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Autore: Shirokuro    28/12/2015    1 recensioni
{ elesis (crimson avenger) centric; elsword/add; onesided!elesis/elsword | one-shot di 1385 parole circa | introspettivo | terza classificata al contest Expectations Go to Hell... or Maybe Not indetto da NeuPreussen sul forum di efp }
Osservò con la coda dell’occhio il piccolo immondo che quasi a cercare calore nella neve indistinguibile dalle stelle, lì giaceva. Sorrise e con un velo di imbarazzo, sussurrò un «Grazie».
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Add, Elesis, Elsword
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Di quelle che cose che l'impulso è l'unico spettatore.
Nome autore EFP: Shirokuro.
Pacchetto e percorso: pacchetto fuoco d'artificio, D3.
Numero parole: 1386.
Fandom: Elsword.
Personaggi/Coppia: Elesis, Add, indirect!Elsword. Elsword/Add, onesided!Elesis/Elsword.
Rating: giallo.
Genere: introspettivo.
Note: -. In fondo.
 
Di quelle che cose che l'impulso è l'unico spettatore
   La dolce chioma rossa libera sotto la pioggia si lasciò accarezzare dal vento fermo, mentre il braccio destro di Elesis si affiancava alla lama nera; brillava di un umile viola che scivolava via, facendosi lavare dall’acqua, lentamente, unendosi alla danza dei colori che si era andata creando in quello scenario solitario. Proprio accanto alla soddisfazione fiammante c’era una macchia bianca.

   La testa di Elsword era piena di aria. Non era chiaro cosa ci fosse dentro, oltre a quella. Forse la muffa.
   Incorniciata dalla sua pessima abitudine ad essere troppo diretto e poco riflessivo, la sua immagine splendeva di gloria e sicurezza nella memoria confusa di Elesis. Non aveva mai amato l’idea di averlo dovuto abbandonare anni addietro –  quelli che sembravano decenni. Era sicura che ci fosse stato qualcosa di sbagliato nella sua partenza ed in quello che difendeva, perché quel qualcosa l’aveva allontanata dall’unica cosa che doveva tenere d’occhio, l’unica che doveva essere veramente protetta. Permise alla mano coperta da un guanto di malevolenza di attraversare i ricordi che non le appartenevano, in quel momento di pura estasi, mentre ricordava quante volte le aveva sorriso pensandola la più forte del mondo. «La tua sorellona è davvero fortissima» sussurrò al riflesso distorto del cespuglio di fiamme, che uccideva con lo sguardo un ragazzo dai capelli bianchi. «Molto più forte di chiunque provi a portarti via da me» disse poi, ritraendo l’arto nero.
   La coscienza del ladro di un passato difficile da decifrare era un miscuglio di tonalità che la guerriera delle terre di un re indefinito non sapeva descrivere, sorridendo alla volta deliziosa della morte al di sopra di lei. Era incredibilmente soddisfatta, per qualche ragione – forse il scoprire quanto i ricordi di un defunto potessero essere belli l’aveva meravigliata. Quella mente docile, fresca di una gioventù senza futuro, era riempita di dolore, amore, altro dolore e di qualcosa di bellissimo, qualcosa che Elesis venerava come niente: quel sorriso senza macchie, nel riflesso degli occhi viola, era più puro della memoria di qualunque bambina spinta dagli ideali più nobili. Era insicura di cosa provasse nei confronti di ciò, forse era emozionata alla vista di tanto splendore, forse invidiosa di cosa un debole ragazzino proveniente da un mondo stupidamente arretrato fosse stato in grado di estrapolargli.
   Aveva scorso tante immagini in quella galleria di percorsi indaco, rosso e blu, senza logica apparente. Aveva visto Elsword fulminare un albino che rispondeva al nome di Add con lo sguardo travolgente di una tigre, lo aveva visto combatterlo, aveva visto il suo fratellino odiarlo. Aveva fatto scorrere le dita attraverso quell’ira e quel furore, orgogliosa di lui. Aveva allontanato un pericolo, no? Gli aveva detto che era un mostro, addirittura, aveva rifiutato l’essenza stessa di quell’Add all’inizio.
   Allora perché solo poco dopo gli aveva porto la mano dispiaciuto? Cosa lo aveva spinto a farlo? Il suo cuore nobile ed infantile. Erano stati i principi che qualche folle gli aveva impresso a farlo pentire delle giuste gesta compiute fino a poco prima. Quell’Add non era forse un essere maligno? Desiderava solo un grandioso potere, un potere chiamato conoscenza, un potere troppo grande ed idioticamente leggendario da essere preteso da un essere infimo come lui, no? Voleva addirittura dominare la Regina dei Nasod o quel che era – se c’era il suo fratellino ad attenderla dall’altra parte, della conoscenza e della cultura, Elesis, se ne poteva perfettamente dimenticare e schifare. Non era forse un egoistico fine mitomaniaco? La machiavellica maniera di porsi, affinché le sue ambizioni divenissero realtà, non era forse disgustosa? Il nero che avvolgeva il suo cuore non era solo un dolce repellente per Elsword? Allora perché solo poco dopo gli aveva chiesto di schierarsi al suo fianco con uno sguardo così penosamente serio? Chi gli aveva insegnato a perdonare? Nessuno, che lei avesse coscienza. Elesis si era limitata a scuotere quello specchio di emozioni con frenetica stanchezza nelle iridi rosse – qualcuno di alto e garbato come lei, che aveva difeso un regno inutilmente grande, non poteva permettersi di scomporsi.
   Aveva riso ad ogni loro lite, fin quando non si ritrovò davanti a quello sguardo che stava ancora contemplando: la decisione e la sua energia racchiusi nel contorno del suo viso, dopo una frase che non voleva ricordare perché avrebbe solo incrinato quella perla scesa da un paradiso proibito, quella meraviglia che era l’espressione affissa davanti ai suoi occhi. Quell’impazienza nell’aspettare di ricevere una risposta che non era interessata a conoscere, la mano pregna di quella vicenda ed i tacchi che strisciavano disperati in attesa di un triste continuo previsto ma mai venuto. Elesis lo sapeva. Aveva sempre saputo cosa era realmente accaduto quella volta, quando Elsword aveva imparato ad esprimere a parole i suoi desideri e sentimenti ed aveva per la prima volta pronunciato delicate parole d’affetto verso qualcuno che non fosse la guerriera. Non apprezzava né la dinamica né il fatto in sé ma si limitò ad assistere, sorridendo a quello che doveva essere un semplice bacio fra amanti.
   Amanti da quando? Amanti come? Amanti perché? Si erano solo avvicinati, si erano solo sfiorati, si erano solo parlati. Non poteva bastare così poco affinché due persone si innamorassero, no? Allora quando, quando, quando avevano iniziato a toccarsi come se fosse la cosa più naturale al mondo? Quando diamine avevano iniziato ad appartarsi per sussurrarsi che si amavano? Quando? Perché? Elesis prese un profondo respiro ed attese che l’ennesimo ricordo si concludesse – ignorando Add ed Elsword, concentrandosi su un’offuscata convinzione che non riusciva a mettere a fuoco. Si erano avvicinati in così poco tempo – anche se poco più di quello che lei aveva impiegato ad andarsene. Accarezzò il volto del fratello.
   «La tua sorellona ti vuole infinitamente bene, te ne ha voluto per molto più tempo di questo intruso».
   Davanti ai suoi occhi la superficie iniziò a ballare, disegnando la medesima scena di prima, lasciando che continuasse, mostrandole cosa si era persa del suo tesoro più grande. Add ed Elsword che nei frammenti di una delicata memoria viola si erano scambiati altre parole per lei incredibili. E così, andando avanti per giorni, tra loro e le altre persone, tra loro e l’amore che giuravano di provare, tra i fogli e la solitudine che fortunatamente lo spadaccino non aveva condiviso.
*
   Quando finalmente anche l’ultima Dynamo si staccò dal suo corpo, Elesis riacquistò la percezione della realtà. La scena era la stessa a cui aveva assistito prima di provare a toccare il cadavere dell’albino – una macchia bianca oramai sporca di rosso –, con l’unica differenza che anche lei era distesa affianco al corpo inerme e freddo del povero umano, ricoperta di un leggero strato di neve. Doveva aver programmato le sue fide compagne esanimi in modo che lo proteggessero anche dopo una sua eventuale morte. Era furbo, glielo concedeva.
   Si issò in piedi, prima di risprofondare nel tappeto bianco che le sottostava di un paio di centimetri e piegarsi sulle ginocchia – posizione che mantenne ritenendola comoda ed appropriata. Poggiò i gomiti sulle ginocchia e fece delle sue mani il contenitore per la sua testa. Era combattuta riguardo cosa aveva visto durante la sua incoscienza, mentre sbirciava in quella che doveva essere stata l’anima di Add. Sì, effettivamente lui era un essere della peggior specie ed era un malvagio che non avrebbe mai accettato – come non avrebbe accettato nessun altro, se si parlava della vita Elsword –, ma aveva assistito anche a scene alle quali lei, come sorella maggiore, non avrebbe mai dovuto prendere visione. Aveva visto, prima della grande fine, del loro sentimento esploso nella gioia del potersi finalmente dichiarare sposi, Elsword in quei momenti di assoluta intimità che non avrebbe mai avuto il coraggio domandare di ricevere e che dopo quello che aveva fatto non avrebbe mai avuto l’occasione.
  Osservò con la coda dell’occhio il piccolo immondo che quasi a cercare calore nella neve indistinguibile dalle stelle, lì giaceva. Sorrise e con un velo di imbarazzo, sussurrò un «Grazie». Poi si rialzò e, facendo attenzione a non toccarlo, estrasse la lama nera dal suo corpo. L’indomani l’avrebbero trovato e lei per allora doveva raggiungere suo fratello e dirgli che finalmente aveva risolto quel piccolo problema quale era Add – che aveva invaso la sua testa, svuotandola dell’aria che le era originaria.
  Chi l’avrebbe mai detto che Elsword si sarebbe ritrovato vedovo, un giorno?


 
Soundtrack(s); Euterpe (Egoist), World Lumpshade (nqrse), drop pop candy (Envy, Thymeka), Ho creduto a me (Laura Pausini). Che parto!! E questa creatura è uno scherzo della natura, ma ogni madre ama il proprio figlio, quindi accetterò questa one-shot come mia creazione. [e poi fare io stessa le icons mi fa quasi senso, sono emozionata, non succede da tipo MAI aww e ho pure disegnato una cosuccia per questa storia nella disperazione quando non sapevo come continuarla?? qua se volete vederla;//;] cI SONO TANTE COSE DA DIRE SU QUESTA COSA e cercherò di elencarle tutte (ma non ci riuscirò). Prima di tutto, il contesto: quando, in un ipotetico futuro, il matrimonio tra personaggi dello stesso sesso sarà possibile (perché ci speriamo tutti).
Ecco, partendo da questo scenario si va a sviluppare la storia. Elesis, quando scopre che Add ed Elsword si sono sposati, facile immaginare che si imbestialisce un attimino (perché la Elesis del racconto è la sua classe dark Crimson Avenger). E visto che in realtà Elesis è sempre stata ossessionata da Elsword, decide di uccidere Add. Quindi, la storia inizia con il paragrafo iniziale che introduce la scena in cui Add rip crepa (mi sento uno schifo ad uccidere il mio bambino), e quando per estrarre la sua arma dal suo corpo Elesis prova a toccarne il cadavere delle Dynamo si attaccano a lei e (per qualche ragione non meglio specificata) svenendo riceve i ricordi di Add e li ripercorre per intero il suo vissuto con e senza Elsword (cosa che viene raccontata alla stragrande nel secondo e principale paragrafo). Una volta rinvenuta, ringrazia Add per averle permesso di assistere ad Elsword anche in momenti privati (datte yaoi watashi no inochi ga ;///; e poi visto il contesto ci stava, punto) perché è sì ossessianata dalla figura del fratello, ma è ancora Elesis e come tale ha una dignità.
Potrei soffermarmi ore a spiegare la scelta di diversi passaggi e la scelta di determinate parole, ma non lo farò per pura pigrizia e perché trovo che sia più divertente così. Comunque una precisazione da fare ce l'ho.
Le figure del "mitomane" e del "machiavellico" sono due differenti tipi di "bugiardo" (perché le lezioni del vecchio professore di Scienze Umane erano il top e dovevo ficcarcelo di nuovo, anche se non me ne sono accorta fino a qualche tempo fa). Il mitomane è colui che raccontando le sue vicende aggiunge dettagli ed azioni eclatanti al fine di rendere la sua storia per quanto banale avvincente ed il machiavellico è chi pur di raggiungere il suo scopo farebbe qualunque cosa sia in suo potere. Elesis quindi parla di Add come un bugiardo, qualcuno che non ama realmente Elsword come lei.
E niente, grazie mille per aver letto ed arrivederci!!
   
 
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