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Autore: DreamAngel24    06/01/2016    1 recensioni
[ Avvertenze: DokiDokishipping con accenni alla AccidentShipping ]
La festa della mamma per Luna Tenjo era la festa più importante ed era suo compito fare in modo che rasentasse la perfezione, sempre e comunque. Perché, dato il suo brutto carattere e l'estremo attaccamento al padre, doveva pur ricordare in qualche modo a sua madre che era la mamma più dolce e piu' bella dell'intero universo.
Genere: Fluff, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Haruto Tenjo/Hart Tenjo, Kaito Tenjo/Kite Tenjo, Nuovo personaggio, Yuma/Yuma
Note: AU, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Gender Bender
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Mother's Day
- DokidokiShipping -


Lo sfrigolio delle uova e della pancetta sulla padella riecheggiava per i corridoi della torre di Hearthland, accompagnato da un inebriante e salato profumo. La luce del sole si faceva largo tra il cielo terso del sabato mattina e le finestre fino a tingere d'oro la cucina, riflettendosi sul metallo ripetutamente. Circa un'ora prima si era svegliata e vestita al meglio fissandosi l'alta coda con tutta la lacca che era riuscita a trovare. Prima di lei si erano svegliati solo il padre e il nonno, entrambi per lo stesso identico motivo: fare visita alla nonna. Sia lei, che suo zio, non avevano avuto il piacere di conoscerla, purtroppo. Infatti, era morta lo stesso giorno della nascita dell'ultimo citato e quel poco che sapevano di lei era stato ricavato dalle sognanti rimembranze del nonno, poiché suo padre non si era mai voluto esprimere in proposito. Gli unici che dormivano ancora erano sua madre, suo zio Hart e, ovviamente, data l'età, suo fratello Astro. Kaito Tenjo aveva preferito non svegliare l'amata per via della nottata che si era dovuta sorbire per far dormire quel frugoletto biondo e dalle punte spigolose, le cui urla facevano sembrare delicati sospiri le sirene dell'ambulanza. Quando era piccola non si era mai azzardata neanche a fare un fiato, sia durante la notte sia durante il giorno, sia con suo padre sia con sua madre. Quest'ultima sapeva diventare molto irascibile se veniva svegliata all'improvviso, volontariamente o no, ma aveva un cuore troppo grande per rimettere nella culla i suoi piccoli senza averli viziati e coccolati più di quanto fosse necessario. Il saltellare delle due fette di pane fumanti fuori dal tostapane la riportarono alla realtà, facendole spegnere il fornello e andare incontro al frigorifero per prendere le ultime cose necessarie. Mise le uova e il bacon nel piatto con la massima cura possibile, neanche fosse stata lo chef di un ristorante a cinque stelle, e spalmo' il burro e la marmellata di fragole sui toast, accostandoli all'altro piatto con uno piu' piccolo. Controllo' che la spremuta d'arancia fosse ghiacciata al punto giusto e corono' il tutto, provvisto gia' in precedenza - ovviamente - di forchetta, coltello e tovagliolo, con un piccolo vaso con un fiore e un biglietto colorato, che era talmente preciso e bello da sembrare prodotto in fabbrica piuttosto che fatto a mano. Sospiro' per poi darsi un'occhiata intorno: nonostante vi avesse cucinato, la cucina era rimasta esattamente come l'aveva trovata, completamente pulita. Sul suo volto si dipinse un sorriso soddisfatto. Era una maniaca della perfezione esattamente come suo padre, e qualsiasi cosa facesse, che lo volesse o meno, rasentava sempre e comunque oggettivamente una magnificenza e precisione alquanto inquietante. Il disordine la infastidiva quasi quanto l'arroganza di Mizar, ed era veramente tanto che non lo avesse ancora scaraventato giu' dalla finestra quello li'. La perfetta copia del padre. Questo era lei, e sua madre più di una volta si era ritrovata a piegarsi in due dalle risate nel constatare tale somiglianza. Luna sospiro' stanca e si stropiccio' gli occhi, per poi zompare all'improvviso nel percepire una mano gelida poggiarsi sulla sua spalla destra.

<< Maledizione! Vuoi farmi prendere un colpo?! >> urlo' la più piccola facendo ridere di gusto l'azzurro.

Con Hart Tenjo la pubertà aveva dato il meglio di se', approfittando dei lineamenti e della carineria di quando era bambino, per dare forma ad un giovane slanciato, atletico e dalla bellezza addirittura superiore a quella del fratello, quando aveva la sua eta'. Con il passare del tempo i   capelli - in quel momento, scompigliati e ancora umidi a causa dell'asciugamano - si erano fatti più lunghi e sbarazzini mentre i lineamenti degli occhi si erano affinati donandogli un sguardo, che, seppur gentile, sapeva essere minaccioso e penetrante durante i duelli. 

<< E' la colazione per Yuma-Nee? >> chiese il giovane mettendosi a posto la camicia << Vuoi che te la porti io su? >>
<< Si... Ma solo perché e' difficile tenere imbraccio un bambino quando si hanno le mani occupate. >> specifico' lei con acidità infantile dandogli il vassoio << Se cade qualcosa ti do' in pasto a Numero 100! >>
<< Ricevuto, Kite. >> sorrise lui.
<< Spiritoso. >>

La ragazza dalla lunga coda bionda sali' le scale con passo felpato e, raggiunto il piano superiore, si incammino' lungo il corridoio alla sua destra fino a raggiungere la quinta porta sulla destra, apri' con estrema cautela. All'interno della stanza splendevano una miriade di stelle, proiettate sul soffitto con una serie di fasci di luce colorata che le facevano muovere in cerchio, creando nel buio una fonte sicura di distrazione e di falsa protezione. Sul comodino accanto alla culla stava un comunicatore, che Luna spense immediatamente, come da programma, per poi affacciarsi alla culla e ritrovarsi davanti il volto sereno e addormentato del fratellino. Astro era molto ma molto più piccolo di lei, eppure era quello più difficile da tenere a bada e questo lo sapeva bene. Quando era nato, aveva radicato in lei, a causa delle parole di quell'idiota di Vincent Arclight - che riusciva a rendere la vita degli altri un inferno anche solo esistendo - la paura di perdere l'amore e tutte le attenzioni che fino a quel momento i loro genitori avevano riservato a lei. Il rapporto che si era creato tra loro, forte e protettivo, aveva avuto origine proprio nella paura di perdere la loro mamma quando quest'ultima, per l'ennesima volta, si era ritrovata bersaglio di uomini folli e mostruosi il cui unico desiderio era quello di sottomettere tutto e tutti. Ricordava ancora benissimo i pianti e il sangue versato durante i duelli, liquidi impregnati di dolore che si era vista asciugare dalla mano paffuta e delicata di quel piccolo frugoletto che al massimo sapeva gattonare. Il loro era un legame i cui ruoli stabiliti non erano mai intaccati: lei, la sorella maggiore, e lui, il fratellino minore. Due occhi piccoli e scarlatti, lucidi per il lungo riposo, si conficcarono nei suoi, dello stesso colore di una lamina graffiata di ghiaccio, facendola sorridere. Il neonato ricambio subito quel " buongiorno " silenzioso agitando le braccia con il desiderio di essere preso imbraccio, quasi fosse stato consapevole di quello che lo avrebbe aspettato. Luna spense le luci ed usci' fuori dalla stanza appena in tempo per intravedere la figura dello zio incamminarsi lungo il corridoio. La ragazza lo accosto', lasciando che quest'ultimo salutasse il più piccolo della casa, e si diressero entrambi verso la camera da letto dei suoi genitori. La porta scorrevole si apri' con silenziosa velocità mostrando una camera dello stesso colore del latte e dall'arredamento moderno ed elegante, le cui serrande erano state tenute chiuse per non interrompere il sonno della più giovane dei due proprietari. Queste ultime furono aperte con la delicatezza più forzata per impedire che il risveglio, che doveva essere dei più belli che avesse mai provato, fosse brusco dal punto di vista fisico quanto psicologico. La corvina si rigiro' un paio di volte nel letto nel percepire un calore estraneo e senza consistenza accarezzarle il viso all'altezza della guancia, dando, inconsciamente, il segnale che Luna stava aspettando. Il piccolo Astro venne adagiato con cautela sul piumino, con il pigiamino arancione a spiccare tra le miriadi di coperte dalle tinte delicate, ed indirizzato, con un piccolo colpetto al sedere paffuto, verso il grosso fagotto di fronte a lui. Il bambino gattono' con sorriso pimpante arrampicandosi lungo la duna, per lui gigantesca, causata dal corpo della donna scompostamente rannicchiato sotto le coperte, finche' non fu in grado di picchiettare con la mano sulla sua chioma inchiostrata di nero. Yuma apri' gli occhi addolcita nel percepire le dita del suo piccolo frugoletto intrecciarle e tirarle i capelli, senza malizia, concentrando su di se' le proprie attenzioni. I loro sguardi, incredibilmente simili eppure talmente diversi, si incrociarono in un mix di affetto e divertimento dalle sfumature solcanti i tramonti più leggiadri. Fu un attimo e la più grande lo strinse a se' godendone la morbidezza e l'innocenza all'altezza del petto, per poi far strusciare il proprio naso contro il suo più piccolo e candido facendolo ridere giocondo. Si tiro' a sedere con quei pochi di addominali, che le erano rimasti dopo i due parti, e prese il bambino in braccio per poi constatare la presenza di altri due individui al capezzale della sua porta.

<< Buona festa della mamma!!! >> urlarono in coro Hart e Luna mettendo in bella vista la colazione fumante.

Yuma si senti' il cuore esplodere dalla gioia. Ricordi di feste della mamma vicine e lontane si mischiavano in un ritmo incalzante mettendone in luce le particolarità e le esperienze più belle. Il sorriso di Luna, la sua dolce Luna, poi, era la cosa più bella che avesse mai visto, paragonabile solo a quello della madre Mirai, alla quale doveva tutta la sua dolcezza quanto tutta la sua bellezza. Nonostante la fama, meritata, di grande golosa, gli occhi rossi e accesi come due rubini dell'ex duellante, erano completamente concentrati su di lei e non sulla colazione. Sapeva benissimo che era tutta opera sua, sebbene Hart fosse capace a suo modo di simili meraviglie, ma il tocco del padre, quel tocco che si era fatto sentire in ogni sorpresa e in ogni gesto di affetto che si erano scambiati, era riconoscibile solo in cio' che era fatto o da lui o dalla figlia, lei soltanto.

<< Grazie... Ma... Non dovevate... >> non sapeva che cosa dire ed emotiva come era ci mancava poco che si mettesse a piangere per la commozione.
<< Ti voglio bene mamma! >> le parole di Luna, scandite con una forza e un amore indescrivibili, si manifestarono in una corsa che porto' la bionda a salire sul letto e a schioccare un bacio sulla guancia della più grande, che, in preda all'entusiasmo, ricambio con un centinaio o meno << Mamma?! >>
Eccola li' la sua Luna. 

<< Tanti auguri tesoro. >>
Dietro Hart - che era rimasto con il vassoio in mano davanti alla porta - comparve un uomo più grande di Yuma di circa tre anni con i capelli biondi e un paio di occhiali dietro i quali spiccavano due occhi screziati di sfumature metalliche fredde e sicure, che teneva dietro alla schiena un mazzo di girasoli che a malapena riusciva a stringere nel palmo. 
<< Papa'?! >> esclamo' Luna prima di ritrovarsi i capelli spettinati dalla mano del più grande.
Kite si avvicino' al letto e si sporse in avanti per baciare, con le labbra increspate in un sorriso, il dono più bello che il mondo gli avesse mai fatto dopo Hart. Non che non considerasse i suoi figli nello stesso modo, ma - riflettendoci - se quella creaturina variopinta di entusiasmo e dal buon cuore non fosse mai entrata nella sua vita, nessuno di loro sarebbe stato li' quel giorno. Nessuno di loro.
   
 
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