
...
Una lacrima sfuggita al suo controllo gli rotolò lungo la guancia.
-Sono patetico- si rimproverò ancora.
Senza che se ne rendesse conto, giunse in una strada ben più affollata della precedente.
Allegre canzoncine natalizie gli giunsero alle orecchie, mentre ovunque le persone giravano, indaffarate nelle ultime compere.
Sbuffò quando due piccioncini ridacchiarono fastidiosamente vicino a lui.
Doveva riconoscere che la vita aveva un discutibile senso dell'umorismo.
Nascose parte del viso nella sciarpa che portava avvolta attorno al collo e si affrettò ad andarsene.
"Mocciosi ingenui" ringhiò ogni qual volta una coppietta gli si parava davanti.
Nuove lacrime gli rigarono il volto, mentre si allontanava, fuggiva da un vuoto da cui non poteva scappare.
Era passato quasi un anno, eppure lui non era ancora riuscito a rialzarsi completamente, a raccogliere tutti i cocci di quella vita che ormai gli appariva senza senso.
Un sordo dolore gli squarciò il petto, mentre troppi ricordi lo assalivano.
Si fermò ad un telefono pubblico, coperto di graffiti.
Digitò in fretta un numero, che non componeva da tanto, ma che ancora aveva ben impresso nella memoria, solo per lasciare registrato quel messaggio, che sapeva sarebbe rimasto inascoltato. Quel messaggio che troppe volte aveva sussurrato al vento tra le lacrime, quando di notte il letto gli sembrava vuoto, troppo grande, le coperte, gelide, parevano soffocarlo, e rivolgendo lo sguardo alla luna non poteva far a meno di chiedersi lui dove fosse. Come stesse, se lo pensasse.
Se anche lui sentisse quel senso di vuoto, se anche lui fosse, giorno dopo giorno, divorato dal dolore, consumato dall'astio.
Mormorò alla cornetta il suo messaggio, prima di attaccare, e crollare in ginocchio sull'asfalto umido, a singhiozzare.
"Mi manchi"
 
 
 
 
 
 
 
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Ciaoooooo!!!!
Eccomi di nuovo qui, all'attacco con una nuova storia.
Questa volta mi sono gettata nel 'malinconico', 'triste'.
Che ne pensate?
Di natalizio c'è ben poco, ma volevo più che altro far intendere il mio stato d'animo attuale.
Se dovesse piacere potrei decidere di continuare con una mini-long di circa tre, massimo cinque capitoli.
Spero di ricevere tante belle reensioni!
Buon Natale a tutti,
un abbraccione,
Bi
 
P.S. Vediamo se riuscite a indovinare chi sono i protagonisti di questa storia!
   
 
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