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Autore: violaserena    08/01/2016    0 recensioni
Una ragazza decide di compiere un gesto estremo: forse così i suoi genitori capiranno cosa è veramente importante. Le cose però non vanno come previsto. Dopo una serie di disavventure, grazie all’aiuto di una persona misteriosa, comincerà a capire un po’ di più se stessa e il mondo che la circonda. Alla fine, forse, non tutto è così crudele come sembra.
Genere: Generale, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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CAMBIAMENTO



La realtà che vediamo è davvero reale? Il mondo che vediamo intorno a noi è, o per lo meno sembra, ogni giorno lo stesso. Non credete che anche ora state vivendo in una realtà che non è in alcun modo al di fuori dell’ordinario?
Un ragazzo timido che è appena arrivato in una nuova città, una ragazza un po’ distaccata dal mondo, un ragazzo che sembra trovare la felicità anche da solo, una ragazza dal passato misterioso sono tutte persone che potremmo vedere intorno a noi.
Ci sono, tuttavia, momenti in cui qualcosa accade e la realtà mostra un altro lato della sua faccia.
Un evento improvviso che distrugge la pace e instilla l’agitazione nei cuori. E lì c’era una sfortunata ragazza che aveva guardato in una di quelle crepe. A dire il vero, sarebbe dovuta morire due giorni addietro.
Quella ragazza era nata in una famiglia ordinaria, aveva vissuto una vita agiata e senza problemi. Tuttavia, un giorno aveva ricevuto una lettera e da quel momento la sua vita era cambiata. Nella lettera c’era scritto ‘È possibile perdonare un gesto del genere?’ e poi c’erano delle foto di suo padre con un’altra donna.
La ragazza non disse niente né a suo padre né a sua madre, però aveva bisogno di parlarne con qualcuno. Fu così che conobbe su Internet un ragazzo che aveva avuto un’esperienza simile alla sua. Cominciarono a scriversi ogni giorno e, in breve, quel ragazzo divenne il suo migliore amico.
Più passava il tempo, più quelle scene ordinarie di vita familiare le apparivano sempre più disgustose. Decise così di mettere nella buca delle lettere una busta contenente le foto incriminanti in modo tale che sua madre le vedesse.
Tuttavia, benché sua madre avesse trovato le foto, non cambiò nulla. Sembravano sempre la stessa famigliola felice di un tempo.
La ragazza decise così di scomparire per vedere se almeno quello avrebbe cambiato qualcosa, per vedere se i suoi genitori avrebbero capito che cosa dovevano considerare importante. Decise di scomparire insieme al suo migliore amico.
Era stato un pensiero sciocco, ma in quel momento la sua decisione le era sembrata giusta e poi le parole del suo amico le avevano dato una forza che pensava di non avere. Voleva vedere in faccia quella persona che provava le sue stesse emozioni. Anche se fosse stata una menzogna, non aveva comunque niente da perdere. O almeno così pensava.
Quando incontrò quello che si presentò come il suo amico, capì subito che in realtà non era lui. Ma lo seguì comunque perché credeva che, se fosse scappata via in quel momento, non sarebbe riuscita a perdonarselo.
Per cui, quando la rapirono, molte emozioni, tra cui rabbia, sorpresa, rimorso, le attraversarono la mente. Tuttavia, appena prima di svenire, accettò quello che stava accadendo come il proprio destino. Perché mai avrebbe dovuto preoccuparsi di quello che le stava succedendo? Stava per scomparire dal mondo senza che nessuno lo sapesse. Se non fosse stato che qualcuno, in realtà, lo sapeva.
Mentre la ragazza era svenuta, il mondo continuava a girare come se nulla fosse. Girava però verso una direzione radicalmente opposta rispetto al destino che aveva accettato. Difatti una donna di nero vestita e con indosso un casco giallo e blu la salvò.
La fece salire sulla sua motocicletta e poi le spiegò, tramite lo schermo del cellulare, che le era stato detto di portarla in un certo posto. La motocicletta nera era completamente silenziosa, tranne in alcuni momenti in cui nitriva come un cavallo. Sembrava una situazione del tutto irreale. Ma il corpo che stringeva tra le braccia disse alla ragazza che quello che stava accadendo era senz’altro reale. Si chiese che cosa ci fosse dietro quel calore che percepiva, cosa pensava quella persona, cosa sapeva e come aveva vissuto fino a quel momento. Si chiese anche come appariva lei agli occhi di questa persona.
A un certo punto si fermarono. La donna le mostrò il cellulare: c’era scritto ‘C’è qualcuno che ti aspetta sul tetto’. La ragazza scese dalla motocicletta, ringraziò la persona che l’aveva salvata e incominciò a salire le scale dell’edificio davanti al quale era stata portata.
All’inizio non vide nessuno, poi dall’ombra comparve una figura. Era il suo amico, questa volta non c’erano dubbi.
«Piacere di conoscerti» sorrise lui.
«Piacere mio. Sei stato tu a organizzare il mio salvataggio?».
«Si, sono stato io».
«Grazie infinitamente».
«Eri spaventata?».
«Si».
«Dev’essere stato terribile».
«Si… Ma come facevi a sapere quello che mi era successo?».
«Perché sono stato io a dirgli di rapirti. Così come sono stato io a dire alla motociclista di salvarti».
«Che significa?» domandò spaventata.
«Pensavi di voler morire e poi sei stata rapita. Ti sei arrabbiata con te stessa per aver provato paura. Provare a resistere vuol dire andare contro l’iniziale desiderio di morire, quindi hai pensato di accettare il tuo destino. Ma dopo essere stata salvata, hai provato un grande sollievo. Volevo vedere il tuo viso dopo essere passata attraverso tutto questo. Volevo vedere la tua faccia mentre rimanevi senza parole per il modo in cui sono riuscito a vederti dentro».
«Perché?».
«Perché? Vediamo… Penso che la risposta potrebbe sembrarti molto filosofica. Se dovessi spiegare la motivazione delle mie azioni, ti direi che mi piacciono gli esseri umani. Gli umani sono così interessanti e intriganti che non posso proprio resistere. Ah, e quando dico che mi piacciono gli esseri umani non intendo dire che mi piaci tu. È importante sottolinearlo».
«Erano tutte menzogne?».
«Hai finalmente capito la situazione in cui ti trovi? Guarda» indicò un punto verso il basso. «Da qui si sono già buttate alcune persone. Non lo definirei proprio un posto famoso per i suicidi, ma ho sentito che se ti butti da qui muori di sicuro. Forza, guarda là quella macchia di sangue».
La ragazza la guardò intensamente, spaventata.
«Tu pensi di essere speciale? Le cose non stanno così. Siamo tutti sullo stesso piano. Non c’è una singola persona su questo pianeta che possa vivere la propria vita onestamente. Anche tu hai almeno uno o due segreti, no? Hai pensato che i tuoi genitori, rispetto a te, sono meschini?».
«Quello…».
«Se posso dirti come la penso… Penso che tutti quelli che hanno commesso adulterio o che ne hanno scoperto uno hanno continuato a vivere ridendo alle pessime battute e mangiando cibo troppo dolce».
La ragazza cercò di tirargli uno schiaffo, ma lui le bloccò la mano e poi la spinse leggermente verso il vuoto dicendo: «Guarda bene. Non importa che problemi avessero, ora sono solo macchie di sangue sull’asfalto. Non importa chi fossero in vita, da morti sono andati tutti al Creatore nello stesso modo. Vuoi che ti lasci andare?».
Lei non rispose, ma guardò con timore il vuoto davanti a lei. Lui sorrise e la tirò su. «Vedi? Mah, comunque sono felice di aver potuto sbirciare nei tuoi sentimenti più sporchi. Quello che mi interessa veramente non sono i tuoi problemi, ma l’ambiente che li ha fatti nascere. E se posso aggiungere una cosa, sei stata terribilmente noiosa comportandoti esattamente come avevo previsto. Sapevo sin dall’inizio che non volevi morire. Alla prossima, allora. Mi sono divertito».
La ragazza guardò nuovamente giù. Esitò solo per un breve istante. Sarebbe riuscita a ferire quell’uomo se si fosse suicidata? Ma poi pensò che forse stava solo aspettando l’occasione, che si era rivelata essere quelle parole pronunciate da quell’uomo.
Si buttò, ma all’insaputa della ragazza la motociclista la salvò di nuovo.
«Perché?» le domandò.
La donna le fece vedere il cellulare: ‘Perché il mondo non è crudele quanto credi’.
Dall’alto dell’edificio l’uomo sorrise e sussurrò: «Nonostante ti avessi detto di seguire le istruzioni… Non ti facevo così».
In quel momento la ragazza pensò ai suoi genitori. Suo padre e la sua amante, suo padre e sua madre. E pensò agli eventi che accadevano senza che lei lo sapesse. Era possibile che non fossero tanto maliziosi, egoisti e detestabili quanto lei pensava che fossero. Era possibile che non fossero nascosti da debolezze e compromessi.
Guardò in alto. Mentre tornava a casa, decise di perdonarli. Da quel giorno cambiò il modo in cui lei vedeva il mondo. Ci sono tanti sogni quante sono le persone e altrettanti segreti. Aveva realizzato che era una cosa naturale.
La ragazza si chiedeva se prima o poi avrebbe potuto dirlo anche lei: ‘Il mondo non è crudele quanto credi’.
In quel momento, poco lontano, la donna vestita di nero scese dalla motocicletta. L’uomo, anzi il giovane che aveva parlato con la ragazza, sorrise. «Non sapevo fossi una paladina della giustizia. E io che pensavo di avere assunto solo un eccellente corriere».
‘Sei responsabile anche per le altre persone che in passato si sono buttate da lì?’ scrisse sul cellulare.
«Impossibile. Non sono una persona così malvagia, ma neanche così gentile da fermare una persona che vuole morire».
La donna salì in groppa alla motocicletta e sfrecciò via.
«È stato divertente, corriere» sorrise il giovane.

 




Angolo Autrice.
Ciao a tutti! :)
Spero che questa One shot vi possa piacere. Ho cercato di affrontare una tematica delicata come il suicidio in una maniera un po’ diversa dal solito, forse un po’ “dura” in alcuni punti.
Se vi va, fatemi sapere che cosa ne pensate.
A presto,
Violaserena.

  
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