Avevo riso per ore
seduta a terra
finché il mondo aveva cominciato a distorcersi.
Quanto tempo era passato?
Tre ore?
L'orologio diceva dieci minuti.
Non ero sola, c'erano altre figure intorno a me.
Andavano contorcendosi e unendosi e non erano mai distinte.
Sentivo un ticchettio in lontananza e non capivo
quanto veloce fosse
e io vivevo
e vivevo
e VIVI, sentivo gridare
forse nella mia testa.
Era fantastico perdersi nella bellezza dei ciliegi in fiore in inverno
e il profumo di primavera e di nebbia
e l'odore forte dello smog che
mica lo senti più se abiti in città.
Io d'estate andavo a raccogliere le more
e mi graffiavo tutte le gambe
sognavo il mare perché da qui vedevo le vette innevate.
Respira e continua a vivere
e lo facevo
respiravo e continuavo a seguire il flusso dei pensieri,
vorticava tutto così dolcemente
ero ancorata così saldamente, non cadevo, non cadevo.
Non pioveva da due mesi e l'aria era sempre umida
avevo i capelli disordinati,
però ero comunque bella,
pensavo e intanto studiavo il mio riflesso
su una vetrina lì di fronte
pensavo a quanti 'se' ci fossero stati
nella mia vita fino a quel momento
ed era così bello
come tutte le coincidenze
mi avessero portato
proprio in quel posto, in quel momento.
L'inverno tardava ad arrivare,
non avevo mai festeggiato il mio compleanno senza la neve,
sognavo i fiocchi ghiacciati sulla punta della lingua
e pensavo che con il terreno congelato
probabilmente sarei scivolata prima o poi,
ma non importava,
era tutto così dinamico.
Quanto tempo era passato?
Mi avevi guardato e mi avevi sorriso,
mi avevi baciato e sapevi di tabacco e di sesso,
erano passati dieci minuti.
Il ticchettio era incessante e riempiva l'aria,
aveva iniziato a nevicare
ed io stavo vivendo.