Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: July_love12    04/01/2016    1 recensioni
Sempre precisa e preparata per ogni cosa; Rebecca affronta la sua adolescenza senza troppe paranoie. Gestisce la sua vita tra la scuola, amici e danza ed sembrando agli occhi della sorella maggiore un alieno; quando alla sua età era immersa dall'agitazione e da problemi da risolve. Alla disperata ricerca della tranquillità in un mondo di persone frettolose e stressate dalla loro quotidianità.
Mentre cerca viene coinvolta in diverse feste e durante l'ennesima, passata in un angolo del Pub ad annoiarsi, conoscere meglio un componente del suo gruppo di amici.
*ogni riferimento a cose, fatti e/o persone è puramente casuale.
Genere: Commedia, Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

~~Le foglie danzavano comandate dal vento e seguite da alcuni petali, che cadevano sull'erba verde e piegata dalle suole di persone che camminavano avanti e indentro. Il bambino si era fermato, in mezzo al parco, per riprendere fiato dopo aver ricorso la sua piccola amica. La bambina aveva due lunghe treccine che scendevano fino a raggiungere le spalle minute. I suoi cinque anni gli avevano donato un piccolo corpo agile, slanciato e un sorrisetto furbo sempre presente. Aveva gli occhi neri e ridenti puntanti su Francesco, leggermente chinato in avanti e con le mani sulle ginocchia mentre cercava di riprendessi dalla lunga corsa.

«Sei stanco?» Chiese Rebecca avvicinandosi al suo amico per poi vederlo correre lontano dopo averle toccato la spalla e dirle frettolosamente un presa.

«Non vale.» Brontolo per poi inseguirlo tra gli alberi piantati qua e là. Poco distante da loro, seduta su una panchina, la madre della più giovane il guardava e distoglieva lo sguardo solo per prendere un appunto sull'agenda posizionato sulle sue gambe. Sorrise nel vedere i due bambini giocare tra di loro. Frequentando lo stesso asilo avevano avuto opportunità di conoscesi ma la differenza di età molto presto il avrebbe allontanati. Il più grande si nascose dietro a un vecchio albero; guardando alle sue spalle vide la sua compagna di giochi; incrociare le mani e pestare il piccolo piedino per terra mentre dei lamenti sussurrati uscivano dalle sue soliti labbra. Sorrise a vederla in quello stato, quando ai suoi occhi era così carina e indefessa. Rebecca scrutava i tronchi in cerca di folti, arruffati capelli castani e di grandi occhi dello stesso colore ma con delle pagliuzze nere. Non si sarebbe arresa tanto facilmente anche se la sfida poteva risultare molto ardua. Dopo aver guardato male la maggior parte dei alberi noto qualcosa muoversi dietro il tronco imponente di una quercia. Si avvicino con cautela ma fu interrotta da una mano curata appoggiata sulla sua spalla.

«Sai dove Francesco?» chiese la signora che poco prima la aveva vista ricorrere quella peste di suo nipote. La bambina fu attratta dalla sua chioma raccolta in un chimono castano che con il passare del tempo avrebbe cambiato il proprio colore. Alzo il suo piccolo indice ossuto verso l'albero che fu raggiunto dalla donna. «Signorino, noi dovremmo andare a casa.» poco dopo il nipotino usci dal suo nascondiglio e prese la mano che sua nonna gli aveva teso mentre altra manina era occupata a sventolare per salutare la sua amica. «Ciao Rebecca!».

Non ebbero più opportunità di incontrasi dopo quel lunedì mattina di piena estate. Lui andò alle elementari mentre lei continuo un altro anno in mezzo ai giocattoli e capricci di bambini. Quel pomeriggio insieme fu da entrambi messo in un cassetto nella parte più remota della propria mente. Crescevano tra sorelle troppo appiccicose e amici sempre presenti.

Dopo undici anni dal loro ultimo incontro, Rebecca era allegramente distesa prona sul proprio letto e i piedi che penzolavano. Era da poco tornata a casa e si poteva notare dal borsone che stava spiaggiato sul pavimento. Alzo leggermente la testa facendo muovere la lunga treccia castana. Quel giorno Madame Barbier aveva mostrato il lato più bello di se dando filo da torcere a tutte le ragazze. Gestire un scuola di danza classica e moderna femminile le regalava tante gioie e tanti dolori. Adorava scaricare la rabbia e lo stress sulle sue aspiranti ballerine. Bassissima, con i pochi capelli bianchi raccolti sempre in un acconciatura strana e gli occhi ambrati pronti a fulminare chiunque. Si portava sempre dietro un bastone di legno con impugnatura in oro dalle sembianze di un aquila e veniva roteanto in aria seguito da un marcato accetto francese. Rebecca appoggio il viso sui palmi delle mani coprendosi gli occhi e scosse la testa. La scuola sarebbe cominciata da il a poco e lei non era pronta. Lo stress dovuto alla danza e sua sorella che urlava il codice stradale già sicura di stringere la patente tra le mani non la rassicuravano. Con la poca voglia che aveva in corpo si alzo e prese il contenuto del borsone. Aveva bisogno di una doccia calda così prese anche dei vestiti puliti e si diresse in bagno passando di fianco a Sara con un piccolo libriccino in mano e una matita tra le labbra che chiedeva pietà. «Chi ha scritto sto libro non capisce niente. Cosa mi serve sapere la differenza tra i diversi mezzi di trasporto?» Sbuffava esasperata. Non era mai stata brava nei compiti dove bisognava sapere la teoria a differenza della sorella minore che invece non era portata per la pratica. Raggiunse la sua menta e prima di sbattere la porta si rivolse a sua sorella. «Almeno sai che veicolo ti prenderai di petto.». Mentre Rebecca sentiva il sbuffare, attraverso la porta bianca, della possibile futura patentata qualcun altro sentiva il brontolare di una finta bionda.

«Ti vuoi dare una mossa? Devo ancora capire perché ti ho chiesto di accompagnarmi. Sei peggio di una donna ad un appuntamento!» Con le mani in piccoli pugni paralleli al corpo magno la ragazza, che non ecceleva per la sua altezza e si ostinava di tingesi in capelli di biondo, aveva occhi azzurri coperti dalle palpebre chiuse e urlava a pieni polmoni al fratello gemello. Lui, con gli occhi rivolti al soffitto, era intento a mettersi una maglietta presa a caso dall'armadio. Erano in ritardo però ormai era un abitudine del moro preparasi al ultimo minuto e di certo non sarebbero state le urla di sua sorella gemella a fargli cambiare abitudine. Entrambi erano troppo diversi però si sa che gli opposti si attraggono e non solo in amore. «Possiamo andare?» Angela era tornata a usate il suo solito tono squillante di voce seguito dalle sue braccia incrociate al petto. Dovevano presentarci a casa di Michelle alle sette e mezza invece era il a guardare Francesco che si guardava allo specchio per controllare di non avere strane anomalie indosso. «Non hai niente di strano a parte il tuo solito Black Style.»

«Invece vedo che tu sfoggi il tuo amato White Style e quindi è finita la settimana d'inferno.» Un piccolo sorriso si formo sul il suo viso per poi trasformarsi in una risata quando venne colpito da un cuscino tolto dalla sua comoda postazione sul divano insieme ai suoi compagni di squadra. «vorrei vedere te al nostro posto.» Parlo la lanciatrice puntando il dito al suo bersaglio. «Vogliamo andare?» Disse lui aprendo la porta per chiuderla alle sue spalle quando entrambi furono fuori dall'appartamento.

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: July_love12