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Autore: Pan_z    18/08/2003    5 recensioni
Rei Ayanami. I suoi pensieri di donna, di clone. La sua voglia di scoprire il mondo.. l' infedeltà nella sua vita.. una strana giornata per morire. Leggete e Recensite!Grazie!^_^
Genere: Dark, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Rei Ayanami, Shinji Ikari
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Prima di cominciare, una piccola premessa: NON ho mai visto o letto l’ anime\manga Neon Genesis Evangelion. Non so quasi nulla dello svolgimento delle vicende, conosco la trama, qualcosa, a grandi linee. Forse vi chiederete perché allora voglio scrivere una fic su NGE. Presto detto: da quelle poche informazioni che ho recuperato su Internet, ho già intuito la maestisità di questo anime\manga, e il mio cuore giò gli ‘appartiene’. Insomma è stato un colpo di fulmine! Ho anche letto altre fic, tra cui ‘Momento Mori’ e ‘Pioggia’ e mi sono innamorata della figura introversa e solitaria di Rei Ayanami e dell’ altrettanto introverso Shinji Ikari. Meno simpatica, devo ammettere, mi è la figura di Soryu Asuka Langley… chissà perché…-.-

Quindi dopo di ciò, questa fic è la narrazione di una giornata di Rei, sposata con Shinji e.. bè se vi dico tutto adesso poi la fic che la leggete a fare? ^__-

Ah, metto già in conto, che avrete capito che questa storia non segue in alcun modo il ‘filo logico’ della trama. Vero?

Ed ora vi lascio alla lettura!

Enjoy!

 

 

Neon Genesis Evangelion © Yoshiyuki Sadamoto

 

 

Unfaithful

(Infedele)

 

 

 

Aprì gli occhi quella mattina, e già seppi che c’ era qualcosa di.. diverso nell’ aria. Sesto senso? Subconscio? Chiamatelo come volete. A me non importa. Per me è tutto uguale. Le giornate si ripetono monotone nella mia memoria di clone, ogni dettaglio impresso dentro di me, ogni singolo gesto ripetuto all’ infinito.. lo scrosciare della pioggia.. Ricordo voci, eventi, situazioni, anche emozioni, raramente, perché non sono umana. Eppure, talvolta, non riesco più ad esistere, ed il mio nome viene cancellato da quella macchina fascinosa e complessa che gli ‘altri’ chiamano cervello. L’ ho letto in un libro di anatomia. So di saperlo, ma io non ci sono e riesco ad esistere come corpo, senza nome, senza età.. Ma so di averlo sempre saputo.. Forse l’ altra me stessa avrebbe potuto ricordarlo. Ed invece io non ricordo. Solo il nulla assoluto. Questo è ciò che gli umani dicono ‘invariato’. Io conosco la parola ‘monotono’, perché non sono come loro. Vivo su questo pianeta, assieme a donne, a uomini, a bambini, ed il mio corpo pare simile a quello di una donna. Mi aggiro per le vie di Neo-Tokio 3 –è così che si chiama questa città, vero?- a volte scontrandomi con uno di quegli esseri umani e percepisco la diversità che c’è tra da noi. L’ indifferenza. La solitudine. La paura. Io non ho paura di essere me stessa, non più ormai perché ho accettato la mia realtà, ed anche se questa mia verità può non essere giusta, io ne ho fatto una ragione di vita.. anche se, quella stramba mattina, io morii. E non seppi se un’ altro clone prese il mio posto. Non so neanche se sono io, la stessa che visse quella giornata, che vi sto raccontando questa mia storia. O forse è solo un ricordo di un’ altra donna, di un altro clone. Uguale. E voi potrete anche dire che la mia verità è sbagliata, che io non sono quella che dico di essere, una bugiarda, senza memoria. Potrete dirlo. Per me è ‘invariato’.

 

 

 

Aprì faticosamente gli occhi. Mi aspettai che i raggi caldi del sole estivo mi carezzassero il volto ancora intorpidito. Ed invece sentii il picchiettare delle gocce sul vetro. Le lacrime del cielo. Credo che gli umani le chiamino ‘pioggia’. Semplicemente pioggia. Ho sempre detestato quel rozzo appellativo. Ho sempre continuato a chiamarle ‘lacrime del cielo’. Piccoli cristalli che s’ infrangono sulle rudi strade. Quel giorno il cielo piangeva lacrime calde e dolci, era triste. Acqua piovana, temporale estivo. A me non importa ciò che dicono, io non sono come loro. Credo di non esserlo mai stata. Sicuramente.

 

Le lacrime cadevano copiose sulla città dei grattacieli, forando senza volontà le nuvole grigie in cielo. Anche loro erano tristi, ma gli esseri umani non potevano comprenderlo, troppo diversi dal mondo che ruota attorno a loro. Troppo distanti, troppo fermi per il ritmo della natura. Io invece capivo la loro tristezza. Capivo il rimorso, il dolore e l’ odio e mi muovevo con i prati bagnati, con gli steli di rosa al vento. Io ero viva. Loro non erano nulla. Non morti, non vivi. Non erano nulla. Solo aria. Anche il vento soffiava impetuoso, quella mattina, facendo sbattere le ante della finestra semi aperta. Sobbalzai, avvolta nel lenzuolo leggero che metto ogni qual volta che i raggi del sole si fanno più intensi e quando i boccioli di ciliegio compaiono sui rami degli alberi del vialetto. Shinji mi ha detto che si chiama estate. Mi piace il suono di questa parola. Estate. Come freschezza, purezza, forse anche amore. Non conosco bene il significato dell’ amore. È difficile parlarne, è un argomento complesso, ed io non ne parlerò. Dico di amare Shinji. Gliel’ ho detto quando avevo quattordici anni, penso. Il tempo non esiste.

 

Ti amo, Shinji.

 

Lui mi amò. Io continuai semplicemente a fare l’ amore con lui tutte le sere, quando avevamo voglia.  ‘Procreazione’.  Dare al mondo figli. Io non posso avere figli, ma Shinji mi ha sposata pur sapendolo. Mi dise che avremmo potuto adottarne uno. Non voglio figli: non sarò mai una buona madre. Non mi è mai stato detto cos’ è l’ affetto materno, ma penso che sia qualcosa di bello. Tutto ciò che è bello e gaio mi sorpassa. L’ odio e le tenebre accrescono in me, ma io non voglio provare odio. Non voglio provare e basta.

 

Shinji mi diceva che ero troppo filosofa: riflettevo per ore e, di giorno in giorno, parlavo sempre meno. Mi rimproverava per questo, ma io non lo ascoltavo. Non mi piace parlare, sono –o forse ero- un elemento passivo della società. Sono stata superata: hanno creato nuovi cloni, più intelligenti, più attivi, più.. umani. Quella mattina ne vidi uno.. uno come me. Una ragazzina dai capelli color dell’ oro e gli occhi del cielo, un golfino nero e una gonna bianca. Mi disse che si chiamava Ryuko. Sapeva che eravamo uguali, lo sentiva.. Mi promise di rincontrarci, un giorno. La guardai andare via, camminando lesta fra la gente. Ed allora seppi che, in fondo, non potevamo essere più diverse. Mi sembrò così ben inserita tra di loro, quasi facesse parte da sempre del loro mondo. Non avremmo mai potuto rincontrarci. Neanche in un’ altra vita. Lo sentivo...

 

Un fulmine squarciò il cielo.

 

Shinji non era accanto a me quella mattina in cui le lacrime scesero incessanti dal cielo. Lo cercai fra le stanze dell’ enorme casa, ma non lo trovai e, d’ tratto, mi sentì perduta. Cadere in un baratro senza fine. Oh, conosco quella sensazione. Precipitare per mesi, per anni, per secoli.. senza mai riuscire a toccare il fondo, senza mai riuscire a risalire. E la solitudine è la compagna dei tuoi minuti, dei tuoi secondi così simili a millenni.. sola.. io sapevo cosa significava essere soli, ignorati da coloro con cui avresti dovuto convivere per il resto dei tuoi giorni, e poi quelli dell’ altro clone, e di quello successivo, e di quello seguente.. un ciclo infinito..

Ma io non ero sola. Cercavo qualcosa tra la folla.. ma cosa? E poi li vidi: l’ oggetto della mia ricerca. Due occhi azzurri, infantili, rassicuranti e due braccia forti ed una mano che mi afferrava, per non lasciarmi cadere ancora. Non fui più tanto sola.

Quanto desidero non essere sola anche adesso. Eppure lo sono. Immersa in uno spazio alternativo, rinchiusa in un limbo, forse, in un altro Universo parallelo. Senza un quando, senza un dove preciso.

 

Quella mattina capii subito che qualcosa non era al suo posto. Variata. Il vaso di fiori sul comò era vuoto. Mio marito mi lasciava sempre dei fiori di lavanda prima di andare al lavoro. Lui amava la lavanda. A me piaceva il suo odore, ma non l’ adoravo. Forse perché adorare e amare hanno lo stesso significato. Sui libri questo non c’è scritto. Eppure qualcuno avrà pure spiegato cos’ è esattamente l’ amore! O forse per loro umani è così.. ovvio amare e non hanno bisogno di leggerlo su di una pagina? Io non sapevo cosa fosse l’ amore. Non trovai senso neanche nel matrimonio. Ho odiato anche l’ abito bianco che indossai. Orribile. Shinji mi disse che era un ‘sacramento’. Sapevo cosa significava, quello era scritto sui libri. Non conoscendo l’ amore, non seppi dare una definizione al termine ‘fedeltà’. Essere fedele. Credo di essere fedele a mio marito. Non ho tradito la sua fiducia. Quindi il tradire è l’ essere infedele? Non lo chiesi mai a Shinji. Non importava.

 

Quella mattina corsi sotto la pioggia. Facevo quello che fanno gli umani: jogging, perché così mi era stato detto di fare da un uomo in camice. Un medico. L’ odore delle medicine. Nauseabondo. 

 

Lasciavo che le lacrime del cielo scendessero su di me. Era così piacevole ascoltare il loro mormorio soffuso! Picchiettavano sui miei vestiti. Fu.. emozionante. Sentii il cuore riscaldato anche se il vento di nord era freddo, gelido. E così l’ estate sembrò diventare inverno. Fugacemente, quasi d’ improvviso, il cielo si rischiarò e il vento smise di soffiare. L’ inverno ridiventò estate, ridente e soleggiata.

Molte persone chiusero gli ombrelli e migliaia di piccole teste uscirono allo scoperto sotto i tiepidi raggi del sole, ancora reduci dalla bufera.

Il rumore dei piedi sull’ asfalto era insopportabile. Scrosciante. Avrei voluto tapparmi le orecchie, ma tutto attorno a me divenne sordo, la colonna sonora della mia vita scomparve. Un film muto. Vidi i suoi occhi azzurri specchiarsi in quelli nocciola di lei.. un’ altra. Ma non erano più quelli sinceri di una volta. Lo sentii. Erano sporchi, violati. Si posarono su di me. Lo sbigottimento li colse. Io continuai a correre sentendoli ancora puntati sulle mie spalle.

Non provavo sentimenti. Non provavo niente. Come svuotata dentro. Né amore, né rabbia, né odio. Percepivo il suono indignato dell’ ignoranza.

 

Non sapevo perché lui era con lei. Non sapevo perché le loro bocche stavano per unirsi in una dolce effusione amorosa. Credo che lei fosse la sua ‘amante’. L’ ho letto in un romanzo, ma non ne ho compreso bene il significato. In fondo, non me ne dispiace. Credo che sia un bene questo mare tempestuoso, il naufragare dolce nell’ ignoranza. Nel nulla assoluto. Non provo rabbia verso di lui. Non perché non è stato il mio maestro. Non perché non mi ha mai ricordato il mio nome.

 

Forse mi sento tradita. È  il sentimento del tradimento  che si fa strada dentro di me? Forse è questo che gli esseri umani provano. Forse anche tu che ascolti la mia storia sei un essere umano e stai porvando questo. Tradimento.. Shinji è infedele. Ma non importa. Non conosco il significato di questa parola.Ma mi piace quel suo suono.. strisciante, sensuale.. Infedele.. Può darsi che voi esseri umani usiate essere infedeli. Dovrei farlo anch’ io. Ryuko l’ avrebbe fatto. Ma lei può sembrare uno di voi. Io no. Io sono un’ intelligenza artificiale, una macchina, in verità. Uno dei tanti cloni che si aggirano per il mondo in cerca di risposte alle loro domannde,  in cerca del significato di ‘Infedele’. Io non lo cercherò. Continuerò a fare finta di niente, ma non posso perché mi sento morire. Rodere dalla rabbia.

 

Forse un’ altro clone riuscirà a non morire. Forse un’ altra me stessa riuscirà a ricordare il proprio nome. Io non ne ho memoria. 

 

Quella mattina, le lacrime del cielo bagnarono il mio volto, e i piccoli cristalli cobalto mi diedero la loro tristezza. Quella mattina seppi subito che c’ era qualcosa di diverso nell’ aria. Forse erano i fiori di lavanda, forse era Shinji. Forse ero io. Forse non era niente. Naufragavo nei mari dell’ ignoranza.

 

Seppi solo che quella mattina c’ era qualcosa di diverso nell’ aria.

 

 

 

 

 

NdA: Infine, fan di NGE non uccidetemi x questa one-shot. E’.. mediocre.. lo so. Ma è la prima su Evangelion, e accetto tt i commenti!^^

E’.. particolare come fic.. moolto particolare.. bisogna interpretarla.. può essere vista sotto diversi aspetti,, d’ altronde la vita è un punto di vista! No?

La storia di una giornata di Rei Ayanami, un clone, senza memorie alcune, infedele, introversa.. strana,.. forse non è la Rei dell’ anime ma, non avendolo mai visto, non mi sono potuta regolare! (Tutte le scuse sn buone, eh? NdLettori)

Bene, aspetto commenti. Anche minaccie di morte che potete inviare a Pan_z@inwind.it  oppure semplicemente recensendo la mia  PRIMA fic su NGE.

Grazie a tutti coloro che sn arrivati fino in fondo

Spero che ci sia una prossima volta (noi no.. NdLettori)

Pan_z

 

 

 

  
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