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Autore: Danail    29/12/2015    1 recensioni
-Dal testo-
Non so chi tu sia, ma sto cercando di raggiungerti.
Lo so, lo sento, tu e io eravamo una cosa sola, prima che morissi e tornassi in vita.
Ma tu non lo sai, e chiudi la mente alle mie carezze.
Il mio spirito urla, scalcia, grida, piange, geme, sentendo di non potersi più unire alla sua sconosciuta metà.
Ti chiamo, ma tu non non mi senti.
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Redden Alt Mer
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Shannara's Pokèmon'
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Metamorphus

-Metamorphus-

by Danail

È tardi. Il vento scompiglia i miei capelli rossi e sporchi, in rapida crescita e tagliati male.
Sai, dopo l'operazione al cervello temevo che non ricrescessero. Dove le ossa erano sfondate, dove gli organi erano spappolati e ormai inutili, componenti meccaniche hanno sostituito le parti mancanti.
E, si, temevo che i capelli, per quel tratto dove la piastra di titanio ha sostituito ...le ossa del cranio, non potessero più ricrescere.
E invece, nonostante non fossero più lunghi come un tempo, coprono in parte le cicatrici dovute agli interventi.
Sai, Madre Tanequil è stata implacabile, sotto questo aspetto. Dopo che ha capito che mi stava perdendo, ha fatto di tutto per rompermi.
É riuscita a spezzare il mio corpo, ma non a dividere il mio spirito.
Il mio corpo era morto, freddo. Un cadavere scomposto e irriconoscibile.
Ma fu riparato, ed eccomi qui.
Nonostante ciò devo portare spesso una maschera. Molti mi credono morto, e sfrutto la cosa come posso. E comunque non ci tengo a far vedere la mia faccia, la pelle è ancora troppo fine per nascondere gli ingranaggi che aiutano i muscoli del viso. E le cicatrici... orribile.
Miriadi di piccole e sottili linee pallide che solcano il mio volto.

...

Kelson mi chiama. Mi volto verso di lui, quanto tempo ho passato fissando la luna piena, di fronte a me, sul ponte della Phoenix in volo?
Il mio caro marinaio mi guarda, con un'espressione tra l'assonnato e l'interrogativo.
Eagle, così si chiama nelle missioni. Tra le mani tiene ancora la sua maschera da aquila.
Mi dice di andare a dormire, il mio turno di guardia è finito. Caro ragazzo, ancora non ha capito che per me il sonno si è ridotto notevolmente. Sono un cyborg, dopotutto.
Sorrido, sebbene la maschera di tigre che mi ricopre il muso non permetta alle espressioni di divulgarsi.
Vai, non ho sonno, torna a dormire, gli dico, la notte è ancora lunga per me.
Porto di nuovo lo sguardo verso quell'astro pallido, tra me e l'argentea regina dei cieli notturni c'è solo la maschera di Tiger, comandante freddo e spietato di giorno ed emotivo di notte.
Eagle torna alla sua cabina, strascicando i piedi e borbottando qualcosa. Forse sta pensando che sto impazzendo.
No, sono solo concentrato.
Sul vento che sfiora il mio corpo, sulla luce pallida della luna, le stelle, il mare sotto di noi.
Afferro, finalmente solo, un oggetto da una delle tasche della giacca.
È una bandana, nera con uno strano simbolo bianco. Sembra una A.
Me la porto verso il naso della maschera, riesco a percepire dai minuscoli fori l'intenso odore di sale.
La mia memoria, sai, non funziona come dovrebbe. Dopo la mia rinascita, avevo dimenticato molte cose.
Danni gravi all'ippocampo, come in altre aree del cervello, ora sostituite da macchine speciali.
Faccio ancora fatica a ricordare, ma gli oggetti, gli odori, i suoni mi aiutano un poco.
Non ricordo chi tu sia, ma sento che sei una persona importante per me. Stringo la bandana attorno al mio viso, qualcosa di caldo scorre lungo le mie guance, tra maschera e pelle.
Lacrime.
Non so chi tu sia, ma sto cercando di raggiungerti.
Lo so, lo sento, tu e io eravamo una cosa sola, prima che morissi e tornassi in vita.
Ma tu non lo sai, e chiudi la mente alle mie carezze.
Il mio spirito urla, scalcia, grida, piange, geme, sentendo di non potersi più unire alla sua sconosciuta metà.
Ti chiamo, ma tu non non mi senti.


-Angolo dell'Autrice-

E' da molto che non scrivo qualcosa. In questi ultimi mesi sto lavorando a due serie nuove, tra cui una incentrata sul mio amato crossover: Shannara e Pokèmon. Come nelle altre storie simili, il secondo universo non è così preminente rispetto a Shannara, piuttosto la serie è basata sui miti che avvolgono i leggendari (delle divinità, insomma) e sui punti d'innesto tra gli universi.
Ma cosa c'entra tutto ciò con questa breve storiella? Domanda legittima.
La serie gira attorno a un mio personaggio da roleplay, gli avvenimenti seguono molto gli intrecci che lo avvolgono tutt'ora. Scrivere qualcosa al di fuori delle role, incentrandomi si questo personaggio e il suo compagno, mi ha sempre affascinata. Come avrete già capito, il personaggio di turno (leggere: la prossima vittima della mia mente sadica) è Redden Alt Mer. Un personaggio che, dopo più di sei mesi di lavoro, è diventato qualcosa di... grande.
Colgo l'occasione per salutare Lily di Komadori, l'altra sadica che adora far del male -o del bene, dipende dal momento- ai suoi personaggi, danneggiando anche il nostro rosso.
Bhè, mi auguro che la lettura vi sia piaciuta e... a presto!

   
 
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