BABYSITTER CERCASI
Era da un po’ che Ikki meditava di cercare qualcuno che badasse al suo fratellino, visto che lui doveva lavorare e degli altri tre Bronze (principalmente del biondino) non si fidava molto. Così, un giorno che non era particolarmente impegnato si era messo al computer e, dopo due ore di duro lavoro, aveva prodotto il seguente capolavoro di annuncio.‘Cercasi babysitter femmina, disponibile da subito a lavorare 24 ore su 24, riceverà alloggio presso la famiglia.’
Sotto aveva aggiunto il proprio numero di telefono, poi aveva sparso i volantini un po’ ovunque in città.
Nonostante l’annuncio non specificasse moto bene il lavoro che si offriva, diverse ragazze si presentarono alla dépéndance di Villa Kido, dove vivevano i Bronzini. La prima selezione fu dettata dalla rabbia di Ikki: tutte le bionde e/o quelle che avevano un accento russo o che russo sembrava furono cacciate via. Vicino a Shun bastava e avanzava un Hyoga.
Le ragazze rimaste erano state interrogate singolarmente dalla Fenice, ma uscendo dal suo studio tutte fecero segno di no con la testa e qualcuna azzardò perfino una smorfia di disgusto. Ben presto non rimasero che poche aspiranti babysitter. Poi una di queste, occhi e capelli castani, fu fatta entrare nello pseudo-studio del possibile datore di lavoro.
“Come ti chiami?” le chiese la Fenice.
“Lily” rispose la ragazza.
“Sei pronta a lavorare 7 giorni su 7, 24 ore al giorno per badare al mio fratellino, che non va mai lasciato solo se no soffre?”
“Sì, adoro i bambini” fu la risposta.
Ikki alzò gli occhi al cielo, possibile che la ragazza non si fosse resa conto che non avrebbe dovuto controllare un bambino, ma un adolescente? Poi fece la fatidica domanda, quella che aveva fatto rinunciare gran parte delle aspiranti babysitter: “E se ti dicessi che a volte potresti dover accudire quattro persone invece di una?”
“E che problema c’è? Il piccolino dovrà pur poter invitare degli amichetti, se vuole” rispose distrattamente Lily.
“ASSUNTA! Sei assunta!” urlò immediatamente la Fenice, prima che la ragazza potesse ricomporsi e fuggire perchè no, di badare a quattro adolescenti non se ne era mai parlato!
La porta dello ‘studio’ si aprì quasi da sola. Un ragazzino dai capelli verdi, che evidentemente aveva origliato tutto, fece capolino e timidamente chiese alla ragazza: “Allora… posso chiamarti mamma?”
ANGOLO AUTRICE
Qualcuno ha subito traumi dovuti alla frase di Shun? Nessuno? Bene, allora forse sono riuscita a renderlo puccioso e non inquietante come qualcuno sosteneva.
Questa storia farà parte di una serie, incentrata su cosa succede in quella casa ora che è arrivata la babysitter. Purtroppo l’ispirazione per la serie va e viene, quindi gli aggiornamenti non saranno regolari, ma potrete sempre divertirvi con le storie che pubblicherò nel frattempo :)
Fatemi sapere cosa ne pensate di questo Ikki in versione datore di lavoro!
Lan Shuihua