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Autore: Threeara_Alex    08/01/2016    0 recensioni
- “Cosa rappresenterebbe il tuo graffito?” Chiesi avvicinandomi.
Lui si voltò, una macchia di blu sulla guancia e due caldi occhi castani che si incatenarono ai miei.
“Un cielo.”
Fissai il rettangolo completamente blu sul muro.
“Non credi che con delle stelle sarebbe più bello.”
Lui ci rifletté e poi scosse la testa.
“Mi piace di più così.” -
Oneshot scritta prendendo spunto da The Divine Zero
Genere: Angst, Song-fic, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Altri, Vic Fuentes
Note: OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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How I'm Becoming A Work Of Art


Le stelle sono come puntini luminosi ma non abbastanza vicine da poter illuminare la tua vita, come occhi che ti fissano, o come mille bruciature di sigaretta che pizzicano ancora impresse nella pelle.

Lui è come le stelle. Credi di averlo vicino, di poterlo toccare realmente e godere del suo calore, di averlo capito e invece ti sorprende sempre, con le sue parole da poeta. Vorresti poter nuotare nei suoi pensieri, vorresti capire ciò che pensa e invece rimarrà inesplorato come i fondali degli oceani.

***

 

Capisco che è troppo tardi quando non lo trovo seduto sul divano come suo solito. Capisco che è troppo tardi quando non vedo le sue Vans nere vicino alla porta. Capisco che è troppo tardi quando uscito dalla porta sul retro vedo le sue impronte a nido di ape sulla sabbia allontanarsi dal nostro posto sicuro

Sento il panico serrarmi la gola mentre affondo i piedi nella sabbia. È come se affogassi nella mia stessa aria, i polmoni ormai solo uno stupido organo inutile.

 

Mentre il mio sguardo vaga sulla distesa di sabbia attorno a me, ricordo la prima volta che vidi i suoi occhi nocciola.

 

“Cosa rappresenterebbe il tuo graffito?” Chiesi avvicinandomi.

Lui si voltò, una macchia di blu sulla guancia e due caldi occhi castani che si incatenarono ai miei.

“Un cielo.”

Fissai il rettangolo completamente blu sul muro.

“Non credi che con delle stelle sarebbe più bello.”

Lui ci rifletté e poi scosse la testa.

“Mi piace di più così.”

Annuii poco convinto e lui sorrise, un sorriso bianco, pieno e lievemente tendente verso destra. Strinse lievemente le spalle.

“Sono un artista incompreso.”

“Perché incompreso?”

“Tu non hai capito perché non ho fatto le stelle, quindi.” Quei occhi caldi, grandi e arrossati mi fissarono come se stessero vendendo dritti la mia anima. “Sei una persona interessante.”

Io gli sorrisi timido arrossendo per quel complimento.

Ci sdraiammo sul prato verdognolo del parco e contammo le stelle. Dopo un po’ lui mi chiese se volessi vedere perché era un artista incompreso. Io annuii e lui, sotto la luce della luna, si tirò su le maniche della maglietta mostrandomi gli avambracci. Erano entrambi marchiati, segnati da strisce rosse. Le cicatrici scure erano intervallate da linee colorate di pennarelli.

“Sono un'opera d'arte.” Disse lui fiero. “Hai mai sanguinato acquerelli?”

Io scossi la testa mentre fissavo senza capire il suo viso felice.

 

Perché sei dovuto scappare proprio ora? Ero quasi riuscito a ripulirti. Perché devi combinare casini ogni volte che riesco ad aiutarti. Sento uno sparo e spalanco gli occhi terrorizzato. E con quello sparo è come se il mio incubo più grande sia diventato realtà. Corro verso il rumore, la paura di aver perso la mia droga, il mio sorriso, la mia stella.

 

Trovo il suo corpo stanco sdraiato tra le dune, il suo volto sorridente che si gode l'ultimo raggio di sole della giornata, una macchia rosso accesa all’altezza dello stomaco sulla sua maglietta bianca. Mi avvicino a lui e gli prendo la mano.

“Ehi piccolo artista.”

“Ehi.” Sussurra piano lui guardandomi con i suoi occhi profondi.

“Perché lo hai fatto?”

“Ero stanco.”

Vedo la quantità di sangue sulla sua maglietta e so che non c'è più niente da fare. Nessuna ambulanza da chiamare, nessun dio da pregare.

 

La vita che sembra quasi uno scherzo. Che ti fa lavorare, ti fa vivere e per cosa poi?

Do un leggero bacio sulle sue labbra è lui sorride.

“Visto, sto sanguinando acquerelli.”

Un piccolo sorriso si forma sulle mie labbra mentre delle calde lacrime di dolore scendono lungo le mie guance, cadendo a terra.

“Ti amo.” Sussurro piano.

“Anche io.” Mi sorride. Il suo bellissimo sorriso sbieco.

Sento la mia felicità scivolare via insieme al suo sangue.

Il panico di prima ora trasformato in tristezza e dolore.

Non ci saranno più stelle da contare insieme. È andato. Lui è andato come il sole, tramontato dietro al mare.

Vic è andato, il mio sole è andato.

Tutto il mio mondo è andato,  perché io senza lui non sono nulla.

Sono tornato ad essere il povero Kellin Quinn.
Solo.


 

   
 
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