Il Sole sul capo
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Princesse d'Angleterre, ma per loro è semplicemente Minette.
Gattina[1] – dagli occhi verdi. Luigi segue le sue dita disegnare l'acqua delle fontane dei giardini di Palace Royale[2]. Le bacia i lunghi ricci chiari, acconciati dal vento. Si avvicina alle sue labbra e odora i suoi sorrisi di fiori, gentili e profumati.
Mon ange[3] – bello e soave. Filippo la venera come la Vergine, ora che è donna, amica e compagna, tutta giochi e confidenze. Ridono e raccolgono insieme tesori segreti, mentre intrecciano corone che nessuno di loro porterà mai.
Non sarà regina di Francia[4], Henriette, ma è già sovrana di cuori[5] – esule anche in amore, con sogni a pezzi e segreti occhi lucidi.
Nessun diadema d'oro[6] per la piccola Madame[7], ma il brillare del Sole sul capo.
[2] Prima Palais-Royal, perché voluto dal cardinale Richelieu, poi morto nel 1642, fu residenza della corte reale francese. Divenne poi proprietà dei duchi di Orleans, per l'appunto a partire proprio dal fratello del Re; il complesso, dal 1649, fu inoltre residenza di Henriette e di sua madre, entrambe esuli.
[3] Più volte, nella serie, Filippo chiama così la moglie.
[4] La madre di Henriette aveva proposto un'unione con Luigi, ma la madre di questi, Anna d'Austria, le preferì Maria Teresa di Spagna. Nel 1659, anno in cui è ambientata questa fic, erano – presumo – ancora in corso i negoziati per il matrimonio, siglato l'anno a seguire.
[5] Al di là dell'unione con Filippo e della tresca col Re, Henriette fu molto desiderata – anche da pretendenti quali Carlo Emanuele II di Savoia o il Gran Principe di Toscana – e ebbe alcune relazioni al di fuori del matrimoni, in Versailles però non presenti, come quella col Conte di Guiche, ex amante del marito.
[6] Per estensione, ornamento prezioso per le signore, da mettere sul capo; più propiamente, e qui intenso come tale, antico contrassegno di alta dignità civile o religiosa, o della sovranità assoluta, usato anche come sinonimo di corona.
[7] Titolo che Henriette ricevette grazie al matrimonio. Ufficialmente, la mano le fu domandata dalla corte francese nel 1660, mentre lei era in Inghilterra. L'anno è lo stesso in cui Luigi si sposò con un'altra sua cugina, Maria Teresa. Qui, anche se rimane tutto sottinteso, ho immaginato vi sia stato lo zampino del giovane Re – magari incoraggiando le intenzioni del fratello – nella faccenda del fidanzamento, col chiaro scopo di poter godere dei favori della giovane cugina, oltre a quello di poter beneficiare dei vantaggi portati in casa dal sodalizio con la sorella di Carlo II d'Inghilterra.
Gattina[1] – dagli occhi verdi. Luigi segue le sue dita disegnare l'acqua delle fontane dei giardini di Palace Royale[2]. Le bacia i lunghi ricci chiari, acconciati dal vento. Si avvicina alle sue labbra e odora i suoi sorrisi di fiori, gentili e profumati.
Mon ange[3] – bello e soave. Filippo la venera come la Vergine, ora che è donna, amica e compagna, tutta giochi e confidenze. Ridono e raccolgono insieme tesori segreti, mentre intrecciano corone che nessuno di loro porterà mai.
Non sarà regina di Francia[4], Henriette, ma è già sovrana di cuori[5] – esule anche in amore, con sogni a pezzi e segreti occhi lucidi.
Nessun diadema d'oro[6] per la piccola Madame[7], ma il brillare del Sole sul capo.
Note:
[1] Traduzione letterare del suo nomignolo.
[2] Prima Palais-Royal, perché voluto dal cardinale Richelieu, poi morto nel 1642, fu residenza della corte reale francese. Divenne poi proprietà dei duchi di Orleans, per l'appunto a partire proprio dal fratello del Re; il complesso, dal 1649, fu inoltre residenza di Henriette e di sua madre, entrambe esuli.
[3] Più volte, nella serie, Filippo chiama così la moglie.
[4] La madre di Henriette aveva proposto un'unione con Luigi, ma la madre di questi, Anna d'Austria, le preferì Maria Teresa di Spagna. Nel 1659, anno in cui è ambientata questa fic, erano – presumo – ancora in corso i negoziati per il matrimonio, siglato l'anno a seguire.
[5] Al di là dell'unione con Filippo e della tresca col Re, Henriette fu molto desiderata – anche da pretendenti quali Carlo Emanuele II di Savoia o il Gran Principe di Toscana – e ebbe alcune relazioni al di fuori del matrimoni, in Versailles però non presenti, come quella col Conte di Guiche, ex amante del marito.
[6] Per estensione, ornamento prezioso per le signore, da mettere sul capo; più propiamente, e qui intenso come tale, antico contrassegno di alta dignità civile o religiosa, o della sovranità assoluta, usato anche come sinonimo di corona.
[7] Titolo che Henriette ricevette grazie al matrimonio. Ufficialmente, la mano le fu domandata dalla corte francese nel 1660, mentre lei era in Inghilterra. L'anno è lo stesso in cui Luigi si sposò con un'altra sua cugina, Maria Teresa. Qui, anche se rimane tutto sottinteso, ho immaginato vi sia stato lo zampino del giovane Re – magari incoraggiando le intenzioni del fratello – nella faccenda del fidanzamento, col chiaro scopo di poter godere dei favori della giovane cugina, oltre a quello di poter beneficiare dei vantaggi portati in casa dal sodalizio con la sorella di Carlo II d'Inghilterra.