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Autore: SaraSkye6716    04/01/2016    1 recensioni
- Allora è così che è il primo bacio.
- Sembra di sì. - il suo sorriso mi colpì come non aveva ancora fatto.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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~Candele profumate~
 
La festa stava per finire, era quasi mezzanotte e i miei  non sarebbero tornati dal matrimonio prima di un paio d'ore. Stavano andando via tutti, non eravamo molti, era una festicciola per pochi amici, ma ci eravamo divertiti comunque. Erano andati via tutti tranne lui.
- Ti dispiace se rimango ancora un po'? Non avevano posto in macchina e devo aspettare mio fratello. Anche lui è ad una festa, ma è fuori paese.
- Certo! Nessun problema.- gli sorrisi.
- Grazie mille, mi dispiace un sacco.
- Davvero non ci pensare. Seguimi un attimo. Ho bisogno di togliermi queste scarpe, è tutta la sera che sto in piedi. - lui rise con me e mi seguì in camera dei miei.
- Ah, finalmente! Non sai che fatica. Voi ragazzi non sapete cosa significhi rinunciare alla comodità per un paio di scarpe col tacco.
- Ma sappiamo cosa significa assistere ad un tale spettacolo.- guardò prima le scarpe, poi me. E continuò a farlo finché non riuscii a tirar fuori un sorriso timido. Girai la testa per timore di arrossire e sistemai le scarpe ai piedi del letto. Alzandomi feci una smorfia di dolore, la schiena aveva risentito delle scarpe e questo non gli sfuggì.
- Mal di schiena, eh?
-Già... Un minuto prima ti senti super alla moda e un momento dopo una vecchia acciaccata.
- Stenditi. - mi disse a un tratto con un leggero sorriso sulle labbra e gli occhi fissi sui miei.
- Come?
- Stenditi! - confermò - ti va un massaggio? Sono bravo, fidati.
- Fai sul serio? Stai dicendo ad una ragazza di sdraiarsi su un letto, togliersi la maglietta, a casa sua mentre siete soli?
-Beh si, ma se ti dà fastidio non fa niente. - abbassò la testa e le sue guance si colorarono di rosso. Non erano cattive intenzioni le sue. Qualcosa in lui mi faceva sentire a mio agio. Così decisi di buttarmi.
- Perché no, allora? - alzò la testa di scatto, gli sorrisi e i suoi occhi si illuminarono come avesse perso le speranze fino a un attimo prima.
Mi disse cosa gli sarebbe servito e una volta procuratoglielo mi fece una richiesta strana.
- Per caso hai delle candele profumate?
Gli mostrai anche quelle e lui le accese e le distribuì in tutta la stanza. L'atmosfera era magnifica.
- Wow... È bellissimo. - sussurrai. Lo guardai affascinata. Non avrei mai pensato di trovare qualcuno capace di creare qualcosa di simile.
- Accomodati pure- con un gesto della mano mi indicò il letto.
Un po' titubante e in imbarazzo iniziai a sdraiarmi e a togliermi la maglia. 
- Non aspettarti chissà cosa, non sono un granché, ho le mie curve di troppo... - dissi con lo sguardo basso, le guance accese.
Lui mi guardò dolcemente, sorridendo appena.
- Sei bella così come sei
Sembrava sicuro delle sue parole. Io intanto non riuscivo a guardarlo, ero troppo imbarazzata.
- Non direi proprio- mormorai piuttosto silenziosamente, sperando che non mi sentisse e affrettandomi a prender posto a pancia in giù.
- E invece si- sussurrò lui con le stesse intenzioni, ma era chiaro che i nostri sforzi non fossero serviti a nulla. Attendevo tesa il tocco delle sue mani sulla mia pelle , chiedendomi intanto cosa lo spingesse a pensare e affermare con così tanta sicurezza quelle cose su di me.
Le sue mani si posarono leggere, appena tremolanti sulle mie spalle, sussultai impercettibilmente. Erano calde e ammorbidite dalla crema, accarezzavano la mia pelle come fosse la cosa più naturale del mondo. Si muovevano sicure, a tratti più incerte, prima in piccoli cerchi, poi più grandi, poi su e giù sciolte in movimenti strani, ma fin troppo rilassanti. Senza accorgermene chiusi gli occhi e li riaprii di scatto solo quando sentii le sue mani sollevarsi dal mio corpo, quasi come si fossero separate dalla propria casa, dopo quello che era sembrato un tempo piacevolmente interminabile. Ruotai appena la testa per guardarlo.
- Dove hai imparato?
- È una dote innata, credo. Com'era?
- Rilassante. Davvero tanto, tanto rilassante. E, oserei dire... Romantico. Le candele sono così suggestive. Sei sorprendente.
- Girati verso di me.
Mi girai a fatica facendo il minimo movimento, lui era ancora su di me, a cavalcioni.
- È davvero strano ritrovarsi con un ragazzo vagamente carino a cavalcioni su di se - dissi sorridendo. Lui mi sorrise dolcemente.
La verità è che a guardarlo così, in quel momento così delicato, era più che "vagamente carino". Era bellissimo. Capelli appena ricci, morbidi, castani; occhi color nocciola, intensi, profondi, caldi.
Le sue labbra, carnose, ma non troppo; i lineamenti dolci, così come il suo sguardo. Ad un tratto mi sembrò perfetto. Ed era lì. Con me. Per me, avrei osato dire. Ma ancora mi chiedevo il perché.
- Ed è un male così grande? -sorrise appena, incrociò il suo sguardo con il mio e socchiuse gli occhi tenendolo attraverso le ciglia lunghe.
-No... Non è poi così grande.- sorrisi debolmente senza sapere cosa aspettarmi da quella conversazione. E un attimo dopo fu chiaro. Lui si mosse verso di me, lentamente. In quei secondi interminabili provai un turbine di emozioni, ero terrorizzata, avevo paura, ma volevo provare, il mio stomaco si stava contorcendo per l'emozione, ero in attesa, impaziente. E poi arrivò così inaspettatamente, il momento tanto atteso.
Poggiò le sue labbra sulle mie, calde, morbide, delicate, chiuse gli occhi e io feci lo stesso. Assaporai quel momento, ne presi  ogni attimo e lo feci parte di me, sentivo il cuore pulsare e il sangue scorrere nelle vene, sentivo l'adrenalina, l'eccitazione  e le sentii, proprio nella pancia, le famose farfalle.
Si allontanò lentamente, il suo volto ancora vicino al mio. Quegli occhi grandi, mi ci stavo perdendo dentro, piano piano. E continuando a perdermi in tutto ciò che era lui, riuscii solo a sussurrare:
- Allora è così che è il primo bacio.
- Sembra di sì. - il suo sorriso mi colpì come non aveva ancora fatto.
Mi rabbuiai appena, ritrovando un pensiero assillante nella mia testa.
- Ma perché proprio io. Ce ne sono tante là fuori. Più alte, più magre, più belle di me. Perché io?
- Potrei farti la stessa domanda.
Allungai la mano per toccargli la guancia, come per vedere se fosse reale o solo un sogno. Lui lasciò un piccolo, veloce bacio sul palmo della mia mano.
Dolcemente mi spostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio e quasi rammaricato disse debolmente:
- Devo andare. Si è fatto tardi.
Annuii. E mentre si alzava per prendere le sue cose, io rimasi un attimo ferma, chiusi gli occhi per tenere sospeso attorno a me il ricordo di quel bacio, quindi lo spinsi giù, in fondo al cuore, alla mente, per tenerlo al sicuro, fisso per sempre dentro di me, poi mi rivestii e lo raggiunsi. Andammo insieme verso la porta di casa. Un ultimo bacio veloce prima di separarci, uno sguardo di intesa e l'eco svolazzante delle farfalle nella mia pancia.



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SaraSkye

 
   
 
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