Quella giornata era stata
davvero folle, Spencer non aveva fatto altro che correre da un posto
all’altro,
consegnando documenti, facendo ricerche per il suo capo e sostenendo
conversazioni odiose con persone odiose. Mentre si trovava nel suo
ufficio a
correggere le bozze di un nuovo disegno di legge che il suo ufficio
avrebbe
dovuto presentare entro qualche settimana, Spencer continuava a tenere
d’occhio
l’orologio sulla parete, mancava poco alle nove ed ovviamente
ancora una volta
era in ritardo per la solita cena settimanale con le sue amiche
– Questa volta
mi uccideranno – disse in tono affranto e fu allora che il
nome di Hanna
comparve sul cellulare facendola sobbalzare. – Lo so sono in
ritardo – disse
Spencer appena accettò la chiamata ma Hanna non rispose. -
Hanna ci sei? – -
Spencer… - disse con un tono di voce che Spencer le aveva
sentito solo le
pochissime volte in cui era successo qualcosa di orribile, –
Hanna che è
successo? – chiese allarmata con il cuore in gola –
Devi correre in ospedale… -
iniziò Hanna con la voce spezzata – Un tizio
è andato addosso ad Aria mentre
veniva al ristorante… è grave -. Spencer non
riuscì a dire nulla, mise giù il
telefono e rimase a fissare il vuoto per qualche istante “Aria… è grave… lei
è…” e con la mente che
vorticava feroce afferrò la
borsa, si precipitò fuori e corse all’ospedale
più veloce che poteva.
- Spencer – la voce di
Alison la
raggiunse dall’altro capo del parcheggio appena Spencer
saltò giù dalla
macchina. – Ali… - sussurrò mentre
l’amica l’abbracciava – Che diavolo
è successo?
– chiese in lacrime – Non lo so. -
sussurrò Alison – Stavo andando a cena…
Emily mi ha chiamata… - - Ucciderò il bastardo
che le ha fatto questo – finì
Spencer mentre Ali la lasciava e si avviarono dentro. Girare per gli
ospedali
non era mai piacevole, quella notte il pronto soccorso era intasato i
pazienti
e trovare Aria in mezzo a quel caos era davvero un impresa disperata.
– Alison…
- gridò una voce familiare dopo un po’ che
giravano a vuoto tra i corridoi,
Emily ed Hanna erano insieme nella sala d’attesa della
terapia intensiva e se
loro erano lì, pensò Spencer, significava che la
situazione di Aria era davvero
complicata. Senza dirsi nulla le quattro amiche si strinsero forte,
nessuna di
loro riusciva a parlare e solo il suono delle lacrime sembrava rompere
il
silenzio di quella stanza. – Novità? –
riuscì a chiedere infine Spencer con un
po’ di fatica – Solo che è in sala
operatoria – iniziò Hanna – sua madre ha
detto che ha preso un brutto colpo alla testa… ma non
sappiamo altro -. – Avete chiamato Ezra? – chiese Alison conoscendo già la risposta, - E’ ancora in Europa per il suo Tour di promozione – disse Spencer con la voce vuota lasciandosi cadere sul divanetto scomodo dietro di lei chiudendo gli occhi per
qualche minuto, “Non sta accadendo
davvero… deve essere un incubo… lei non
può”, Emily prese posto al suoi
fianco e le prese la mano – Andrà tutto bene Spenc
– provò a calmarla ma il suo
tono non era dei migliori. – La signora Montgomery
è qui? – chiese Ali cercando
di mantenere la calma – E’ uscita poco fa per
chiamare il marito… ma ne sa
quanto noi – rispose Hanna che aveva tutta l’aria
di voler prendere a calci
qualcosa – Giuro che se metto le mani su quel… - -
Non c’è ne sarà bisogno – la
signora Montgomery arrivò poco prima che Hanna scoppiasse,
gli occhi infossati,
il viso rigato dal pianto, le mani che tremavano mentre stringeva il
telefono –
L’uomo che è finito contro Aria è morto
sul colpo. Guidava ubriaco e a quanto
pare era senza cintura – disse senza nessuna emozione nella
voce, era come se
fosse spenta ed assente.
- Signora Montgomery – un
medico
entrò nella stanza e fece sobbalzare Spencer a tal punto che
scattò in piedi
con il cuore in gola. – Sua figlia ha superato
l’intervento – annunciò ed un
piccolo sospiro di sollievo si propagò tra di loro
– Ha riportato una rottura
del ginocchio sinistro e del gomito destro, oltre ad un brutto trauma
cranico -
- Ma starà bene vero? – lo interruppe la madre di
Aria con voce strozzata dal
dolore. Il dottore assunse un’aria più cupa
– Ha un brutto ematoma nel lobo
temporale… - iniziò facendo letteralmente gelare
la stanza – Il chirurgo ha
stabilito che sarebbe stato pericoloso drenarlo ora perché
il suo fisico non
reggerebbe, vuole aspettare e vedere se si riassorbe da solo prima di
ricorrere
alla chirurgia – la signora Montgomery non emetteva un fiato
e guardava il
medico come se fosse un alieno, - Quindi che succede ora? –
riuscì a chiedere
Spencer – Ora aspettiamo che sia del tutto fuori pericolo
– annunciò il medico –
Le prossime ore saranno cruciali, se supera la notte potremo pensare al
prossimo passo -. “Se supera la
notte?...
SE… SE” quella parola prese il
sopravvento nei pensieri di Spencer che non
riusciva più a dire nulla. – Vi accompagno nella
stanza di sua figlia – terminò
il medico e fece strada nei gelidi corridoi dell’ospedale
durante quella che
ormai era in classifica tra le notti peggiori mai passate.
Quando finalmente poterono
entrare nella stanza di Aria Spencer si sentì mancare la
terra sotto i piedi.
La sua amica sembrava ancora più piccola in quel letto, tubi
le sbucavano dappertutto,
la testa era fasciata facendola sembrare ancora più pallida
e l’unico suono che
aleggiava in quella stanza era il bip
dell’apparecchio che monitorava il cuore. Spencer si sedette
a fianco al letto
insieme alla sue amiche mentre la signora Montgomery lasciava la stanza
per dar
loro un momento da sole con sua figlia. La pelle di Aria era gelida
quando
Spencer le prese delicatamente la mano, chiuse gli occhi e per qualche
istante
si concentrò sul respiro di Aria, che era debole ma comunque
confortante. –
Aria… - sussurrò Spencer – Aria ti
prego… sii forte… torna da noi -. – Ragazze ora
dovete uscire mi dispiace –
chiamò la signora Montgomery dopo un po’ che erano
lì, - Potrete vederla domani
- - Signora Montgomery… - provò a ribattere Hanna
ma la madre di Aria la fermò
con un gesto della mano – Mi dispiace ragazze…
domani firmerò dei moduli che vi
estenderanno i privilegi dei familiari ma per stanotte non potete fare
altro -.
A turno le ragazze diedero un bacio sulla fronte di Aria e poi uscirono
dalla
stanza. Spencer si fermò per qualche minuto sulla soglia e
diede un ultimo
sguardo nella stanza, “Non
mollare… ti prego non mollare”
pensò quasi in
preghiera ed infine seguì le amiche fuori
dall’ospedale.
La madre di Aria mantenne la
parola e nei giorni successivi le ragazze poterono far visita ad Aria
ad ogni
ora del giorno e, come capitava spesso, anche della notte. Erano
passati cinque
giorni dall’incidente ma lei non aveva ancora riaperto gli
occhi, le sue
condizioni erano stabili e il chirurgo controllava costantemente la
situazione
neurologica, l’ematoma si stava riassorbendo lentamente,
troppo lentamente
continuava a pensare Spencer. Ogni giorno, sedute in quella odiosa
camera, le
quattro amiche si riunivano per parlare ad Aria, le parlavano di tutto
quello
che passava loro per la testa, avendo nel cuore la tacita speranza che
le loro
voci potessero far breccia nella mente di Aria e farle riaprire gli
occhi. Quel
pomeriggio la conversazione ricadde su una delle lezione che Alison
aveva
tenuto al liceo, durante la quale un suo studente le aveva chiesto se
non
sarebbe stato più facile per Giulietta fregare un cavallo al
prete e correre da
Romeo. Le ragazze chiacchieravano tranquille, tranne Spencer che negli
ultimi
giorni aveva perso la sua abilità di parola. – Ho
una fame da lupi – disse Hanna
ad un certo punto, era tardo pomeriggio e anche Spencer si rese conto
che
avrebbe messo volentieri qualcosa sotto i denti, - Vi andrebbe una
pizza? – disse,
ma in quel momento qualcosa distolse la sua attenzione. La mano di
Aria, che
fino in quel momento era rimasta immobile al suo fianco, si chiuse a
pugno
sotto i suoi occhi, - Ragazze… - gracchiò Spencer
che non riusciva a credere
che stesse accadendo, le ragazze circondarono il letto e si accorsero
che non
solo la mano aveva iniziato a muoversi, anche i piedi, ed il collo, il
respiro
invece si stava facendo più forte. Nessuna di loro muoveva
un muscolo, nessuna
di loro emetteva un fiato, e tutte guardavano il viso di Aria che ora
sembrava
più roseo. – Aria… -
sussurrò Emily al suo fianco e in quel momento sotto i
loro sguardi stupiti Aria riaprì gli occhi lentamente. Le
lacrime iniziarono a
scorrere sui loro visi nel momento in cui lei incrociò i
loro sguardi, Spencer
ed Hanna le presero dolcemente le mani ma Aria non disse nulla, - Ci
hai fatto
spaventare da morire lo sai? – disse Spencer con voce rotta
dal pianto. Aria le
guardava ma c’era qualcosa di diverso in lei pensò
Spencer, anche se forse lo
immaginava soltanto, - Di qualcosa… - disse infine Emily
sorridendole. Aria
lentamente liberò le mani dalla stretta delle sue amiche e
con voce lieve
pronunciò le uniche parole capaci di spezzare il
cuore di Spencer il mille pezzi,
- Chi siete? – disse Aria, e in quel momento le ragazze si
guardarono tra loro
consapevoli che quell’incubo era solo all’inizio.