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Autore: AlexBlack    07/01/2016    4 recensioni
Primo tentativo di OS storica.
Dal testo:
Viola guarda fuori dalla finestra. Guarda il cielo, in particolare. Non riesce a fare altro, se non stare seduta a osservare il mondo oltre quel debole vetro. Non vuole mangiare: probabilmente vomiterebbe. Non vuole leggere, non vuole dipingere, non vuole uscire. Uscire a fare cosa, si chiede poi. Come se ci fosse effettivamente qualcosa per cui valga la pena mettere un bel vestito e fare una passeggiata.
Trema Viola, mentre non distoglie lo sguardo dal cielo che ora è terso. Si chiede per ancora quante ore rimarrà così pulito: il suo cuore perde un battito quando realizza che la notte piano piano si sta avvicinando.
Genere: Angst, Drammatico, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Guerre mondiali
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Con il viso rivolto al cielo





 
Viola guarda fuori dalla finestra. Guarda il cielo, in particolare. Non riesce a fare altro, se non stare seduta a osservare il mondo oltre quel debole vetro. Non vuole mangiare: probabilmente vomiterebbe. Non vuole leggere, non vuole dipingere, non vuole uscire. Uscire a fare cosa, si chiede poi. Come se ci fosse effettivamente qualcosa per cui valga la pena mettere un bel vestito e fare una passeggiata.

Trema Viola, mentre non distoglie lo sguardo dal cielo che ora è terso. Si chiede per ancora quante ore rimarrà così pulito: il suo cuore perde un battito quando realizza che la notte piano piano si sta avvicinando. Si ricorda il rosso, le fiamme, le grida. Non vuole che accada ancora, ma sa che quando il buio scenderà sopra di lei, loro colpiranno.

Viola vorrebbe piangere, mentre ancora guarda il cielo, e aspetta. Le grida di ieri notte proprio non vogliono uscire dalla sua testa. E ci prova, ci prova a non pensarci, ma prepotenti le invadono la mente e arrivano insieme alle fiamme. Trema ancora e si porta le gambe al petto. Le avevano detto che la guerra era combattuta solo al fronte, ma le avevano mentito. Perché chi le aveva detto tutto ciò probabilmente ieri non era presente quando la casa di Susan, la sua migliore amica, era andata in fiamme. Era scoppiata. E Viola le sente ancora le esplosioni. E sente ancora le grida di dolore e di spavento. Anche lei aveva gridato.

Una lacrima le percorre la guancia. Guarda il cielo e pensa che l’unico modo di difendersi è essere fortunati. Non bisogna trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato. Come era capitato a Susan. Era successo tutto in qualche secondo. Un rumore sordo, un'esplosione enorme, fumo, fuoco, urla. Viola era seduta proprio dov’è seduta ora, ma invece del cielo guardava la casa della sua migliore amica, e altri cinque o sei palazzi intorno, venire distrutti. Ora ci sono solo delle macerie, là.

La paura la invade. Il dolore si espande. Oggi magari toccherà a lei. Si chiede come si fa a proteggersi dal cielo, ma proprio non riesce a trovare una risposta. Sente i lamenti deboli della mamma che la implorano di mangiare, ma pensa che sia inutile: magari stasera potrebbe non esserci già più. Potrebbe essere solo polvere nella strada di nessuno, sangue sui cocci di casa sua. Pensa che muoversi di lì sia insensato. Stasera potrebbe essere già carne spazzata via dal vento. Magari sarà la prima, o magari sarà l’ultima e le toccherà vedere quante case verranno spezzate prima della sua. Magari sarà semplicemente in mezzo. Una delle tante. Il suo sangue si mescolerà a quello già presente in strada e nessuno saprà più nulla di lei.

Viola non lo vuole il cibo. Viola non vuole leggere, non vuole dipingere. Non vuole neanche uscire,  perché non vede il motivo di camminare tra il sangue di persone che neanche conosce. Domani, quel sangue potrebbe essere il suo. Le avevano detto che la guerra non sarebbe arrivata da lei, che a Dresda sarebbe stata al sicuro. Ma avevano torto. Viola sta aspettando. Con il viso rivolto all’insù, che guarda il cielo terso. Non capisce come una tale disgrazia possa arrivare da un elemento così puro come quest’ultimo. Le vede le fiamme, le vede ancora nella sua testa. È colpa del cielo, perché le bombe arrivavano da lassù. Le sente le grida, le sente ancora, e sa che probabilmente urlerà anche oggi. Sta solo aspettando il momento.

Ha voglia di piangere, Viola. Prima che sia troppo tardi, prima che non le sia più concesso nemmeno quello. Prima che diventi polvere e sangue e prima che qualcuno gridi per lei, come lei ha fatto per Susan. Ha voglia di piangere, prima che arrivi la notte.
 
 



*

Piccola oneshot storica. È la prima di questo genere, ma ho sempre sognato di scriverci qualcosa a riguardo. Si riferisce ai bombardamenti degli Alleati alla città tedesca di Dresda nel ’45. Il primo bombardamento fu di notte, quello che ha distrutto la casa di Susan, il secondo, però, arrivò di giorno, ma questo Viola non lo sa ancora. Spero possa piacere (la mia piccola fonte è Wikipedia). Grazie di aver letto.
   
 
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