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Autore: war    09/01/2016    0 recensioni
Un anno di studio all'estero, nella capitale europea considerata il simbolo del romanticismo... E un sacco di guai!
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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MICAELA SALEMI

Quella sera l'appuntamento era a casa mia per le nove. Un buon orario, che permetteva a tutti di mangiare con calma e prepararsi per quella che sarebbe stata la più lunga notte finora sperimentata.
"Non ci credo!!!!! Lo avete fatto davvero?!?! Dove, come, quando e perchè!?!" gridò Jess iniziando a saltellare nel salotto come una cavalletta impazzita. Lothar e Raja sollevarono di scatto la testa dal loro libro mentre Ramon emise un sospiro rassegnato.
Come al solito Haruy era in ritardo e sebbene gli avessi detto che avrei aspettato lui per dare i dettagli della nostra impresa Jess mi aveva tormentata talmente tanto che alla fine glielo avevo confessato.
Dopo quell'esclamazione sentii uno sguardo di ghiaccio trapassarmi la nuca e voltandomi con discrezione incrociai gli occhi cerulei di Heinz. Pareva quanto mai infastidito ed io attribuii il tutto alla confusione che stavamo facendo. "Adesso basta Jess! Ti ho detto quello che volevi sapere, per i dettagli devi aspettare Haruy!" protestai, inconsapevole che quelle parole non solo fomentavano l'equivoco ma stavano facendo innervosire parecchio il king. Notai che Raja osservava di nascosto la scena, come se non sapesse cosa fare. Doveva avvicinarsi al gruppetto composto da me, Ramon e Jess o doveva restare al basso tavolino di legno a studiare con Lothar? A volte la sua indecisione sconfinava nel ridicolo. Perchè accidenti non faceva semplicemente quello che voleva, senza porsi troppi problemi su quello che gli altri potevano pensare? E con un leggero senso di colpa mi ritrovai a pensare che una pesona così cervellotica viveva indubbiamente male.
E su quel pensiero ne arrivò un'altro, in merito ad un modo di vivere davvero troppo libero. Jess mi aveva afferrata per le spalle e aveva esclamato "Scommetto che dopo quello la tua eccitazione era a livelli stratosferici... Lo hai messo sotto?" "Non dire scemenze! Non ho messo sotto proprio nessuno!" esclamai arrossendo. "Oh Miki! Siamo solo animali più evoluti, ma dopotutto siamo animali!" si difese lei. "Ragazze, non mi aspettavo certo di sentire certi discorsi fatti da voi! Delle creature così fragili ed eteree..." si intromise Ramon, per evitare che la questione degenerasse. "Oh avanti! non dirmi che voi non parlate di certe cose negli spogliatoi! Guarda che ho un fratello maggiore e so benissimo cosa vi dite! ho origliato infinite volte alla porta della sua stanza!" ammise la rossa con aria di chi la sapesse davvero lunga. Ramon arrossì un poco, imbarazzato. "Comunque non è piacevole quando lo dicono di persone che conosci!" si difese. "Vuoi dire che non hai detto a nessuno di aver visto me e Miki praticamente nude?" chiese lei. "NON eravamo nude!" gridai avvampando e vergognandomi ancora profondfamente per quell'episodio. Lothar sollevo di scatto il capo fissando Ramon con aria di gelido rimprovero.
In quel momento qualcuno suonò al campanello di casa e anche il ritardatario del gruppo ci raggiunse. Raja andò a riceverlo all'ingresso mentre Haruy la salutò con un sonoro bacio sulla gota che la fece arrossire e con disinvoltura appoggiò il suo casco sulla testa della giraffa portacd.
"Guarda che se me la decapiti me la ricompri!" protestai vivacemente mentre il ragazzo dai capelli neri ridacchiava. "Zitta, sei in debito in un infarto! Mi sono quasi cagato im mano l'altro giorno!" "Come puoi dire così? E' stata l'esperienza più meravigliosamente bella di tutta la mia vita!" protestai mettendo il broncio. "Meglio di quella cosa là non credo proprio!" incalzò Jess. "Ma ti si è scatenato l'ormone? Non scadere nel volgare!" la riprese Ramon. "Guarda che io non ho detto nulla, sei tu il maniaco che pensa subito male!" si difese lei. Raja sorrise timidamente poi andò a prendere di nuovo posto difianco a Lothar, sfiorando appena la sua spalla con la propria. Osservai per un secondo quel gesto e mi trovai a pensare che non era quello l'atteggiamento giusto per avvicinarsi al biondo capitano. O forse, chissà, che non fossero proprio la dolcezza e la timidezza le armi adatte a vincere la sua resitenza... "Ragazzi, quando io e Miki ci siamo lanciati nel vuoto... Ah, non so come descriverlo! Era adrenalina allo stato puro! E pensate che non mi sembrava nemmeno di cadere... Se quella fulminata me lo avesse detto non credo che l'avrei mai fatto ma mi ha messo davanti al fatto compiuto... Comunque... voglio rifarlo quanto prima! Anche perchè adesso che so bene cosa aspettarmi mi godrei diecimila volte di più ogni cosa!" stava raccontando Haruy entusiastissimo del lancio col paracadute che avevamo fatto.
Mi sedetti vicino a Lothar e gli sorrisi, senza dire nulla. "Se mi ammazzavi il portiere ci mettevo te fra i pali! Come accidenti ti è venuta un'idea del genere?!" ringhiò. "Se vuoi la prossima volta salto con te..." azzardai ma lui mi fulminò con lo sguardo prima di dire "Ragazzi, basta cazzeggiare! Siamo qui per preparare l'esame di letteratura francese."
Haruy e Jess sbuffarono ma presero posto al tavolo menre Ramon si sedette senza dire nulla e recuperò i libri dallo zaino.
L'insegnante di letteratura francese, era un ometto dalla figura fragile ed eterea, che pareva vivere in un mondo tutto suo e galleggiare a dieci centimetri sopra il suolo caplestato da noi gente comune. Aveva una carnagione pallida e i capelli scuri contribuivano a rendere ancora più 'fantasmosa' la sua figura, per non parlare poi degli inquietantissimi occhi grigi sempre un po' sbarrati, come se fosse costantemente in preda alle allucinazioni, ma l'apparenza era molto lontana dal suo vero io. Purtroppo a quel docente non sfuggiva proprio nulla ed era uno dei più infami dell'università, tanto che si era creata la leggenda che nessuno sutdente aveva mai passato al primo colpo un suo esame. Per nostra immensa sfortuna, letteratura francese, era un corso obbligatorio per tutti noi. Dopo due ore in cui si legevano poesie, e noi ci eravamo più o meno immedesimati e improvvisati poeti, e dopo che si erano lette, rilette e discusse una marea di volte le note esplicative del libro di antologia, nonchè passati a setaccio gli appunti presi alle varie lezioni Haruy iniziò a dare segno di insofferenza, perdendo concentrazione e iniziando a fare battute.
"Io non capisco perchè questi due omosessuali non hanno scritto quello che pensavano come lo pensavano, senza infiocchettarlo troppo con queste figure retoriche che creano solo casino! Come si fa a definire poesia qualcosa che ogniuno può leggere come vuole e dargli il significato che gli pare?!" sbottò. "Condivido! Ci vuole un break. Miki hai della birra?" approvò Jess. "Birra?! Qui dobbiamo studiare! S T U D I A R E e non ubriacarci!" ringhiò Heinz alzando di scatto la testa dal libro.
"Non fare il disfattista, tanto tu passerai, sei un tale secchione!" sospirò Ramon. "Io faccio solo il mio dovere, branco di asini! Ficcatevi in quel cervello che se volete restare in squadra lo studio non va trascurato!" il tono del tedesco era secco e sprezzante. "Oh Lottie come ti ci vedo bene con frustino e la fascia con la svastica al braccio!" cinguettò Jess sbattendo le palpebre in finta ammirazione verso di lui. "Io non sono un razzista arrogante! E ti ho già detto di non chiamarmi Lottie! E non me ne frega un accidente di quello che volete o che fate! A me interessa solo avere i miei giocatori in campo, pronti a fare il loro dovere, ma se questi due idioti si fanno bocciare..." scattò lui con gli occhi accesi dall'ira. Raja si ritrasse un po' spaventata. Io gli posai la mano sulla spalla. "Heinz, guarda che nessuno ha preso poco seriamente questa notte di studio. E' solo che una pausa ogni tanto ci occorre... Non tutti riescono a stare dodici ore filate sull'obbiettivo." cercai di calmarlo. "Io non sono un idiota! E sono stanco di sentirmi trattare come una merda da te!" sbottò a quel punto anche Haruy alzandosi di scatto dal tavolo. "Ragazzi per favore... Non esageriamo..." disse Ramon, che come sempre cercava di placare gli animi. "Taci tu che non fai altro che accomodare le situazioni! E' ora che qualcuno dica in faccia a quell'arrogante patinato che il suo modo di fare sta sulle palle a tutti! E che non ha lo straccio di un amico e la sola ragione per cui fa il capitano è che ha l'immensa fortuna di essere un talento naturale!" "Come osi?! Io mi sono allenato come un dannato per essere quello che sono oggi! Come diavolo ti permetti di sputare sentenze in questo modo?! Per caso il tuo cervello si è diluito nella lunghezza dei tuoi capelli?" ringhiò Heinz. Ecco, com'era prevedibile, la tensione nervosa per l'esame e forse anche per altro era alla fine esplosa a quel tavolo... Per un momento pregai che non dovesse essere la mia casa a farne le spese ma ben presto mi resi conto di una cosa... Se le cose non si sistemavano alla svelta l'intera squadra di calcio avrebbe risentito di questi dissapori...
"Haruy, stai esagerando..." si intromise di nuovo Ramon che all'improvviso si vide lanciato in faccia il succo di frutta alla pera che c'era nel cartone sul tavolo. Il ragazzo sbattè le palpebre confuso poi strinse con forza i pugni mentre Haruy se ne andava sbattendo la porta di casa e Lothar lo inseguiva con agilità.
"Oddio non si picchieranno adesso..." gemette Raja con gli occhi violetto spalancati dall'ansia. "Sono uomini e ragionano con l'istinto anzichè col cervello" sbuffò Jess picchiettando sulla spalla della ragazza per tranquillizzarla. "Vieni Ramon, Ti accompagno in bagno... Se ti togli la maglia te la lavo subito, così magari non si macchia..." "Si, grazie... Spero che Lothar lo gonfi di botte!" ringhiò con gli occhi ambrati carichi di rabbia. Io sospirai. "Fra quei due c'è qualcosa in sospeso, io spero solo sia la volta buona che definiscano le loro posizioni." sbuffai come se mi fossi trovata davanti a dei bambini dell'asilo.
Una volta giunti al bagno Ramon chiuse la porta alle sue spalle, impedendomi di uscire e mi fissò seriamente. Per la verità con viso imbrattato di succo di frutta aveva ben poco di serio, ma il suo sguardo mi costrinse a prestargli la massima attenzione. "Io credo che Lothar si sia preso una specie di cotta per te." esordì tranquillamente. "Io credo solo di aver smosso i suoi ormoni." ribattei altrettanto seria. "Miki... Proprio per via del carettere freddo, introverso e difficile di quel ragazzo io credo che dovresti dare molta più importanza a questa cosa." mi suggerì lui. "Cosa vorresti che facessi, scusa?" chiesi fissandolo intensamente. Lui abbassò lo sguardo. "Non lo so... e' che per quanto sia... Indisponentemente antipatico... Non voglio che soffra..." "Non mi piace distribuire sofferenza gratuita. Però non posso e nemmeno voglio nascondere la naturale intesa che c'è tra me e Haruy perchè qualcuno potrebbe fraintendere o perchè questa cosa potrebbe dare fastidio. Non mi piace indossare maschere, me ne attribuiscono già troppe." ribattei. "E' una situazione del cavolo" sospirò lui lavandosi il viso. Osservai in sulenzio i muscoli della sua schiena, il loro giuzzare sotto la pelle ambrata e per un momento mi parve di vedere qualcosa di diverso. Non l'accomodante Ramon, che faceva sempre da pacere ma un ragazzo dotato di una grande forza e di un grande equilibrio interno. Un uomo maturo. Possibile che le tensioni dei suoi muscoli mi lascessero intendere proprio quello? Forza composta, trattenuta, incanalata e dominata dalla ragione. Chiusi gli occhi e mi appoggiai al legno della porta. "Sei stanca?" chiese lui pochi istanti dopo. "No, stavo solo pensando... Che adesso dobbiamo davvero concentrarci sullo studio. Non voglio essere stampata all'esame di domani."

Erano le quattro di notte quando chiudemmo anche l'ultimno libro. Il nostro destino era nelle mani del fato e Jess lo fece notare teatralmente per poi esclamare "Raja! Perchè non ci fai le rune? Tu sei bravissima in queste cose, ci prendi sempre!" "Cosa sono le rune?" chiese Ramon sospettoso. "Rituali magici!" esclamò Jess allegra e carica come se fosse tarda mattinata e non notte fonda. Io guardai l'altra ragazza che sorridendo appena fece un cenno di approvazione. "Non è pericoloso?" chiese Ramon ancora diffidente. "Ma no! Non è mica una seduta spiritica! Però se ti fa stare meglio ti terrrò fra le mie braccia!" lo tranquillizzò Jess con un abbraccio che lo spiazzò non poco.
"Ti servono le candele Raja?" chiesi iniziando a raccogliere dal tavolo tutti i libri che vi giacevano sopra. "Se hai quella al profumo di gelsomino... Mi aiuta a rilassarmi." "Ma certo!" dissi andando a prendere quanto richiestomi. Ramon ci fissava sempre più sospettoso e diffidente. "Raja, visto che abbiamo fra di noi un miscredente che ne dici di partire prima da lui?" proposi allegra. Lei annuì e sorrise al ragazzo mentre estraeva dal suo zaino un sacchetto di panno nero in cui si sentivano tintinnare dei sassolini... Padron, dei cristalli!
"Pesca tre pezzi a caso dal sacchetto, con la mano sinistra..." disse lei tendendo il sacchetto a Ramon. "Posso mischiarle prima?" chiese lui dubbioso. "Si. Non c'è problema." riconobbe lei. "Aspettate, che cosa chiediamo?" chiese Jess incrociando le dita sotto il mento e socchiudendo gli occhi con aria felina.
"L'esito dell'esame. e' la cosa che piùmi preme in questo momento!" ribattei seria e attenta. "Uffa... Ed io che volevo chiedere dell'amore..." "L'ho detto che hai l'ormonella sballata..." sbuffai mentre Raja ridacchiò e le assicurò che avrebbe fatto un giro anche su quello.
Ad un tratto il cellulare di Jess fece un suono stranissimo... Pareva l'ululato di un lupo. "che diavolo è?" chiese RAmon sul chi vive. Tranquillo, è Ryan che mi messaggia. Deve aver finito la sua esibizione..." "Chi è Ryan?" chiese il ragazzo perplesso. "Un ragazzo con cui sto uscendo. E' un cantante Rock... Prima o poi ve lo presento e andiamo a vederlo suonare... E' strafigo ma a volte è un po' l'uomo cozza." disse lei prendendo il cellulare e andando a leggere il messaggio. Poi fece una faccia strana. Ramon chiese a Raja cosa significava uomo cozza. "Allora, ci sono diverse tipologie di uomini con cui esci. L'uomo zerbino è quello che farebbe di tutto per te e che alla fine dimostra di non avere un grammo di spina dorsale. Poi c'è l'uomo piovra ed è quello che ancora non sei salita sulla sua macchina e già sta allungando le mani. L'uomo cozza è quello che ti si attacca addosso come una cozza allo scoglio e vuole sapere anche quando respiri. Poi c'è l'uomo gatto che è quello che si arruffiana le tue simpatie e intanto si fa bellamente i suoi comodi..." "Credo che questa diventerà una serata davvero costruttiva per me!" ridacchiò Ramon "Allora ragazzi, sentite qui che mi scrive... Smonto adesso dalla serata al pub. Successone e ragazze a frotte, ma nessuna paragonabile a te... Adesso mi berrò un po' di champagne e mi mangerò delle fragole tutto da solo... quando mi farai compagnia? Un bacio dovunque tu voglia..." lesse Jess con gli occhi brillanti di malizia. "Com'è dolce e carino!" esclamò Raja con gli occhi brillanti e un po' sognanti. "See.... Beata innocenza!" sbuffò Jess. "Gli rispondi?" chiese Ramon. "Certamente! Miki, che suggerisci?" "Sii piccante ma mantienila sullo scherzo, così puoi sempre fare marcia indietro!" suggerii. Jess sorrise bieca. Ramon ci fissò a turno, ormai consapevole di essere finito nella nostra tana. Dopo un po' di suoni vari Jess disse "Ecco fatto... Sentite se va bene!" e dopo un po' di cosultazioni il messaggio che venne impostato suonava piùo meno così...
"Di poesie d'amore platonico ne ho saturo il cervello... Se avessi a disposizione fragole e champagne non li sprecheri di certo per un fai da te... Comunque, ti concedo di sognarmi fino al prossimo incontro... Attento, quel bacio potrei davvero volerlo in un posto inimmaginabile!"
"Raja, tappati le orecchie che tu non sei come queste due...Iene!" riconobbe Ramon. "Moi?!" sbottammo all'unisono io e Jess per poi ridere allegramente. Qualcuno bussò alla porta di casa e mi chiesi chi fosse il pazzo ad essere ancora in giro alle cinque meno un quarto della mattina. Andai ad aprire e mi ritrovai davanti Haruy. La sua espressione era un po' abbattuta e un po' seccata. "Vi siete chiariti?" chiesi facendolo entrare. "Indubbiamente. Mi ha sospeso dalla squadra." annunciò rigido. "Come?" esordì incredulo Ramon. Io sgranai gli occhi e non avendo nulla da dirgli, perchè capivo bene che le parole in quel momento non servivano a niente gli presi la mano nella mia.
"Ragazzi, ho bisogno di una mano... Non ho studiato nulla e non posso certo dare l'esame domani... Anche se a questo punto una bocciatura non cambierebbe proprio niente." ammise Haruy stringendo più saldamente la mia mano. E così, per spirito di amicizia e di solidarietà riprendemmo in mano i libri e continuammo a studiare, bevendoci ettolitri di caffè.

Ci trovammo tutti tranne Heinz, in mensa il giorno dopo. Avevamo delle facce da fare spavento ma le impressioni a caldo e generali che ci scambiammo su quel compito furono positive. Sicuramente il fatto che l'infame avesse poi optato per un test scritto ci era stato di grandissimo aiuto perchè con lo stato di rintronamento che avevamo in una prova orale la lingua si sarebbe fin troppo spesso aggrovigliata. Cercai per qualche tempo la testa bionda di Lothar ma non riuscii a vederla e alla fine mi arresi a non poterci scambiare nemmeno una parola. Certo che non mi sarei mai aspettata che il king mettesse fuori il miglior portiere del campionato solo per uno scontro verbale un po' troppo acceso... Cosa accidenti c'era sotto? Che fosse geloso di Haruy? L'idea era così ridicola che l'accantonai subito. Figuriamoci se mister vivo per la palla poteva solo pensarla una cosa del genere! Se glielo avessi detto mi avrebbe fatta internare come pazza! "Ragazzi, io vado a dormire... non ce la faccio più a tenere gli occhi aperti..." pigolò Raja alzandosi dal tavolo. "Vengo anch'io. Sono devastato" approvò Haruy seguendo la ragazza. Ramon si era addormentato al tavolo appoggiando il mento sul dorso della mano e Jess lo stava fissando intensamente. "Però... Non avevo mai notato quanto fosse carino in realtà. Di solito non lo si osserva a lungo perchè pare un tipo molto comune e gentile." mi disse ed io mi ritrovai a fissare com più attenzione le linee di quel viso. Pulito. Era il termine che rendeva meglio l'idea. "Si è molto carino... Ma ho assolutamente bisogno di un caffè... Macchiato caldo per te?" "Si, grazie..." sorrise lei.
Ero in coda al bar quando sentii un profumo molto familiare e una presenza alle mie spalle. Mi voltai e riconobbi subito Heinz, anche se avrei dovuto svegliarmi molto prima dati gli urletti che molte ragazze stavano facendo per attirare la sua attenzione. "Hai qualcosa da ridire?" chiese lui duro e sprezzante. "Dovrei?" ribattei altrettanto dura. Lui parve spiazzato ed io lo lasciai macerare un altro po' nel suo brodo. "Heinz... Se Haruy ha passato l'esame con un voto sopra il venticinque perchè non annulli la sospensione?" chiesi alla fine. "Se chiederà scusa ci potrei pensare." rispose lui. "Un soldato da solo non fa la guerra... Le sue scuse in privata sede e un voto sopra il venticinque: il tuo orgoglio si deve accontentare. Lui è il migliore in porta, lo sai anche tu. Se non gioca non otterrete l'ottimo risultato avuto fin ora." "Dannazione lo so benissimo! Ma ci sono regole che devono essere rispettate e sulle quali non transigo! Se lo facessi anche una sola volta perderi credibilità. Non posso permettermelo!" "Eravate tutti e due molto tesi per questo esame... Avete detto cose che non pensate davvero, ne sono sicura... E poi, non le ha sentite nessuno..." mi parve di sentirlo sospirare e la sua espressione si ammorbidì un po'.
"Immagino che per vincere il campionato i sacrifici da fare non siano solo in termini fisici di sudore a fatica... E sia. Ma non un punto sotto il venticinque!" ribattè allontanandosi dalla fila. Mi ritrovai a sorridere... Lothar era davvero incomprensibile... si era messo in fila solo per parlarmi? Ma il suo cervello non poteva essere un po' meno complicato? E pensare che avevo sempre creduto che gli uomini fossero prevedibili, scontati e facili da gestire!
  
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