Faults

 

Si erano incontrati nella situazione probabilmente più comune di sempre, un vero e proprio cliché da commedia romantica che le persone vanno a vedere solamente perché recita quell'attore che piace tanto alle mamme di mezz'età con un matrimonio mal funzionante. Un'alzata sbagliata, ritardo per la lezione, posti a sedere oramai occupati, fatta eccezione per quello vicino al ragazzo davvero carino (ma davvero fuori dalla tua portata, Jean) che hai adocchiato il primo giorno di università.
Forse il paragone non è propriamente azzeccato, ma a Jean non importa molto di quale sia il paragone migliore per parlare di come lui e Marco si siano incontrati.
E mentre ripensa all'accaduto, seduto in mezzo alle gambe del fidanzato (Jean mai avrebbe pensato di poter utilizzare questa parola a cuore tanto leggero), gli viene da ridere, perché è tanto stupido quanto semplice, il loro primo incontro. Marco sembra accorgersi del ghigno sul viso del biondo e gli chiede a cosa stia pensando.
- A noi due
- Mh?
Jean si rende conto di essere anche diventato troppo morbido e dolce a causa di Marco, prima di lui non avrebbe mai pensato certe cose, né avrebbe immaginato se stesso seduto fra le gambe del ragazzo che molto probabilmente ama, mentre guardano The Matrix per l'ennesima volta.
Non era mai stato troppo romantico, Jean, aveva sempre optato per l'aspetto da cattivo ragazzo, con pochi amici e tante ragazze che apprezzavano il suo modo di fare. Di amici non ne aveva mai avuti tanti e di ragazze nemmeno, forse anche questo aveva fatto crescere in Jean quell'atteggiamento scorbutico e altezzoso.
Fatto sta che Marco, con un semplice sorriso e tre parole ("Ciao, sono Marco!"), era riuscito a fargli dimenticare di tutti i suoi propositi.
Certo, non avrebbe mai e poi mai acconsentito a portare magliette coordinate, ma stringere la calda mano di Marco per le vie del campus universitario non gli sembrava un'idea così malvagia.
- Sì, alla prima volta che ci siamo incontrati. - dice, appoggiando la nuca sulla spalla di Marco, alzando leggermente lo sguardo per poter vedere il ragazzo lentigginoso.
- E...? - domanda, lo sguardo così dolce e caldo che Jean sente di potersi sciogliere.
- Niente, pensavo a quanto fosse comune il nostro incontro - il biondo chiude gli occhi, lasciando che le mani del moro gli circondino la pancia e lo portino più vicino al suo petto ed è tutto così famigliare che Jean sente che potrebbe vomitare, da tanto è sdolcinato.
Sente il sorriso dipinto sulle labbra di Marco avvicinarsi alla sua mascella e lasciare un bacio leggero, poco più che uno sfiorare di pelle.
- Quanto siamo romantici, Kirschtein - il moro lascia una risata sfiatata sulla sua pelle, per poi appoggiare il mento sulla spalla di Jean, non prima di averla baciata.
- Colpa tua, Bodt - gli risponde, sorridendo ad occhi chiusi.
Che sia colpa dell'alzataccia di due mesi prima o del ragazzo che ora lo sta abbracciando, sussurrando quanto lo ami nella sua spalla, Jean non lo sa, ma in fondo non gli importa molto.





 

non ho praticamente nulla da dire su questa flash, solo che gli spoiler sul capitolo 77 mi hanno fatto pensare a quanto la vita su questa terra sia inutile e che avevo davvero bisogno di un po' di Jeanmarco fluff quindi sì. eccolo qua.
dico solamente, poi, che ho dovuto copiaincollare il cognome di jean (che poi alla fine io lo chiamo queerstein amirite ladies?) perché gnagnagna come si scrive?
vabb, un salutone!
Lars.