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Autore: Rose Du Rembrandt    26/12/2015    4 recensioni
Un Natale pieno di romanticismo, spontaneità e un pizzico di Magia, un Natale di risate, bevute sogni, un Natale di famiglie, ricordi ... Un Natale come tanti altri...
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Altro Personaggio, Casca, Farnese, Griffith, Guts
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Era la vigilia di Natale e in tutte le Midlands la coltre soffice della neve corpiva un pò tutto, dalle alpi, all'Oceano, dagli arbusti alle case, i bambini attendevano nei loro letti i balocchi che il Re Bianco avrebbe portato ai più bravi e, nella reggia del re, nessuno faceva eccezione, neanche il piccolo Darl che continuava a fissare con i suoi occhioni il grande camino del soggiorno sotto lo sguardo divertito della madre che sedeva si una poltrona a leggere uno dei tanti libri donategli da Lady Charlotte e Farnese, fuori dalla finestra in vetro argentato posta alle sue spalle, il vessillo della Squadra dei Falchi sventolava allegro affianco a quello della famiglia reale, ci credeva che Grifis era così felice, mica era per il natale, figuriamoci se un tipo come il Visconte del Falco, quale era adesso il suo titolo, poteva entusiasmarsi per una tale frivolezza. Chiudendo il libro e guardando il cielo con occhi sognanti, ai ritrovò a ringraziare i Kami che lei non avesse questo problema: Gatsu adorava il Natale, in quell'occasione appendeva Ammazzadraghi alla parete e metteva da parte l'armatura del Berserk per vestirsi ... elegante? Insomma, qualsiasi abito andrebbe bene al posto di quel l'armatura incantata che lo rendeva, se possibile, più strano del solito.
Sospirando si alzò dalla comoda poltrona e si sistemò con grazia le piaghe del vestito perlato che il marito, tra un'imbarazzo e un colpo di tosse, le aveva regalato. Con un pizzico di curiosità tipico delle donne si chiese cosa mai Grifis avesse regalato a Farnese, dopotutto quello, oltre ad essere Natale, era anche il loro anniversario di Matrimonio. Scosse il capo, forse un qualche libro indecifrabile, o peggio, un Kamasutra, sarebbe tipico del comandante. << Darel, io vado a fare un giro, se viene il Re bianco, ricordati di fingere di dormire >> gli raccomandò avvolgendosi nella cappa che Zodd aveva cucito per lei. Ad essere sinceri, non si aspettava un tale gesto da parte del fratellone, ma meglio così, da quando era stato condannato ad essere Immortale dai Cinque della Mano di Dio, non era più stato lo stesso. << Ma mamma >> ribatté Darel affacciandosi dalla spalliera in merletti dorati del divano e facendo degli occhioni capaci anche di intenerire uno come Serpico ... no, quello era impossibile, anche durante la magica vigilia << Darel, lo sai che se non dormi, niente doni vero? >> disse sorridendo sedendosi affianco a lui e sconpigliandogli i capelli neri, era incredibile quanto potessero essere simili a quelli del padre, tanto meglio. Con un leggero sbuffo il piccolo Conte si distese sulla schiena e la madre gli rimboccò la coperta con raffigurato un Drago insanguinato, macabro forse, ma che gusti poteva aspettarsi dal figlio dello Spadaccino Nero? Posandogli un leggero bacio sulla guancia e con un buffetto amorevole, gli diede le spalle e uscì dalla stanza, bambini, beati loro, se pensava alla sua infanzia ... scosse con decisione il capo e iniziò a scendere le scale, qua e la giungevano dei canti natalizi o gregoriani, ogni volta che li ascoltava gli venivano i brividi

Con l'ennesimo rutto Pipin sbatté sul tavolo il suo boccale colmo di idromele e ne versò una buona parte del contenuto sulla tovaglia cucita dai migliori sarti facendo rider Charlotte e il Padre che sedeva affiancò a Grifis con il quale si intratteneva spesso a parlare di politica, di filosofia estrategia militare, pareva tenesse al comandante come un secondo figlio e spesso lo invitava per una partita a scacchi nelle sue stanze. << Gatsu, perché Cascka, Farnese e Serpico non ci sono? >> chiese Judo riuscendo finalmente a scostare lo sguardo da Charlotte che rise per una delle classiche battute spinte di Colkas che si guadagnò un'occhiataccia da parte del comandante, fu costretto a concentrarsi sul suo piatto.
<< Che vuoi che ti dica piccoletto - iniziò Gatsu sorseggiando il vino e mollando poi uno scaloppino a rickert che stava per soffocare a causa di un pezzo di pollo troppo grande - oggi è la festa dei moccioso, e puoi immaginarti Darel e Tresta come saranno ansiosi per la visita del Re Bianco >> << Chi, Grifis? >> scherzò Isidoro sporgendosi in avanti e giocando il gomito nella ciotola della zuppa che finì addosso a Shilke che si rimproverò per la centesima volta di aver seguito Gatsu quel giorno, se non fosse stata la maestra, non si sarebbe mai spostata da quel bosco. << Hahahahahahahahahaha, bella questa >> esclamò Godor tenendosi la pancia e infilzando con forza il cinghiale.
Dall'altro capo della tavola invece Zodd armeggiava poco convinto con il suo stufato, come se per un bestione come lui bastasse << Almeno tu puoi mangiare >> affermò il Cavaliere del Teschio, da tempo al servizio di Gatsu nonché eterno amico, e rivale, del Nosferatu che borbotto un assenso finendo il piatto in un sol sorso.
<< Che maiali, non capisco cosa mio marito ci trovi in loro, l'unico che accoglierei nel mio letto più che volentieri è Grifis >> sussurrò la regina mentre si puliva le labbra per tornare a guardare disgustata la tanto rinomata compagnia dei Falchi, se ci pensava, non era altro che un gruppo mal assortito: Un Bastardo affascinante, un bastardo senza madre che brandiva un blocco di ferro, due PUTTANE da quattro soldi, tre moccioso insignificanti, un gigante senza cervello e un damerino incapace, eppure erano uno degli eserciti più forti del regno ... erano l'esercito migliore del regno, dopotutto avevano espugnato quella capitale Kushan con non più di cinquemila uomini, un'impresa impossibile, fino a quel momento. << E Gatsu? >> cinguettò sua cugina, Fyerna, indicando il giovane comandante che rideva con quella massa di bifolche senza un minimo di dignità << Se mai volessi accoppiarsi con un cane randagio, per quanto bello e forte che fosse >> rispose con superiorità tornando a mangiare e a stringere gli occhi vedendo la figliastra e Judo andare così d'accordo, ma come si permetteva quella nullità di girare intorno alla principessa, e cosa ne pensava poi il padre? Ebbe la riposta quando vide il marito dare un'amorevole pacca sulla spalla al biondo che fece il dito medio a Isidoro che sussurrò tra i denti << Puppamelo tutto >>.
https://m.youtube.com/watch?v=D__kV5CrU4k
<< Celo, io devo andare >> esclamò Gatsu saltando sulla sedia e vedendo che mancava un nulla alla mezzanotte, se non fosse rientrato in tempo, la signora era capace di rompergli Ammazzadraghi sulla schiena, anzi no, sulla testa, che, ad essere sinceri, era più dura della spada stessa visto quanti mostri aveva fatto fuori negli ultimi anni ... Dal l'eclisse ... I ricordi di quei momenti erano terribili, atroci e le braccia in ferro che portava al posto degli avambracci sarebbero stati l'eterno segno di quella terribile lotta che, alla fine, li aveva visti vincitori, ma tutti maledetti, tutti con un marchio e Zodd ridotto in quello stato da oltre 5 anni, 5 anni da quando, con tutto l'esercito, cacciavano e braccavano i discepoli della Mano di Dio maccellandoli l'uno dietro l'altro in una guerra senza quartiere, perfino Grifis aveva rischiato di morire se non fosse stato per lo stesso Gatsu che, preso dall'ira, aveva fatto scempio dei demoni bastardi. Al diavolo i ricordi, ora andava tutto bene, inutile preoccuparsi. Massaggiandosi il collo uscì dalla sala e s'immerse nella notte fresca delle Midland, dagli spalti poteva vedere le vaste pianure, la neve, le montagne, e, in lontananza, oltre le mura della reggia, in mezzo alla piazza della città, una buona parte dei suoi sottoposti intenti ad amoreggiare e a festeggiare e quà e la anche dei fuochi allegri e colorati << Un falò di sogni >> sussultando si voltò e si trovò ad un passò dal volte della consorte che si sedette su di un merlo accavvalando le gambe e sorridendogli innocentemente, la cappa che la copriva come un abbraccio << Darel è sveglio? >> chiese sedendosi con lei e circondandogli le spalle con un braccio posandole un bacio sulla bocca << No, sta ancora aspettando il Re Bianco >> << Spiacente, Grifis è ancora al banchetto >> disse sembrando il più serio possibile e notando la sua confusione, realizzazione tra 3, 2, 1 .... dovette stringerla affinché non si ribaltasse dalle risate e cadesse all'indietro << Quanto manca? >> domandò guardando la luna e scorgendo in lontananza Grifis e Farnese che passeggiavano divertiti verso il giardino interno << Non molto >> rispose la corvina poggiandosi al parapetto e respirando appieno il profumo della notte, nelle orecchie una melodia celestiale, un canto magico, fatato fiabesco.
" Ci credo - pensò Pak seduto sul tetto con una colomba azzurra - è il canto delle stelle "
Colto da un pensiero Gatsu la strinse per i fianchi e l'attirò a se << Balla con me >> le disse sulle labbra iniziando a muoversi seguendo quel brano che nasceva dai bei sogni delle persone che, in quella notte, si fondevano insieme fra gli astri luminosi del celo che donavano tale musica agli umani. Per qualche ora, in quella giornata, tutto andava via, mutava, cambiava faccia, le cose brutte venivano gettati nel camino, i passi lievi dei due danzanti si udivano appena, le nuvole delle tempeste venivano spazzate via, la neve cadeva lieve ...

Sotto un celo stellato, dove la felicità raggiunge, del mondo, ogni lato
Dopo le urla, le lance, le spade, il dolore, tutto può essere spazzato via da un sentimento che viene dal cuore
Oltre le divisioni, il male, le menzogne e la povertà, non ci si può dimenticare della propria umanità
Che senso ha la guerra, la sofferenza e l'abbandono quando, per a more o semplice amicizia, si può fare un bel dono?
Perché ci si combatte, ci si odia, perché si semina i seme dell'inimicizia, quando, con la pace, ci sarebbe più letizia?

Le campane suonarono in lontananza, varie comete solcarono il celo, Gatsu si fermò e chiuse un attimo gli occhi " Buon Natale, Gambino " pensò prima di stringere delicatamente Caska che, prendendogli il viso tra le mani, gli asciugò le lacrime << Buon natale, tesoro mio >> dissero all'unisono baciandosi sotto una pioggia di dorata polvere di stelle.

Sotto un celo stellato, dove la felicità raggiunge, del mondo, ogni lato
Dopo le urla, le lance, le spade, il dolore, tutto può essere spazzato via da un sentimento che viene dal cuore
Oltre le divisioni, il male, le menzogne e la povertà, non ci si può dimenticare della propria umanità
Che senso ha la guerra, la sofferenza e l'abbandono quando, per a more o semplice amicizia, si può fare un bel dono?
Perché ci si combatte, ci si odia, perché si semina i seme dell'inimicizia, quando, con la pace, ci sarebbe più letizia.





Angolo dell'autrice: E con questa ... cosa che non saprei come definire, lascio a voi l'arduo compito, vi auguro, un tantino in ritardo, BUON NATALE.
   
 
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