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Autore: queenjane    25/12/2015    6 recensioni
Per la rassegna “Christmas Carol” di cui ringrazio Orny'81, ecco un collage di vari Natali e non, vari pezzi, il primo che segue la nascita di Oscar,visto attraverso le parole di una sua sorella, Catherine, il secondo è quello del 1760, poi passiamo al 1763 e infine al 1785, omaggi sparsi e spumeggianti, una specie di viaggio in costume, tra gli usi e quanto altro per scoprire una dimensione della nostra beniamina, attraverso le sue parole e quelle di sua sorella Catherine, protagonista del Dragone e della Rosa, con Oscar, oltre che del ciclo delle età, da cui i vari pezzi sono ripresi.. Buona lettura e buone feste!!
Genere: Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Oscar François de Jarjayes, Sorelle Jarjeyes
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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1756,  primavera …
 

Ricordo quando dovevo essere presentata a Corte, le lezioni ricevute su come camminare, inclinare il mento e disporre mani e gomiti, l’apprendistato dei giochi di carte e dei balli.
Soprattutto i tre inchini, da cui pareva dipendere tutto il mio futuro, il primo  a cominciare dalla porta del salone, il pesante strascico addosso, in direzione della regina, la timida e silenziosa principessa polacca, tradita e esautorata.

Dovevo essere graziosa e nobile e umile nelle mie riverenze, come prescritto da Madame de Genlis nel suo “Dizionario … sull’etichetta della Corte”, rilevato che “la riverenza doveva esprimere la donna nella sua interezza”.

Scemenze, mia madre Gabrielle de Saint-Evit era vissuta bene lo stesso, senza occuparsi di quelle serie e buffe questioni.
Su come l’aspetto di ogni nuovo acquisto venisse analizzato.
Se l’epidermide della candidata fosse davvero così nivea da reggere il confronto con la camicia di bianca  battista, rivelata sulla schiena attraverso i lacci del vestito deliberatamente allentati..
È morta nel mese di novembre 1749, avrei compiuto otto anni in gennaio,essendo nata nel gennaio 1742,  una sventura da cui mio padre, il Generale,  non  si è più ripreso, nonostante le apparenze.
Si era sì risposato l’anno dopo, gli serviva un erede maschio, sennò si sarebbe risparmiato quella trafila, lo ebbe ad affermare più di una volta.
 Lei si chiamava Marguerite Louise, un buon partito, sia in termini di dote, che educazione ed avvenenza fisica, impeccabile dama di Corte e padrona di casa, quieta come uno specchio e molto dolce, da me chiamata “Madame “, senza misericordia, arrabbiata come solo una bambina di quella età può essere.. .
Va bene, ero gelosa e amareggiata, chiusa nel mio mondo, libri, libri, cavalli…
Educata questo sì, alla fine, io per mio padre ero invisibile, ma lei … preferivo non essere considerata che oggetto di pena.
Era dolce, tranne che questa delicatezza  non serviva per un maschio, le stagioni successive sono state punteggiate da continue gravidanze e aborti  e da  QUATTRO femmine, che con me portano il numero a  cinque …
Diciamo sei, considerato che il Generale ha deliberato, senza appello, che l’ultima sarà il suo erede, da allevare come un maschio, cui ha imposto il nome di Oscar François, un inopinato regalo di Natale, dato che la sua nascita è avvenuta il 25 dicembre 1755.
Beffa e paradosso, ma  LUI deve adempiere ai suoi doveri, come di firmare i suoi dispacci, impersonale, ecco, come la penna d’oca che scorre sul foglio, per firmare il suo nome, come il seme sparso nel grembo della moglie, una Gorgone impassibile senza apparenti desideri.
La passione e il desiderio da riversare sulle sue amanti, dormendo un sogno senza stelle o sogni.
Da mia madre aveva avuto tre maschi, due morti in fasce, e un amato primogenito, Luois, spirato anche lui in quel malefico mese di novembre 1749, avrebbe compiuto undici anni nel successivo mese di aprile.
Una indefinita malinconia, ho adorato mia madre e mio fratello,era il mio più caro amico e compagno di giochi.
E  quando se ne sono andati in un mondo migliore … una piccola parte di me, quella che amava ridere e sognare, la migliore, se ne è partita con loro, un limite invalicabile.
Da allora i libri, specie delle storie antiche, sono diventati i miei inseparabili compagni.
Penso ai miti, riflettendo che, se li analizzi con attenzione, puoi trovare in loro  il  modo in cui gira il mondo, tranne che non ne ricavo alcuna consolazione.
Solo amarezza.
Vulcano, ad esempio,  fabbricò una rete d’oro per cogliere in flagranza di adulterio sua moglie Venere e Marte, un complicato e delicato congegno che a Versailles ben andrebbe a ruba, l’adulterio è un gaio passatempo.
Forse so troppe cose, troppo cinica, ma tengo le orecchie aperte ed ho  buona memoria, taccio spesso e la gente parla e parla, io ascolto, semplice.
Una buona moglie deve fingere di non sapere, alla fine, non che mi piaccia molto come idea, tanto è, contano l’affetto e la reciproca stima, il mantenere le apparenze.
Non  sempre è così, il tempo e la distanza non hanno ancora corroso la mia memoria, i miei genitori si amavano, lui le era fedele e viceversa, in verità, non avesse avuto l’obbligo di generare un altro maschio, mio padre si sarebbe ben guardato da una seconda unione.
So che porta al collo, in una catenina, la fede di mia madre, la vera forgiata per sposare Luoise l’ha portata giusto due o tre giorni, poi si è rimesso la fede che mia madre gli infilò al dito il giorno delle loro nozze, quando contavano appena quindici anni.
E Luoise non gli ha dato il suo erede, e dopo Oscar non può avere altri figli, i medici sono stati tassativi,categorici, sennò ci avrebbero riprovato e subito.

Quanto piange, è possibile che nessuno ci badi?
Un piccolo brivido, il Generale ha ordinato di toccare il suo erede il meno possibile, solo per essere cambiato e nutrito, deve imparare  da subito il rigore, come se ..
Ha  sviluppati polmoni da cantante d’opera, alle volte, per esasperazione, ci sono andata, IO, per cercare di calmarla, che alla fine è solo una bambina piccola..
Mi  pare assurdo e osceno, anche se non deve interessarmi, a settembre mi sposo e ..
NON E’ GIUSTO.
Inutile che mi prenda in giro, non è giusto, punto e basta.
Mio fratello mi difendeva sempre e viceversa, le altre bambine, le figlie di Luoise,  si fanno compagnia tra loro, ma lei..
E non pena o che o fastidio per i timpani lacerati, se e quando avrò un figlio non voglio che stia così, al diavolo il resto.
L’arroganza e l’alterigia, le ho imparate bene, annoto poi, una punta di divertimento amaro, quando mio padre e Madame non sono in casa, gli ordini posso ben darli, vaticinando punizioni se qualcuno osa contraddirmi, ma non osano.
Non avevo la pretesa di avere il mantello di Mercurio, che rende invisibili, gira e gira ci hanno scoperto, ma a me non interessa, sono figlia di mia madre, che aveva una grinta senza pari, prossima moglie di un marchese e possiedo la strafottenza dei quattordici anni compiuti da poco.
Poche e decise parole che vanno a segno.
Salvo andare in estasi per…
  • Eccomi, ciao, Oscar.
  • Mi riconosci? Direi di sì, smetti di piangere appena mi vedi o forse hai capito che ti porto fuori, alla fine sono venuta a capo dell’impresa di prenderti in braccio.
  • Sai cosa.. nessuno mi accoglie con  queste risate trionfanti, e non tirarmi i capelli …
Puro e semplice divertimento.
Chi lo avrebbe detto..
Bugiarda, ti sei affezionata.
Ti piace quando ti accoglie  con sorriso e tende le braccia, andate all’aperto con discrezione e ti sdrai sull’erba, tenendola sopra il corsetto e parli e parli, delicata come una nuvola e le sfiori la guancia con un petalo di rosa.
Che ha provato a mangiare, scoprendo poi che non era commestibile..

A sette mesi inizia a balbettare qualcosa, la furfante ti ha conquistato.
Ha gli occhi chiari come i miei, come il generale, come Luois, una particolare declinazione di azzurro profondo e remoto, detta “color Jarjayes”, i capelli chiari e..
Mi mancherai, Oscar, davvero, ma credo che un giorno tornerò a trovarti.
Il mio futuro marito è il figlio di un marchese spagnolo, Fuentes il loro nome, amico di gioventù di nostro padre, il loro castello è situato ai confini, sui Pirenei, si chiama Ahumada
 

 
 
Natale 1760

 
- Ora dove vai?-
- A distribuire dei doni, siamo quasi a Natale, noblesse oblige, lo sai, quando ci sono non delego- Si unisce a sua volta,  ma..

Puzzo, odore di chiuso, come si fa a dormire tutti insieme, la meno sono persone e galline e muli, si sta meglio fuori, scalcia una pietra, io distribuisco vari pacchetti, mi baciano l’orlo della gonna,arrossisco, lo stesso gesto si ripete di casa in casa, poi l’offerta alla chiesa, intuisce i miei pensieri, le piace soggiornare ad Ahumada, il castello di Xavier mio marito sui Pirenei ..
Osserva che le sembra assurdo che le persone dormano con le galline, e qui …
-Lo spazio è poco, fa freddo, il raccolto quest’anno è stato scarso, quando hanno pagato il dovuto alla Chiesa, sono messi male-
-E ai Fuentes no?
- No, non ancora-
Spalanca gli occhi  per lo stupore, due immense lampade azzurre.
- In estate, ragiona, se pagano tutto, non gli resta nulla per mangiare, morirebbero oppure sarebbero troppo deboli per coltivare la terra, oppure scapperebbero alla prima occasione-
Mi guarda come se parlassi in arabo
- Non è una vocazione alla santità, bada, se il raccolto va male, è un problema sia per il marchese che per la sua gente. Se concede una proroga, pagheranno il dovuto, anche un po’ i più, con la differenza che saranno grati e fedeli, ma non devono marciarci sopra-
-Il Generale non se ne occupa, ci sono i sovrintendenti –
E io mi metto a discutere con una bambina di cinque anni,brava, mi congratulo, però voglio che capisca, che non pensi che siamo scemi o strani, per quanto contorta una logica c’è.
– E’ vero, ma queste terre sono il cuore del feudo, Oscar, il marchese vigila e controlla, e anno dopo anno controlla il resto, con ispezioni a sorpresa … cosa che lo diverte molto.
-Invece, nelle terre di oltremare andate te e Xavier-
Già, la scusa è questa.
- Non è generosità, è buon senso, alla fine un Fuentes non lo prendi in giro né devi fare battute o che, Pilar aveva passato il segno.
- Saresti un nemico pericoloso-
- Presumo sia un complimento?
- Sei nata Jarjayes, noi non siamo secondi a nessuno, tutti ci devono rispetto.- Tendo le sopracciglia e osservo neutra che questa lezione l’ha imparata presto e bene.
È così, ribatte, punto, salendomi in grembo, come per caso, e sorrido, allora osserva che così sono più bella, poi riprende il discorso, non le torna che le tasse vengano abbonate, sei la mia piccola tigre in miniatura.

- Pagheranno poi, ma saranno grati. Lo facessero subito, non gli resterebbe nulla e .. Per legge, il marchese potrebbe pretendere ma usa il buonsenso, se le persone non hanno cibo, potrebbero scoppiare tafferugli e rivolte..
- Tu leggi proprio l’Enciclopedia-
- Come credi, Oscar, ora mi dovrei preparare per cena-
- Vestiti di rosso, con i rubini stai bene, sembri quasi una regina-
Poi comprendi di avermi fatto dei complimenti e borbotti che hai da fare.
Ovvero comporre il regalo più bello e prezioso,
un disegno, un vaso di rose bianche, infantile, arruffato e sbilenco, su un foglio bianco, con le matite colorate.
Quel Natale ti era piaciuto immensamente, credo.


La cena della Vigilia,la Révellon, la tavola era adorna di piccoli segnaposti con le rosse bacche dell’agrifoglio, le candele che illuminavano i presenti, le risate, abbiamo mangiato cibi spagnoli e salmone affumicato, come a Parigi, insieme all’oca e al prosciutto al forno od al tacchino servito con le castagne, piatti, appunto, francesi che adoro.
E lo champagne, naturalmente.
La messa e il senso di calore, il latino e le volute di incenso leggero.
L’albero pieno di decorazioni e regali ammucchiati, i muscoli delle mani dolenti a furia di scartare e slegare mastri, le risatine, osservando che Pere Noel, assistito dal devoto Pre Fouettard, che ha il compito di ricordare al barbuto il comportamento che ha tenuto ogni bambino durante l'anno appena trascorso, era stato molto prodigo, come per Felipe.
Un bacio di straforo mio e di Xavier sotto il vischio, il giocare con la neve fino ad avere le guance rosse come le calze che ti eri ostinata a voler mettere.
Come a voler fare una scorpacciata di Bûche de Noël, il tipico fagotto al cioccolato di Natale, la colorata e glassata forma a ceppo di abete presto smontata da mani infantili, un miracolo trovare posto per la Galette des Rois, la torta dei re, una dolce pasta sfoglia ripiena di crema di mandorle, il dolce per il tuo compleanno, li avevi chiesti per tempo e li avevi avuti.
La fava tradizionale la trovai io e diventai reine almeno per un giorno,
  • Senti, Cat, la regina per oggi sei  tu ma potremmo..- Sussurrando il resto in orecchio.
  • Va bene, è una idea meravigliosa.
Per tradizione, dei guitti e dei giocolieri si esibiscono nel cortile interno del castello e la gente del villaggio può partecipare e vedere e divertirsi, spettacolo offerto dal marchese per rompere la monotonia invernale, atteso con gioia, insieme alla distribuzione di vino caldo e aromatizzato.
Questo Natale, verranno distribuite anche le fette di Bûche de Noël e Galette des Rois,almeno per una volta assaggeranno un pezzo di Paradiso.
Il crepuscolo invernale cade presto e rientriamo tutti, una cena leggera e ..
 
Il disegno con un vaso di rose bianche me lo hai dato la sera, ripiegato in quattro, prima di andare a dormire, una cosa tra te e me osservasti, una simmetria di gesti e di pensieri.
Ti protendesti in avanti, come me e ti facesti abbracciare, poi, senza altre parole, venisti diretta a dormire con me, io muta per la meraviglia.
Xavier, vista l’invasione, se ne andò, per quella volta a dormire in una altra stanza, ridendo poi fuori come un matto.
In effetti.. Ci avevi spiazzato.
  • Muoviti, avanti, dormi in poltrona?
  • Non credo proprio.- Mi cambiai dietro al paravento, era più il riso o la commozione, chi lo sa.
  • È stato un Natale stupendo e un compleanno meraviglioso.
  • Già.
  • Che storia vuoi?-mi ero messa sul fianco, il braccio sinistro sotto la tua testa come nuovo cuscino, il destro che ti circondava, poi ruotasti con il torso, gli occhi vicinissimi.
  • Fai tu. Re Artù e Camelot e la spada nella roccia.., o..
L’ultimo segno di meraviglia della prima età dell’oro.
Una leggenda troppo presto trascorsa e non ancora tornata.
Quel disegno, portato sempre poi con me, in tutti i viaggi e in ogni sosta, chiuso e ripiegato tra le pagine dell’Odissea.
Chiudo gli occhi e tutto ritorna, anche è passata tutta una vita.
 
 
 
Dicembre 1763
 
  • Sta bene- in tono compassato, da comando.
  • Usa così.
  • Appunto.
  • È il bambino più piccolo della casa che deve accendere la candela
  • Certo, tocca al piccolo Xavier, è tuo figlio il bimbo più piccolo della casa che accende la candela alla finestra, per guidare la Santa Vergine…
  • Un prezioso aiuto.
Come no.
Le varie usanze.
I nastri rossi, intrecciati al vischio e all’agrifoglio, le preghieresussurrate, ma io ho una mia personale idea.
Scruto l’albero, decorato da cristalli, festoni, preziosi decori, una profumata isola resinosa al centro della sala grande.
A Natale si festeggia anche il mio compleanno, doppia festa e doppio regalo.
Dico l’idea e si mette a ridere, se va bene a te, va bene anche a me, mi pare molto dolce.
Non esageriamo.

Mi chino sui talloni e appoggio il mento sopra la spalla do Oscar, che mi stringe una mano mentre con l’altra accende una candela, la fronte corrugata per lo sforzo.
Intorno il fluire delle mie gonne di prezioso satin verde acqua, è stata davvero dolce, in un dato senso ha ragione a sostenere che il bambino più piccolo della casa è il mio quello che ho in grembo, anche se ancora non si vede, arriverà nel mese di giugno prossimo.
O non tanto, se mi metto di profilo, davanti a uno specchio, noto il ventre più arrotondato e i seni più pieni.
Sto bene, anche se mi viene spesso sonno, nei momenti e nelle ore più impensate.

 
  • Era una idea, ma non dire che era dolce.
  • No, le tradizioni vanno rispettate.
  • Appunto.
  • E non mi prendere in giro.
  • Non oso, piccola tigre.- Un angolo della bocca si solleva  e  sbuffo, con le ginocchia a terra abbiamo i visi più o meno sullo stesso livello.
  • Invece stai osando, ma tu puoi.
  • Va bene, io mi metto un attimo seduta, Oscar, fai come credi.
  • Come voglio, allora…
  • Mi pareva strano.
Le sciolgo i capelli, ridendo, sono scuri come onice, con rossi riflessi, mi piace immaginarla bella come una regina delle antiche leggende, dei miti.
Le mie storie della buonanotte sono miti, e leggende e una miriade di fiabe, appunto, o le storie su bucanieri e pirati.
Ha un suo modo splendido di raccontare, tutta luce e bellezza.
La scruto, con intenzione, sfiorando con un dito la fascia di piccole perle che le adorna la scollatura.
  • Sei bella, sai.
  • Scura di capelli, con la pelle non perfettamente chiara, però..
  • Non sei leziosa, lo sai.
  • E poi è una constatazione.
  • La mia piccola tigre preferita, nonché unica- Precisa.
  • Che ha potenti artigli, mangia il cioccolato e adora le rose bianche, che quando vuole … fa le fusa come un gattino.
Scruto gli iris dipinti in un quadro, sembrano piccoli araldi della primavera che deve tornare.
È possibile riprodurre un prato fiorito con i fiori artificiali o la cartapesta,o tante altre forme ancora, come a volte fanno ai balli alla reggia.
Catherine conserva una incisione, riferita a uno di quelli più famosi, dei Tassi, tenutasi nel 1745, come tanti altri per festeggiare le nozze del delfino, Luigi Ferdinando, con Maria Raffaella, Infanta di Spagna.
Nome dato perché il Re e alcuni suoi inservienti erano giunti vestiti in guisa di cespugli sagomati da quelli animali, e il sovrano aveva parlato per buona parte della sovrana con una giovane donna, poi diventata la marchesa di Pompadour, che poi venne chiamata una “odalisca ben addestrata”, tanto erano variegati i suoi talenti ...
Una scena divertente, credo, ma su quella incisione vi è una giovane donna, sul lato destro, che le somiglia, sua madre, la prima moglie del Generale.
Le sfioro una guancia, mi informo se si è divertita, l’ultima volta che è stata alla Reggia, e ride.
Ha pranzato al Grand Commun, la sala da pranzo comune del palazzo, ove si riunisce chi non ha il privilegio di vedere mangiare il Re o altri grandi personaggi.
Mangi bene e la conversazione è stimolate, vi sono artisti, studiosi e scrittori, si discute di tutto e ha incontrato una persona interessante, un filosofo che si chiama Hume.
  • Perché interessante?
  • Perché non ha naso, ma meglio chiacchierare con lui che sentire le lagne più diverse, comunque mi ha detto che non mangia altro che ambrosia, beve nettare, respira incenso e poggia il piede che sui fiori.
  • È scemo- decido.
  • Versailles lo ha stupito, ma ..
Versailles è una specie di pozzo nero, che profuma di sudicio e altre poco piacevoli amenità.
I contadini dei villaggi intorno scaricano nei giardini la loro immondizie, dentro il palazzo i camini non tirano bene ed il puzzo di fuliggine si attacca addosso, ma, cosa peggiore, la gente fa i suoi bisogni dappertutto.
Splendore e trascuratezza insieme, ecco.
 
Ho disegnato una ipotetica mappa del tesoro, una mia coerenza personale, come quella di avere sotterrato i miei tesori, una trottola e un coltellino, questa primavera.
Scruto uno dei regali ricevuto per Natale, un piccolo galeone di legno, con le vele di seta leggera, marinai, cannoncini di ottone, posato sul tappeto Savonnerie azzurro pare davvero sulla rotta dei sette mari..
La luce combinata del fuoco e delle candele getta bagliori color ambra sulla mia nave …
L’aria profuma del miele di cui sono composte le candele.
Vediamo, dove andiamo?
Ai Caraibi?
Nel Nord America?
Nel Mar Mediterraneo, come i pirati turchi …
 
Prendo un sorso di infuso di rosa canina, è amaro ma mette forza, semplice ma di effetto, come questo fiore dai semplici petali rosa, che poi si trasforma in una bella bacca rossa.. Plinio il vecchio racconta che un soldato romano venne guarito dalla rabbia grazie a un infuso delle sue radici, da qui il nome …

Tornando alle navi.. la cena della Vigilia è stata suntuosa, portate infinite, non se ne poteva più, antipasti, primi, secondi, carne di cervo ripiena di formaggio e castagne, timballi e via così, ma il dolce è stato un galeone, splendidamente modellato, che navigava su un mare di pistacchio bordato da spuma di zucchero..
Sbadiglio e mi butto sul letto, dopo avere seminato tutti i vestiti, nei giorni di festa vige una piccola eccezione, vi è meno controllo.
  • Sei tu
  • Sì, Oscar, lo so che ti fa piacere.
Appoggia una mano contro la mia fronte, poi si stende vicino a me.
  • Cat..
  • Mi piace il nome Nicholas, per il tuo bambino che arriva.
  • Potrebbe essere una bambina.
  • Va bene,  Nicolette, la versione femminile, ha acceso la candela …
  • Natale … San Nicola ..
  • Ti piace?
  • Sì, ma la candela la hai accesa tu.
  • Nicholas. O Nicolette.
  • Se un maschio … Nicky…
  • Ti voglio bene Oscar, davvero.- Sbadiglio e mi accocolo tra le sue braccia, buonanotte a tutti i piccoli.
 
 
E la vita passa, appena il battito di ieri, una foglia caduta nell’autunno, il rosseggiare delle ciliegie in estate .. i petali di rosa bagnati dalla luce rosata di una alba primaverile ..



 
25 dicembre 1755, il giorno della mia nascita.
25 dicembre 1785, mezzanotte e due minuti.
-Auguri, Oscar.
- Grazie Andrè, sei sempre il primo.
- Domani ci sarà un bel pranzo, mia nonna rievocherà la tua nascita e i tuoi potenti ruggiti- Si prende un pugno scherzoso sul braccio, rido, la regina ha preso più seriamente l’evento, ha deciso di abolire le acconciature cosparse di fiori e gli abiti di semplice mussoline, i suoi abiti devono essere improntati a una maggiore serietà.
- Oggi.. io vado a dormire, buonanotte e buon Natale.

- Ciao, Cat.
- Auguri e questo è il mio regalo ufficioso. – Mi porge un pacchetto, lo apro alla svelta. È uno stiletto con l’impugnatura in argento.
- Sarebbe?
- Da infilare nello stivale destro, ultima risorsa per difendersi in un corpo a corpo.
L’abbraccio, con un filo di commozione, mi stringe  a sua volta, delicata e precisa.
-Ti voglio bene, Oscar, ora e sempre, la tua nascita è stato il più bel dono che potevo avere, come quella dei miei figli.

- Esagerata.

- Dico la verità, ora e sempre, su questo.- Si volta, il profilo delicato contro la luce del fuoco e dei doppieri. - Ehi, che è successo?- Parlavamo di tutto un poco nel salottino azzurro e credo proprio di avere avuto un crollo.
- Che hai scambiato la mia spalla per un cuscino, Oscar.
-  Potevi svegliarmi.
- Anche no, quando ricapita l’occasione?
Mi appoggia il mento sui capelli, sbadiglia, lasciamo fare, mi piacerebbe che  il tempo si fermasse, almeno un poco, in quiete.
I dettagli.
 Le rose nei vasi, le maniche fluenti color indaco del vestito di mia sorella, i suoi capelli abitati da scintille rosse, briciole di biscotti, due bicchieri vuoti e una caraffa di vino, il profumo della cioccolata e del legno di ciliegio dei ciocchi nel camino, il silenzio incantato di una notte invernale.
Le piccole abitudini, la vicinanza, un conforto che non ha prezzo.
Ti voglio bene Catherine, il regalo di Natale che si mantiene anno per anno è questo.. .
 
   
 
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