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Autore: Sajoko    05/01/2016    1 recensioni
Lily è una ragazza di 17 anni e come tutti gli adolescenti ha un sogno nel cassetto; però ha fatto la promessa a sé stessa di non dirlo a nessuno. Lei sa che le persone non capirebbero…
È una ragazza solitaria, infatti a scuola non ha amici, ma nonostante tutto, i suoi voti sono eccellenti; specialmente in una materia che lei ama alla follia: psicologia. L’insegnante di quella materia, il prof. Robert, è molto legato a Lily e sa che nonostante sia così fredda e distaccata con tutti, lei ne è legata da un filo invisibile nel suo profondo. Sa che in quella ragazza c’è umanità.
Robert non sa che periodo sta passando Lily e non sa nemmeno cos’ha per la testa… e quando capisce cosa la tormenta, ormai il più è già fatto…
Genere: Avventura, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Capitolo 1: Italy

 
13 Maggio 2015
Ore: 23.58
“Caro diario,
Fra due minuti sarà domani, quindi devo raccontarti tutto in soli 120 secondi… troppo pochi, come sempre. È incredibile come passa veloce il tempo.
Questa giornata è passata in fretta e onestamente era uguale come gli altri giorni. A scuola non succede mai niente di nuovo: le solite lezioni, le stesse facce, lo stesso posto da almeno 5 anni… niente è cambiato.
Nemmeno oggi che era il compleanno di una ragazza (non ricordavo che fosse una mia compagna di classe) e che aveva portato una torta.
Sembrava buona ma non sono riuscita ad assaggiare una fetta per confermare la mia ipotesi.
Erano tutti lì a festeggiare attorno alla cattedra con i loro bicchieri di plastica, le bibite gassate e le loro risate mentre io ero seduta al mio posto a leggere il mio libro.
Però io mi domando: che ci trovi di divertente in tutto ciò? Perché nonostante sia “il tuo giorno” tu debba offrire agli altri qualcosa? Perché devi offrire agli altri se poi non ti danno nulla in cambio? Io non capisco…
Non so per quale motivo ti racconto questo, ma non devi preoccuparti: tra un paio di mesi potrò finalmente dare il via al mio progetto. Sono così felice!
Ormai sono anni che aspetto… e finalmente potrò essere libera…”

 
Lily posò la penna sul tavolo e guardò l’orologio: mezzanotte e un minuto. Ormai era già domani. Lily chiuse il suo piccolo block notes, lo ripose nel cassetto del comodino e invece di andare a dormire, aprì la finestra, si sedette sul davanzale e rimase a guardare il cielo: la luna, ormai l’ultimo quarto, stava per scomparire e finire nella fase della nuova luna. Lily rimase incantata a guardare quella piccola falce bianca nel buio totale, aspettando qualcosa che non sarebbe mai arrivato. Un miracolo, forse. Non lo sapeva nemmeno lei. Continuò a guardare quel piccolo sorriso splendente e nel mentre pensò:
 
Sembra che rida di me…Perché tu non sei qui in mezzo ai normali? Non sai quanto t’invidio…
 
Detto questo, fece un respiro profondo e passò tutta la notte sveglia.
 
***
 
“Alberi verdi, capienti di foglie appena nate
siate pronte a sfoggiare la vostra bellezza durante l’estate.
Quando la gemma di fiore è risorta,
i primi tepori il sole porta,
e voi, foglie, formando una grande chioma, dell’ombra create
mentre i raggi del sole sopportate.
Ma alla fine, quando arriva l’autunno, gli uomini si ricordano del vostro duro lavoro
e senza fiatare, vi raccolgono in grandi mucchi e siete voi a ringraziare loro… “
 
Lily stava scrivendo una poesia sulle stagioni, mentre il treno che l’avrebbe portata a scuola correva a tutta velocità sulle rotaie sobbalzando qua e là. Non era molto convinta delle rime, ma collegare l’estate, l’autunno, l’inverno e la primavera tra loro non è un compito affatto facile e la gente attorno a lei non la stava aiutando affatto. Lily cercò di concentrarsi e di non pensare ai coetanei attorno che sbraitavano già di prima mattina. Come facevano ad avere tanta vitalità? Lei sarebbe rimasta nel letto pur di non vedere la gente.
Quando arrivò alla stazione, Lily scese dal treno, si mise le cuffiette nelle orecchie e s’incamminò da sola verso scuola. Dopo alcuni minuti, mentre camminava sul marciapiede, con la coda dell’occhio notò due innamorati baciarsi davanti al viale principale. Lily guardò la coppia: lei era magra, con un fisico perfetto, il viso ovale e un make-up esagerato, leggins neri, una felpa grigia (probabilmente del ragazzo a giudicare dalla grandezza), capelli lunghi biondi lisci e vans bianche ai piedi; mentre lui aveva capelli color marrone sparati in aria coperti dal gigantesco cappello della marca LA nero e bianco, felpa bordò, jeans a cavallo (troppo) basso e vans nere.
Lily guardò la coppia a lungo finché lei, con sguardo provocante, lo salutò con un ultimo bacio per poi entrare a scuola.
A volte Lily invidiava le altre ragazze. Non lo dava a vedere, ma sotto sotto avrebbe voluto anche lei trovare il ragazzo dei suoi sogni.
Prima di entrare in classe, Lily andò al bagno e si guardò allo specchio: indossava un maglione color crema chiaro che le scopriva leggermente le spalle, una collana con un pendente in rame con dipinto sopra il mondo, jeans neri e all star grigie basse. A lei piaceva questo look ma la cosa che adorava di più in assoluto erano i suoi capelli e i suoi occhi: i primi erano color marrone e aveva alcuni rasta con delle perle nere attaccate mentre i secondi erano due occhi azzurri come l’acqua. Il suo fisico era normale ma non si riteneva una ragazza attraente. Mentre si guardava allo specchio, la campanella della prima ora suonò e Lily, come un fulmine, prese il suo zaino e corse più veloce che poté verso l’aula.
Arrivò davanti alla porta della classe, fece per aprire ma appena poggiò la mano sulla maniglia ebbe un brivido che le percorse tutta la schiena. Sapeva perfettamente cosa significava ma non riusciva a farsene una ragione: ogni volta che stava per entrare in classe, quel brivido, quella sensazione, riaffiorava sempre nel momento sbagliato. Lily fece appello a tutte le sue forze, fece un respiro profondo e pensò:
 
Avanti Lily: prima iniziamo, prima finisci questa stupida farsa!
 
Lily spinse la porta e la tensione che aveva nel cuore si moltiplicò a dismisura.
Quando incrociò lo sguardo dei compagni di classe, sentì lo stomaco ingarbugliarsi su sé stesso. Oggi non era proprio giornata e non aveva assolutamente voglia di vederli. Si avviò verso il suo banco in prima fila silenziosamente e mentre sistemava il suo zaino sulla sedia, il professore di storia, il prof. Jordan (detto “Occhio magico” dagli studenti per via del suo occhio leggermente strabico) iniziò l’appello:
 
- Allora… Tyler Anderson? –
 
- Presente. –
 
- … Courtney Adams? –
 
- Presente. –
 
- … Jimmy Barns? –
 
- E’ assente prof. –
 
- … Mya Brown? –
 
- Presente. –
 
- … Lily Clark? –
 
Lily stava ancora sistemando le sue cose e non sentì il professore chiamarla:
 
- Miss Clark, sarebbe così cortese da rispondere? –
 
Lily alzò lo sguardo verso il professore dopo alcuni secondi, lo guardò e disse:
 
- … Come scusi? –
 
- L’appello. È la seconda volta che la chiamo. Hai intenzione di rispondere o no? –
 
Lily guardò il professore leggermente infastidita dal suo atteggiamento e, con tutta la calma che possedeva, rispose gentilmente:
 
- … M-mi scusi prof; non l’avevo sentita… Presente. -
 
- Decisamente meglio. Veda di sturarsi bene le orecchie la mattina. –
 
Lily stava per perdere la pazienza, mentre alle sue spalle i compagni di classe ridevano divertiti. Senza dire nulla, Lily si sedette sulla sedia e quando il professore finì l’appello disse:
 
- Bene: oggi interroghiamo! Chi si offre al patibolo? –
 
Nessuno rispose. Evidentemente nessuno era preparato e a giudicare dalle faccia preoccupate era proprio così. Il professore guardò gli alunni per qualche secondo e alla fine disse:
 
- Nessuno? Allora scelgo io. –
 
Prese nuovamente il registro in mano e col dito scorse tutti i cognomi della classe:
 
- … Vediamo un po’… Signor Hill, prego venga alla cattedra insieme a… alla signorina Clark; che forse così si sveglia. –
 
David e Lily guardarono stupefatti il professore e, sbuffando leggermente, si avvicinarono alla cattedra davanti alla classe.
A Lily non piaceva guardare la classe durante l’interrogazione. Le dava fastidio e la turbava parecchio.
Il prof. Jordan prese il libro, lo aprì sull’argomento dell’ultima lezione e iniziò “l’interrogatorio”:
 
- Allora signor Hill, mi parli del periodo moderno. Le lascio carta bianca per iniziare. –
 
David non era preparato e per qualche secondo rimase in un silenzio di tomba. Il professore lo incitò a parlare:
 
- Avanti signor Hill, si butti. Non vorrà mica un 4 sul registro vero? –
 
David rimase in silenzio e, umiliato e imbarazzato, rispose:
 
- … Mi scusi prof, ma non so nulla… -
 
Il professor. Jordan rimase in silenzio per alcuni secondi, poi prese la penna nera e con un gesto quasi rassegnato, scrisse il numero 4 sul registro a David. Mentre poggiava la penna, il professore disse:
 
- Così però mi deludi… mi aspettavo che almeno dicessi qualcosa… -
 
David abbassò lo sguardo e non disse nulla. Era troppo frustrato per dire qualcosa.
Finito con David, il professore girò la stessa domanda a Lily:
 
- Spero che lei sappia fare meglio del signor Hill, Miss Clark. O devo alzare la voce per farmi capire? –
 
Lily lo avrebbe mandato a fanculo da un momento all’altro se non avesse smesso subito di fare battutine idiote, ma riuscì a trattenersi e iniziò a parlare:
 
- … Il periodo moderno è una fase successiva all'epoca medievale e precedente l'era contemporanea. Riguarda un arco temporale di circa tre secoli: dalla seconda metà del XV secolo, la fine del XVIII e l’inizio del XIX secolo. Questo periodo storico ebbe inizio con la scoperta delle Americhe nel 1492, ma tuttavia ci sono altri avvenimenti che segnarono ugualmente un punto di importante scoperta storica, quali la caduta di Costantinopoli e la fine dell'Impero bizantino per mano dei Turchi Ottomani guidati da Maometto II nel 1453; la fine della Guerra dei cent'anni tra Francia e Inghilterra, sempre nel 1453; l'inizio dell'Umanesimo e del Rinascimento alla metà del XV secolo; l'invenzione della stampa a caratteri mobili in Europa e l'inizio della Riforma protestante con la pubblicazione delle 95 tesi di Martin Lutero a Wittenberg nel 1517.
Le principali date che –
 
Lily venne interrotta bruscamente quando il professore disse:
 
- Va bene, va bene, va bene; abbiamo capito che sa l’argomento. Direi che può andare così… le do 9 questa volta. –
 
Lily abbozzò un mezzo sorriso, ma non per il voto, ma per il fatto che aveva dato pan per focaccia a quel demente. Lily si voltò verso David che la stava guardando con aria scazzata. Probabilmente era arrabbiato per quel voto, ma lei che ci doveva fare?
Il professore mandò al posto i due e Lily, mentre si stava per sedere, la ragazza dietro di lei disse:
 
- Che lecchina! Fa la carina coi prof solo per avere bei voti! –
 
Si sentì una seconda voce che disse:
 
- Io so che offre servizietti ai prof per avere quei voti alti… cosa credete? Che riesca ad essere brava semplicemente studiando? Ma per favore! –
 
Una terza voce si aggiunse al coro:
 
- E’ una zoccola! Zoccola e pure asociale! –
 
Lily mise tutta sé stessa per ignorare quelle voci, ma fu davvero complicato per lei. Ormai c’era abituata, ma non poteva resistere ancora per molto.
 
***
 
È l’ora di pranzo. L’unico momento dove Lily può rilassarsi e ricaricare le batterie dopo ore “a contatto” con le persone. La mensa non è delle migliori (ma quando mai lo sono state?), così prende sempre le stesse identiche tre cose che sembrano non essere avvelenate da chissà quale pesticida: un bel piatto di insalata con pomodori, cetrioli, carote, lattuga, fagioli e mais (con un goccio di olio d’oliva); una scodella di macedonia di frutta (molto colorata!) e un bel pezzo di focaccia al rosmarino.
Dopo aver preso il suo pranzo, Lily si siede sempre al solito tavolo, il n*4, leggermente nascosto e vicino alla finestra. Quand’è estate o primavera, Lily può godere dei raggi del sole e della tranquillità, mentre d’inverno o d’autunno può usufruire del caldo termosifone attaccato al muro. Un posto favoloso dove nessuno può disturbarla.
Mentre assaporava la sua fresca insalata, in lontananza sentì delle voce ridere sguaiatamente e quando alzò lo sguardo per vedere chi fossero, vide in lontananza delle ragazze guardarla e indicarla. Lei non capiva per quale motivo ce l’avessero con lei, ma le ignorò tornando a mangiare tranquillamente. Dopo aver finito il pranzo, prese il suo vassoio e fece per andarsene, ma nel momento in cui stava per farlo, le stesse ragazze di prima le si avvicinarono e disse:
 
- Ciao! Scusa il disturbo, ma volevamo chiederti una cosa… –
 
Lily le guardò in modo indifferente e sapeva che stava per succederle qualcosa. Ne era sicura. Le scrutò pe alcuni secondi e disse:
 
- … Va bene, vi ascolto. –
 
La ragazza in questione, si voltò verso le altre sue amiche che fecero una risatina fastidiosa, poi si votò verso di lei e disse:
 
- Com’è possibile che tu sia così solitaria? Cos’è? Ti stanno sulle palle le persone? E come riesci ad avere dei bei voti? Corrompi qualcuno? O hai qualche altro metodo? Perché sai, le voci circolano e sai cosa accade dopo… –
 
Ecco. È proprio questo quello che manda in bestia Lily: l’ignoranza. L’ignoranza delle persone quando si parla con esse. Dio, ma è mai possibile che siano così idiote e superficiali?
Lily guardò la ragazza con sguardo misto tra la rassegnazione e l’indignazione, sospirò e rispose:
 
- No, io non corrompo nessuno; e posso capire la tua perplessità data la differenza tra me e te di materia grigia: io mi do da fare per riuscire nel mio intento, mentre tu utilizzi un altro metodo, è ovvio. Ma non devi sentirti dispiaciuta per questo. Non tutti riescono alla fine, anche se si mettono in gioco… –
 
La ragazza guardò Lily confusa, si voltò verso le sue amiche, rise con il gruppetto, si voltò verso di lei e rispose:
 
- Eh eh eh… ma che cazzo stai tentando di dire? –
 
Lily la guardò, si avvicinò, le sorrise e disse
 
- … Ti sto dando dell’idiota, bella. Con sarcasmo, cosa che a quanto pare non puoi comprendere. –
 
La ragazza spalancò gli occhi mentre le ragazze dietro di lei risero sorprese dalla risposta di Lily. Quest’ultima, sistemò il vassoio che aveva in mano e disse:
 
- Adesso che abbiamo finito, ti dispiace lasciarmi passare? Dovrei mettere via ques –
 
Lily non riuscì a finire la frase perché in quell’esatto momento, la ragazza le fece cadere il vassoio per terra distruggendo tutti i piatti appoggiati. Fecero un rumore assordante e ovviamente, tutti si girarono per vedere cosa fosse successo. Lily rimase immobile e non disse niente, mentre la ragazza, che era su tutte le furie, le urlò contrò:
 
- MA CHI CAZZO TI CREDI DI ESSERE? SOLO PERCHE’ HAI VOTI PIU’ BELLI DEI NOSTRI HAI IL DIRITTO DI SPUTTANARCI COSI’? SEI SOLO UNA ZOCCOLA ASOCIALE! UNA PUTTANA! –
 
Lily guardò i piatti rotti per terra, si accovacciò per raccogliere i cocci e disse:
 
- Cavoli che paroloni! Se sparli di me davanti agli altri, evidentemente ho una vita più interessante della tua, cara… -
 
Mentre Lily raccoglieva i cocci, non si accorse che la ragazza stava per tirarle un calcio in pieno viso. Purtroppo Lily se ne accorse troppo tardi e venne colpita proprio sul naso.
Presa alla sprovvista, cadde all’indietro per terra e colpì con la schiena il pavimento in mattonelle freddo. La vista era annebbiata e non sentiva nulla tranne qualche voce flebile in lontananza. Sembravano solo echi lontani. Lily cercò di riprendersi, mentre alcuni spettatori tentavano di tenere ferma la ragazza furiosa; altri invece riprendevano la scena coi cellulari… ma nessuno aiutava Lily. Stava perdendo sangue ma nonostante tutto, nessuno le dava una mano.
Lily tentò di alzarsi in piedi ancora disorientata e mentre era poggiata al tavolo, mise la mano sul naso e vide una macchia enorme di sangue le si formò sul palmo. Con la mano insanguinata prese un fazzoletto di carta lì vicino e se lo mise attorno alle narici.
L’altra ragazza, mentre veniva bloccata dagli amici, urlò furiosa contro Lily:
 
- BRUTTA STRONZA! PROVA A RIDIRLO UN’ALTRA VOLTA! TI SPACCO IL CULO! –
 
Lily non la considerò neanche di striscio e rispose:
 
- Cavolo, mi sono sporcata il maglione… peccato, era il mio preferito. –
 
La ragazza andò su tutte le furie: si liberò dalla presa dei due amici e si lanciò contro Lily:
 
- IO TI AMMAZZO! –
 
Lily si spostò leggermente indietro, ma nel momento esatto prima che la ragazza le tirasse un pugno, qualcuno le bloccò il polso fermandola. Lily non riconobbe subito il suo salvatore, ma sentendo la sua voce, si tranquillizzò:
 
- Ora basta! Stai esagerando Dakota! Lo sai che per una cosa del genere potrebbero sospenderti? –
 
Lily sapeva chi era la persona che l’aveva salvata. L’unica persona intelligente che poteva ritenersi all’altezza di regolare questo schifoso posto: il prof. Robert.
Robert è un uomo sui 50 anni circa, ha i capelli neri leggermente spettinati, barba e pizzetto neri, un fisico ben allenato e due occhi verdi stupendi. Oggi indossava una camicia bianca, dei pantaloni marron chiaro e scarpe marrone scuro. È apprezzato da tutti: studenti, colleghi e capi; inoltre aveva un certo successo con le donne. Insomma, l’uomo ideale.
Lily continuò a tamponare il naso col fazzoletto ormai inutilizzabile e nel mentre, Robert lasciò andare il polso di Dakota e disse:
 
- Perché l’hai aggredita? –
 
Dakota, leggermente imbarazzata dal professore, rispose:
 
- Ecco… Io… P-perché… mi ha offesa davanti a tutti… -
 
- E per questo si meritava un pugno? –
 
- … No. –
 
- Bene! Almeno sai che è sbagliato; ma non pensare che la chiudiamo qui la faccenda, chiaro? Questa cosa il preside lo deve sapere. –
 
- … Si professore… -
 
- D’accordo. Ora andate. La pausa pranzo è finita. –
 
Dakota si allontanò e così fecero tutti i ragazzi presenti nella sala mensa. Il prof era incredibile: era riuscito a mettere la parola “fine” con una semplice frase.
Robert si voltò verso Lily, le prese dolcemente il viso e disse:
 
- Certo che però te le vai proprio a cercare. Ti ha conciata davvero male... –
 
- Mi ha tirato un calcio. –
 
- E come hai fatto a non vederla? –
 
- La ignoravo. Ignorare è la tattica migliore, lo hai detto pure tu, no? –
 
- Si è vero, ma bisogna anche stare attenti… *sigh*.... Potresti farti male sul serio un giorno. –
 
Lily abbozzò un mezzo sorriso e rise:
 
- Eh eh… non bisogna sprecare energie contro questioni del genere. E nemmeno per persone del genere. Lo sai benissimo… -
 
Robert guardò Lily con espressione preoccupata, poi la prese sotto braccio e disse:
 
- Forza, andiamo in infermeria. Devi farti medicare. –
 
- Ma perché mi prendi sotto braccio? Guarda che so camminare. –
 
- Perché sei ferita e non ti reggi in piedi! –
 
- E’ solo sangue da naso, non sto morendo! –
 
- Vedrai che quando farai i prossimi passi la tua lucidità andrà a farsi friggere. –
 
- Ma va, figurati! Posso cammina… -
 
Quando Lily si liberò dal braccio di Robert, esattamente due passi più avanti, la sua testa inizio a girare e la sua vista ad annebbiarsi. Stava per cadere a terra quando Robert la prese al volo e disse:
 
- Tutto ok? –
 
Lily si voltò verso di lui e disse:
 
- … Non dire una parola. –
 
- Non l’ho fatto. –
 
- Ma stavi per farlo… -
 
Lily si bloccò di colpo, batté gli occhi più e più volte e disse:
 
- … Ok, meglio se andiamo in infermeria. E in fretta. -
 
Robert abbozzò un sorriso divertito e disse:
 
- Va bene capo. –
 
Robert prese Lily sotto braccio e l’accompagnò all’uscita. Mentre uscivano dalla mensa, Lily pensò:
 
Questa giornata sta davvero migliorando…
 
***
 
Robert stava disinfettando il batuffolo di cotone, mentre Lily era seduta sul lettino e si tamponava il naso col dell’altra carta. Accanto a lei c’era una piccola montagnola di scottex sporchi di sangue e non accennava a fermarsi a quanto pare.
Robert prese il batuffolo bagnato e il disinfettante, si sedette vicino a Lily e iniziò a curarla. Quando fece per avvicinarsi col batuffolo, Lily disse:
 
- Tranquillo, posso fare anche io. –
 
- No, voglio fare io. Lascialo fare a me. –
 
Lily lo guardò con sguardo dolce e rispose:
 
- … Va bene. –
 
Robert si mise comodo e iniziò a pulirle la ferita. Quello che Robert stava facendo era un privilegio: nessuno era mai riuscito ad avere un contatto fisico con Lily, ma nonostante tutto, Robert aveva questo permesso. Lei si fida di lui e di nessun’altro.
Lily abbassò lo sguardo mentre Robert le disinfettava il naso, ma non per l’imbarazzo, semplicemente perché non le piaceva che la gente si preoccupasse per lei. E’ stupido preoccuparsi. Procura solo ansie, problemi e paranoie.
Quando Robert finì di disinfettare le ferite, prese dei cerotti e un pezzo di cotone e mentre gliene applicava uno disse:
 
- Meglio se oggi vai a casa. Ne hai viste davvero di tutte i colori… -
 
Mentre Robert applicava un cerotto sulla tempia sinistra di Lily, lei rispose:
 
- Sto bene, non preoccuparti. E poi, non posso saltare la lezione di oggi: ho la preparazione di una prova della prossima settimana. –
 
Robert prese un altro cerotto, lo aprì e disse:
 
- Per una volta penso che tu possa anche saltare la lezione. Non ti succederà nulla. –
 
Lily rise e rispose:
 
- Eh eh… ma davvero? –
 
Robert guardò Lily, poi rise pure lui:
 
- Eh eh… sì, forse dovrei starmene zitto… -
 
Lily sorrise. Robert è davvero un uomo saggio e come ogni uomo saggio, deve averne viste di tutti i colori nella vita.
Mentre Robert applicava l’ultimo cerotto, disse una cosa che dipinse un sorriso sul volto di Lily:
 
- Sai, ne ho trovato un altro… -
 
Lily si voltò verso Robert e disse:
 
- … Davvero? Nella soffitta? –
 
- Negli scatoloni dell’armadio per essere precisi. Quando vuoi puoi venire, così lo guardiamo e lo studiamo insieme. –
 
Lily sorrise e felice come una bambina rispose:
 
- Ommiodio, certo che verrò! Sono troppo curiosa! –
 
Robert sorrise a sua volta e quando finì di curare Lily disse:
 
- Voilà! Finito! Adesso puoi andare. Ci vediamo domani allora. –
 
- A domani professore. E grazie per il suo aiuto… -
 
- Non c’è di che Lily… -
 
Lily guardò Robert negli occhi per qualche secondo e lui, notandolo, disse:
 
- Mi stai guardando negli occhi… -
 
- Solo per questa volta. Consideralo un regalo. –
 
E detto questo, Lily saltò giù dal lettino, prese il suo zaino, fece un inchino al professore, si avvicinò verso la porta e mentre stava per uscire si rivolse verso di lui e disse:
 
- Arrivederci Robert. –
 
Detta questa frase, Lily uscì dall’infermeria lasciando Robert da solo sul lettino.
 
***
 
Prima di tornare a casa, Lily si fermò al bar dove preparavano il miglior caffè della città, il “Coffee World”. Appena entrò dentro al bar, il signore dietro al bancone salutò Lily:
 
- Ciao Lily, vecchia carogna! Che ti è successo? –
 
Lily si sedette al solito posto del bancone del bar e disse:
 
- Oh, nulla di che Roger. Una ragazza se l’è presa con me senza un apparente motivo… -
 
- Beh, dev’essere parecchio cazzuta per farti tutti quei lividi! Dai che ti preparo il tuo caffè preferito, così ti tiri su di morale! –
 
Lily lo ringraziò con un sorriso. Adorava Roger: è un uomo anziano, sui 70 anni, con occhi azzurri vispi, capelli bianchi (molti per la sua età, ma lui riteneva che era merito del suo caffè a renderlo così “giovane”), una pancia abbastanza sporgente sotto il grembiule azzurro e la pelle rovinata sulle mani. Raccontò che tempo fa, quando lavorava come barista nel ’58, sostituiva un suo collega al bancone e che quella volta, l’acqua calda del tè gli si rovesciò sulle mani causandogli un ustione di terzo grado. Riuscì a riprendere il controllo delle mani, ma la pelle attorno era totalmente rovinata; ma nonostante tutto, era rapido e veloce nel servire i clienti.
Lily si guardò attorno: il bar era lo stesso da quando aveva iniziato a frequentarlo 4 anni fa e da allora non era mai cambiato. Era adornato con pareti in legno chiaro, quadri di paesaggi realistici sulle pareti, dipinti per tutta la stanza e una cosa che Lily amò alla follia vedendolo la prima volta: un gigantesco mappamondo alto 1.50 metri circa. Era semplicemente stupendo.
Mentre si guardava attorno, Roger portò il caffè a Lily e disse:
 
- Ecco qua: caldo, ma non troppo; con il latte, ma non troppo; e ovviamente… -
 
- Preparato con tanto affetto! Adoro quando lo dici! –
 
Roger rise contento e Lily iniziò a gustare il suo caffè. Mentre beveva, Roger prese una pezza, asciugò un bicchiere appena uscito dalla lavastoviglie e domandò:
 
- E quindi? Non mi dici com’è successo? –
 
- Lascia perdere Roger. Non c’è modo di spiegare un comportamento del genere. È successo e basta. –
 
Roger guardò Lily perplesso e rispose:
 
- Sarà, ma non può passarla liscia, questo è sicuro. Probabilmente verrà sospesa o qualcos’altro. Ai miei tempi, se facevi una cosa del genere, ti espellevano e arrivederci. Eri letteralmente nella merda! E coi genitori? Che gli dicevi? “Ciao mamma, ciao papà! Sono stato espulso perché ho pestato a sangue un compagno di classe!”? Mah! ... Io i giovani d’oggi non li capisco proprio… -
 
- Nemmeno io Roger, nemmeno io… -
 
Lily posò la tazza di caffè fumante sul bancone, prese il suo zaino e disse:
 
- Guarda! Ho trovato un altro libro. S’intitola: “Australian Cargo”. –
 
Roger posò la pezza sul bancone, prese in mano il libro e domandò:
 
- Bello! Di cosa parla? –
 
- Parla dell’esperienza di questo scrittore, Alex, che viaggia per l’Asia e L’Europa proprio come fece allora suo nonno nel ’24. È una storia bellissima. È già la terza volta che lo leggo! –
 
Roger aprì il libro, sfogliò le pagine e si fermò su una in particolare:
 
- Bello, ma perché tutte le pagine sono sottolineate e alcune parole sono cerchiate? –
 
Lily si appoggiò sul bancone e rispose felice:
 
- Perché mi servono informazioni. –
 
- Informazioni riguardo a cosa? –
 
- Al mondo. Agli altri posti al di fuori di qui. C’è così tanto da vedere e noi nemmeno ce ne rendiamo conto! E io un giorno andrò a visitarli, vedrai! –
 
Roger guardò Lily, poi il libro e alla fine rise felice e disse:
 
- AH AH AH! Allora, quando riuscirai nel tuo intento, voglio che mi mandi una cartolina da ogni posto che visiterai! –
 
Lily sorrise e rispose:
 
- Va bene Roger. Lo prometto! –
 
Lily prese la tazza, bevve l’ultimo sorso e passò la giornata al bar a parlare. Mentre guardava il fondo del suo caffè pensò:
 
La giornata è stranamente migliorata oggi... Meglio così!
   
 
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