Ci sono tante cose che non capisco di te, Lucas. Ad esempio, perché hai quel sorriso da angelo stampato costantemente in viso? 
Sappiamo entrambi che il Paradiso non è adatto a me, ma vederlo nei tuoi occhi è una sensazione quasi piacevole.
La prima volta che la sentii fu in quella metropolitana; fu un istante, ma qualcosa in me respirò. Forse avevo urlato e pianto così tanto da necessitare una pausa, ma solo per un istante. 
Lo so che ti delusi la volta in cui ci rivedemmo. Forse ti aspettavi che fossi qualcuno migliore, vero? Avrai visto in me un mostro. Vidi quella luce che brillava nei tuoi occhi spegnersi mentre mi osservavi. 

Potrebbe sembrarti crudele, ma in un primo momento odiai mia madre prepotentemente per i motivi sbagliati. Le diedi la colpa dell'addio di mio padre; le urlai che da quel momento in poi non sarebbe più stata mia madre. 
Senza più genitori, come poteva vivere una piccola bambina? 

Riley fu il mio raggio di luce, la mia salvezza. La sua allegria mi diede la speranza di una vita migliore, di un mondo che possono solo immaginare i bambini di quell'età.
Eppure io, a differenza sua, avevo conosciuto il mondo vero e sapevo quanto fosse sgradevole, ma non volevo che il suo sorriso sparisse. “Un giorno lo scoprirà da sola” pensai. Riley continua tutt'ora a vivere nella sua fiaba, ma lei è semplicemente fatta così.

Presto vidi quanto la sua famiglia fosse perfetta e la invidiai molto. Lei aveva tutto: una famiglia straordinaria, una casa spaziosa, tutto l'affetto del mondo. Quando seppi che Riley invidiava me fu una vera sorpresa. Come si poteva invidiare me? Una casa in un quartiere poco affidabile, nessun tipo di famiglia, una madre convinta di poter fare l'attrice. 

In genere alle bambine si leggono le fiabe, giusto? Invece lei mi leggeva i suoi ridicoli copioni, dove mai riuscì ad ottenere la parte. 
Vidi mia madre ogni giorno più depressa, eppure continuava a tentare. 

Poi ottenne l'impiego in uno stupido bar e la odiai ancora di più. Tutti i genitori dei miei amici facevamo lavori fantastici, mentre lei era lì a pulire piatti e servire panini. 
A volte la sorprendevo a fissarmi senza una ragione precisa; probabilmente aveva capito che il nostro rapporto era peggio di prima. Nessuna parola, nessuna carezza, niente di niente. Provava diverse volte a parlarmi, ma io mi rifiutavo.  

Poi scoprii che mia madre mi aveva solo protetto per tutto quel tempo; era stato lui a lasciare lei e me. E quell'odio che già nutrivo si moltiplicò, trasformandosi in qualcosa di molto più grande, inspiegabile. 
Lo desiderai in un cimitero lontano, abbandonato, per una morte decisamente lenta e sofferente. Giurai a me stessa che un giorno avrei sputato nella sua lurida faccia. 

Tu, Lucas, a volte mi ricordi lui. Perché so che non proverai mai per me quello che, invece, io provo per te. So che mi rifiuterai sempre, perché ami Riley. E te lo giuro, ti capisco. Ma tutto ciò mi ricorda il suo sporco rifiuto e mi sento così male. Nessuno mi vorrà, nessuno. 
Ti amo così dannatamente tanto che a volte l'egoismo mi prende alla sprovvista. Però tu meriti qualcuno come Riley, qualcuno che ti tratterà come meriti, non un lurido rifiuto della società come me.  

Solo ora capisco quanto sia stata sciocca a incolpare mia madre per una colpa solo mia. È l'effetto che faccio alla gente che le fa andare via, ormai lo so.

Ti prego di promettermi solo una cosa: che mi guarderai sempre con lo sguardo da angelo, quello che mi dà sicurezza e mai più con quello sconcertato della mia presenza.

Sempre tua,
Maya.