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Autore: Crilu_98    27/12/2015    2 recensioni
François Marchand, appartenente ad una famiglia della media nobiltà francese, è alla disperata ricerca di sua sorella Amélie, sparita senza lasciare traccia; ancora non sa di essere diventato il bersaglio di un manipolo di congiurati e che per venire a capo dell'enigma dovrà ricorrere all'aiuto di una giovane ladra, Claire, dal passato misterioso. Amélie, invece, nel tentativo di riconquistare la propria libertà incrocia la strada di James MacMallon, un bandito scozzese in esilio perennemente diviso tra il profitto materiale e la propria coscienza.
Nel frattempo, a Parigi, il Cardinale Richelieu indaga sulle voci che girano a palazzo, avendo tra le mani un unico indizio: il simbolo del Giglio Scarlatto.
Tra briganti onesti, affascinanti contesse, spie, sicari e pedine si dipana la storia di una congiura che potrebbe mettere fine al regno di Francia...
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Epoca moderna (1492/1789)
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François uscì dallo studio del Capitano sbattendo la porta, furioso con sé stesso e con il mondo. Perché le parole del suo superiore che gli bruciavano in quel momento nell'animo erano vere, tutte quante.
Fin da quando era entrato nel corpo dei Moschettieri, il giovane aveva ammirato e rispettato quell'uomo imponente e taciturno, ravvisando in lui alcune delle sue caratteristiche principali, come la rettitudine, la cortesia, l'essere diretti. Per questo ciò che gli aveva detto era ancora più pesante:
-Monsieur Marchand!- aveva esclamato, non appena aveva messo piede nel suo ufficio, lisciandosi la folta barba bionda -Sono costernato dal vostro comportamento! Mi è stato riferito che trascurate i vostri doveri di Moschettiere, saltando i turni di ronda, sparendo per giorni e giorni senza spiegazione! E' inaudito! Comprendo la preoccupazione per la scomparsa di vostra sorella, ma...-
"Ma cosa?" aveva pensato François, con un moto di stizza ed insofferenza. Cosa ne poteva sapere, il Capitano, dell'angoscia che si provava a perdere l'ultima persona cara ancora al mondo? E quel che era peggio, non sapere dove fosse né se stesse bene... Avrebbe quasi preferito saperla morta, piuttosto che dover sottostare a quell'ansia che gli attanagliava le viscere.
-... Ciò non vi da il diritto di trascurare il vostro impiego!- completò il Capitano, severo. Poi l'espressione della faccia si ammorbidì un poco e i suoi occhi scintillarono di compassione:
-Monsieur Marchand, la vostra situazione è delicata, lo ammetto: prima la morte di vostro fratello in battaglia, quindi l'arrivo di nuovi obblighi e doveri, ed ora... Questo. Vi consiglio di concedervi un po' di tempo per pensare alle ricerche di vostra sorella...-
-Mi state sospendendo!?- aveva esclamato il giovane, allibito.
-Non la metterei proprio in questi termini, lo chiamerei piuttosto un breve periodo di ozio...-
-Mi state sospendendo.-
Il Capitano sospirò, con una smorfia che si sarebbe potuta considerare un sorriso amaro:
-Siete cocciuto, Marchand: ebbene sì, siete sospeso! La sospensione ha inizio adesso... Ed ora fuori!-
 
Il ragazzo passeggiava per le affollate strade di Parigi, digrignando i denti, del tutto indifferente al chiacchiericcio e ai colori del mercato. Portava ancora la casacca da Moschettiere, sebbene non lo fosse già più.
"Sospeso!" pensò per l'ennesima volta, con rabbia "Va bene, cerchiamo di vedere i lati positivi: devo ritrovare Amélie, è questa la mia priorità, adesso..."
Con la coda dell'occhio, però, vide un movimento sospetto che lo distolse dal pensiero della sorella. Si voltò a guardare meglio e vide una figura piccola ed incappucciata stendere lesta una mano verso il borsello appeso alla cintura di un mercante; sotto i suoi sguardi stupiti, il ladro tagliò la sacca senza che l'uomo, impegnato in una conversazione, si accorgesse di nulla.
-Fermo, in nome del re!- urlò imperioso, dimenticandosi di non essere ormai più in servizio. Il ladro fece scattare la testa nella sua direzione, poi si infilò velocemente la scarsella rubata sotto le vesti ed iniziò a correre.
François si lanciò al suo inseguimento sotto gli occhi scandalizzati del mercante derubato; sebbene fosse intralciato dalla folla, il giovane riuscì a non perdere di vista il malvivente che invece zigzagava per le stradine del mercato, aiutato anche dalla corporatura sottile.
D'un tratto svoltò in un vicolo e il moschettiere sorrise beffardo: era una strada senza uscita. Quando però voltò l'angolo, sbarrò gli occhi stupito: del ladro non c'era traccia. Si guardò attorno, frustrato, ma non c'erano né porte, né vie laterali: solo muri di pietra su tutti e tre i lati. Un fruscio gli fece alzare lo sguardo: il ladro, sempre coperto dal mantello nero, era appostato sui tetti.
-Fermo!- gridò ancora François, alla ricerca di un modo per salire: alla fine vide le botti appoggiate contro la parete di destra, proprio sotto all'ampio davanzale di una finestra.
-Ecco come hai fatto...- mormorò, arrampicandosi fino al cornicione dell'abitazione: il ladro, velocissimo, era già sul bordo opposto. Si volò solo un attimo a guardarlo, ma il giovane non poté osservargli il viso, coperto dal cappuccio: la figura gli fece un ironico cenno di saluto con la mano, prima di saltare nel vuoto, atterrando sul tetto della casa vicina.
Il moschettiere non si arrese, e dopo un iniziale tentennamento iniziò una caccia sui tetti parigini, che la sua preda sembrava conoscere molto bene: saltava da una parte all'altra con naturalezza, senza essere sfiorato dal timore di cadere e morire.
Finalmente François riuscì ad afferrare un lembo del mantello, sbilanciando il ladro e facendo scivolare via il cappuccio. Sorpresa e costernazione illuminarono le iridi verdi del giovane: davanti a lui c'era una ragazza che lo fissava ansante ed astiosa. Aveva lunghi capelli corvini raccolti in una treccia disordinata, dei lineamenti sottili ed il naso leggermente all'insù; le labbra piccole e rosse erano storpiate nell'angolo destro da una piccola cicatrice verticale. Ma furono gli occhi a confonderlo di più: profondi e blu come l'oceano ed ugualmente tempestosi. Non leggeva alcuna traccia di paura o di supplica in quelle iridi, piuttosto sospetto e una buona dose di spavalderia.
In qualche modo, quella ragazza gli ricordava Amélie. Era in grande imbarazzo: l'aveva strattonata e buttata a terra come un ragazzo di strada, mentre era stato educato a trattare le donne con il massimo garbo e cortesia.
"E' stato grazie alla cortesia che Madie mi ha così facilmente tratto in inganno!" pensò, percependo una dolorosa fitta di rimorso al pensiero della sua ex-amante.
La ladra, che nel frattempo si era alzata in piedi e si stava togliendo la polvere dai calzoni - perché sì, si accorse con orrore, portava calzoni da uomo -, lo guardò con aria di sfida.
-Ebbene?- disse, con voce fintamente annoiata. François inarcò le sopracciglia, sorpreso ed irritato: lo stava forse prendendo in giro?
L'afferrò per un braccio, ispezionando il tetto su cui si trovavano alla ricerca di un modo per riportare i piedi sul selciato.
-Ehi, che modi! Non siete mai stato educato a trattare con rispetto le signore?-
La ragazza lo guardò con espressione canzonatoria e sfrontata e François si sentì ribollire d'indignazione. Ah, come avrebbe goduto nel chiuderla a chiave nella cella di una prigione! Sogghignò all'idea:
-Certamente, ma vedete, mademoiselle, non mi sembra di avere davanti una signora.-
-Ma come vi permettete?- sbottò lei, puntando i piedi e rifiutandosi di seguirlo. Nonostante fosse molto più piccola di lui, nascondeva una forza sorprendente.
François si lasciò sfuggire un gemito esasperato, consolandosi col fatto che forse quella ragazza gli avrebbe fatto ottenere il rinvio della sospensione.
"Anche se, riflettendoci bene, potrebbe essere davvero ciò che mi serve per trovare Amélie..."
Nuovamente distratto dal pensiero della sorella, non prestò molta attenzione quando, al richiamo della giovane ladra, si voltò verso di lei. Fu quindi con enorme sorpresa che scivolò nell'incoscienza, quando la ragazza gli rifilò un potente pugno sulla testa.
 
Il cardinale Richelieu tamburellava con le dita secche sul ripiano in mogano della sua scrivania; davanti a lui erano ordinatamente disposti inchiostro, pennino e un plico di carta da lettere intonso. Eppure il cardinale non riusciva a comporre quella lettera fondamentale nello sviluppo dei rapporti tra Francia e Svezia.
La sua mente tornava costantemente al problema che da una settimana a quella parte aveva assorbito tutta la sua attenzione.
All'inizio erano state solo voci di palazzo, sussurri durante le feste indette dal re: ma Richelieu sapeva perfettamente quanto quei bisbigli potessero rivelarsi fatali. Era già scampato a ben due congiure, del resto, l'ultima delle quali solo l'inverno precedente.
Così aveva teso le orecchie e spedito i suoi fedelissimi a raccogliere informazioni nell'ambiente della nobiltà; questa volta però, i suoi uomini non avevano trovato nulla. Gli avevano solo assicurato che il fratello del re, Gastone d'Orleans, non sembrava implicato.
"Vorrei ben vedere!" pensò il prelato con un ghigno compiaciuto "Dopo aver spedito la madre in esilio, il re sopporta a malapena l'esistenza del fratello: un'altra congiura e lo manderà a morte!"
Un discreto bussare alla porta delle sue stanze lo riscosse.
-Avanti!- borbottò. La porta si aprì e lasciò entrare Lumière, il capo delle sue spie, un uomo di età indefinita contraddistinto da una faccia imperturbabile e dall'abbigliamento scuro che lo rendeva simile ad un prete.
Lumière si inchinò ossequioso, prima di affermare:
-Ho una traccia. Non è molto, ma potrebbe esservi utile...-
-Parla, allora, che aspetti?-
-Non so se sapete chi è François Marchand, Signore di Parthenay...-
-No, non ce l'ho presente!- sbottò il cardinale, spazientito.
-E' un moschettiere, che ha di recente acquisito il titolo e la signoria, dopo la morte di suo fratello nell'assedio di La Rochelle. Ebbene, sua sorella è sparita dopo essere andata a visitare la moglie del Conte di Blois...-
-Lumière, non farmi dubitare del tuo acume: vuoi spiegarmi, di grazia, cosa c'entra questo farneticare di donne e di mogli con il sospetto della congiura?-
-Ci sto arrivando, Vossignoria, ci sto arrivando: la scomparsa di Amélie Marchand è l'unica stranezza da molti mesi a questa parte, a corte. Perciò mi sono informato sul Conte di Blois e alcuni suoi servi mi hanno confidato che egli sta intrattenendo una corrispondenza segreta con un nobile di cui nessuno conosce l'identità. Dicono che sia stato per conto di quest'ultimo che il Conte ha fatto rapire la ragazza... E tutto ciò porta ad un simbolo, che lega questi due uomini e non so chi altro.-
-Un simbolo?-
-Sì, Eminenza, un simbolo: il Giglio Scarlatto.-
Il Cardinale sobbalzò sulla sedia, mentre nella sua testa si formava la spaventosa immagine del giglio di Francia colorato di rosso... Bagnato di sangue.
-E François Marchand come è implicato in questa storia?-
-Non lo so, signore, anche se il fatto che la scomparsa della sorella sia legata ad un uomo legato al Giglio Scarlatto mi fa dubitare della sua estraneità alla cosa...-
 
 
Angolo Autrice:
Ciao a tutti,
sono molto stupita e felice del fatto che in pochi giorni questa storia abbia ricevuto un considerevole numero di visite e due recensioni estremamente positive! :D Perciò vi posto questo secondo capitolo, in cui François incontra per la prima volta la ragazza che gli stravolgerà la vita e il Cardinale Richelieu, finalmente entrato in scena, inizia ad indagare su questa congiura. A tal proposito, vi dico solo che l'informazione sul Giglio Scarlatto non è arrivata nelle sue mani in modo del tutto casuale...
Ringrazio Emmy e Bea per aver recensito, spero che anche questo capitolo sia di vostro gradimento!
Crilu 
   
 
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