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Autore: Van_Horstmann    06/01/2016    0 recensioni
[Warhammer Fantasy Roleplay]
[Warhammer Fantasy Roleplay]Questa storia è ambientata nel mondo di warhammer fantasy, storico gioco di ruolo e wargame, è la prima di una serie che coinvolgono alcuni membri di una famiglia nobile dell'Impero, la famiglia Van Horstmann, il cui nome è sinonimo di tradimento e corruzione.
In questa prima storia vedremo come tale onta abbia colpito la famiglia, il potente mago Egrimm Van Horstmann, capo di uno dei collegi della magia di Altdorf, è in realtà un seguace di Tzeentch, il più insidioso degli Dei del Caos.
Egrimm ha ingannato tutti e tradito l'Impero, i Collegi della Magia e in ultimo se stesso e la sua famiglia sull'altare della conoscenza proibita offertagli dal suo nuovo padrone, Tzeentch.
Ma ora le sue macchinazioni sembrano essere finite e la spada della giustizia si avvicina.
Genere: Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Aveva pensato più volte negli ultimi anni di uccidere Volkmar per destabilizzare l’Impero e la stessa chiesa sigmarita, ora che ce l’aveva davanti ma percepì che non sarebbe stato facile.
Anzi, non è possibile, non con Kant ancora in grado di combattere.
Degli uomini apparvero nella sala, alle spalle di Volkmar, alcuni in armatura, con martelli, spade, lance e alabarde, altri con vesti scure, pistole e spade corte, altri ancora erano maghi del collegio.
Per un momento provò l’impulso di lasciarsi cadere a terra e farla finita, ma poi la sua mente percorse i rivoli del destino, li vide dividersi e moltiplicarsi, anche da quella situazione di azzeramento offriva molteplici prospettive.
No, non è finita.
Volkmar avanzò verso di lui, deciso e con il martello sollevato:«Egrimm Van Horstmann! Affronta la tua punizione!»
«Fuoco blu di Tzeentch!»
Le energie magiche scattarono furiose ma si dispersero un istante dopo, poi Volkmar gli fu addosso e il martello calò su di lui, scattò alla sua destra, subito dopo gli parve che la sua spalla sinistra esplodesse e si trovò a terra.
Si rialzò subito nonostante il dolore atroce gli attraversasse il corpo a fitte intermittenti, Volkmar era di fronte a lui con il martello che puntava alla sua testa.
«Destriero d’ombra!»
Si ritrovò con le spalle alla porta della cripta e vide Volkmar colpire il vuoto, rise, tra una smorfia di dolore e l’altra, guardò la spalla sinistra a pezzi, deformata, con il braccio che penzolava inerte e molto più in basso di quanto fosse il destro.
Un proiettile colpì la pietra lì vicina, poi rumore di passi, tre uomini si erano gettati in avanti.
Pazzi.
Con un gesto della mano li trasformò in torce ardenti che si contorcevano tra urla disperate, vide un quarto uomo e fece lo stesso, ma stavolta le fiamme si estinsero subito, Kant e Volkmar erano avanzati, fianco a fianco.
«Credo sia ora di pareggiare un po’ i numeri.» disse Egrimm «Venite, discepoli!»
Quindici maghi dalle vesti multicolori si materializzarono nella sala, pochi, gli altri dovevano essere rimasti impegnati nei combattimenti o morti, tuttavia sarebbero bastati, almeno per un po’.
Subito dopo altri maghi apparvero nella sala, tra le fila dei seguaci di Volkmar, li riconobbe, erano tutti del Collegio della Luce, coloro che non aveva coinvolto nei suoi piani, Kant doveva essere riuscito a convincerli che davvero il patriarca era un adoratore di Tzeentch.
In un attimo valutò la forza e la capacità dei singoli maghi nella sala, il potere di Volkmar e la possanza dei guerrieri dell’Inquisizione e comprese subito che sarebbe finita molto male e molto in fretta.
Sorrise tra sé, i suoi piani erano stati distrutti, eppure ora il brivido dell’imprevisto e la necessità di nuovi piani e macchinazioni lo allettavano.
Era come uno scultore che dopo aver tanto dedicato alla sua opera decida di passare a qualcosa di nuovo.
Sollevò la mano destra, una palla di fuoco indaco apparve su di lui, con un ampio gesto del braccio la sfera piombò su un gruppo di tre lancieri, avvertì il tentativo di Kant di fermarlo.
Troppo tardi.
L’esplosione scagliò i tre uomini a terra, poi due di essi cominciarono a urlare e si portarono le mano al volto mentre bocca e occhi cominciarono a espandersi e allargarsi, l’interno dei corpi cominciò a fuoriuscire mentre anche le braccia furono inghiottite, come se qualcuno avesse tirato la pelle per rivoltarla e avvolgerne il proprietario.
Dalla carne viva esposta apparvero occhi e braccia sottili, bocche irte di denti aguzzi, mentre ancora si sentivano le urla delle vittime, infine i corpi si rivoltarono del tutto, cinque braccia e due gambe rosacee erano apparse assieme a bocche enormi.
Gli orrori si scagliarono sui nemici più vicini, che arretrarono, Egrimm percepì l’incertezza e la paura dei maghi, persino di Kant, e attaccò ancora, un cancello infernale avrebbe potuto far fuori quasi tutti i nemici e rimandare di qualche ora la sua sconfitta.
Convogliò i venti della magia, ma vide Volkmar farsi avanti:«Schiavi del Caos, crollate di fronte al potere di Sigmar!»
Un’aura di potere immensa permeò la stanza, gli orrori urlarono e sparirono in un’esplosione di magia mentre tre dei suoi discepoli si gettarono a terra urlanti.
È ora di andare.
Egrimm si voltò e impose le mani sul portale della cripta, che si aprì di colpo, prima di fiondarsi oltre si voltò verso i suoi discepoli:«Tratteneteli più che potete, poi oltrepassate questo varco.»
I suoi discepoli, gli Apprendisti, annuirono all’unisono.
   
 
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