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Autore: maybeitsadream    29/12/2015    0 recensioni
Please, don’t take my sunshine away.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Liam Payne, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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THE OTHER NIGHT, DEAR.
 
 
The other night, dear,
as I lay sleeping,
I dreamed I held you
in my arms.
When I awoke, dear,
I was mistaken
And I hung my head and cried.
 
 
Come si fa a fermare il tempo? Perché lo vorrei tanto in questo momento.
Sono finalmente tra le sue braccia, dopo mesi e mesi di assenza fisica. Mi sento finalmente in pace con me stesso, la tempesta che viveva dentro la mia testa e dentro la mia anima sembra essersi calmata.
Ora sento soltanto silenzio, una quiete che mi rilassa, che scioglie i miei muscoli rimasti tesi fino a un attimo fa.
Mi sento così bene tra le sue braccia. E, Dio, quanto mi sono mancate!
Ci sono stati giorni in cui ho seriamente pensato di non farcela. Mi alzavo al mattino pensando di stare alla grande, ma poi bastava un piccolissimo particolare riconducibile a lui e la mia calma apparente si trasformava in uragano. E allora mi chiudevo in me stesso, diventavo apatico, incazzato col mondo intero; ignoravo chiunque, rifugiandomi nelle mie calde lacrime.
Ci sono state ore orribili da affrontare, perché non facevo altro che pensare all’ultima volta che ci eravamo visti, e inevitabilmente i miei occhi si velavano di tristezza: si chiudeva il sipario e la finta giungeva al termine.
E lì cominciava a vivere il vero Zayn. Perché, sì, ormai vivevo di mancanze, mi nutrivo di ricordi e sognavo assenze.
“Piangi per un passato che non può avere futuro, Zayn”.
Odiavo quella frase. E più me la ripetevano, più diventavo arrabbiato.
Tentavano di avvelenarmi con le loro false verità, di mettere a tacere l’incendio che scoppiava dentro di me ogni volta che mi perdevo a pensare a Liam. E lo facevano con frasette del cazzo trovate da qualche parte sul web. Forse pensavano di apparire più intelligenti; io li vedevo solo come una massa di imbecilli senza cervello.
Cosa ne sapevano loro di me e Liam?
 Come facevano a dire che il nostro noi era una cosa lunga quanto lo spazio posto tra una parola e un’altra?
E, soprattutto, con che razza di coraggio arrivavano tutti sorridenti  a dirmi “Domani hai un appuntamento con questa modella”?
Loro sapevano. Sapevano quanto l’abbandono della band avesse pesato, sapevano quanto mi fosse costato lasciare Liam, sapevano che non stavo bene. Eppure riuscivano a fingere che andasse tutto a gonfie vele.
Rimanevo scioccato ogni giorno di fronte all’incompetenza di quegli uomini sull’umanità.
Vivevano per soldi, pubblicità e fama.
Vivono per soldi, pubblicità e fama.
Vivranno ancora per soldi, pubblicità e fama. Perché loro non sanno che ora sono in Paradiso. Perché io so che, dopo questo brevissimo tratto di felicità, riprenderanno con gli avvertimenti, con i rimproveri, con il veleno.
“Mi sei mancato così tanto” sussurro al suo orecchio. “Come stai? Quando sei arrivato? Avresti potuto avvertirmi: sarei venuto a prenderti di corsa e…”
“Cos’è, ti ho contagiato con la parlantina?”
Si libera dalla mia ferrea presa – non voglio che si allontani di più di due centimetri da me – e punta il suo sguardo nel mio, sorridendo.
E, sul serio, dove cazzo è il pulsante “stop”?
Mi guarda con quegli occhi che sono la mia morte.
Non so che aspetto abbia il Regno dei Cieli, ma credo che le iridi color cioccolato di Liam gli somiglino molto.
Ridacchia perché molto probabilmente – anzi, sicuramente – ho la migliore espressione ebete che si sia mai vista.
“Mi sei mancato un casino, Zaynie” soffia sulle mie labbra.
E finalmente, dopo mesi infernali, ritrovo la gioia paradisiaca della sua bocca sulla mia.
 
 
You are my sunshine,
my only sunshine.
You make me happy
When skies are grey.
You’ll never know, dear,
how much I love you.
Please, don’t take my sunshine away.
 
 
Credo sia la ventiquattresima volta che ci abbracciamo da quando è qui, forse la venticinquesima – non lo so, ho perso il conto.
Mi sta raccontando del suo ritorno a casa, di quanto questa pausa possa fargli bene perché “Dopo cinque anni, abbiamo bisogno di relax”, e io non posso fare altro che guardarlo con gli occhi di una persona follemente innamorata.
Pendo dalle sue labbra, sono ubriaco dell’amore che provo per lui. È l’unica sbronza che non voglio e non vorrò mai farmi passare.
“Liam” lo interrompo. Vedo la sua fronte corrugarsi; sembrava impegnato nel descrivere quanto è grosso il suo cane.
“Mh?”
“Ti amo”
Sorride, sorride uno di quei sorrisi che il fiato me lo tolgono sul serio.
Sorride e il mio cuore perde uno, dieci, cento, mille battiti.
Sorride e avverto il mondo fermarsi, come ammaliato da quello spettacolo che sta avvenendo davanti a me.
Mi ritrovo incapace di muovermi  e parlare.
Apro la bocca per liberare l’universo che si cela dietro la mia onesta dichiarazione, ma le parole mi muoiono in gola perché Liam “Ti amo anch’io. Non immagini quanto” dice.
Afferro la sua mano e chiudo gli occhi, proprio quando le lacrime – di felicità stavolta – cominciano a irrigare i campi per niente aridi delle mie guance.
“Ti amo davvero tanto”
 
-
 
Apro gli occhi di scatto.
Dov’è Liam? Dove sono i suoi sorrisi? Dove sono i suoi occhi? Dov’è il me felice?
Allontano bruscamente le coperte dal mio corpo e faccio per andare verso il bagno.
Forse sta facendo la doccia, penso.
Rifletto maggiormente. No, non può essere sotto la doccia: avrei sentito il rumore dell’acqua.
“Dove sei, Lee?”
Comincio ad agitarmi. Mi stringo la testa tra le mani, sbatto i piedi a terra – quasi come un bambino a cui non vogliono dare le sue caramelle preferite, sì.
Qualcuno entra.
“Liam” mi lascio sfuggire. Alzo lo sguardo con il cuore in gola. Ho il desiderio di sprofondare appena mi accorgo che davanti a me non c’è il bellissimo uomo che amo, soltanto una delle stupidissime guardie del corpo.
Evidentemente ho urlato senza nemmeno accorgermene. Be’, per quanto mi riguarda, potrei continuare a urlare per sempre, così forse Liam mi sentirà.
“Liam” ripeto.
Crollo a terra incapace di trattenere ancora le lacrime. E non m’importa di apparire debole.
Io sono debole.
Io sono debole senza Liam. E quanto vorrei che il mondo lo sapesse…
“Cosa c’è, Zayn?” chiede l’omone. Si sta avvicinando.
Le mie dita si perdono tra i capelli, li tirano come per tentare di alleviare il dolore interno che sto provando con un dolore fisico molto minore. Ma è tutto inutile.
“Liam”
“Zayn, piantala di urlare!” si impone.
Davvero sto urlando? Non me ne rendo conto.
È tutto così strano: sento gli occhi a fuoco, vedo la stanza girare continuamente, senza sosta.
Mi sembra di sentire le labbra di Liam sulle mie, il suo respiro caldo sul collo…
Era tutto un sogno?
Abbasso la testa sussurrando ancora il suo nome.
Sì, era tutto un sogno.

 
 
 



 
[MYSPACE!]
Buonasera!
Non so come questa OS mi sia venuta in mente. Stavo riguardando una vecchia conversazione e mi è venuta davanti la canzone che si trova a destra – e di cui non ricordo il titolo.
Comunque, che ve ne pare?
Spero di leggere i vostri commenti. E grazie anche solo se arriverete a leggere fino a qui. Significa tanto per me.
Alla prossima,
Erica c:
   
 
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