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Autore: Misuzu    03/01/2016    1 recensioni
E se nel pianeta Wonder ci fosse un altro regno? E se questo regno ad un certo punto sparisse, lasciando solo la propria erede come ultima testimonianza? E' così che inizia la storia della principessa conosciuta da tutti come Fine, ma che si rivelerà ben presto essere qualcun altro.
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Fine, Shade, Un po' tutti
Note: Cross-over, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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In un lontano pianeta c’erano, molto tempo fa, otto grandi regni, ognuno con delle sue caratteristiche. C’era il regno del sole, sospeso in aria e che irradiava di luce tutti gli altri regni (o quasi); il regno dei gioielli, che dava prosperità e ricchezza, il regno del fuoco che donava calore, il regno dell’acqua che creava le nuvole, il regno del vento che le spostava, il regno della terra che donava le piante, e il regno della luna, che garantiva sogni tranquilli per tutti. Infine, c’era un ultimo regno, indipendente dagli altri e di gran lunga il più speciale: non si accedeva viaggiando, ma desiderandolo. Narnia, ecco il nome del regno, che aveva dato vita a molte creature che non si trovavano negli altri regni: alcune di esse, stufe di stare sempre e solo nel loro regno, erano migrate in quelli del pianeta Wonderland e si erano adattate perfettamente.
I sovrani di Narnia erano persone molto umili ed eleganti, in costante contatto con tutti gli altri sovrani, con i quali avevano un ottimo rapporto. Un giorno, però, qualcosa minacciò Narnia. Non era un mostro o qualcosa che avesse un corpo e che si potesse, quindi, contrastare. Era qualcosa che lo stava facendo sparire, mano a mano, senza che chi vi abitava se ne accorgesse: ora si vedevano due ippogrifi che volavano felici, poi scomparivano senza lasciare traccia. Molti furono quelli che cercarono di fuggire, quando capivano che erano i prossimi a scomparire, ma pochi ci riuscirono. I due sovrani cercarono di mantenere la situazione calma e decisero che avrebbero fatto di tutto per salvare il regno. Tuttavia, consapevoli che avrebbero potuto fare ben poco, affidarono la loro figlia di circa un mese, che avevano chiamato Ayame, a coloro dei quali si fidavano di più: il re e la regina del regno solare che, analogamente, avevano avuto una bambina, che avevano chiamato Rein. I due, però, sapendo che sarebbe potuta essere in pericolo, decisero di far credere a tutti che Ayame fosse la loro bambina, gemella di Rein, e che di battezzare Fine, affinché potessero proteggerla in un modo più adeguato. La fortuna volle che, proprio in quel periodo, erano molti i sovrani che avevano partorito e, dato l’apparente stato di pace nel quale il regno si trovava, non fu necessario farsi visita frequentemente. In pratica: tutti sapevano quali sovrani avessero partorito, ma nessuno sapeva il sesso del nascituro o se fossero stati più di uno.
Passarono gli anni: Fine crebbe bella e sana: aveva lunghi capelli rossi, simili a quelli della sua vera madre, e occhi rossi come quelli di suo padre; tutte caratteristiche che avevano anche i suoi genitori adottivi. Fine adorava sua sorella Rein, e avevano molte cose in comune. Eppure non capiva: era amata da tutti quelli presenti nel castello, ma non sentiva proprio quell’amore. Aveva iniziato a sentirsi così sin da bambina, ma ora quel dubbio era divenuta quasi una certezza. Lo sapeva, che per quanto cercassero di nasconderlo, i suoi genitori trattavano lei e Rein in maniera diversa. Ma non ne capiva il motivo; persino Camelot, la governante, le sembrava più severa con lei che con la sorella.
Poi, un normale giorno divenne uno fra i più speciali della sua vita.
A dirla tutta, quello era già un giorno speciale in quanto, per la prima volta da sempre, tutti i principi e le principesse dei vari regni si sarebbero potuti incontrare. E proprio nel regno solare. Il che aveva portato ad un agitazione generale da parte dei sudditi di quel regno; ed erano iniziati i preparativi.
-Fine, Rein, svegliatevi!- disse la stanca voce della governante, vedendo le due principesse dormire nei propri letti. O almeno, così credeva.
-Camelot, non dovresti essere così agitata- disse Fine uscendo già pronta dal bagno. Rein dormiva beatamente, mentre si immaginava accanto a dei bellissimi principi e con dei bei vestiti; a Fine, questo non interessava. Era stufa di vivere all’ombra di Rein: quante volte le avevano detto che doveva comportarsi in modi più femminili come faceva Rein? Quante volte le avevano detto di non pensare ai dolci ed essere più come Rein? Però nessuno era in grado di vedere in lei dei pregi, solo difetti. Lei doveva solo essere la copia di sua sorella gemella. E aveva deciso: per fuggire da tanta oppressione sarebbe scappata da quel castello appena ne avesse avuta l’occasione, e appena fosse stata abbastanza matura da potersela cavare nel mondo esterno. Ma come faceva se non aveva mai visitato un villaggio all’esterno del suo piccolo regno? Era un dettaglio al quale avrebbe dovuto riparare.
Dopo che Rein si fu svegliata e vestita, andarono nel giardino del castello dove attesero pazientemente che le altre principesse e principi arrivassero; ma qui, si trovarono stranamente catapultate all’interno del sole: era luminoso, ma non era caldo. Solo luce. Una bellissima donna, dai lunghi capelli, disse loro che, ben presto, il sole si sarebbe spento, facendo morire così l’intero pianeta. Dava, così, alle due gemelle il compito di salvare l’intero pianeta, affidando loro dei poteri.
Tornati nel loro giardino, le principesse si ritrovarono con Pomo, un piccolo animaletto bianco che spiegò loro, più dettagliatamente, la situazione. Poco dopo incontrarono una principessa, Lione del regno del Fuoco, scoraggiata per via delle sue scarse abilità nella danza (dato che sarebbe stata una gara di danza). Le due la incoraggiarono, e la condussero nella sala da ballo, poi andarono a cambiarsi. Quando entrarono nella sala rimasero sorprese: nonostante ci fossero passate tante e tante volte, non l’avevano mai vista tanto decorata e con tanta gente. Lione stava ballando, in quel momento, sotto i riflettori con un bel principe. Poi la luce si spense e le gemelle, con il loro potere, fecero in modo di riaccenderla.
Alla fine, il principe ballò con Rein e Fine. Nonostante il principe avesse chiesto prima a Rein di danzare, aveva iniziato a guardare Fine come incantato. E, per la ragazza, fu una strana sensazione; era la prima volta che qualcuno la guardava senza doverla paragonare a Rein. Nonostante la gara fu vinta proprio da Lione, Bright (il nome del principe) chiese nuovamente a Fine di ballare.
-Grazie per avermi  concesso quest’onore- disse il ragazzo, mentre danzava
-Grazie a lei. Piuttosto, potrebbe evitare di darmi del lei? È un po’ strano... mi potrebbe chiamare semplicemente Fine e darmi del tu?- chiese la ragazza
-Ma certo, Fine. Ma anche tu devi chiamarmi solo Bright- rispose il ragazzo -Un nome davvero adatto a te- disse la ragazza
-Grazie, principessa. Io appartengo al regno dei gioielli, tu?- chiese cordialmente lui - Regno solare, insieme a mia sorella Rein.
-Anche io sono qui con mia sorella, Altezza. Il vostro palazzo è magnifico- disse il principe -Vorrei dire lo stesso del vostro, ma non ci sono mai stata... mi dispiace- disse
-Allora rimedierò il più presto possibile, invitando te e tua sorella.- disse il principe.
La giornata finì presto, troppo presto per la ragazza.
Arrivata la sera, Rein parlò per tutto il tempo della fantastica festa, dei gioielli che c’erano, e disse
-Sai... credo proprio di essermi innamorata del principe Bright. E’ così bello, affascinante, forte... non vedo l’ora di rivederlo- disse. Per Fine fu un tonfo al cuore; Rein aveva sempre avuto quello che voleva e Fine temeva che, in quel modo, avrebbe perso l’unico vero amico che era riuscita a farsi.




Angolo dell'autrice: Buon pomeriggio a tutti! Innanzi tutto, questa storia mi frulla in testa da quando ho visto la serie di Twin Princess la prima volta che la mandarono in onda su italia 1. Da allora sono passati si e no 7 anni credo. Come storia, iniziai a scriverla da allora, ma fra una cosa e l'altra l'ho continuata a singhiozzo. Credo che questa volta, però, potrei andare avanti. Come mio vizio mi faccio prendere dall'ispirazione e dato che ho già messo i paletti fondamentali e scritto anche capitoli che si troveranno molto dopo, credo di avere buone possibilità di continuarla e portarla a termine (anche se non con tempi brevi dato i vari impegni accademici che mi ritrovo).
Allora: per quanto riguarda la storia, devo dire che mi è piaciuto davvero tanto il film di "Le cronache di Narnia: il leone, la strega e l'armadio". Tuttavia, mi è piaciuto di meno il fatto che poi questo diventasse irraggiungibile per tutti, specialmente per i principi e le principesse (è una scena che ho scoperto a 10 anni di distanza X'D tuttavia mi ha comunque poco convinta).
Molti si chiederanno: Che hai messo a fare questo titolo se Narnia non c'è più? Ecco, diciamo che la storia si baserà tantissimo su cose che riguardano Narnia che, quindi, anche se non è letteralmente presente, ha la sua grande influenza.
Per quanto riguarda le coppie... quello è un tasto dolente. Dato che è ancora in fase di scrittura tutto potrebbe cambiare, ma credo di aver delineato la mia coppia preferita. Il che è strano per una come me che inizialmente apprezzava molto di più Bright rispetto a Shade... poi mi sono resa conto dell'errore.
Per quanto riguarda Fine, credo di averla fatta più matura rispetto all'originale, ma è anche qualcosa che deriva dalla situazione (per questo c'è l'avvertimento OOC). Spero di aver mantenuto fedeli i comportamenti degli altri personaggi (specialmente di Shade e Bright. Mi sono fermata alla prima serie dell'anime, quindi molte cose non sono ben delineate).
Vi avviso che questo è il capitolo più breve che ho scritto fin'ora. Onestamente, il modo di scrivere non piace nemmeno a me, ma dato che è più un prologo, lo lascio passare. Inoltre, per ora, solo questo capitolo e il prossimo si rifanno a parti dell'anime. Spero che i prossimi capitoli siano di vostro gradimento e di tenere un ritmo più o meno costante nella pubblicazione.
Grazie a chiunque sia arrivato a leggere fin qui!
A presto!

 
  
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