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Autore: Lelusc    31/12/2015    1 recensioni
Gemma è la figlia di un famoso archeologo e i genitori sono divorziati, ma la cosa strana è che vede molto spesso degli occhi color Ambra, che le ricordano una persona conosciuta con il padre quando aveva sei anni. Perchè li vede? Scopritelo, ringrazio chiunque voglia farmi una mini recensione, Lelusc. ;D
Genere: Mistero, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Scendo senza voltarmi nemmeno una volta, aiutandomi con le rocce sporgenti, quando inciampo e cado, questa è già la terza volta che incespico su qualcosa.
Tento di rialzarmi e ci riuscirei tranquillamente se fosse per il mio corpo, ma il problema è la mia mente, troppe cose tutte insieme. È davvero difficile accettare l'esistenze dei vampiri e sopratutto che Emanuele sia uno di loro, siccome sembra un ragazzo normalissimo e gentilissimo.
 
Come fa un ragazzo simile ad essere una creatura che beve sangue umano e che è morta? Lui non sembra per niente morto, ma le sue mani sono fredde e nonostante siamo stati per tutto il tempo mano nella mano, non si è minimamente riscaldato, questa è una dimostrazione più che valida che è tutto vero e devo dire che ora capisco anche quando diceva che ci aveva sempre tenuto d'occhio. Se è quello che è, può farlo, non credo gli sia difficile, anche quando ci ha detto che ci ha aiutato diversi anni fa; cosa che normalmente sarebbe impossibile perchè dovrebbe essere cambiato d'aspetto, sembrare più vecchio, invece è ancora uno splendido ragazzo, uguale a quello che ci aiutò.
Non capisco più nulla, penso mentre cammino a passo svelto verso il ciglio della strada buia, mentre il freddo della sera mi circonda come il silenzio persistente e inquietante, ma non ci faccio molto caso, ho troppe cose a cui pensare. Non riesco ad accettare ancora l'idea che Emanuele sia quello che sia e decisa a interrompere momentaneamente i miei pensieri perenni, per colpa di un forte e duraturo mal di testa, mi accorgo di essere in una strada isolata a notte fonda, da sola e che sono ancora vicino alla folta e selvaggia vegetazione dei Carpazi e potrebbero esserci tranquillamente dei lupi in agguato.
 
Faccio un grande respiro, tesa e continuo a camminare a passo svelto, mente il vento freddo della sera mi colpisce il viso e mi trapassa i vestiti. Improvvisamente sento un fruscio provenire da un cespuglio dietro di me e mi volto si scatto trattenendo il respiro, ma quando non sbuca niente lo rilascio e riprendo a camminare fino a che i miei piedi cominciano a protestare e mi fermo incerta su dove andare.
La strada è buia e questo non mi permette di riconoscerla bene, né tanto meno di leggere i numeri sugli alberi. Mi sono persa e per un attimo la mia mente crea perfettamente l'immagine di Emanuele e scopro di volerlo qui con me, creatura mostruosa o meno, quando all'improvviso in lontananza vedo una luce e mi tranquillizzo, sicura che siano le luci della città o comunque una persona e riprendo a camminare. Grazie a quella luce che poi è improvvisamente scomparsa, trovo la città e con lei la via principale, poi l'hotel dove alloggio.
Subito quando il direttore mi vede entrare rimane sorpreso, ricordo solo ora di avergli detto che sarei rimasta a dormire da un amico, così gli faccio un cenno con la testa per fargli capire che "non se ne fa più nulla" e gli chiedo la chiave.
 
Vado di sopra senza proferire parola, entro in camera e mi chiudo la porta alle spalle buttandomi sul letto, decisa a pensare tutta la notte, anche perchè sicura che farei comunque la nottata in bianco. Per prima cosa, tento di togliermi le scarpe spingendolo via con i piedi e una volta libera mi sento molto meglio, sono così doloranti, dopo di che alzo la testa e comincio a fissare il soffitto bianco, perchè so che mio malgrado mi aiuta a pensare meglio senza distrarmi.
Ricapitolando, esistono, cosa veramente sconcertante, delle creature chiamate vampiri, creature che credevo fossero solo finzione e leggenda, protagonisti di libri in voga al momento e con i vampiri anche tutto il resto che li riguarda, quindi la loro sete di sangue, il fatto stesso che bevano quella sostanza, il fatto che non possono morire se non in determinati modi e con determinati strumenti e che sono, udite! Udite! Immortali. Da fantascienza! Ma lo è meno se penso che ne ho visto uno di persona.
 
Ho visto veramente Emanuele trasformato, voglio pensare solo perché voleva difendermi da quei loschi e pericolosi individui e comunque non mi ha fatto male nemmeno quando gli ho tirato le caramelle e l'ho messo alle strette per farmi dire tutto, nemmeno si è arrabbiato! Quindi non vedo perchè dovrei avere paura di lui, basta solo non offrirgli il collo o altre parti del corpo ed è tutto a posto. Divento bordeaux al solo pensiero di lui che mi morde e rossa dalla rabbia se lo immagino mordere un'altra donna.
 
Scuoto la testa velocemente, sospiro e stranamente mi accorgo di avere fame. In camera c'è una sveglia, sono le nove e mezzo, ma non m'interessa minimamente, voglio mangiare, così prendo il telefono e chiamo per farmi portare qualcosa in camera. Dopo aver ordinato del pesce, perchè a pranzo o mangiato carne e si deve cambiare, lascio tutto al direttore che sono certa che si farà in quattro sapendo che a ordinare sono stata io.
 
All'improvviso bussano alla porta. Ehilà, sono veramente fulminei, penso andando ad aprire e mi trovo davanti un Clif molto seccato con in mano una valigia, la mia valigia.
 
"Buona sera, un ragazzo ha portato questa alla reception, per lei, signorina Settembri" O sì, è molto arrabbiato, ad anche smesso di chiamarmi per nome, ma non ne ha motivo. "Grazie, doveva essere il mio amico. Sa abbiamo litigato, ma con lui le arrabbiature non sono mai durature, si fa sempre perdonare con azioni come questa. Portami la valigia facendo un mucchio di strada, cosa gli dice il cervello?" Dico e non per mettere una scusa, ma solo perchè voglio fargli capire che non ci vado a...beh, insomma, il solo pensarci mi fa arrossire, sono solo un'amica una brava "amica" amica.
 
"Capisco, allora buona serata signorina"dice passandomi la valigia con irruenza.
 
Chiudo la porta e per poco non la sbatto.Che nervi! Ma chi diavolo si crede di essere! Il mio ragazzo? Se lo fosse stato a quest'ora sarebbe morto a forza di calci, ma passiamo oltre. Guardo la valigia che ho fra le braccia e mi trovo a sorridere istintivamente. Cosa gli è saltato in mente di portarmi la valigia, non me l'aspettavo,penso tirando fuori il mio accappatoio e un cambio. Voglio fare solo una meritata doccia tiepida come la faccio di solito e rilassarmi se possibile, poi penserò a cosa fare.
 
Non ci metto molto a fare la doccia e quando sento bussare alla porta sono ancora in accappatoio e ho i capelli ancora umidicci, ma può andare. Apro la porta e mi trovo davanti non che di meno che Clif con in mano il vassoio della mia cena e un altro piatto che non avevo ordinato coperto da una campana d'argento. Lo noto guardarmi sorpreso, poi divorarmi con gli occhi come se fossi un bocconcino succulento, cosa che mi fa sentire subito male e a disagio, da quanto conosco Emanuele nemmeno lui si è mai permesso di guardarmi così e con lui la cosa avrebbe più senso.
 
"Oh, la cena? Grazie" dico
 
"mio padre ha voluto che gliela portassi".
 
Quindi vuol dire che l'idea di portarmelo non è partita da lui, penso, ma è ovvio, visto che ce l'ha con me.
 
"lo ringrazi da parte mia allora, me la potrebbe posare sul comodino per favore?"
 
"Certo"grugnisce entrando e quando noto il cambio d'intimo e la mia camicia particolare sul letto mi affretto a precederlo e sedermici sopra, cosa che nota e mi guarda alzando un sopracciglio, confuso, ma pare non ci abbia fatto caso.
 
"La ringrazio molto, arrivederci Clif"dico chiamandolo per nome; spero solo che fare così possa farlo calmare almeno un po', mi serve avere degli amici in Romania, nel caso dovessi tornarci, non che lui m'interessi più, prima forse un pochino, insomma è un bel ragazzo, ma se il suo carattere è questo e il suo comportamento è tanto possessivo, mi dispiace ma, ciao tesoro! Non ci penso proprio a ritrovarmi con un guinzaglio, una museruola e un microchip che gli dice dove sono, nemmeno voglio avere il tuo consenso su cosa indossare ogni volta che devo vestirmi, sono affari miei cosa indosso, posso andare in giro anche in mutandine e reggiseno, non sono affari suoi.
 
Mi cambio alla svelta, ma al posto della camicia indosso una maglietta e un paio di pantaloncini, perchè immagino che verranno a riprendere il vassoio e non posso farmi trovare già pronta per dormire. Così mi lego i capelli in una cosa morbida e mi siedo sul bordo del letto trasferendo il vassoio dal comodino alle mie gambe e tiro su la campana, scoprendo la pietanza.
 
Fermati mondo! Gnam Gnam! Linguine allo scoglio. Mi metto a mangiarle con appetito, gustandole per bene e un attimo dopo ho finito tutta la pasta. Sono sazia, ma alzo comunque la seconda campana e quello che mi si presenta davanti mi fa digerite di colpo e trovare nuovo posto.
 
Gamberoni al vino bianco. Ne mangerei a quintalate.
 
Comincio a sbucciarli e mangiarli uno dopo l'altro e sembra che cantino gli angeli. Alla fine apro la salviettina al limone per le mani posta vicino al piatto, così che possa pulirmi per bene e per ultimo e non meno importante, tiro su l'ultima campana che non ho richiesto e ci trovo dentro un bellissimo dolce e un biglietto.
 
"Alla nostra cliente speciale, una deliziosa fetta della torta foresta nera, spero sia di suo gradimento, il direttore" La fetta di torta è qualcosa di spettacolare, ne prendo subito un pezzetto e lo porto alla bocca, delizioso; il cioccolato, il pandispagna, la deliziosa e leggera crema e le ciliegie con una punta di liquore che non riconosco si sposano benissimo, è una cosa stupenda. La finisco in un baleno assaporandola come non ho mai fatto con nessuna pietanza e alla fine malgrado ne voglia ancora, mi costringo a rassegnarmi.
 
Poso i piatti coperti e il vassoio sul comodino e mi distendo sul letto posandomi una mano sulla pancia. Che mangiata! Ma resta sempre il fatto che non so che fare con Emanuele; il solo pensarlo in un vicolo buio, chino a succhiare il sangue di qualcuno con il viso trasformato in quel modo, mi fa venire i brividi, però lui in verità è così dolce, posso pensare che non faccia male a nessuno e ritornare da lui? Lo vorrei tanto mi trovo a pensare, ma sono indecisa.
 
Mi giro e rigiro nel letto fino a che non vedo il telefono e mi viene un'idea. Di solito quando sono a pezzi per diversi motivi chiamo sempre i miei migliori amici e allora perchè non farlo adesso, chissà che non mi aiutino o mi sollevino almeno il morale. Mi siedo di scatto sul letto, afferro il ricevitore, digito il numero e lo porto all'orecchio.
 
Uno, due , tre suoni prolungati e alla fine rispondono.
 
"Pronto"
 
"Pronto, Annabella"
 
"Gemma! Ciao, come stai?"
 
"bene, ma che cos'è tutto quel chiasso?"
 
"Ah, sono con Oscar e Steve, stavamo vedendo un film sul divano, ma dove sei? Sei partita così in fretta"
 
"sono a Brasov, in Transilvania"
 
"davvero? E Com'è?"
 
"ho fatto un giro per negozi e dove andavamo io e papà quando siamo venuti qua diversi anni fa"
 
"sì, ma io intendevo dal punto di vista architettonico, insomma avrai visto qualche monumento qualcosa"
 
"veramente non appena sono arrivata o chiesto subito di papà, ancora non ho visto niente tranne i negozietti"
 
"sei un caso disperato, comunque Georg mi ha chiesto di te e mi è sembrato molto preoccupato quando gli ho detto che eri partita per un viaggio"
 
"non gli hai detto dove sono andata vero?"Chiedo allarmata.
 
"No, perchè mi sembrava strano che non glielo avessi detto tu, quindi ho pensato che non volessi che lo sapesse"
 
Resto un attimo in silenzio. "Gemma, che succede?"
 
"Beh, ecco ho scoperto perchè mio padre è stato ucciso"
 
"stato? Vuoi dire che..."
 
"sì, l'hanno ucciso, credo manomettendogli i freni della macchina, sono stati i suoi colleghi di lavoro"
 
"spiegati bene"
 
"te l'ho detto che sui Carpazi hanno trovato dei reperti archeologici e che mio padre diversi anni fa mi ha portato con lui agli scavi, giusto?"
 
"Sì, e allora?"
 
"Molti dei reperti non vennero resi di dominio pubblico, sicuramente c'e ne erano tantissimi, ma molti li vendevano al mercato nero, erano tutti d'accordo"
 
"stai scherzando? Allora anche tuo padre..."
 
"no, certo che no"dico subito interrompendola.
 
"mio padre non ha voluto, ecco perchè l'hanno ucciso"
 
"e Georg?"
 
"Anche lui lo sapeva, non so se lui avesse accettato per paura o altro, ma di sicuro sapeva tutto e non ha detto niente alla polizia"
 
"mi dispiace tesoro, mi dispiace tanto"
 
"già, hanno detto qualcosa al telegiornale?"
 
"Sì, di trafficanti di oggetti d'arte e archeologici arrestati in Romania. Quando l'ho sentito ho pensato subito di chiamarti, ma non mi rispondevi, ero preoccupatissima, pensavo centrasse qualcosa tuo padre, non lo so"
 
"no, lui non era d'accodo"
 
"capisco, sono felice che tutto si sia risolto"
 
Non è proprio così, ho un altro problema, purtroppo. "Sì, ma io...Che cos'era quel rumore?Non mi dire che fino ad ora c'era il vivavoce"
 
"sì, scusami mi sono dimenticata di dirtelo, sai, hanno così insistito per sentire la conversazione"
 
"fai in modo che non esca nulla dalle loro bocche, non mi piace essere il pettegolezzo del momento"dico.
 
"Certo, tranquilla, ma non mi hai chiamato per sapere come stavo, vero? E nemmeno per parlare di tuo padre, cos'è successo? Stai bene?"Chiede improvvisamente preoccupata.
 
"Sì, sto bene, certo che sei perspicace come sempre, ho solo un problema. Mi passeresti Oscar"
 
"certo"dice e la sento nitidamente chiamarlo, si vede che sta in cucina o al bagno, poi una sua imprecazione.
 
"Ehi ciao dolcezza, come va?"
 
"Zitto Steve e passami Oscar"dico subito infastidita.
 
"Oscar è occupato fiorellino, ha mangiato troppo cioccolato"
 
"Ma sta zitto e vatti ad ammazzare. Ciao Gemma, come va?"
 
"Oscar! Bene grazie, volevo chiederti un parere. Il telefono è ancora in vivavoce?"
 
"Sì, lo devo togliere?"
 
"No, mi serve anche Annabella" .
 
"Vi ho raccontato di viversi anni fa, quando io e papà ci siamo persi e un ragazzo che possedeva una villa ci ha aiutato, vero?"
 
"mh mh"risponde Oscar.
 
"Bene, ho incontrato un suo famigliare"dico cercando di non tradirmi e dire cose che abbiano un senso, o almeno per loro, di certo non posso dirgli che ho incontrato la stessa persona di diversi anni prima e che è del tutto uguale a quando l'abbiamo lasciata.
 
"D'avvero?"
 
"Sì, a quanto pare abita anche lui in quella villa, mi ha tirata fuori da un bel pasticcio, diciamo che ero una contro tre ragazzi, ma lui mi ha salvata e ci siamo messi a parlare"
 
"mh, ti piace?" Mi chiede Annabella.
 
"Accidenti! È proprio questo il problema, dopo essere usciti un paio di volte ho scoperto che è un ragazzo totalmente diverso da quello che credevo"
 
"un donnaiolo? Si droga? Beve?"Mi chiede Steve giocoso come sempre.
 
"Ma che dice, sei Scemo!" Scatto subito.
 
"Scusa Steve"dico subito sorpresa di me stessa.
 
"Allora cosa intendi?"Mi chiede Oscar.
 
"Caratterialmente. Lui già mi ha detto che gli piaccio e lo trovo prematuro, ci conosciamo da qualche giorno e poi il suo modo di fare è un po' da donnaiolo"
 
"allora ci avevo preso"dice subito Steve.
 
"Zitto! E torna a cuccia!"Gli urla contro Annabella.
 
"è un ragazzo molto spigliato e lunatico, ma dolce e gentile, mi sento bene con lui, però sento che potrebbe essere pericoloso, ha menato tre ragazzi da solo,
faccio notare loro,anche se non è vero e so già che loro non penseranno sia un grande problema il fatto che sia manesco, a parte che non alzi le mani su di me, ma di certo non posso dirgli chi è e cosa mangia.
 
"Ho una domanda?"Dice di punto in bianco Annabella.
 
"è bello?"
 
"ma che centra questo ora?" Gli chiedo quasi attaccandola, reputando la sua domanda superflua, ma in un attimo mi compare l'immagine di Emanuele davanti.
 
"Sì, è bello"afferma.
 
"ma cosa?..."Dico subito.
 
"me lo descrivi?"Mi chiede ancora Annabella.
 
"Perchè?"
 
"Perchè tu già adori i ragazzi imprevedibili e dolci, poi questo sa difenderti, ti dice cose che nessuno ti ha mai detto, quindi... sicura non lo faccia apposta per.... "scopare con te"dice Steve all'improvviso in maniera molto cruda, interrompendola.
 
Sento all'improvviso un rumore e capendo di cosa si tratta faccio un sorriso, divertita.
 
"Steve, fai schifo"dice Oscar senza mezzi termini e so che grazie a quella parola poco delicata Steve si è beccato un bello schiaffo in testa da Annabella.
 
"Allora? Com'è questo ragazzo?" Mi chiede ancora Annabella e noto dal suo tono che è molto seria e solo leggermente ansiosa.
 
"Stupendo, bello da mozzare il fiato"dico subito cominciando a pensare a lui. Ha i capelli color mogano che gli ricadono in perfette onde sulle spalle e che alla luce del sole hanno riflessi color caramello. I suoi occhi sono particolari, di un intenso marrone chiaro, quasi color ambra, tutte le volte che l'ho visto indossa delle camicie, dei jeans o pantaloni neri, il suo viso è delicato la sua pelle candida, le sue labbra sono... sono disegnate dagli angeli, è così dolce, anche quando mi sorride, quando mi prende in giro giocosamente, quando pronuncia il mio nome, quando mi parla...
 
"Smetto di descriverlo vedendo la sua immagine perfetta in ogni particolare davanti a me e per poco non allungo una mano per toccarlo.
Ritorno di botto al presente e mi schiarisco la voce.
 
"Siete ancora lì?"Chiedo non sentendo nessun rumore dall'altra parte del filo.
 
"Noi sì, tu no"mi dice Oscar.
 
"Tesoro, sei innamorata persa di lui, lo sai?"Mi fa sapere Annabella.
 
"Cosa?" Chiedo incredula
 
"non è possibile, io...."
 
"stai bene con lui?"
 
"Sì"
 
"ti senti protetta?"
 
"Sì"
 
"Sei felice?"
 
"Sì"
 
"hai paura di lui, della sua forza?"
 
"Stranamente no"
 
"se lo vedessi con un'altra donna cosa faresti?"
 
Sussulto alla sola idea e mi duole il petto, oltre a sentirmi molto irritata.
 
"Mh"dico solo.
 
"Ammazzeresti la donna"risponde Annabella al mio posto.
 
"O lui, dipende"dico con una calma davvero incredibile, la classica calma omicida.
 
"Spaventosa"commenta all'improvviso Steve.
 
"Non avrei mai essere il tuo ragazzo"aggiunge poi.
 
"Tranquillo, non succederà mai"dico subito sorridendo, anche se in verità Steve è un bellissimo ragazzo e lo fa apposta a comportarsi così. Io e lui siamo molto legati, lui è stato il mio primo amico, il più caloroso e diretto, ci si può sempre contare su di lui e anche se si fa vedere e credere stupido, non lo è affatto.
 
"Vedi? TI piace e non vuoi che te lo portino via, se veramente stai bene con lui, non pensi ci sia qualcosa di più?"
 
"Abbiamo litigato qualche ora fa?"Ammetto.
 
"Perché?"Mi chiede Annabella.
 
"Perché è diverso"
 
"ma non puoi crearti un tuo ragazzo ideale e poi aspettarti che lui sia così, è logico che non lo sia, perchè non provi a conoscerlo meglio, magari ti piace anche di più com'è in realtà e abbandoni la tua idea di ragazzo"
 
"sì, forse hai ragione" "sì che ho ragione e per quanto riguarda le sue parole da dongiovanni, prova a vedere se sono vere o scherza, può darsi che pensi veramente ciò che dice.
 
Ed ecco che grazie alle parole di Annabella molte delle se frasi mi ritornano alla mente facendomi quasi commuovere. Mi dispiace ma non intendo dirti nulla Perchè? perchè altrimenti dopo avresti paura di me e non lo sopporterei. Avrei potuto perderti Il solo pensare a quelle frasi mi rende felice e mi assale una gran voglia di andare da lui, ora non credo più siano false e superficiali, né tanto meno mirate a farmi cadere ai suoi piedi, forse sarebbe capace di fare una cosa simile, perchè credo di aver intravisto in lui un bel caratterino sotto la sua dolcezza e la gentilezza, ma voglio credere che sono importante per lui e che quindi ci pensi due volte prima di ferirmi.
 
"Allora dici che dovrei provare ad avere questa relazione?"
 
"Non lo so tesoro, sei tu che devi decidere, penso solo che tu sia veramente innamorata di lui, ma potrei anche sbagliami, scopri se è così e poi devi vedere se anche lui prova gli stessi sentimenti per te, oltre al mi piaci. Certo pensa anche a come si sentirà male ad aver litigato con te se d'avvero ti vuole bene"
 
L'immagine di Emanuele sofferente o triste mi si crea immediatamente nella mente e istintivamente stringo forte la mano a pugno.
 
"Non lo sopporti vero? Solo una cosa posso fare per te ora, augurati buona fortuna, quindi, buona fortuna amica mia!"Esclama Annabella.
 
"Oscar, tu crede stia mentendo per portarmi a letto?" Chiedo diretta.
 
"Tutte quelle parole da play boy"aggiungo insicura.
 
"Non ne sono sicuro, devi vedere il suo sguardo quando te le dice, i suoi occhi, il suo tono, come si comporta con te, se dice menzogne, allora capirai, oppure se vuoi stare lo stesso con lui, puoi rischiare, è tutta questione di scelte, dipende da te"mi dice calmo.
 
"Ok, ho capito, grazie ragazzi, ora provo a dormire, ci sentiamo"
 
"contaci"Esclamano tutti e tre in coro.
 
Sorrido, mando un sonoro bacio a tutti e tre attraverso il telefono e attacco, poi mi sdraio nuovamente sul letto felice di aver parlato con i miei pazzi amici che mi hanno davvero tirato su il morale oltre a darmi altre cose su cui riflettere. Sdraiata sul letto fissando come sempre il soffitto, penso a tutto quello che mi hanno detto Oscar e Annabella, vedere se mi prende in giro e le altre cose, ma la domanda principale è, vale la pena di stare con lui anche se è quello che è? Sì che ne vale, penso, ma sono certa che mi troverei molte volte in pericolo, è un mondo diverso dal mio, più complicato, che non conosco, pieno di cose strane, verrò sicuramente ferita e non solo fisicamente, però starei con una persona che adoro, perchè non ne sono ancora certa al 100 per 100,ma credo proprio che Annabella abbia ragione, lo amo, nonostante sia assurdo perchè lo conosco da pochi giorni ed è un vampiro.
 
Improvvisamente bussano alla porta e stanca e ancora un po' indecisa su cosa fare, scivolo giù dal letto e vado ad aprire.
 
Sulla soia mi trovo una cameriera.
 
"Signorina, sono venuta a riprendere il vassoio"
 
"certo"dico, lasciandola entrare.
 
La cameriera prende il vassoio dal comodino e dopo un cenno con il capo si ritira, così ritorno immersa nel silenzio della mia camera, sospiro e mi distendo di nuovo sul letto. Chiudo gli occhi un istante e mi soffermo per percepire sotto di me il materasso. Il materasso del letto a casa di Emanuele è molto più morbido e la trapunta molto più soffice di questa ruvida, penso, quando improvvisamente sento bussare di nuovo, solo che questa volta il rumore è diverso.
 
Apro gli occhi e faccio forza con le mani sul letto per sollevarmi e guardo la porta. Sento di nuovo bussare, ma il suono non proviene da lì, ma dalla parte opposta della stanza. Mi volto verso la finestra e quando vedo un viso famigliare spalanco letteralmente la bocca. Emanuele? Salto giù dal letto, corro alla finestra e la apro.
 
"Ma come...? È il secondo piano"dico facendomi da parte, mentre lui entra in camera senza problemi, con una scioltezza davvero invidiabile.
 
"è facile per noi e fortunatamente non mi ha visto nessuno"mi risponde in tono calmo, sorridendomi.
 
"Avrei dovuto immaginare fosse una sciocchezza per te. Perchè sei qui?"
 
"Perchè mi mancavi"ammette senza problemi. Gli sorrido e lo guardo negli occhi, attenta, ma non noto alcuna traccia di menzogna, solo calore.
 
"Tu per niente"dico passandogli accanto, diretta al letto dove mi siedo, lasciandolo lì in piedi.
 
"D'avvero?"Dice non perdendo di vista ogni mio movimento.
 
"D'avvero, però il tuo letto molto, questo è piuttosto scomodo"dico battendo sul materasso.
 
"Capisco, vorresti ritornare a dormire di nuovo sul mio morbido materasso, vero?"
 
"Mh, mi stai tentando"dico facendo un mezzo sorriso, poi Emanuele mi porge il palmo candido della sua delicata e fredda mano.
 
La guardo per un minuto prima di posare lo sguardo sul suo bellissimo viso, dov'è dipinto uno dei suoi dolci sorrisi che fa perdere un colpo al mio cuore, alla fine poso la mano sulla sua.
 
"lo faccio solo per il tuo materasso"dico subito, quando lui mi stinge gentilmente la mano, poi con uno scatto mi tira a sé e all'improvviso mi trovo fra le sue braccia, stretta al suo petto.
 
"Sei una bugiarda"mi accusa dolcemente.
 
"Sono sicura che ora le cose si complicheranno per me".
 
"Sì, non te lo nascondo, potrebbe accadere, ma ci sono io qui con te, puoi fidarti di me"
 
Ecco le parole che volevo sentire, penso attanagliandogli la camicia bianca e nascondendo il viso sulla sua spalla, non c'è da pensare, già mi fido di lui, ecco perchè nonostante tutto non ho mai avuto paura di lui. All'improvviso Emanuele indebolisce la stretta e mi scosta gentilmente da sé, poi mi tira su il viso con due dita e mi guarda intensamente negli occhi.
 
"Puoi fidarti di me, non ti farei mai del male, perché ti amo"dice posandomi un delicato bacio sulla fronte.
 
"Ok, allora sono nelle tue mani"gli dico, anche se credo resterò leggermente sull'attenti, non si sa mai che piega potrà prendere d'ora in poi la mia vita.
  
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