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Autore: kyonnyuchan    28/12/2015    0 recensioni
Kiriko Kirishima, una cinica, disincatata studentessa diciassettenne di Tokyo si troverà suo malgrado (e molto controvoglia) catapultata, assieme ai suoi "amici" in un mondo in completamente diverso dal suo. Un mondo di eroi, demoni, castelli, magia e spade, tale da sfidare il suo senso comune e la sua logica inattaccabile. Ce la farà a farsi strada in questo universo fantasy o ne verrà divorata?
Genere: Azione, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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History lesson

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Avere tre anni.

Apprezzabile per le dimensioni, se devi nasconderti, ma pessimo per la coordinazione motoria. Kiriko la apprese a proprie spese, mentre cercava di affrontare con eroica abnegazione l'impervia scala che conduceva allo scantinato di quella casupola. Non fosse per la malsana curiosità che l'aveva presa improvvisamente, avrebbe senza dubbio abbandonato il tentativo dopo quattro scalini. Ciò nonostante, dopo aver evitato all'ultimo un pericoloso volo a faccia in giù, riuscì a giungere alla tanto agognata destinazione.

 

E ora vediamo di capire quale razza di vita notturna fa la nostra cara sorella Diwyn...

 

Ci aveva tentato, a bloccare sul nascere film mentali sul genere “orge e sette sataniche”, con annesse variazioni sul tema per ogni gusto (compresi Yuri e Bondage, proprio per non farsi mancare nulla). Ci aveva tentato, davvero. Ma quello, al contrario dell'avventura sulla scala, era stato uno sforzo coronato da un mesto fallimento.

 

Sono un'orrenda maniaca pervertita... Oh, kami, perdonate la sottoscritta per essere una creatura così degenere... Certo che però non è tutta mia, la colpa... Se nella mia scuola quelle dannate troiette parlavano di sesso un momento sì e l'altro pure...

 

Purtroppo, Kiriko non disponeva veramente di personalità multiple, quindi, al patetico tentativo dell'immaginazione di scusarsi dinnanzi alla morale mancava un valido contraddittorio. Altrimenti, senza ombra di dubbio, una voce nel cervello le avrebbe detto che la colpa era sua eccome. Sua e di tutti gli eroge a cui aveva giocato in vita sua.

 

Ad ogni buon conto, immaginazione assunse un'espressione molto delusa (sempre all'interno del suo cervello, naturalmente), quando, dopo tanta aspettativa, non vide ciò che si aspettava.

 

Ciò che si trovava davanti era null'altro che un locale spoglio, Al centro, un tavolo ornato da un paio di candele, oltre che pile e pile di libri e un paio di ampolle, colme di liquidi dai colori stranamente vividi. Ah, certo, last but not least, la supposta monaca vittima di riti settari stava semplicemente leggendo un voluminoso tomo, stropicciando gli occhi e stiracchiandosi come un gatto sonnolento di tanto in tanto, probabilmente per mancanza di sonno.

 

Meh... Veramente anticlimatico... Ehm, no, volevo dire... Menomale che non c'è nulla di grave...

 

Tuttavia, nonostante si aspettasse tutt'altro, Kiriko rimase comunque (anzi, a maggior ragione) perplessa a quella vista. Che motivo c'era di leggere un libro di notte, in segreto? Cosa diavolo nascondevano quei testi di così importante o proibito? Più rifletteva sulla cosa, meno questa quadrava. L'unico modo per placare i suoi dubbi era cercare di capire cosa, di preciso, sorella Diwyn stesse leggendo. Facile a dirsi, un po' meno a farsi. Non era infatti sicura al cento per cento di essere in grado di leggere qualcosa di meno elementare del suo nome, nel sistema di scrittura daemita. E se fosse stato un altro alfabeto e un'altra lingua sarebbe stata, per dirla in modo fine, ampiamente fregata. Doveva avvicinarsi solo un altro pochino per appurare la cosa...

 

Ma cercare di avvicinarsi al proprio obbiettivo senza fare il minimo rumore, al buio, in un posto poco familiare non rappresenta il massimo della facilità, specialmente se si è dei bambini di tre anni.

A ciò basta aggiungere il fatto che Kiriko fosse leggermente distratta dalle proprie elucubrazioni mentali, per avere tutte le precondizioni per una bella dimostrazione pratica della prima legge di Murphy: “Se una cosa può andare male, allora andrà male”.

 

Spatapeeem!

 

“Ma checcazz...Ah.”

 

Kiriko era inciampata su un piolo traditore, per cadere malamente di faccia. Nulla di devastante, all'ultimo era riuscita a mettere avanti le mani per evitare di conoscere per osmosi il pavimento con i suoi denti, ferendosi solo alle gambe. Se non che, aveva prodotto un rumore difficilmente trascurabile, persino per una persona del tutto assorta e concentrata come sorella Diwyn.

 

La quale, puntualmente, si era girò di scatto.

 

“Re-Remin?!? Per la dea, come sei arrivata sin qua?”

 

L'espressione di sorpresa e spavento della ragazza si tramutò, una volta appurata l'identità dell'intruso, in quella tipica di una madre che stava per iniziare una lunga ramanzina.

 

Tuttavia, Kiriko aveva esaurito la voglia di interpretare la “piccola e tenera Remin”, per quella giornata. Era stanca, sporca e per giunta il dolore all'altezza del ginocchio sbucciato si faceva discretamente sentire. No, non era decisamente il mood giusto per giocare a fare la bambina.

L'avevano piazzata in quel dannatissimo mondo? Ora, per cortesia, si dava il caso che fosse giunta l'ora di racimolare qualche risposta sensata!

 

“No. Un attimo... Cosa diavolo ci fa lei qua a quest'ora? I libri che sta leggendo sono per caso della roba proibita dalla religione della dea? O forse c'è sotto ancora dell'altro?”

 

Il fiume di parole che stava per inondare le orecchie della “piccola Remin” si bloccarono di colpo, ancor prima di essere tradotte in suono. Per cinque secondi buoni Diwyn rimase a bocca spalancata dallo shock. I suoi occhi ci vedevano ancora bene... Quella che aveva davanti era una bambina di tre anni, giusto?

 

Eppure la discrepanza tra ciò le dicevano i suoi sensi era troppo larga per essere spiegata razionalmente!

 

“Sorella Diwyn... Risposte per favore.”

 

Il tono di Remin non ammetteva repliche. A quel punto il cervello della giovane alzò bandiera bianca, rinunciando a cercare spiegazioni razionali a ciò che si trovava dinnanzi e limitandosi a rispondere alla domanda che le era stata posta.

 

“Non sono proibiti! Non sono affatto un'eretica del nord, se è questo quello che pensi, ba-bambina mia! E' solo che...Sono testi in Sarpidico, in alfabeto Beredik. Se me li trovassero in mano penserebbero che sono una spia degli infedeli...”

 

“...Perché, non lo sei?” La incalzò Kiriko. Fare la parte del poliziotto cattivo non le piaceva (o forse sì, ma non lo avrebbe mai ammesso, nemmeno a lei stessa), ma se non l'avesse fatto, non avrebbe capito nulla della spiegazione di Diwyn. Non aveva la minima conoscenza di lingue, tradizioni e culture di quel continente, e quello era un modo pratico per ottenerle senza dover stare a questionare troppo.

 

“No! Sto leggendo testi degli infedeli solo per capire se al loro interno c'è qualche menzione su dove trovare le sacre pietre e come attivarle!”

 

“Le...Sacre pietre? Ahhh, giusto, quelle che indurrebbero in chi possiede il nostro sangue straordinari poteri magici...”

 

“Non poteri magici, piccola Remin... E' una questione di fede!”

 

“Ahem...” Kiriko non era mai stata particolarmente brava a credere a qualcosa che non potesse vedere o toccare con mano. Ogni tanto si era persino vergognata del suo venale materialismo, nella vita precedente. Solo che non aveva cuore di far notare a Diwyn che per lei non si trattava altro che di un cumulo di baggianate.

 

Ma perché arrivare persino a consultare testi di un'altra cultura e di un'altra religione? Questo faticava seriamente a comprenderlo. Fortunatamente, come se la sua interlocutrice le avesse letto nel pensiero, le disse:

 

“Non ti ho mai fatto lezioni di storia, piccola Remin... Pensavo di cominciare quando saresti stata un po' più grandicella... Eppure, ora credo non sia più necessario. E' evidente che sei una creatura benedetta dalla Dea!”

 

Com'è che adesso sono una specie di santa solo perché mi ero rotta di comportarmi da bambina? Mi sa tanto che ho fatto una cazzata...

 

“Devi sapere che un tempo la nostra città era il centro di un grande e vasto impero. L'imperatore decise di costruire una nuova capitale che fosse degna di lui. Ora però, del grande impero di un tempo resta solo questa città. Orde di nemici si sono abbattute per secoli contro gli imperatori, erodendo mano a mano i loro domini. E ora è rimasta solo Veltemyn... Tutt'intorno a noi si estende ormai il territorio di quel dannato popolo di barbari infedeli... Dannati Teumig...

 

“Teumig?” Che erano, delle specie di orchi? No, non doveva confondere le sue esperienze nei giochi di ruolo con quel mondo... Per quanto lei avesse in tutto e per tutto delle orecchie da elfo.

 

“Sì. Sono un popolo di infedeli, che ormai da cento anni a questa parte ha divorato quanto restava dell'impero. Sono dei barbari crudeli e malvagi che non credono nella dea! Ancora poco tempo e metteranno d'assedio la città e la distruggeranno, cancellando da queste terre la vera fede...”

 

Forse comincio a capire... La nostra cara ragazza qui presente crede con quelle pietruzze magiche qualche supereroe possa sconfiggere i cattivi... E' talmente ingenua che mi fa tenerezza...

 

“Ma sorella Diwyn... Non ci sono altri popoli che credono nella dea che possono aiutare Veltemyn alla battaglia?” Se avesse saputo quale vaso di Pandora stava aprendo, Kiriko non le avrebbe rivolto quella domanda.

 

“Eretici bastardi del nord! Mentre noi combattevamo contro le invasioni dal sud loro ingrassavano e prosperavano. E ora, quelle nazioni di mercanti ci voltano le spalle, troppo impegnate a combattere tra di loro per delle manciate di denaro, piuttosto che affrontare sul serio i nemici della fede. E' anche grazie a loro, quei succhiasoldi infidi che hanno messo in ginocchio l'economia dell'impero, che Veltemyn è divenuta così debole!”

 

Okkei... Allora: sud uguale cattivoni, barbari infedeli e blah blah blah. Nord uguale gente che ha pensato alla propria sopravvivenza ingrandendosi e creando potenti stati mercantili all'ombra dell'impero che si stava indebolendo. Bastardi approfittatori utilitaristici, eh? Chissà come mai mi stanno già simpatici...

 

“OK, ok, calma sorella Diwyn, non c'è bisogno di scaldarsi tanto... Ad ogni modo, trovato qualcosa in quei testi che sta consultando?” Era un patetico tentativo di sviare il discorso su binari più controllabili, doveva ammetterlo. Però a mali estremi, estremi rimedi.

 

Ad ogni modo, l'espressione sconsolata che la ragazza fece diede già a Kiriko la prevedibile risposta:

 

“No, purtroppo. Forse è un limite mio, che non so leggere bene l'alfabeto Beredik... Ma anche le pietre che si trovano nel territorio degli infedeli sono spente, come le nostre...”

 

“Beh, sì certo... Aspe... Cosa? 'Come le nostre'? Cosa intendi di preciso?”

 

Diwyn si sorprese di fronte all'ovvietà della domanda. Non si capacitava che Remin non avesse la più pallida idea di quel che aveva appena detto.

 

“Le nostre sacre pietre. Le reliquie degli antichi eroi che si trovano nei nostri templi! Possibile che non te ne abbia mai parlato?”

 

“A dire il vero no, sorella Diwyn...” O forse sì, ma fino ad adesso non me ne è mai fregato nulla...

 

“Beh, sono le pietre usate dai grandi santi che hanno combattuto per la fede nei secoli antichi. La dea ha concesso loro quelle pietre e con esse, inimmaginabili poteri! Oh, come ci vorrebbe qualcuno puro di cuore in grado di utilizzarle contro le forze del male...”

 

Kiriko ebbe la fastidiosa sensazione che Diwyn, mentre pronunciava quell'invocazione la stesse guardando con fare piuttosto eloquente.

 

No...NO. Io non sono l'eletta di nessuna stramaledetta religione, chiaro? Non diciamo stronzate... Non voglio fare la prescelta di stocazzo. Ehi, tizio che mi hai portato qui, mi hai sentito bene?

Niente scherzi di pessimo gusto del tipo che sono “l'eletta che porterà le forze del bene a trionfare” e cagate simili. Non voglio fare la Mary Sue di un romanzo fantasy di serie C, ci siamo capiti?

 

“Prima o poi dovrai portarmi a vederle – Tagliò corto in modo molto poco convinto la giapponese reincarnata - Però sorella Diwyn... Io non sono saggia e più matura della mia età perché mi ha parlato la Dea... E' perché...”

 

Avanti, dille che sei Kiriko Kirishima, che sei una diciassettenne reincarnata nel corpo di una bambina. Così le fai credere per bene che vieni da un altro mondo e comincia ad adorarti per davvero come una specie di divinità inviata dal cielo per difendere il pianeta terra dalle forze di Zion1.

 

“E' perché sono solo molto più matura della mia età!” Kiriko scosse la testa. Aveva esagerato nel comportarsi da adulta prima e adesso ne avrebbe pagato il prezzo.

 

“Ahahah! Può darsi, piccola Remin! Ma che ti piaccia o no, tu per me sei e resterai un dono del cielo!” Detto questo, con un caldo sorriso Diwyn la abbracciò così forte da rischiare di strozzarla.

 

No, davvero l'ha bevuta? Oh, kami-sama, come fa a essere così ingenua?

Uff, dannazione a te Diwyn, sei talmente innocente che mi stai facendo DAVVERO affezionare a te come una sorella, sai?

 

1Citazione di Mobile Suit Gundam, popolare Mecha degli anni '80 che ha rivoluzionato il genere dei “robottoni” I nemici dell'eroe sono appunto i generali del principato di Zion.

   
 
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