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Autore: _Varie_    05/01/2016    0 recensioni
Salve!
Non sono brava nelle introduzioni delle opere classiche, perciò vi posso solo dire che ho scritto questa flashfic per rendermi conto se sono capace o meno a trattare questo argomento. Secondo me il titolo parla da solo, quindi vi auguro Buona Lettura!
Genere: Generale, Guerra, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L'ira di Ettore







Sangue.
Quel sangue vischioso che mi imbrattava la pelle. Quell'odore penetrante, fastidioso, ripugnante addirittura. Quel sapore rugginoso...
Tante furono le calde estati che vissi e altrettante le battaglie che portai in fronte all'ardito esercito del Re Priamo mio padre.
Ma nessuna fu come questa.
Dieci, gli anni passati lontano dalla citta natia, dalla mia donna e dal mio Astianatte, il mio valoroso figlio. Dieci, gli anni che mi estrainarono da coloro che mi conoscono. Adesso sono un mero sussurro sulle labbra degli abitanti: Protettore di Troia, mi chiamano.

Sono coraggioso, valoroso e sfuggo alla morte come l'ombra alla luce. Sono l'onore del mio Re, del mio padre. Sono Ettore, ma perfino per me, questo é troppo.
Ho assistito smisurate volte alla macabra danza della Peste e della Morte. Ad ogni calar del Sole, quando mi concedo il riposo, le urla di donne e bambini mi perseguitano. Tanti sono i ricordi che desidero seppellire, tante le smorfie contorte dal dolore e dalla paura che desidero cancellare.

E tutto ciò per colpa sua. Per colpa dell'amore malato del mio bel fratello Alessandro, del mio caro Paride che ha preso in moglie la donna altrui. É stato colui che chiamo fratello ad aver portato gli Achei dalle lance affilate nella nostra terra.


Eccolo!
Il traditore, il vile che ha calpestato l'onore di nostro padre.

Il mio cuore parte alla carica battendo nel petto, anunciando di esplodere. Le orecchie si rifiutano di sentire Zeffiro smuovere le fronde degli alberi e la mano della furia mi chiude gli occhi sotto le palpebre. Il sangue bolle nelle vene e un grande tormento prende ad agitare il mio animo. Posso sentire il sudore colarmi lungo le tempie, sulle labbra screpolate. Le inumidisco e il gusto salato mi arde la gola. Cerco di darmi un contegno ma la sua vista non mi consente la pace.

Mi avvicinai con passo affrettato e prendendolo per il colletto della casacca gli sussurrai:
"Possa tu, vile che hai disonorato la propria famiglia, sprofondare negli abissi di Ade e Persefone, possa Thanatos raggiungerti quando meno te lo aspetti. Come hai osato strappare al re dei Micenei la moglie, causando terrore? Sei salito sulle navi veloci e sei andato a rapire la donna altrui? Mai ti sarà perdonato questo disonore, Paride Alessandro, vile figlio di re Priamo.
Ascolta bene le mie parole, ché mai piú ti parlerò: i nemici Achei ci distruggeranno e raderanno al suolo la nostra città. Almeno abbi il coraggio di affrontare il nemico nell'ora del bisogno, cossicché in punto di morte possa dire con fierezza che Paride Alessandro é mio fratello. Se ci tieni al nostro ed al tuo onore."
Finii di parlare e mi meravigliai io stesso della forza che ebbi nel parlare, giacché la mia gola era secca e ustionante. La rabbia continuava a tormentarmi, ma tentai di non inquietare mia madre e mia moglie con imbraccio Astianatte. Le salutai e mi allontanai in mortale silenzio verso il talamo.





Salve a tutti!
È la prima volta che scrivo una fanfiction in questa categoria (perciò chiedo venia per eventuali errori), per la pura curiosità di sapere se sono negata alla scrittura o meno! Be'...spero di non avervi importunati con queste mere 500 parole e non vedo l'ora di sentire la vostra... Chissà, può darsi che continui!
PS. Chiedo perdono per lo stile, ma questo è tutto ciò che ho avuto possibilità di fare con un piccolo cellulare.

   
 
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